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IL DIAVOLETTO VINCE ANCORA!
Eh no, non si può finire un libro così!!!!!!!
Eddaiiiii, ne voglio ancora!! Ora che mi ero appassionata all'intelligenza della protagonista, che alcune volte (molte, direi) veniva decisamente a mancare, leggo la parola FINE??
Cara Gier Kerstin,
dobbiamo parlare.....
Lamentele a parte, questo è un libro piccolo, che si legge nel giro di un giorno, dotato di uno stile così scorrevole che non ti rendi conto neppure di esser arrivata all'ultima pagina (su cui ancora ci rimugino, cara Gier!)
Il tema, la verità, non è molto utilizzato oggigiorno.
Forse perché se ne fa così a meno che risulterebbe noioso affrontarlo.
Ahimè è il contrario perché «Ci sono verità che non si dovrebbero dire, verità che non occorre dire, verità che vanno dette.»
Una graziosa perla di saggezza di Wilhelm Busch.
Infatti, il libro è costituito da capitoli che hanno come titolo dei proverbi o citazioni inerenti al contesto dei capitoli stessi.
La nostra protagonista, Carolin, ha il QI molto più alto dei suoi coetanei o comunque di una vasta gamma di persone.
E per questo, è stata sempre quella esclusa dalle relazioni interpersonali, che costituiscono la vita di un individuo. Diciamo solo che la vita di Carolin gira solo sull'affetto della sua famiglia...
La madre le dice di non scoraggiarsi.
Che prima o poi troverà degli amici. Solo deve essere se stessa.
Carolin da parte sua, ha scrupolosamente seguito il consiglio di mammà.
Consiglio che non ha dato i suoi frutti...
Poi quando decide che è il momento di cambiare, arriva il suo primo ragazzo e tutto diventa rose e fiori. Il suddetto ragazzo ha un nome, Leo.
Carolin però non cambia affatto: ha sempre la mania di contare; suona perfettamente il cembalo e il piano; conosce ben sette lingue e ha tre lauree senza ancor terminato quel periodo particolare col nome di adolescenza.
Carolin semplicemente omette tutte queste cose e alla fine Leo si innamora di una Carol che in realtà non esiste.
Ma possiamo davvero dare la colpa alla piccola Carolin?
O è stato Leo che ha visto solo quello che ha voluto vedere?
E possiamo criticare la nostra cervellona per aver ceduto al fascino sleale del nostro caro Karl? Quello stesso Karl che ha come figlio Leo?
Beh fatevi dire che nella mia scuola, c'è un professore dai capelli bianchi, dall'aria un po' trasandata e dallo sguardo penetrante che non puoi non definire sexy.
Io ora, non dico di poter mai cedere a quel fascino ma sicuramente molte delle mie compagne se potessero lo farebbero!
Quindi non che giustifichi l'atteggiamento di Carol, ma leggendo la sua psiche non puoi non trovarci della pietà..
Soprattutto poi se Karl viene a mancare e le lascia un ingente somma di denaro che ben presto diventa oggetto di lite tra i vari familiari...
Il tutto, alimentato dalla depressione della protagonista.
“E nel preciso istante in cui, presa da questi pensieri, accecata dalle lacrime e sull’orlo di una crisi di nervi, per poco non cadevo a terra bocconi calpestai una merda. Perché, in tutta la mia miseria, di colpo mi fu chiaro che la pazza non ero io, ma che era la vita ad avere urgente bisogno di farsi curare.”
Fortunatamente viene aiutata dalla sorella che la spinge ad incontrare una terapeuta (davvero molto ignorante e inefficiente, che ti vien da domandarti: chi è che le ha dato il diploma??)
E infatti, Carolin non migliora affatto. Anzi vi sono dei simpatici amici (un diavoletto e un angioletto) sulla sua spalla fino all'ultimo:
“Il diavoletto mi sussurrò nell’orecchio tutta una serie di possibili bugie. L’angioletto era ammutolito per l’orrore (mi spiace dirlo, ma non è che fino a quel momento fosse stato di grande aiuto)”
Alla fine ve lo consiglio, per il solo fatto di farvi qualche risata :)
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