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Volevo essere Audrey Hepburn
 
Volevo essere Audrey Hepburn 2014-08-02 11:30:04 LadyA
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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LadyA Opinione inserita da LadyA    02 Agosto, 2014
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Il cappello più favoloso che ci sia!

La copertina di questo romanzo è favolosamente colorata, davvero intrigante e divertente a tal punto che sfido chiunque a non prendere il libro in mano anche solo per sfogliare qualche pagina. Ma non si tratta solo di copertina! Uno stile frizzante ed entusiasmante è quello che sprizza gioiosità da tutte le pagine e che vi regalerà attimi di spensieratezza ma anche di una dolce amara riflessione sull’amore e sul tradimento. Quella che leggerete è una storia che racconta l’impossibilità di coronare il proprio sogno romantico perché l’uomo giusto non è ancora arrivato ma arriverà in quella che appare una lunghissima attesa che ci lascia crogiolare e persino conquistare dai sapori magici e gustosi della cucina perché la protagonista, di nome Viola, è un’aspirante sceneggiatrice che mentre sogna di realizzare il film che le aprirà le porte del mondo del cinema, si cimenta, insieme alla sua amica Cecilia, in un’attività fantasiosa e accattivante: la preparazione di piatti speciali grazie all’aiuto e ai consigli miracolosi di nonna Miriam.

Il suo appartamento al centro di Roma diventa punto d’incontro prelibato e sofisticato per una ristretta cerchia di clienti per i quali le due donne organizzano cene fantastiche sulla splendida terrazza, al chiaro di luna. Lo stile narrativo è frizzante, non annoia mai, rendendo questo romanzo una spassosa lettura da fare tranquillamente sotto l’ombrellone per passare qualche ora in piacevole compagnia. C’è molta ironia, una valanga di sorrisi e tanta positività tanto da rendere anche i momenti più tristi e drammatici dolcemente smorzati da toni squisitamente leggeri che infondono un’intensa voglia di vivere.

“La ragazza vulcanica e solare di un tempo era stata defraudata della sua identità. Quella che sognava di partecipare alla maratona di New York, di scrivere un film da Oscar, che brillava di una luce adamantina, come diceva Filippo, aveva ceduto il posto alla nuova Viola: la Signora delle tenebre. ”

Insomma la situazione iniziale non è delle migliori. Viola scopre i tradimenti del suo uomo, oltretutto sposato ed in perenne crisi di distacco dalla moglie, dalla quale non riesce proprio a separarsi, rimpinzando Viola di tutta una serie di condite bugie tra l’amaro e il salato che portano la protagonista a lasciarlo perché satura di tutto quel mondo di menzogne senza alcun futuro. Ma la vita di Viola sembra improvvisamente svuotarsi. Ormai è sola ed è ancora innamorata. E allora cosa le rimane? Soltanto due cose: la sua amica Cecilia e il suo lavoro di cucina insieme alle improvvisate esilaranti della veterana Miriam. E’ da questo momento in poi che la storia inizia davvero e si svolge incastrandosi perfettamente tra incontri, risate e le immancabili lacrime.

Su tutto questo però ombreggia sempre il cappello più famoso del mondo, quello di Audrey Hepburn, a cui la protagonista è follemente affezionata. Il suo sogno è indossarlo e la sua presenza ineffabile l’accompagnerà anche nel primo colloquio importante della sua carriera, grazie al quale entrerà a far parte della redazione di uno dei più importanti programmi televisivi del momento.

Il romanzo è dunque un connubio perfetto tra moda e cucina e le descrizioni dei piatti come quelle degli abiti sono sempre accurate e dettagliate, come sfogliare una rivista di stile!

Così il mondo della televisione apre le sue porte alla nostra eroina ed è tutto un fiorire di amore e tesoro, probabilmente perché “nessuno si ricordava il tuo nome.”
Un mondo fatto di trucco, tante parole ed infinita euforia, ritmi sfrenati e Viola si trova si da subito avvolta in un clima di festa e di speranza. E’ un personaggio delineato molto bene, ha sempre la battuta pronta ed è tremendamente reale. Sembra sbucare fuori dal libro ogni volta che parla e prenderti per le spalle e trascinarti dentro. Vietato distrarsi! La vita di Viola è così carica di vicissitudini, di sorprese e di piccole follie che è impossibile non lasciarsi prendere dal suo entusiasmo e vivere con lei ogni esperienza, anche quella più triste, mantenendo sempre un sorriso sulle labbra. Ben truccate, mi raccomando!
Ma il punto focale di tutto il romanzo non poteva che essere l’Amour.

E come spesso avviene in storie come questa, il destino dei due innamorati è sempre affidato ad un’incontro scontro che vede Viola alle prese con un’improbabile fidanzato che nientemeno è il direttore della rete televisiva presso cui lavora. Lorenzo dal cognome impronunciabile, erede di una famiglia di aristocratici, giovane rampollo pieno di soldi ma dal carattere taciturno, prepotente e con una spiccata e fastidiosa attitudine al comando. Se all’inizio il loro rapporto sarà caratterizzato esclusivamente da battute al vetriolo e chiari intenti vendicativi, l’atmosfera di mancata sopportazione e accettazione verrà poi smorzata da una silenziosa ed infida attrazione che entrambi proveranno l’uno per l’altra. L’autrice riesce a creare un contrasto divertente tra il carattere di Viola e quello di Lorenzo che all’apparenza sembrano davvero incompatibili, sotto molti punti di vista. Lei è ironica, dinamica, pronta a tutto pur di superare qualsiasi difficoltà mentre lui è misterioso, duro, silenzioso e apparentemente sempre arrabbiato. Lui e lei sono il nero e il bianco e le occasioni per scontrarsi non mancano. Il loro rapporto fa impazzire entrambi perché oscilla continuamente tra l’attrazione e una sottile e velata antipatia.

Il Grande Capo, come lo chiama lei, sembra avere due facce: una dura e insopportabile che usa nel lavoro e nella vita pubblica e un’altra che viene fuori quando è solo con lei e che le lascia intravedere un uomo divertente, capace di farla ridere e che soprattutto sa cucinare! Preparandole gustosi piatti giapponesi con le proprie mani. Ma Viola ha paura. Paura di innamorarsi nuovamente e di soffrire com’è avvenuto in passato e questo rende il loro cammino insieme ancora più arduo e difficile. Ma la vita della nostra eroina tutta cappello e fantasia è talmente piena di sorprese che è impossibile resisterle. Viola è spontanea e spassosa e la bellezza del romanzo è proprio questa: la freschezza, la solarità e la prontezza di spirito. Nonostante i complicati scherzi di Cupido, riesce a conquistarsi il tanto agognato successo ottenendo una rubrica tutta sua il cui titolo è un omaggio all’indimenticabile Audrey.

Ho trovato la lettura sorridente e delicata. Essendo abituata a romanzi molto più riflessivi e per certi versi tragici, Volevo essere Audrey Hepburn è stata una ventata di freschezza proprio come una doccia fredda in una giornata di calda afa. Un romanzo pieno di colore, risate e battute che guarda in faccia la vita, sfidandola direttamente negli occhi e che ti conquista per la sua semplicità ed immediatezza. Non ci sono giri di parole, non esistono riflessioni complicate, è tutto a portata di mano, lì per essere preso e fatto proprio. E’ come una grande sceneggiatura in cui la parola d’ordine è non abbattersi mai. La vita di Viola è un incoraggiamento a sorridere sempre, perché lagnarsi non porta a niente. E come dice Lorenzo: “sarà divertente insieme, saremo divertenti!”

E potete giurarci che vi divertirete dall'inizio alla fine, perché quei due non smettono mai di sorridere e credetemi, sorriderete anche voi.

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