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Cameriere, un porto flip. Mercì
Parigi anni Sessanta, Gilles giornalista di bell'aspetto vanitoso e frivolo, amante della dolce vita e delle belle donne sta attraversando una fase difficile, di inadeguatezza, di insoddisfazione. Per rimediare alla depressione che lo attanaglia nel clima cittadino si trasferisce in provincia , ospite della sorella dove trova la cura piu' inattesa. L'amore.
In Italia si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
In Francia non so pero' se tutto il mondo e' paese, e' paese.
Breve romanzo rosa di puro intrattenimento, la Sagan ha scritto di meglio nella sua carriera.
La storia e' prevedibile e priva di mordente, non emoziona, non coinvolge, si srotola piatta su di un tappeto incolore.
Scarsa la descrizione delle ambientazioni potenzialmente gradevoli, la penna non teme grossi difetti ma nemmeno si avvale di grandi pregi.
Insomma qui lo dico e non lo nego, se ne puo' fare tranquillamente a meno.
Resta qualcosa ? Resta un vecchio volumetto dalle pagine ingiallite, che e' sempre un grazioso ninnolo vintage da tenere in libreria e resta ... resta quell'incredibile voglia di un benedetto porto flip, seduta ad un tavolino sotto il cielo autunnale di Parigi.
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Banalotto.
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