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Che caffè sei?
Vi siete mai chiesti “che caffè siete” o meglio avete mai pensato che ogni tipologia di caffè è legata alla personalità? Io sinceramente mai però, leggendo questo libro, si capisce che l’essere umano non è poi così imprevedibile e che, dietro ogni cosa (persino il tipo di caffè che beviamo), c’è quasi sempre una spiegazione (sottolineo il “quasi”).
Con questa strana, curiosa e particolare tecnica psicologica, il protagonista del romanzo (ed a quanto pare anche l’autore) comprende e capisce i suoi clienti: Massimo, infatti, bell’uomo sui trent’anni, gestisce un bar a Roma (il bar Tiberi), ereditato alla morte del padre, da quando era appena diciottenne. E’ un abitudinario: si sveglia alle 4 del mattino (quando la bellezza di Roma è ancora per pochi eletti), lavora tutto il giorno e tutti i giorni al bar (tranne la domenica) e passeggia di tanto in tanto nel tempo libero. Ha pochi amici: una sorella che vive in America ma che adora, il suo amico e dipendente Dario e la cara e dolce signora Maria che purtroppo, ahimè, viene a mancare, portandosi dietro tante domande senza risposte.
Tuttavia la sua vita, metodica e priva di adrenalina, gli piace, ma il destino si sa, è beffardo e così, quando si pensa di poter tenere sotto controllo tutto e tutti (persino i sentimenti), è proprio su stessi che si perde il comando e scoppia la bomba. La bomba è di fatto, una meravigliosa ragazza dagli splendidi occhi verdi e per di più francese, di nome Géneviève che, arrivata una mattina a Roma, entra nel bar di Massimo e lascia il nostro povero protagonista paralizzato.
Il primo incontro, ma oserei dire anche i successivi, non sono dei migliori: Géneviève oltre a parlare poco l’italiano, sembra provare un’apparente antipatia per Massimo, che invece è totalmente estasiato da lei, anche se la fanciulla è piuttosto timida, un po’scontrosa, diffidente e per di più non ha mai bevuto caffè, anzi preferisce il tè nero alle rose (di una bevanda simile, Massimo ne ignorava persino l’esistenza). Tuttavia, se ad alcune persone possiamo additare facilmente la personalità e collocarle in un determinato elenco di bevande o chicche sia, ci sono aspetti dell’essere umano che non possiamo subito decifrare, perché sono ignoti persino a noi stessi… Vi potreste sorprendere di scoprire pertanto, anche se non si ama il caffè, di innamorarsi del caffè alla nocciola, o magari di aver bevuto sempre e solo caffè, ma di riuscire a trovare irresistibile anche gli infusi. Ecco, quindi, che due personalità completamente diverse come Massimo e Géneviève (un caffè espresso e un te nero alle rose) sono perfetti l’uno per l’altra, non solo perché si scopriranno innamorati ma anche perché tutti e due non sapendolo, sono a conoscenza di eventi che possono fare chiarezza nella vita di entrambi.
Cos’altro posso dire di questo romanzo? Fluido, lineare, divertente a tratti…forse si sente l’accento romano, ma in fondo fa parte della personalità dell’autore e anche del nostro protagonista…Non è insomma un libro che va giudicato, va letto, compreso e ammirato, conducendoti all’epilogo con un grande sorriso. Questo libro, sottolineando che la vita è buffa, tragica e meravigliosa alla stesso tempo, ci ricorda che, anche se l’anima gemella sta dall’altra parte del mondo, prima o poi ce la si trova davanti: è in quell’istante che dobbiamo aver coraggio. Coraggio di lasciarsi andare e, magari, coraggio di cambiare anche le nostre abitudini o (perché no) i nostri caffè… Io, grazie a Diego Galdino, ho scoperto che sono sia un caffè espresso amaro che un caffè alla nocciola (ma bevo anche infusi)…Voi cari amici lettori, che caffè siete? Scopritelo ed una volta trovato, cercate soprattutto la persona con cui bere sempre e per sempre il primo caffè/tè del mattino.