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LA FENICE
Ho acquistato questo libro dopo aver letto “parole sulla sabbia”, romanzo che ho giudicato favorevolmente.
Ritrovo Abigail Harker dove l’avevo lasciata, ossia, nel faro di Chapel Isle; sono passati mesi da quando è giunta sull’isola, dopo la tragedia che l’ha lasciata senza figlioletto e marito. In tutto questo tempo, la protagonista si è chiusa in sé stessa, isolandosi dal mondo,non ha coltivato i nuovi rapporti di amicizia instaurati al suo arrivo, non si è occupata di curarsi, di cibarsi regolarmente, non ha lavorato, si è semplicemente “lasciata vivere”, per riuscire a non morire di dolore (concedetemi il gioco di parole).
Ecco; la sensazione che mi ha colpita poco dopo l’inizio del libro e, che mi ha accompagnata per buona parte della lettura, è un vero e proprio senso di claustrofobia; sono stata avvolta da questo dolore, non gridato a gran voce , ma che trasuda e traspare da ogni azione o stato di apatia di Abigail, il tutto descritto fin nei minimi particolari;( brava l’autrice!) mi sono ritrovata a girare per le strade dell’isola, a vivere questo territorio così circoscritto come una prigione, ad accompagnare passo,passo la protagonista nel percorso difficile,ed inizialmente inconsapevole di rinascita.
E’ arrivata l’estate a Chapel Isle, e, con l’estate una frotta di turisti, un caldo torrido, ed inoltre, vengono rispolverate vecchie leggende riguardanti il naufragio di una nave che pare avesse a bordo un vero tesoro; guarda caso, le indicazioni e indizi che possono permettere di stabilirne l’esatta ubicazione, sembra siano nascosti nel faro dove risiede Abigail…
Mi piace la NORMALITA’ che caratterizza lo scritto, a partire dalla protagonista, che non è un’eroina dalle strabilianti doti intellettive, fisiche o emotive,è una persona come tante, lo stesso si può affermare per gli abitanti dell’isola: l’affittuaria, donna molto abile come affarista, che cerca sempre di ottenere il massimo, con il minimo sforzo (personale soprattutto), manipolatrice e avara, che però ama perdersi nelle letture dei classici romanzetti rosa “stile Harmony”; il ragazzotto, un pochino ingenuo, buono d’animo, non brillantissimo come intelletto, che però stupisce per il suo altruismo, l’uomo vissuto, taciturno e rude, che vive di pesca,che ha un cuore tenero etc.
Lascio al lettore il piacere di seguire Abigail, la sua storia, la sua forza, la sua rinascita.