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Trovasi amore a pagina 30
Anni fa lessi "Pazze di me", un romanzo del quale ricordo a malapena la premessa -soprattutto per merito dell'adattamento cinematografico-, ma nel complesso non devo averlo reputato una lettura atroce perché qualche anno dopo ho acquistato un bind-up con altri tre libri di Bosco. Di certo, anche il prezzo irrisorio deve aver giocato un ruolo chiave in questo mio acquisto impulsivo che mi porta ora, ad anni di distanza, a dover parlare di "Cercasi amore disperatamente".
Non vi saprei dire se questo romanzo abbia una trama vera e propria, e probabilmente non ve lo saprebbero dire nemmeno gli editori visto che la sinossi oscilla tra la vaghezza più assoluta e delle informazioni fuorviante ad essere gentili. Di base seguiamo la trentenne Arianna, una donna che ha passato la sua vita a tentare in ogni modo di contrariare i genitori, dopo aver capito di non poterli rendere orgogliosi; a causa di un evento tragico (o così ci vuole far credere la prosa), Arianna lascia il suo grande amore per tornare a casa e cominciare una nuova vita, nella quale verrà coinvolta nei problemi di amici e parenti nonché in una (e solo una, capito CE?) relazione decisamente tossica.
Le problematiche di questo titolo sono molteplici, e per la maggior parte sono dovute al periodo "storico" in cui è stato scritto ed ambientato: non parliamo di un secolo fa, ma di certo la sensibilità attuale è ben diversa da quella degli anni Novanta. Ecco perché ho trovato irrigante la superficialità con cui si parla di violenza di genere e molestie, nonché le frequenti battute sull'orientamento sessuale e l'aspetto fisico dei personaggi. Ovviamente tutti questi aspetti vengono gettati nella prosa con leggerezza, per poi subito passare alla scena successiva; il risultato non è quello di alleggerire i momenti più drammatici, ma di sfruttare problemi seri solamente per ricavarci delle squallide battutine.
Avrete capito che questo tipo di umorismo non è proprio di mio gusto; ammetto di non aver gradito neanche la narrazione episodica e la prosa del tutto informale, elementi con una loro giustificazione ma che personalmente non riesco ad apprezzare. Sui personaggi preferirei stendere un velo pietoso, perché sono del tutto bidimensionali nella loro caratterizzazione, specialmente gli antagonisti: nulla più che macchiette, e troppo stupidi per essere veri. Allo stesso modo non risulta vera neanche l'ambientazione, in cui ogni cosa è surreale; capisco che tutto sia filtrato dalla confusa prospettiva di Arianna, ma vengono descritte delle situazioni -legate ad esempio alla Legge o al mondo del lavoro- a dir poco inverosimili.
Vista la situazione, spero apprezzerete il mio impegno nel ricercare degli elementi positivi. Possiamo quindi dire che la prosa senza pretese (e vorrei ben vedere!) della cara Federica rende la letture molto veloce. Ho in parte apprezzato anche i tentativi di trasmettere dei messaggi alla fin fine positivi, nonché il sottinteso che l'amore tanto cercato dalla protagonista era quello verso la madre. Su quest'ultima riflessione non metterei però la mano sul fuoco: forse ho voluto leggere tra le righe più di quel che c'era in realtà.