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Una buona autrice stavolta deludente
Dopo un po' di anni di lontananza, ho preso in mano nuovamente un libro di questa autrice, che in passato mi ha affascinato parecchio, con libri come Vicolo della Duchesca, 6 Aprile '96, Rosso Corallo, Vaniglia e Cioccolato ed altri. Le sue opere sono molto simili tra loro per struttura narrativa, personaggi e spesso anche trama. La narrazione alterna capitoli del presente a capitoli del passato; ritroviamo sempre protagoniste femminili, spesso generazioni di donne di cui viene raccontata la vita travagliata, tra dolori ed amori irrealizzabili.
Nonostante questo i suoi personaggi sono donne così determinate e carismatiche, che non possono non suscitare ammirazione e grande empatia oltre che simpatia, la trama risulta avvincente e il modo in cui l'autrice descrive i sentimenti porta a gradire i suoi libri, a maggior ragione se letti a distanza di tempo l'un dall'altro.
Fatta questa premessa, Festa di famiglia ha purtroppo visto venir meno tutto quanto appena detto.
Siamo a Milano e questa volta troviamo come protagoniste quattro amiche, diversissime tra loro eppure molto legate e pronte a sostenersi a vicenda di fronte alle difficoltà della vita. C'è l'avvocato di successo, concentrata sul proprio lavoro, che passa da una storia all'altra senza volersi legare a nessuno; la donna ricca di nascita, che non lavora, sposata con il fidanzatino di sempre, proprio come voluto dalla propria famiglia; l'eterna fidanzata alle prese con i problemi della nuova convivenza ed infine, quella su cui l'autrice si sofferma di più, la ragazza dal passato difficile sopraffatta da un amore travolgente.
Le premesse per un buon romanzo ci sono tutte, così come appare dai primi capitoli, in cui ritroviamo il gioco tra passato e presente tanto amato dalla scrittrice. Ben presto però il racconto prende una piega diversa, diventa scontato, con episodi risolti semplicisticamente e narrati senza alcun coinvolgimento, senza approfondire reazioni, soluzioni e nemmeno sentimenti. Le quattro protagoniste vengono presentate all'inizio, ma i loro caratteri e le loro emozioni non sono elaborati, ma lasciati lì a rappresentare ciascuno lo stereotipo che incarna. Probabilmente l'autrice temeva che, soffermandosi troppo su ciascuna di esse, avrebbe dato vita ad un volume di migliaia di pagine, o più semplicemente ha esaurito le idee per qualcosa di nuovo. Qualunque sia il motivo, ne viene fuori un libro anonimo, con poco mordente, fin troppo scontato e molto poco coinvolgente.
Un ritorno ad una buona autrice decisamente deludente.
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