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Ali e radici: quando la prosa diventa poesia
Capita a molti, quando si è giovani, di desiderare di lasciare la terra in cui si è nati e cresciuti.
Partire, allargare i propri orizzonti, vedere un po’ di mondo… Non tutti però riescono a realizzare il sogno, forse per assenza di condizioni favorevoli o, semplicemente, per mancanza di coraggio; non sempre, infatti, le nostre ali si rivelano più forti e tenaci delle nostre radici. C’è poi anche chi, travolto dagli anni e da una vita diversa da quella sognata, dopo essere andato via finisce per ritornare al richiamo, in verità mai messo a tacere, di quelle stesse radici rimaste nel frattempo in attesa.
Sarà questo il destino della giovane Alma Tondelli, protagonista del romanzo: partire dal piccolo borgo che l’aveva cullata da bambina, per poi farvi ritorno se non dopo un lungo percorso costellato da esperienze ben lontane da quelle che la vita di campagna e l’anonimo lavoro in fabbrica le avrebbero offerto se fosse rimasta. Ma anche da tanto dolore.
«Andrai… […] girerai… ma non dimenticartelo, che la salvezza del cuore, spesso, è nel posto dal quale si parte», le aveva detto un lontano giorno d’infanzia la Delfina, la “strega” del paese, predicendole un futuro di luci e ombre.
Sullo sfondo dell’Emilia del dopoguerra prende così avvio la vicenda di una ragazza di provincia che fin dalle primissime pagine avvinghia il lettore attraverso il fascino di una prosa che sconfina armoniosamente in poesia. Scrittura fluida, quella di Emily Pigozzi, dal tocco lieve e spesso malinconico, talvolta parca di parole ma densa di sentimenti ed emozioni; sa trasmettere la sensualità dell’amore così come il casto rifugio di un abbraccio, fa sentire il sapore del sangue a causa delle botte inferte da un padre padrone e il vuoto ancor più lancinante dovuto alla perdita di un figlio mai nato, disvela con amarezza tutta la disincantata fragilità dell’esistenza.
Sognatrice dal cuore inquieto, Alma (il cui secondo nome, non a caso, è Libera, quasi a voler dare più significato all’ “anima” del primo) vola finalmente via, imparando a rialzarsi dopo ogni caduta e cercando sino alla fine di dare un senso a quell’amore che gli uomini della sua vita, a partire dal padre, le hanno concesso o negato.
“Erano passati, mi avevano presa e lasciata, consumata e travolta. Accarezzata con le mani e con il pensiero. Ferita, posseduta e poi abbandonata. Per morte, crudeltà, incapacità. Strano senso d’amore. Tutti. Tranne uno.”
Le sue ali la porteranno a Bologna e ancora più lontano, sulla scia della passione per il teatro, incatenandola nel contempo, a dispetto del suo nome, all’amore inconcludente di un uomo già sposato. In sottofondo, carico di promesse, il fermento degli anni Sessanta, mentre le parole della vecchia Delfina, come in perenne attesa di compimento, l’avrebbero seguita ovunque. Il ruolo della donna nella società dell’epoca emerge con decisione tra queste pagine, insieme ad altre tematiche, come l’omosessualità (in particolare, quella femminile), che l’autrice ha saputo trattare alla perfezione; ottima anche la caratterizzazione di tutti i personaggi, ciascuno portatore di qualcosa che contribuisce a rendere “Il posto del mio cuore” un vibrante intreccio di vicende umane tutt’altro che inverosimili.
Un romanzo d’una profondità rara e preziosa; per quanto mi riguarda, uno dei più belli e coinvolgenti che abbia letto nel corso di quest’anno. Personaggio indimenticabile, quello di Alma: una piccola grande storia al femminile nella quale ogni donna può forse ritrovare un frammento di sé. Perché chissà quante, almeno una malaugurata volta, hanno incontrato la vigliaccheria e l’egoismo di qualcuno che, spacciandolo per amore, ha dato loro il niente. Perché se è possibile che in molte esista la Mrs Bridge di Connell che si lascia scivolare gli anni addosso senza viverli fino in fondo, non è nemmeno improbabile che con essa conviva un’Alma che, con il suo fremente desiderio d’altrove, e pur nell’inevitabilità dell’errore, voglia fare sua per davvero la vita. Perché in ogni donna, nell’intimo del cuore, c’è sempre un’anima libera.
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Commenti
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A me questo libro è piaciuto moltissimo! :)
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la tua recensione mi ha veramente incuriosito. Mi segno il titolo. Grazie!
Federica