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Un amore sbagliato
 
Un amore sbagliato 2015-03-04 09:05:56 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Marzo, 2015
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Lei, lui, l’altro … e un altro ancora

«Succede, non puoi fissartici. Si vive come si può. Ma davvero credi che si possa far quadrare tutto? Oh, sì, certo! Le rose dovrebbero fiorire a maggio, le madri amare i figli, l’amore durare per sempre... Ma la vita è più mutevole e capricciosa, non ci sta a regole fisse.»
Quando una donna si accorge che un amore è quello sbagliato? Quando dovrebbe chiudere una storia? Come funzionano i meccanismi alla base dell’amore? Ce lo spiega Giulia Alberico nel suo romanzo UN AMORE SBAGLIATO, raccontandoci le vicende sentimentali della sua protagonista, Lea, maestra elementare quarantenne, divisa tra il marito Stefano e un nuovo complicatissimo amore, Marco. “Non era amore, era una specie di febbre, un sommovimento, un magma che si era svegliato nelle profondità di lei e, da un minuto all’altro, poteva erompere in un fiume di fuoco, lava incandescente.”
Una relazione clandestina, adulterina, vissuta con i suoi ritmi irregolari e fuori controllo, provoca sempre emozioni contrastanti difficili da definire. Il rapporto con il marito cambia. Da sempre Stefano era stato troppo orientato verso la carriera e col tempo aveva iniziato a trascurarla. “Lei è sotto la spinta perenne di una sottrazione, la vita le ha sottratto qualcosa che non è chiaro, mai, cosa sia. Lea non manifesta in modi consueti questo suo tormento, voglio dire che non è gelosa, possessiva, diffidente, ma vive in allarme, il mondo le sta sempre apparecchiando una fregatura. È pesante avere a che fare con un’anima così programmata, è faticoso. Io, lo ammetto, non me la sentivo più negli ultimi anni di essere il riparo, la coperta di Linus.”
Lea risentiva di questo rapporto impari che viveva con Stefano, ma anche con Marco qualcosa non andava. “Di lui lo irritava, cominciò a capirlo nei mesi, esattamente quello che all’inizio l’aveva catturata.”
All’inizio, la relazione con Marco era la ventata d’aria fresca che ci voleva, il cambio di rotta giustificato e necessario. Marco l’aveva conquistata poco per volta, con le parole, le attenzioni e i modi gentili e, quando era totalmente coinvolta, le aveva rivelato la sua sconcertate verità, che però Lea era riuscita a razionalizzare e tollerare. Come Lea stava con Stefano, anche Marco aveva una relazione stabile che alternava ai loro incontri. Il problema era che lui divideva la sua vita con Carlo e aveva deciso di parlargli di lei. In amore, però, è già difficile un rapporto a due; a tre la situazione si complica, ma nella vita di Lea la realtà superava l’immaginazione e la loro geometria sentimentale diventava complessa e oltre il tridimensionale. “In uno spazio inerme come era il suo cuore le parole fermentano e impazziscono.”
Com’è facile intuire, la situazione non è tradizionale, ma modernamente allargata e mutevole. Le coppie iniziarono a frequentarsi. Vennero aboliti i segreti. Le vicende, però, potrebbero degenerare. «Mi hai svuotata, mi sento pesta, come un pugile suonato. Amarti è una fatica bestiale! Getto la spugna, ci rinuncio.»
Quella di Lea è un’anomala e rocambolesca avventura sentimentale. L’amore, però, ha limiti ben definiti che è proibito oltrepassare. “L’ho sopraffatto col mio innamoramento. Avrei dovuto essere più leggera, più lieve. Invece, gli ho rovesciato addosso un mio bisogno così monumentale di amare ed essere ricambiata. L’ho spaventato.”
Lea proverà sulla sua pelle l’imprevedibilità dei sentimenti e imboccherà le misteriose strade del destino verso un amore tutt’altro che sbagliato. La scrittura di Giulia Alberico è ironica ed elegante ed ha saputo trattare, con squisitezza e originalità, temi delicati. Lo stile narrativo, fresco e discreto, ha reso le vicende particolarmente interessanti fino al loro, nient’affatto scontato, epilogo.

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