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Amare di nuovo senza dimenticare
Quarto volume di una serie che sinora mi è piaciuta moltissimo: stavolta la Phillips cambia parecchio registro, offrendoci una storia d’amore meno ironica e molto più amara e introspettiva delle precedenti (senza contare che non c’è nessun vero contatto con l’ambiente sportivo dei Chicago Stars).
Certamente Gabe, il secondo dei fratelli Bonner, è un personaggio non facile, introverso, indurito dalla disgrazia che gli ha stravolto la vita, e non è facile neanche la sfida che il destino gli pone davanti: può un uomo che ha perso la moglie perfetta (il primo ed unico amore, poi) ed il figlio perfetto riuscire ad accettare e imparare a voler bene a due creature sgangherate e ugualmente sole (la famigerata vedova Snopes e il suo problematico bambino)?
Devo ammettere che l’autrice è davvero brava a ricostruire il graduale ritorno all’amore e alla vita di Gabe, che passa dal totale rigetto per Rachel e suo figlio sino alla consapevolezza che per amare due nuove persone non è necessario dimenticare quelle che aveva amato in precedenza, perché il cuore non uno spazio chiuso a scomparti stagni, ma una grande meravigliosa superficie che si allunga, si allarga e può contenere molto e ancora di più.
E credo che, al di là della passione con Rachel (con potente scena a due, molto cinematografica, sotto la pioggia), la storia raggiunga davvero il punto più commovente quando Gabe capisce di POTER amare anche il figlio di lei (“ lo vide per il bambino che era e non come l'ombra di qualcun altro”).
Per fortuna, l’aspetto doloroso della trama è compensato dallo sviluppo in contemporanea della storia tra il terzo dei fratelli Bonner, il bellissimo ma perfettino Ethan, reverendo della comunità di Salvation (pastore protestante, quindi nessuno scandalo all’Uccelli di Rovo…) e la sua irreprensibile segretaria. Qui ho ritrovato la cara vecchia Phillips, e le scene tra i due sono parecchio divertenti.
Unica nota stonata per me il finale troppo zuccheroso, e l’inserimento di un messaggio pseudo-religioso (l’ho notato solo io?) che non mi permetto di criticare ma che ho trovato francamente forzato nel contesto generale.