Dettagli Recensione
La delusione magica
Contiene spoiler.
Il soggetto non è male, attualissimo con tutti i casi di violenza, stalking e femminicidio. Se avesse lavorato un po' di più avremmo goduto di un intreccio ricco di suspence, ma purtroppo arriva un momento, nella vita di uno scrittore, in cui si avverte un pesante blocco proprio nel punto esatto in cui si originano le parole. Forse questo momento è giunto anche per la Modignani, dato che la sua storia, appare completamente povera. Non mi vergogno di definirla un'onta alla letteratura italiana. La trama è banale quanto lo sono le descrizioni dei personaggi, poverissime di spessore e per nulla verosimili, come non lo sono, d'altronde, neanche i tempi in cui si dipana la vicenda. Mariangela, soprannominata Magia, incontra un "bel tenebroso" nell'officina del padre, nell'umile paesino di montagna in cui vive e se ne invaghisce dal primo istante. Stanca della solita routine, della vita povera condotta fino a quel momento e di una relazione che non la soddisfa, accetta la proposta dell'uomo di sposarlo e trasferirsi a Milano, dove condurrà, contrariamente alle sue aspettative, una vita spenta, ingrigita dalle manie persecutive dell'uomo che ha sposato, rivelatosi pericolosamente violento e geloso.
Lo stile, prevalentemente paratattico e semplicistico reca un lessico povero e banale. Inoltre, nonostante l'autrice ostenti un parlato del secolo scorso che dovrebbe conferire un certo spessore al romanzo, stride con i tempi, attuali, in cui si volge la vicenda. La tecnica di affidare il racconto dettagliato della stessa a personaggi marginali, infittendola con numerosi flash back non è per niente riuscita, nonostante l'evidente intento della scrittrice, poichè l'attenzione è focalizzata più sui personaggi stessi che non su quello che realmente accade in famiglia Pignatti, di cui vorremmo sapere nel dettaglio e invece rimaniamo all'oscuro. L'effetto è quello di due chiacchiere tra vicine di casa che spettegolano sulla vita di coppia degli inquilini del piano di sopra. Non mi soffermo sul finale a dir poco vergognoso ( il marito di Magia muore in un incidente d'auto esaudendo così la preghiera della moglie espressa nella cappella del suo paesino la notte di Natale) con cui si è voluto concludere in quattro e quattr'otto il procedere lento e noioso della narrazione in attesa di un punto di svolta che non arriva mai.
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Io non ho mai letto nulla dell'autrice e mi sono domandato che rapporto c'era fra il suo successo commerciale e la qualità letteraria. Per il momento non ho intenzione di verificare di persona.