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"Il meglio di me"
Bisognerebbe imporsela come regola personale: non comprare libri sull’onda della ricerca di risposte per la propria situazione sentimentale altamente complicata. Motivo?Si finisce per acquistare romanzi strappalacrime, sentimentali e zuccherosi, che altrimenti non farebbero mai parte della propria libreria. Beh, questo potrebbe essere un vantaggio per carità, aprirsi a nuovi filoni letterari, ampliare i propri orizzonti, ma nel mio caso comporta anche un allontanamento dalla mia natura sarcastica e cinica che trovo vagamente preoccupante.
Ma basta divagare, parliamo del libro in questione. Come spero si capisca dalla piccola introduzione, Nicholas Sparks non è un autore che leggerei abitualmente, infatti questo è il mio primo approccio con lui.
Le sensazione immediata che ho avuto è stata quella di leggere un film. Proprio così, nella mia testa vedevo scorrere le parole che erano allo stesso tempo le immagini di una pellicola firmata immancabilmente Hollywood. Mi vedevo perfettamente l’ambientazione tipicamente americana, gli attori tipicamente americani, gli accadimenti tipicamente americani, il finale … tipicamente americano.
La storia stessa ha la targa USA sin dalle prime pagine.
C’è Dawson Cole, che proviene da una famiglia di delinquenti, uno peggio dell’altro, ma lui è la pecora nera, o bianca in questo caso, perché è bravo, buono, intelligente e studioso. Per tutte queste buone qualità viene maltrattato e picchiato dai suoi parenti, suo padre in primis, che lo vorrebbero più in linea con il profilo dei Cole ma viene invece apprezzato da Amanda, la bellissima della scuola, capelli-biondograno/occhi-azzurrocielo.
Amanda è ovviamente figlia di una famiglia benestante e con la puzza sotto il naso (di quelle che se non fosse stata abolita la schiavitù avrebbero avuto squadre di servitù ai loro comodi, per intenderci), che non vede di buon occhio l’amicizia e l’amore che ben presto si instaurano tra i due ragazzi.
Come per tutti i primi amori, tra loro c’è qualcosa di magico, di speciale, di unico, che far credere loro all’inizio di poter sfidare qualunque sorte. I due si incontrano nel garage di Tuck, un meccanico vedovo, ancora e per sempre innamorato della sua perduta Clara, che fa da padre al giovane Dawson e si elegge silenziosamente custode di quell’amore che vede crescere sotto i suoi occhi.
E’ chiaro però, che ben presto i due innamorati finiscano per cedere alle pressioni esterne, che si lascino e si allontanino. Se fosse filato tutto liscio, perché mai avrei dovuto comprare il libro sennò??
Anni dopo Dawson lavora sulle piattaforme petrolifere, conduce una vita solitaria e silenziosa, ma soprattutto ama ed ha amato sempre e solo Amanda.
Lei, Amanda, invece ha tre figli ed ha una bella famiglia, ma Frank suo marito, dopo una terribile disgrazia familiare, ha iniziato a bere sempre più frequentemente.
E’ questo più o meno il quadretto complicato che ci troviamo di fronte quando Tuck muore . Il triste evento porta Amanda e Dawson al loro paese di origine e su specifica richiesta del loro comune amico, sono chiamati a fare qualcosa per lui, una sorta di ultimo desiderio. In realtà è Tuck che ha voluto regalare loro la possibilità di ritrovarsi, di essere di nuovo vicini e di tentare quindi di costruire quel futuro perso tanti anni prima.
A questo punto si potrebbe immaginare un andamento più o meno prevedibile della storia (Amanda e Dawson fuggono insieme in barba a tutti e tutto), e invece no!
Perché? Primo ci sono i due cugini di Dawson che per vecchi rancori gli vogliono fare la pelle, secondo c’è una questione del suo passato ancora da risolvere, terzo ne succedono di svariate, nonché rocambolesche, che scombinano le sorti per un finale che a mio dire è “typically american”.
Forse ho ironizzato un po’ troppo ma bisogna capirmi, sto tentando di tornare in me e non ho trovato le riposte che cercavo (forse dovrei proprio piantarla di cercare risposte nei libri…) ma la sensazione che ho avuto tutto il tempo è stata quella di guardare un film drammatico da pomeriggio di Canale 5.
Il libro non è male, per carità, si legge scorrevolmente, ma semplicemente non è il mio genere. L’amore che si racconta è troppo puro, troppo perfetto, non è tormentato, non è ironico né complicato e questo me lo ha reso forse un po’ artefatto.
Alla fine però mi è uscita una lacrimuccia, e per quella piccola goccia salata vale la pena consigliarlo, perché in fondo vuol dire che mi smosso qualcosa e può smuoverla a tante altre persone.
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Poi, per carità, devo tornare in me, ma la legge fondamentale della mia libreria è: ci deve stare di tutto. Mi piace avvicinarmi a cose nuove, a volte scappo a gambe levate, a volte resto e mi avvinghio! :)
Io non sono come te, se una cosa non mi "appartiene" più me ne sbarazzo, mi dava quasi fastidio vederli lì nella mia libreria.
Anche se le signore anziane sicuramente ne saranno strafelici, è una scelta molto drastica quella di portare via tutti i libri. Però forse la propria libreria è uno specchio del carattere, chi lo sa...
a me ad esempio non piace buttare via i libri, anzi li mantengo, stanno lì a ricordarmi cosa ero, come mi sono evoluta, ma sono così anche nella vita, mi porto dietro cose, storie, persone senza mai slacciarmene realmente.
mi incuriosisce questa cosa!
Le storie, i libri, le persone, tutto ciò che sono stata e che ho apprezzato lo porto nel cuore ma me ne libero materialmente ;))
Fortunatamente non siamo tutti uguali, vivo con mio marito che terrebbe non solo TUTTO ma anche le scatole che lo hanno contenuto questo TUTTO !! Credo sia una forma di ribellione la mia !!
Come la capisco la questione del mantenere le scatole che hanno contenuto quel TUTTO!!ahah!
pure io ho la stessa mania, tengo scatole, buste, nastri, carta da pacchi, biglietti vecchi come il mondo...
Lo credo però che tu ti ribelli! :) ti ritroveresti casa invasa!!!Spiegami come si fa!!!Prima o poi mi ritroverò sommersa! :)
Adesso cosa ti piace leggere??
Io ho letto questo libro e concordo con la tua considerazione finale nel modo più assoluto. Diciamo che, l'autore non è che ha descritto un amore troppo puro, più che altro non ha proprio approfondito questo argomento, ecco, e quindi per questo motivo appare troppo puro.
Non è nemmeno il genere che leggerei spesso, proprio come te, in quanto un po' troppo mieloso e ripetitivo.
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