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Novemila giorni e una sola notte
 
Novemila giorni e una sola notte 2013-09-19 03:04:25 Bruno Elpis
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    19 Settembre, 2013
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L'amore ai tempi delle lettere

“Novemila giorni e una sola notte” di Jessica Brockmole è un romance raffinato, scritto in forma epistolare, che narra l'amore a distanza tra una poetessa scozzese e un giovane americano. Il sentimento sboccia nel 1913, grazie all'ammirazione che David nutre per le poesie di Elspeth; la passione poi cresce e viene coltivata nonostante (o forse grazie alla) lontananza.
Dopo la prima lettera nella quale David esprime la propria devozione alla poetessa, ne seguono molte altre. I due innamorati sono persone affini e diverse, così che il sentimento cresce sia per comunanza spirituale, sia per dialettica.

Lei, Elspeth Dunn, detta Sue, ama la geologia e vive a Skye, un'isola selvaggia delle Ebridi, che è al tempo stesso prigione, rifugio, fonte d'ispirazione: “Qui si dice che il mare sia infestato dall'each uisge, un cavallo marino che trascina a fondo le vittime e le dilania con le sue fauci, risparmiando solo il fegato, che risale in superficie ed è uno spettacolo orribile a vedersi. Essendo cresciuta ascoltando racconti siffatti, perché mai dovrei avventurarmi nell'acqua?”

Lui, David Graham, è inizialmente uno studente dell'Illinois un po' inconcludente (“Io trascorro le giornate a rapinare banche insieme con la gang di Jesse James, con altri fuorilegge nonché con svariati cowboy”), che il padre vorrebbe medico e che invece sogna di fare il ballerino (“I ragazzi mi chiamano Mort perché sono convinti che, prima o poi, le mie prodezze mi condurranno all'obitorio”).
Poi, quando scoppia la prima grande guerra, decide di partire per la Francia come conducente di mezzi di soccorso umanitario. Si crea così l'occasione per incontrare l'amata...

Nelle lettere, i due discutono di tutto: si confrontano sulla letteratura (“Io adoro Walter Scott... Poi nutro un affetto sincero per la mia copia malridotta di Alice nel paese delle meraviglie, il mio primo libro”; “Senz'ombra di dubbio, Mark Twain è il mio autore prediletto... Mi piacciono Jack London, Wilkie Collins e H. Rider Haggard. Storie piene di misteri e di avventura. Poe è il maestro del brivido”) e su ogni altro argomento. Come la condizione della donna: “Cosa ti fa pensare, mio caro, che le donne siano migliori nel crescere i figli?”
Ma l'amore ideale è contrastato dalla vita reale: David sta per sposarsi, Sue è già sposata.

La seconda serie di lettere, grazie alla quale l'autrice conduce la sua narrazione, è quella che ha come fulcro Margaret, la figlia di Sue, che nel 1940, quando scoppia il secondo conflitto mondiale, decide di indagare sulla sua discendenza. Il che equivale a risalire alla storia della madre: “Paul, sto sbagliando a scavare così nel suo passato? Dovrei lasciarlo sepolto, come vuole lei? Come vuole mio zio? Come sembrano volere tutti?”
La curiosità comincia durante un bombardamento, quando Margaret scopre il carteggio: “Mentre raccoglieva le lettere aveva un'aria sconfitta, disperata”. La scoperta induce la figlia a cercare nel passato di una donna che “sta inseguendo qualcosa. Ricordi, rimpianti, il suo passato.” Per ricomporre un'identità familiare travolta dagli eventi e dalle guerre: “Anche mio fratello Finlay si è arruolato con Iain (ndr: il marito di Elspeth). Quei due sono sempre stati inseparabili, fin da ragazzi.”

Oggi, nell'era telematica che circolarizza messaggi frettolosi e approssimativi; oggi, in giorni ove i rapporti si risolvono in connessioni simultanee che evaporano in un secondo scoppiando come bolle di sapone; oggi nell'epoca del consumismo comunicativo e dell'impazienza relazionale, in un romanzo come questo ritroviamo il gusto dell'approfondimento dei sentimenti e delle emozioni. Magari per scoprire meccanismi che ravvisiamo anche nei rapporti virtuali: “Davanti alla cattedrale di Saint Mary, tu aspettavi una Elspeth Dunn ideale: non volevo che restassi deluso da quella reale.” O per prendere atto della complessità dei rapporti reali: “Tu e io siamo fortunati: non abbiamo mai dovuto preoccuparci della prima parte, quella dell'esame visivo; siamo andati direttamente al nocciolo, esplorando la vastità e la profondità delle nostre anime.” Per raggiungere una nuova consapevolezza erotica: “Una volta, troppo tempo fa, mi sono innamorata: un amore impetuoso, inatteso. Non ho voluto rinunciarci.” O una nuova forma di romanticismo anche grazie, o nonostante, “una corrispondenza durata anni, facendo emergere tracce d'amore tra le righe e le macchie d'inchiostro; un ardore alimentato dalla posta, anziché dalla luna e dalle maree.”

Bruno Elpis

In www.brunoelpis.it potete leggere la mia intervista all’autrice.

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Consigliato a chi ha letto...
Walter Scott, autore citato dalla protagonista
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Commenti

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C.U.B.
19 Settembre, 2013
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Per gli argomenti che citi in conclusione mi tenti, anche se non amo i romanzi epistolari...
gracy
20 Settembre, 2013
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Una novità fresca di uscita che parte bene con la tua rece Bruno :D
@ Cub e Gracy: un libro piacevole, come la luminosa e raffinata autrice che ho conosciuto personalmente. :-)
una recensione perfetta!!!
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