Dettagli Recensione
"Un uso qualunque di te"
Ci sono persone che cercano la felicità, ma non la trovano. Viola è una di queste.
Lei vive sfiorando la vita coi soli polpastrelli. Non affonda mai le dita intere.
Lei vive in superficie. E ferisce. Tanto.
A farne le spese è suo marito Carlo, che la ama come una bambola delicata, come una bambina di cui bisogna coprire le marachelle, la ama profondamente, perché lui le dita le immerge sempre tutte.
E ne fa le spese Luce, la loro figlia, che di Viola prende dei ritagli, degli attimi, mai pezzi interi.
Viola oscilla. Carlo tiene fermo il suo mondo e quello di Luce.
Viola tradisce. Carlo resta fedele alle mura racchiuse dietro al portone della loro casa.
Viola si perde. Carlo la ritrova, perché sa dove cercarla.
Carlo risolve tutto. Per Viola e per Luce.
Ma una sera Carlo ha bisogno di Viola, Luce sta male. La cerca, accanto a lui nel letto non c’è.
Stavolta come le altre, riesce però a farle arrivare la sua voce.
Viola è in un altro letto, tra altre lenzuola. Si veste in fretta, sconvolta.
Insieme a lei verso l’ospedale corrono i sensi di colpa, neri, cupi come nuvole in tempesta.
Lì, tra l’odore dei disinfettanti, trova suo marito sconvolto, disperato, arrabbiato come mai lo ha visto nella sua vita. La loro Luce, sta male, malissimo. Rischia di morire. E lei non c’era. Era tra le braccia di un altro qualsiasi.
Lei, Viola di fronte alla tragedia, si trova a dover fare finalmente i conti con se stessa.
Con le sue bugie. I suoi tradimenti. Le sue fughe. I suoi sogni infranti. La felicità mai trovata.
Nell’arco di una nottata, Viola ripercorre la sua vita. Dal primo incontro con Carlo, il loro innamorarsi. Lui così perfetto, così premuroso. Lei già così sbagliata, fuori posto.
Rincorre il tempo sfuggitole tra le dita, il suo amore segreto, i suoi dolori, i suoi sogni persi per strada.
La sua amicizia con Angela, la nascita di Luce. Tutto vissuto però, sempre come trattenendo il respiro, sempre con il fiato mozzato da sensi di colpa taglienti, sempre rimanendo un palmo distaccata da se stessa e da coloro che la amavano.
Ma anche una donna come lei, che sa amare solo a modo suo, non nel modo giusto, è capace ad amare più della sua vita. Lei ama Luce così. E in questo percorso disperato che è “Un uso qualunque di te”, Viola riesce a in un’unica volta, a dare a sua figlia un gesto di amore estremo, profondo e lacerante.
Colpita dalla copertina, ho acquistato in fretta e furia questo piccolo romanzo. L’ho letto d’un fiato, avidamente, sentendolo arrivare sino a punti nascosti. Ho provato amarezza, disagio, stupore, malinconia, rabbia, delusione, tutti però istigati dalla scrittura decisa, diretta da cui emerge questa donna, labile, impalpabile, immatura, fragile, disattenta, egoista ed incostante, ma assolutamente indimenticabile.
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Commenti
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MI piace, lo segno.
Grazie :-)
deve essere un romanzo toccante se è riuscita a toccarmi anche solo la recensione...
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Ps: ho da sempre uno strano e intenso legame con il nome Viola! ;)
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