Un uso qualunque di te
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Luce
“Un uso qualunque di te” è la storia di una vita “a rovescio”. Ma non solo per il racconto basato sulla tecnica narrativa del flash-back. “A rovescio” soprattutto perché Viola, la protagonista, ripercorre i suoi anni “in controluce”, rivelandoci l’interno del guscio in cui l’hanno imprigionata, nel tempo, il giudizio dei familiari e la morale comune. “A rovescio”, ancora, perché, nonostante un marito praticamente perfetto, tutta la sua vita appare come una serie di scelte inevitabilmente sbagliate, con sensi di colpa ogni volta più pesanti e invincibili. “Luce” è, in tutti i sensi, il centro del romanzo: nel lessico, nei sussulti del cuore, nel nome di una figlia ormai adolescente, nel desiderio finale di redenzione. Tutti ingredienti che rendono il racconto, nel complesso, coerente ed unitario. Unica pecca un finale abbastanza prevedibile e una trama non sempre all’altezza della complessità insita nelle emozioni descritte. Efficace, in compenso, lo stile di scrittura, dotato di grazia, buongusto ed intensità espressiva, tanto che, a tratti, si ha l’impressione di leggere poesia in prosa.
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Esercizio di stile
Decifrare il titolo enigmatico ed evocativo di questo romanzo è ciò che mi ha spinto a leggerlo, nonostante la storia, che intuivo abbastanza drammatica, non mi avesse attirato.
I primi capitoli del racconto, mi hanno sorpresa. Per quale strano motivo un’autrice, tra l’altro
all’ epoca agli esordi (quindi con tutto l’interesse a proporre qualcosa di nuovo, che si distingua e attiri l’attenzione), esegue una copia precisa dell’inizio di un altro celebre romanzo per presentare il suo lavoro?
Chi ha letto il libro avrà immediatamente notato la perfetta sovrapposizione di questa storia con “Non ti muovere” della Mazzantini.
Beh? Che significa?
So che molte scuole di scrittura creativa, consigliano di ispirarsi a trame note per iniziare a cimentarsi nell’ arte della narrazione…ma si tratta di esercizi! Poi non si viene pubblicati!
Comunque dopo un po’(un bel po’…), il racconto si allontana dal “modello”, per virare verso un dramma a tinte fosche.
La storia è quella di un amore controverso e complesso: quello tra Viola e Carlo.
Diversi, distanti, separati da anni di menzogne e ipocrisia, condividono un’esistenza borghese, tiepida e rassicurante.
Saranno destinati ad incontrarsi davvero, solo nel momento più crudele e drammatico della loro vita.
Viola è una donna contemporanea, che cela dietro una facciata di apparente determinazione, una grande fragilità, fatta di paure e insicurezze.
Vive una situazione comune: ha una figlia adolescente, un lavoro creativo e soddisfacente, una suocera noiosa e petulante.
Ma Viola ha un animo tormentato e un passato nebuloso che le ha lasciato strascichi pesanti. Viola è stata una “cattiva ragazza”, sfrenata e disinibita, a caccia di esperienze forti. L’amore puro e paziente di suo marito non è bastato a redimerla: Viola non è una madre di famiglia, è ancora un’adolescente egoista, insoddisfatta e immatura che si occupa dei suoi cari in modo superficiale e poco attento. Le è rimasta dentro l’inquietudine che la spinge verso una vita parallela, fatta di incontri disordinati e occasionali, che le lasciano solo un grande vuoto nel cuore.
Un brutto giorno sua figlia Luce viene ricoverata: è in fin di vita per una grave epatite, ma Viola tarda a raggiungerla perché mentre sua figlia muore, lei è in un letto sconosciuto, distratta e lontana.
Il racconto prosegue attraverso continui salti temporali: dal capezzale di Luce agli anni della scuola, all’ incontro con il marito, alle scelte sbagliate, fatte senza convinzione, trovandocisi dentro, senza sapere bene come e perché.
Nel flusso di coscienza che sgorga dalla paura, dal senso di colpa che la annichilisce, Viola si costringe a ricordare e ogni episodio la sfinisce e la annienta, mentre parte una corsa contro il tempo che la porta alla ricerca spasmodica di un espediente per salvare Luce.
Nonostante una trama abbastanza inverosimile, il romanzo finisce per coinvolgere e si legge d’un fiato (quantomeno per la curiosità di sapere dove si vuole andare a parare!).
Secondo me resta poco convincente l’estremizzazione dei personaggi: Viola, figura negativa per tutto il romanzo, subisce un rapido e maldestro processo di santificazione negli ultimi capitoli, Carlo il marito, fastidiosamente perfetto nel suo ruolo di mammo , risulta irreale, trasfigurato dal quotidiano sacrificio del tollerare le stranezze della moglie, Angela l’amica-sorella è (non a caso!) un angelo morbido e protettivo che non mette in discussione le scelte schizofreniche di Viola, anzi, inspiegabilmente, le condivide e le avalla, la suocera chiusa e rigida nel suo ruolo, è un personaggio piatto e stereotipato.
Mah, non vorrei dare giudizi affrettati su questa autrice, che mi sembra goda comunque delle simpatie di molti lettori, ma questo romanzo mi ha lasciato parecchie perplessità.
Proverò a leggere il suo ultimo libro (o penultimo, mi sembra una scrittrice particolarmente prolifica) sperando, almeno, in qualcosa di più originale.
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l'amore di una madre
Questo libro mi ha travolto come un torrente in piena. L'autrice, una vera scoperta rivoluzionaria e capice di trasmettere emozioni, dalla rabbia, alla paura, al coraggio, all'insicurezza. Viola rappresenta il concetto opposto della mamma modello, non si prende cura come dovrebbe di Luce, presa dalla sua eterna adolescenza, quel amore sbagliato e travolgente per Massimo e il ragazzo modello della porta accanto, Carlo. La protagonista, da traditrice diventa salvatrice con un gesto estremo, portata dalla frenesia della situazione drammatica. La possibilità di perdere Luce è elevata, in un letto d'ospedale con il padre che in questo romanzo rappresenta la figura di un "mammo". In sua figlia rivedo molto la figura della madre, in Carlo l'uomo così fragile e insicuro da non capire il dolore che una madre possa provare . Un romanzo travolgente, dal finale inaspettato. Una lettura molto scorrevole e lineare.
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STORIA DI UN GESTO DI ESTREMO CORAGGIO
Un uso qualunque di te è la storia di un dramma vissuto da una famiglia in cui la figlia di Viola e Carlo si trova in gravi condizioni di salute, narrata usando diversi punti di vista; per la maggior parte del libro la storia viene raccontata in prima persona da Viola. E' più un flusso di pensieri che una narrazione vera e propria, in cui sono presenti sbalzi temporali dal passato al presente, alternando la tragicità della situazione che Viola, Carlo e la figlia Luce stanno vivendo ai ricordi felici di Viola quando era più giovane, in particolare quando la sua relazione con Carlo era appena iniziata.
Nonostante lo stile non sia impeccabile (io non sono d'accordo per il modo in cui viene narrata la storia, ovvero con il tempo passato visto quello che succede alla fine, poiché Viola non potrebbe effettivamente raccontare quello che succede, doveva essere usato il presente secondo la mia opinione) la storia colpisce parecchio, e talvolta commuove chi legge la storia, ammaliando il lettore con il costante flusso dei pensieri di Viola.
Non è un capolavoro, ma può far riflettere parecchio sul valore della vita e sul coraggio, pur essendo una storia dalla semplice trama, e porta a voler finire il libro tutto d'un fiato una volta iniziato.
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Chi ti ama, resta
Questo libro racconta la storia di una famiglia "spezzata".
Viola viene descritta all'inizio come una donna insoddisfatta della sua vita,dal suo lavoro e della sua famiglia.
Carlo sembra essere il collante tra Viola e sua figlia Luce, il quale cerca di colmare le mancanze di una madre spesso assente.
Il libro è ben scritto, la narrazione alterna descrizioni degli anni precedenti in cui la voce narrante Viola cerca di spiegare i motivi della sua insoddisfazione e la descrizione della notte\mattina in cui Viola e Carlo sono chiamati in ospedale al capezzale della figlia, intossicata da uso di droghe.
Interessante è il riferimento all'interno dell'opera ad opere classiche come Romeo e Giulietta, Abelardo ed Eloiosa che fanno comprendere al lettore la tragedia che si sta consumando e la drammaticità della storia.
è come se i protagonisti di questo romanzo fossero legati da un filo "intermittente",infatti sono destinati a perdersi e ad incontrarsi per poi perdersi nuovamente.
Bellissima la contrapposizione tra i due uomini che ruotano intorno alla protagonista Viola: Carlo e Massimo il primo farfallone, interessato alle avventure e pronto ad inventarsi una doppia vita, un mestiere da fotografo pur di far colpo, omettendo di avere una moglie, il secondo accecato dall'amore, tanto da non rendersi conto dei tradimenti della moglie, però concreto e amabile.
Ho rivalutato Viola solo nelle ultime pagine, ho apprezzato il contenuto della lettera che lascia a sua figlia Luce in cui cerca di spiegare il senso della vita scusandosi per non essere stata un buon esempio da seguire.
Finale che commuove e intristisce.
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Secondo tentativo: fallito!
Quest'autrice mi è stata caldamente consigliata da più parti, persino da amici lettori che conoscono bene i miei gusti. Eppure tra di noi non è scattata la scintilla, nemmeno con questo secondo tentativo.
Anzi, se in "Non volare via" la narrazione si era dimostrata interessante e ben strutturata, in questo libro, prevedibile e alquanto stucchevole, non c'è nulla da salvare. I personaggi non hanno sfaccettature, la storia è assurda e il melenso pervade ogni cosa. Quale esempio dovremmo evincerne? Quale morale? Quale messaggio sotteso?
Un libro che lascia un brutto sapore in bocca
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Sacrificio
È una storia di tradimenti, confessioni, drammi e redenzioni.
Viola è una moglie infedele, Carlo è un padre fantastico e Luce è ciò che unisce, divide e ricongiunge i poli opposti. Sembra una famiglia perfetta, entrambi i genitori si sforzano di recitare il ruolo assegnato, è in un momento tragico che verranno chiariti ed esternati per sempre i sentimenti di questi esseri umani impotenti davanti al destino, piccoli in confronto all’enormità della tragedia che li ha colpiti. Ho provato antipatia per Viola e grande stima per Carlo.
Cosa sono disposti a fare i genitori per salvare i figli? Quali sacrifici compiono anche all’insaputa del figlio? Rinunziare alla propria vita.
La voce narrante è Viola, alterna i capitoli tra prima e dopo il ricovero di Luce. Ci sono anche dei passi delle più grandi tragedie d’amore di tutti i tempi.
La trama non è particolarmente originale, ma non per questo è meno piacevole. Si legge con ansia, pensi: e adesso? No non è possibile. Perché?
Secondo me la copertina e il titolo ingannano, odorano di Bosco e Kinsella, che tra l’altro trovo spassose, invece lo stile ricorda la mia cara Tamaro, ecco perché l’ho letto con tanto trasporto, chiaro, semplice, pulito, i messaggi arrivano a destinazione.
Anche questa scrittrice ha aperto uno spiraglio, ho lasciato libero accesso alle parole, si sono depositate le ho accarezzate, siamo state buone compagne in questo breve viaggio.
Apprezzo le persone che riescono a rendere il quotidiano speciale e coloro che trasformano i luoghi comuni in perle di saggezza e riflessioni da custodire e approfondire.
Lo consiglio a tutti, sicuramente non è un capolavoro, ma neanche un romanzo da scartare a priori, io sono rimasta colpita ed affondata.
“ Una sofferenza però non la possiamo ignorare. È espressione di un’afflizione interiore più profonda. Cancella tutto, fa scomparire quello che hai intorno, anche ciò che ti appartiene di più”
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Un uso sbagliato di noi
Viola che e' una donna, una fidanzata,una moglie, una madre.
Ma e' forse sufficiente il vocabolo con cui definiamo il nostro ruolo a calarci realmente in quel ruolo ?
Perche' Viola quella notte come altre non era nel suo letto, accanto al marito.
Viola non era a casa sua, nella stanza attigua alla camera della figlia adolescente.
In nome di quale etereo nulla talvolta sacrifichiamo il consolidato tutto della nostra vita, di cui potremmo nutrirci e saziarci ?
Viola non era nel suo letto e sua figlia nemmeno, non piu'.
Ora dovra' cercarla, raggiungerla, in un incubo in cui l'onore del risveglio non e' una faccenda scontata.
Bella la trama , non mi ha particolarmente entusiasmata la penna dell'autrice. Non che scriva male, questo no, ma nonostante io sia una lettrice ipersensibile e la storia narrata possa toccare picchi strazianti, non mi ha particolarmente emozionata, commossa, colpita.
Chiamiamola lettura apatica, mi aspettavo un fervore emotivo molto piu' profondo, forse il ghiaccio tra me e Rattaro non si e' rotto per la forte antipatia che ho provato nei confronti della protagonista fin dalle prime pagine, o forse semplicemnte perche' il suo stile veloce ed asciutto non mi ha coinvolta.
Molto bella invece l'idea di inserire stralci di classici d'amore, da Giulietta e Romeo a Tristano e Isotta o Amore e Psiche. Quasi a dire quello e' l'amore platonico, l'amore eterno ed inestinguibile che brucia il cuore di ardore e lealta', questo invece e' il nostro talvolta piccolo, talvolta squallido mondo.
Buona lettura.
Meraviglioso
Tre giorni per leggerlo ed altrettanti per rincorrere e mettere insieme le parole giuste.
Commentare un libro così non è semplice, come è difficile trovarne uno che ti travolga al punto tale da farti piangere. Il pianto, che sia di gioia o dolore è l'apice dell'emozione e questo piccolo libro le contiene tutte.
Ti resta addosso, nella testa, pensi a cosa faresti se capitasse a te. Te lo porti dentro.
Viola sembra avere proprio tutto ciò che è una vita perfetta, bella come le opere d’arte che espone nella sua galleria: un marito amorevole, una figlia dolce e giudiziosa, un’amica che è più di una sorella.
Viola tradisce, e tu non capisci perchè le piaccia sporcare tutto questo candore. Dice che quando sa di dover incontrare un artista interessante anche nell'aspetto salta come una gatta selvatica. Nessun paragone potrebbe essere più adatto a descriverla, lei che nell’occasione di una notte si trasforma e scivola via da una vita intera.
Non ti piace ma vai avanti perché nella sua storia sei coinvolta più che mai.
E poi arriva quella maledetta notte in cui Luce, la figlia che sembra appartenere più al padre, giunge in ospedale in fin di vita.
Viola, ancora stropicciata da quella stessa notte passata in un altro letto e che sembra ormai appartenere ad un’altra lontanissima vita, si trova in bilico sul buco nero che risucchia tutta la speranza, le certezze, le gioie e i dolori mentre il passato, quel passato da cui credeva essere fuggita indenne, torna a presentarle un conto decisamente troppo alto.
Una volta nella vita noi possiamo usare in un modo qualunque qualcun altro senza la consapevolezza di ferire.
Una volta nella vita possiamo essere usati in un modo qualunque da qualcun altro ed esserne brutalmente feriti.
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Deludente
Ho letto questo libro incuriosita dagli ottimi commenti e devo dire che poi ne sono rimasta decisamente delusa. La storia è del tutto inverosimile, i personaggi sono caratterizzati male, le loro reazioni a certi comportamenti sono assolutamente fuori luogo.
Innanzitutto la trama è copiata da "Non ti muovere" di Margaret Mazzantini (comunque poi lontano mille miglia come svolgimento). Qui è la madre che, nel momento in cui la figlia è ricoverata in fin di vita, racconta tutta la sua vita a partire dalla paternità della figlia.
La protagonista è da disprezzare, per quanto male ha fatto a sè stessa e agli altri. Allo stesso tempo gli atteggiamenti del marito sono assolutamente incomprensibili (soprattutto nella parte finale in cui quasi la moglie diventa un esempio da prendere come riferimento!!!!), per non parlare del gesto che compie la protagonista, sia nella tipologia che nel contesto in cui avviene.
Per me è un libro brutto, la cui trama e lo sviluppo non stanno in piedi.
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Luce della mia vita
Non so davvero come iniziare.
Questo libro mi ha lasciato un minestrone di emozioni indescrivibili ed ora mi è difficile esternarle.
Già la prima volta che avevo sentito parlare di questo libro mi ero molto incuriosita, quando ho iniziato a leggerlo le pagine sono corse via velocemente e sono arrivata alla fine senza rendermene conto.
Non pensavo fosse così bello e brutale al tempo stesso.
Non credevo mi colpisse così nel profondo.
Ci troviamo di fronte ad un libro che riesce a toccare il cuore anche se all’inizio, io per prima, avrei pensato il contrario.
Un libro che ti travolge con la sua bellezza e la spietatezza.
La trama è semplice ed il libro, come ho detto in precedenza, si legge molto velocemente.
L’autrice ci fa fare continui salti temporali dal presente al passato per spiegarci meglio la storia dei protagonisti.
I capitoli sono abbastanza brevi e talvolta si può trovare alla fine di questi ultimi un pezzo di poesia tratta dalle storie d’amore dei personaggi famosi quali: Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, Eros e Psiche, Otello e Desdemona e molti altri.
Passiamo alla trama.
Viola, Carlo e Luce sono una famiglia apparentemente tranquilla e serena.
Viola è una madre/moglie piena di dubbi, menzogne, rimpianti e sensi di colpa.
È una donna che non si sente amata a sufficienza anche se suo marito non le fa mancare nulla e copre in continuazione le sue marachelle.
Viola ha sbagliato molte volte, ma io non posso odiarla.
L’autrice non vuole farci odiare Viola.
Viola riscatta tutti i suoi errori.
Carlo è un marito amorevole, protettivo e dolce.
Carlo adora sua figlia Luce, la ama più della sua vita, ma ama con la stessa intensità anche sua moglie.
Viola non si sente parte della sua famiglia e cerca quello che le manca tra le braccia e nel letto di altri uomini.
È una donna piena di debolezze ed inquietudine e proprio tutti questi difetti porteranno la dura verità a galla.
Una notte Carlo le lascia un messaggio nel cellulare. È per sua figlia, la sua vita è in pericolo.
Viola si riveste in fretta.
Viola non è nel suo letto, è con un altro.
Viola deve vivere una corsa disperata contro il tempo che scorre inesorabile, deve decidere, deve aiutare Luce.
Un romanzo basato sull’amore, le menzogne, la passione, i tradimenti ed i rimpianti.
Un romanzo da leggere tutto in un fiato.
Un romanzo emozionante da non lasciarsi sfuggire.
“Carlo e i suoi post-it sul frigorifero: ‘Ti amo piccola’. Perché lui piccola mi vedeva davvero”.
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Un uso qualunque di te
Era un po’ di tempo che avevo voglia di un libro così . Comprato ieri al salone del libro mi sono letta le prime cento pagine in treno e le ultime cento una volta arrivata a casa, non riuscivo più a mollarlo .
Viola è una moglie e una mamma che potrebbe essere felice, ha un marito che l’adora una figlia, ha realizzato i suoi sogni anche in campo lavorativo ma non è soddisfatta, e cerca di colmare queste sue insoddisfazioni con i tradimenti, alla ricerca di quell’ adrenalina che ti danno le cose proibite, quei segreti che ti offrono le emozioni che la quotidianità non può darti. Una notte però riceve una telefonata dal marito che con la voce strozzata le lascia un messaggio in segreteria “vieni subito all’ospedale “. Viola corre via da quell’uomo e da quel letto che non le appartengono e si precipita in ospedale dove scopre che Luce , sua figlia , è in fin di vita.
Ed è qua, in un corridoio della rianimazione che cadono tutte le maschere, che si svelano tutti i segreti, è qua che ha fine la finta illusione di una famiglia perfetta, ed è sempre qua che si rende conto di quello che nella vita, nella sua vita vale veramente tutto.
Un libro che ti strazia il cuore, che ti entra dentro e ti divora ogni altro pensiero, perché l’unico desiderio che hai è quello di finirlo, di leggere quello che succederà.
Complimenti all’autrice che riesce a fare vivere dentro il lettore i personaggi , ti sembra di vederla Viola, lì nel cuore della notte, spettinata, con un tubino nero e i tacchi a spillo, e Carlo, padre e marito perfetto isolato nel suo dolore e sommerso dal rancore verso sua moglie. Il libro è a mio parere scritto veramente bene, a tratti ho ritrovato lo stile della mia autrice preferita la Mazzantini, asciutto, sincero, crudo che arriva dritto al cuore senza scorciatoie e quella grande capacità di umanizzare i protagonisti e di farceli sentire così simili a noi soprattutto nei loro difetti.
Davvero brava! Non so se si e capito ma consiglio veramente la lettura, soprattutto a chi ha voglia di emozionarsi un po’ leggendo un libro.
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Un libro straordinario!
Ho letto questo libro in pochissime ore, una sera distrutta dalla stanchezza l'ho iniziato sperando di addormentarmi in fretta e invece Un uso qualunque di te mi ha coinvolta così tanto che quando è finito mi è dispiaciuto tantissimo. E' coinvolgente come pochi libri letti finora, poetico, intenso, piacevole e commuovente... L'ho amato e con lui i personaggi di cui narra, Viola Carlo Luce Angela sono descritti in modo perfetto, sembrano reali.
Faccio i complimenti all'autrice e vado a comprare il suo primo romanzo "Sulla Sedia sbagliata".
Emy
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Che piacevole scoperta!
Vi è mai capitato di scegliere un libro per la copertina?
A me spessissimo.
Basta l’immagine giusta, e il gioco è fatto; decido di comprarlo, prima ancora di aver letto la trama o conoscerne l’autore.
È una sorta di attrazione fatale.
Con "Un uso qualunque di te" è andata esattamente così, mi ha colpito la copertina e in quattro e quattr'otto mi sono trovata alla cassa con il libro, senza nemmeno sapere chi fosse questa Sara Rattaro.
L'ho iniziato ieri pomeriggio e finchè non ho letto l'ultima parola, dell'ultima frase, dell'ultima pagina
non l' ho abbandonato.
Si perchè la storia è breve, tutto sommato prevedibile, ma le emozioni che ho provato sono difficili da definire.
Andiamo per ordine...
Viola è una donna fortunata. Nella sua vita apparentemente ha tutto: Carlo un marito affascinante che ogni giorno la fa sentire come una meravigliosa pricipessa, Luce una figlia adolescente che adora la sua famiglia, un lavoro che è più una passione e che condivide con Angela, la sua migliore amica storica.
A Viola però manca una cosa.
La felicità.
Viola è insoddisfatta.
Viola è sola.
Viola è diversa.
Viola tradisce Carlo.
Viola tradisce sè stessa e il senso di colpa la divora.
Viola si sente inadeguata ed intrappolata.
Il suo desiderio di amore e di libertà è soverchiante e la spinge a correre via dalla vita quotidiana, lei è uno spirito libero ma in questo caso è in trappola.
Da questo circolo vizioso però è destinata ad uscirne una notte, quando riceve un messaggio di Carlo che le dice di andare immediatamente in ospedale perchè la loro bambina sta male.
Male da morire.
Sì perchè quella notte Viola non era a casa a fare la moglie, la madre... Era nel letto di uno sconosciuto.
Uno qualsiasi.
Uno senza nome.
Uno che non è una persona ma un oggetto, un numero, un' espiazione di colpe.
"Un uso qualunque di te" è un romanzo duro, difficile da digerire ma poetico.
Terribilmente poetico.
Si tratta di una di quelle storie che non ci fa piacere sentire, ma nel momento in cui ci ritroviamo coinvolti non possiamo fare a meno di pensare che meriti non solo di essere raccontata, ma di essere ascoltata, letta e vissuta fino in fondo. Con silenzioso rispetto.
Perché Viola, non è la protagonista perfetta.
Per lei non si prova simpatia o empatia.
Perchè racchiude in sè tutte le debolezze, gli errori, le scelte sbagliate di ogni essere umano.
Perchè Viola siamo un po' tutti, anche se non tradiamo il nostro compagno, anche se amiamo la nostra famiglia, anche se non vogliamo fuggire, perchè oggigiorno si ha tutto ma si desidera sempre di più.
Sara Rattaro riesce a trasformare in poesia una storia di tradimenti.
Sara Rattaro è una scrittrice al suo esordio.
E che piacevole scoperta!
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"Un uso qualunque di te"
Ci sono persone che cercano la felicità, ma non la trovano. Viola è una di queste.
Lei vive sfiorando la vita coi soli polpastrelli. Non affonda mai le dita intere.
Lei vive in superficie. E ferisce. Tanto.
A farne le spese è suo marito Carlo, che la ama come una bambola delicata, come una bambina di cui bisogna coprire le marachelle, la ama profondamente, perché lui le dita le immerge sempre tutte.
E ne fa le spese Luce, la loro figlia, che di Viola prende dei ritagli, degli attimi, mai pezzi interi.
Viola oscilla. Carlo tiene fermo il suo mondo e quello di Luce.
Viola tradisce. Carlo resta fedele alle mura racchiuse dietro al portone della loro casa.
Viola si perde. Carlo la ritrova, perché sa dove cercarla.
Carlo risolve tutto. Per Viola e per Luce.
Ma una sera Carlo ha bisogno di Viola, Luce sta male. La cerca, accanto a lui nel letto non c’è.
Stavolta come le altre, riesce però a farle arrivare la sua voce.
Viola è in un altro letto, tra altre lenzuola. Si veste in fretta, sconvolta.
Insieme a lei verso l’ospedale corrono i sensi di colpa, neri, cupi come nuvole in tempesta.
Lì, tra l’odore dei disinfettanti, trova suo marito sconvolto, disperato, arrabbiato come mai lo ha visto nella sua vita. La loro Luce, sta male, malissimo. Rischia di morire. E lei non c’era. Era tra le braccia di un altro qualsiasi.
Lei, Viola di fronte alla tragedia, si trova a dover fare finalmente i conti con se stessa.
Con le sue bugie. I suoi tradimenti. Le sue fughe. I suoi sogni infranti. La felicità mai trovata.
Nell’arco di una nottata, Viola ripercorre la sua vita. Dal primo incontro con Carlo, il loro innamorarsi. Lui così perfetto, così premuroso. Lei già così sbagliata, fuori posto.
Rincorre il tempo sfuggitole tra le dita, il suo amore segreto, i suoi dolori, i suoi sogni persi per strada.
La sua amicizia con Angela, la nascita di Luce. Tutto vissuto però, sempre come trattenendo il respiro, sempre con il fiato mozzato da sensi di colpa taglienti, sempre rimanendo un palmo distaccata da se stessa e da coloro che la amavano.
Ma anche una donna come lei, che sa amare solo a modo suo, non nel modo giusto, è capace ad amare più della sua vita. Lei ama Luce così. E in questo percorso disperato che è “Un uso qualunque di te”, Viola riesce a in un’unica volta, a dare a sua figlia un gesto di amore estremo, profondo e lacerante.
Colpita dalla copertina, ho acquistato in fretta e furia questo piccolo romanzo. L’ho letto d’un fiato, avidamente, sentendolo arrivare sino a punti nascosti. Ho provato amarezza, disagio, stupore, malinconia, rabbia, delusione, tutti però istigati dalla scrittura decisa, diretta da cui emerge questa donna, labile, impalpabile, immatura, fragile, disattenta, egoista ed incostante, ma assolutamente indimenticabile.
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