Dettagli Recensione
Scala a chiocciola con sorpresa
Grazie a “Cambio gomme” di S.M. May il mio percorso di lettura intitolato “scala a chiocciola” sfida anche la spirale della scala a chiocciola di un’officina meccanica (“… La zona uffici… si trovava su un soppalco. Lara s’incamminò verso una scala a chiocciola che portava in alto…”): siamo in Canada, a Edmonton nell’Alberta, e colei che sale i pioli è Lara Haralds feat. Lara Hearts (“La sua non solidissima carriera di editor – ghost writer – aspirante scrittrice di romance”), che è rimasta in panne con l’auto e, grazie a questo inconveniente, conosce Nathan Cleni (“Decisamente un meccanico che non passava inosservato. Se ti piaceva il tipo alto, solidamente massiccio e sfiziosamente sfregiato”) e Kean Morgan (“No, è qui solo per un cambio gomme”), aristocratico rampollo dell’industria farmaceutica locale.
La scala a chiocciola e l’affascinante Nathan riservano all’aspirante scrittrice una sorpresa (“Lui l’aveva salutata dall’alto della scala a chiocciola come un principe dalla torre”) grossa come una casa e doppiamente gradita a Lara. Primo perché lei si deve cimentare in un romanzo “man to man, il nuovo trend letterario del momento” ed è in cerca d’ispirazione. Secondo perché l’inaspettata visione di un amplesso “particolare” le scombina i sensi: “Spiare due estranei, e per di più due uomini… Sapeva che non era paura o imbarazzo, bensì pura. Spontanea. Incontrollabile. Eccitazione.”
La storia procede sussultando (“Nathan Cleni… l’aveva biecamente usata per far ingelosire e colpire il suo amante…”) e divertendo (“Aveva appena gettato disgustosi sospetti sulla reputazione di un gay dichiarato e felice”), anche perché Lara nasconde ai due nuovi amici l’obiettivo iniziale: pubblicare un romanzo che, quando vedrà la luce, sarà un successo scoppiettante al botteghino, ma rischierà di minare l’amicizia e gli equilibri dinastici dei facoltosi Morgan…
Senza svelare altri particolari di un romanzo breve che procede per paragrafi con nomenclatura in negativo (come “Bozze che non piacciono” – “Corpi che non si incastrano” – “Numeri che non si abbinano”), dirò che il testo si divide idealmente in due parti: la prima, nella quale S.M. May con grazia, allusività (“Cambio gomme, aggiustamento cuore, o semplicemente tentativo di revisione di un corpo perfetto, quello di Kean…”) e ironia acuta squaderna una storia d’amore che - dal gay romance - strizza l’occhio ai cowboy di Brokeback Mountain e ai giovani atleti de “La statua di sale” di Gore Vidal, scegliendo – proprio come in quelle opere dal contenuto potentemente drammatico - protagonisti molto avvenenti e socialmente integrati.
Nella seconda parte il discorso si fa più serio e affronta in chiave concettuale, ma sempre romanzata, i risvolti socio-familiari di una storia d’amore con tanto di decalogo (“Cos’è per me un compagno? … 8. Una persona… che puoi abbracciare, baciare, accarezzare, sfiorare senza un vero motivo, solo perché ti senti felice nel farlo, e senza che ti venga comunque chiesto, in cambio, un perché.”). Qui la narrazione viene idealizzata nell’ambientazione canadese (forse là, nell’estremo nord americano, la mentalità è davvero quella immaginata dalla May) ove i pregiudizi sembrano esistere in minima parte…
Bruno Elpis
Cinque domande a S.M. May
B - S.M. sta per… Ci dici qual è il tuo nome? Dunque, dopo le “Nuvole”, un’altra storia “man to man”… Questa riconferma è adesione a un genere?
S.M. - No, non mi ritengo rinchiusa in un genere. Direi che questo romanzo è soprattutto una storia d’amore e quindi rientra nel ben più ampio mondo del romance. E’ un mondo che amo e che mi piace raccontare, a prescindere che poi le coppie siano etero o m/m o f/f, ecc.
B. - Con il tuo “romance” preferisci catturare l’interesse di un pubblico femminile sempre in cerca di nuove emozioni, dare una sferzata all’omofobia o provocare la reazione di eterosessuali che impallidiscono di fronte alla tartaruga della cover?
S.M. - L’unica reazione che vorrei provocare è affezionarsi e simpatizzare con i miei personaggi, con un pizzico d’ironia. Se poi riesco anche a scuotere qualche pregiudizio e a minare una visione del mondo ingiustamente sorda/cieca di fronte a realtà innegabili, ben venga.
B. - Quanto ha trasfuso di sé S.M. May in Lara Haralds? Nei ringraziamenti finali smentisci che tra scrittrice e personaggio-fiction vi sia identità, ma non mi hai convinto…
S.M. - Se lo sono chiesto in tanti, però io non ho ancora scritto un best-seller come Lara Haralds/Hearts!
A parte gli scherzi, ci accomuna sicuramente una certa visione rosa del mondo, una certa ingenuità e la capacità di provocare involontariamente scenette imbarazzanti.
B. - Nelle due righe di presentazione dell’autrice è condensato un universo femminile (di madre, moglie, amica, scrittrice, lettrice, blogger…) che lascia intuire la ricchezza di una vita intensa… Come fai a conciliare questo attivismo con gli impegni familiari e con la tua vita interiore?
S.M. - L’attivismo mi è necessario come l’ossigeno! Sono una persona che, se lasciata sola e in balia di se stessa, tende al pessimismo e alla malinconia. Per cui ho bisogno di correre continuamente, di sfidarmi, di osare. Così evito di pensare alle cose brutte (e ce ne sono).
B. - Bene, è giunto il momento di gettare la maschera e urlare al mondo che S.M. May è lo pseudonimo di… O preferisci fare come Lara e continuare a trincerarti dietro a una griffe di fantasia?
S.M. - In realtà non c’è tutto questo mistero. S.M. è davvero il mio nome e May è il mio mese di nascita. Quindi S.M. May sono proprio io!
Ringrazio S.M. May per la simpatia con la quale ha soddisfatto le mie curiosità di lettore. Ciao carissima!