Zia Mame
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Un daiquiri per Coccola!
A dieci anni ciò che non manca ad un bambino è certamente la fantasia, eppure dubito che un decenne possa immaginare tanto. Patrick, perso il padre, viene affidato alla sconosciuta zia paterna: Mame Dennis.
Bella e ricchissima, ciò che più distingue la novella genitrice è senza dubbio l’eccentricità di questa bizzarra donna colta e cosmopolita.
Trasformista per antonomasia e radicata a New York, accoglie uno sbalordito nipote abbigliata da giapponese; lunghe unghie dorate, pareti scarlatte e pareti nere, l’elegante appartamento è popolato da un nutrito e gaio gruppo di ospiti chiassosi.
Cambiano i tempi, gli amanti o soltanto le correnti dei venti, zia Mame si ricopre di tweed come una vera irlandese oppure, cinta in un magnifico abito tradizionale, arringa il pulpito sulle recenti esperienze spirituali in terre d’India. Per nulla pigra durante gli anni del proibizionismo, abbandonata dalla sicurezza economica, la signora si butta a capofitto in imprese più umili, seppur senza grande successo, per mantenere la famiglia.
Penna scorrevole e raffinata, si distingue nettamente dalla narrativa scadente troppo spesso in circolazione. Il tono ilare, a tratti molto comico, incalza senza sosta il lettore sbigottito da questa esile ma inesauribile creatura vulcanica, mentre trascorrono gli anni e il nipote si fa uomo, educato alle buone maniere ma ebbro di esperienze, protetto ma continuamente sferzato dall’ala tumultuosa di zia Mame.
Leggera ma non banale, travolgente e irriverente, dopo tante avventure insieme non mi resta altro che fissare gli occhi su quella figura sottile e stilosa, fasciata nella splendida seta di un sari.
Si allontana, le sue dita stringono quelle del bimbo coi capelli rossi che -nemmeno lo sa- sta imbarcandosi per un’avventura che per noi è invece giunta a destinazione.
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Zia Mame, eccola qua!
Con “Zia Mame” Patrick Dennis dona al lettore un componimento ironico e divertente.
La cara zietta, con la sua spontaneità e genuinità, arriva dritta al cuore e ha la capacità di rendere vivide le vicende che coinvolgono il protagonista, Patrick. Quest’ultimo, rimasto in età adolescenziale orfano, viene affidato alle amorevoli cure di questa donna non maritata e senza prole al seguito. E nonostante i molteplici legati con cui le viene concesso (perché di vera e propria concessione si parla), la vita del giovane risente immediatamente di quella irrequieta e frenetica della neo acquisita madre. Basti pensare alla scelta della scuola, chiamiamola così, “progressista” e priva di tabù, in cui lo studente viene iscritto…
Ma, badate bene, siamo a cavallo del 1929, la crisi non risparmia nemmeno la imperturbabile Mame che, alla sua età, e abituata a lussi e sfarzi, feste, cene, spettacoli, e a mettersi in mostra, si vede costretta a trovarsi un lavoro. In merito, degno di nota è l’episodio in cui viene assunta come commessa senza però essere informata del fatto che ad ogni vendita corrisponde una entrata monetaria. E quante volte il piccolo, e poi adulto, Patrick ha dovuto e dovrà correre in suo aiuto? Quante fughe dovrà mascherare per soccorrere l’eclettica tutrice?
“Zia Mame” è stata una scoperta. Non sapevo cosa aspettarmi, a tratti mi ha ricordato “Colazione da Tiffany” di Truman Capote, a tratti “Il Giornalino di Gian Burrasca” al femminile e in versione adulta, ma di fatto l’ho trovato una lettura graziosa seppur non indimenticabile, non impegnativa e adatta a chi cerca opere con cui staccare dalla realtà, ridere e trascorrere qualche ora lieta.
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Evoluzione e distruzione del Grande Gatsby
E' difficile riuscire a creare un personaggio come quello di Zia Mame e renderlo simpatico, divertente e istrionicamente coinvolgente. Certo la simpatia in realtà e' più un riflesso empatico nei confronti del povero nipote ''condannato'' dal destino a sopportare sua zia che un vero e proprio sentimento positivo nei confronti della protagonista; certo, il divertimento e' più implicito che esplicito, più un sottinteso dell'assurdo mondo di zia Mame che un palese frutto di quegli episodi aneddotici che garrulamente infarciscono il libro ma che al giorno d'oggi verrebbero definiti, e forse ingiustamente condannati, come umorismo da slap stick; certo l'istrionicità del soggetto e' affettata quanto e' artificiale il soggetto stesso; eppure, malgrado tutte queste obbiezioni, il libro funziona ed il personaggio di Mame risulta talmente incredibile da diventare credibile, credibile quanto il frutto della sarcastica constatazione che al peggio forse c'è un limite ma alla pacchianeria proprio no.
Zia Mame, se un personaggio del genere esistesse veramente, sarebbe la più strabiliante figura della società moderna e la più ''terrificante'' sciagura dell’uomo normale: nella realtà è arduo ipotizzare che riuscirebbe simpatica a qualcuno, eppure nel romanzo è perfetta, nella realtá è arduo ipotizzare che riuscirebbe a sopravvivere più di qualche giorno, eppure nel libro si ricava sempre la sua opulente nicchia e se la cava egregiamente in ogni situazione, fino a divenire lei il filo conduttore di tutto lo scritto e il faro che emana una luce sfarzosa anche nei momenti più scuri, tristi e deprimenti.
Tutti i critici hanno affermato che non c'è nulla da fare "Zia Mame" o la si odia o la si ama. Sia il primo caso, sia il secondo una cosa è indiscutibile: l'autore è riuscito a creare un personaggio memorabile, la risposta femminile al Grande Gatsby, o meglio la sua evoluta disintegrazione, l'estremizzazione di quel mondo già conosciuto grazie alla penna di Fitzgerald e la sua polverizzazione, poiché se Gatsby, il personaggio, era frutto di quel mondo, Zia Mame ne è addirittura l'artefice: vi entra, o per meglio dire ci si intrufola in ogni modo, lo stravolge, lo deforma e lo reinventa a suo piacimento, in un continuo gioco di creazione e distruzione coincidente coi suoi capricci.
Per dirla in parole povere insomma Mame è Gatsby all'eccesso, e un simile eccesso per risultare credibile può solo essere ironico. Se il primo dunque è considerato un capolavoro letterario, il secondo essendone l'eccesso può essere contemplato solo come capolavoro della letteratura comica. Relegare il libro alla comicità in questo caso però non significa sminuirlo, di fatti come già ribadito è innegabile che Mame sia un personaggio, nella sua vitalità cartacea, nel suo egocentrismo ingenuo e nella sua inossidabile pacchiana eccentricità, memorabile al pari di quello creato da Fitzgerald.
Si è detto che rendere credibile un personaggio del genere e' senz'altro difficile, ma ancora più complesso deve essere stato riuscire a plasmare questo libro narrandone i fatti con uno stile pulito, divertente, irriverente e mai eccessivo. Sì, ancora più difficile, eppure anche qui l’autore non fallisce anzi riesce persino a fare del suo stile l’altro punto di riferimento del romanzo, a renderlo un adeguato contrappeso all’esuberanza della protagonista. Senza dubbio alcuno infatti, l'ironia che condisce le sue gesta sono l'altro filo conduttore di tutta la storia, ed è il loro intersecarsi che crea l'ossatura del romanzo, o per meglio dire gli antitetici opposti di un unico dipinto: Mame e' l'anormalità', l'eccesso, la variopinta sfrontata eccentricità, mentre lo stile con cui e' descritta e' quello dell'uomo comune, dunque la normalità, la misura e la decenza, il loro apparente contrasto ? ciò che regge in piedi tutta l'opera.
E anche se è solo grazie alla dinamica ironia dello scontro tra normalità ed eccesso che si tiene in piedi tutto quanto non va comunque sminuito lo sforzo di Dennis. Poichè se è difficile creare un libro impegnato e drammatico e' altrettanto difficile scrivere un libro leggero e ironico senza che sembri stupido. Patrick Dennis, o comunque si chiamasse o volesse farsi chiamare, ci e' riuscito e per questo gli va riconosciuto il merito.
Certo, non sempre e' tutto oro quel che luccica, talvolta la narrazione ha momenti di stanca, più che altro dovuti alla ripetitività di certi cliché, altre volte sembra fin troppo slegata facendo presumere, e a ragione, che il libro inizialmente fosse stato concepito come una serie di racconti separati, tuttavia anche in questi momenti, la sfarzosa esuberanza, quasi autoironica, di Mame riemerge dalle scure acque del banale e riprendendo per mano il lettore lo riporta sulla via che lo condurrà in un crescendo di divertimento al degno finale di questa strabiliante farsa.
Quando il libro venne pubblicato a metà anni cinquanta rimase in testa alle classifiche per più di due anni; ci sarà stato un motivo, mi ero detto (quando ne avevo letto la breve storia, poichè per motivi anagrafici non ho potuto essere diretto testimone del fenomeno) Quando e' stato ripubblicato un po' di anni fa e' tornato in testa alle classifiche per diversi mesi; ci sarà stato ben più di un motivo, avevo allora pensato, ma malgrado il presunto ottimismo quando mi accinsi ad acquistarlo ero convinto che il suo successo, antico e moderno, fosse, come quasi sempre, frutto di abili manovre commerciali (di cui per altro l'autore poteva dirsi maestro). Non potevo sbagliarmi di più: Zia Mame nel suo genere e' veramente un romanzo indimenticabile. E lei, Mame, la protagonista, e' altrettanto indimenticabile quanto il libro stesso, tanto che se non esistesse andrebbe inventata... ma solo sulla carta stampata, per carità!
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simpatico...ma niente di più...
Ero in libreria e non sapevo cosa acquistare...passa una collega e mi suggerisce "Zia Mame"...la trama era indecifrabile...ed è vero...è impossibile fornire una vera e propria trama al romanzo..Zia Mame è l'avvicendarsi di una serie racconti narrati attraverso la voce di Patrik, misterioso protagonista del romanzo nonchè nipote della fantomatica zia, centro induscusso di tutta la storia.
Il personaggio è comico, frizzante e del tutto fuori dal comune...talmente eclettico da risultare addirittura poco credibile...però comunque capace di estorcere al lettore un piccolo sorriso.
Il romanzo di per sè però non lascia nulla e il trasporto è scarso. Credo che presto mi dimenticherò addirittura di averlo letto!!!
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La zietta che tutti vorremmo avere ( o no? )
Zia Mame, la cara zietta che tutti quanto vorrebbero avere. Impossibile non amarla, non provare simpatia nei suoi confronti, non sorridere di fronte alla sua spontaneità incontenibile. In questa esilarante opera dello scrittore americano Patrick Dennis si narrano le vicende di Patrick. che rimasto orfano in giovane età viene affidato alle (amorevoli?) cure di sua zia.
Ben presto il ragazzo rimane, suo malgrado, travolto dall’irrequietissima e mai banale vita della cara zia. Sullo sfondo della crisi del 1929, il protagonista vive e cresce tra feste, spettacoli a teatro, serate di gala, in quanto la zia non perde mai l'occasione per mettersi in mostra nella società americana del tempo. Il giovane protagonista si trova prima catapultato in una scuola che adotta un metodo di insegnamento molto particolare, poi una volta cresciuto assistiamo alle sue fughe notturne dal college per aiutare la cara zietta perennemente nei guai.
Senza svelare troppi particolari come non ricordare l’episodio in cui la bizzarra zia Mame, comunque dotata di un gran cuore e di notevoli disponibilità economiche, decide di adottare una serie di bambini orfani che definire come discoli è un complimento: forse per l’unica volta nella vita della zia, le giovani pesti riusciranno veramente a metterla in difficoltà ed a farle perdere il suo proverbiale buonumore.
Insomma si ride, ci si diverte e si prova un po’ di invidia per un nipote così fortunato ad avere una zia così sui generis.
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Evviva la leggerezza!
"Caro libraio,
quel cialtronello di mio nipote Patrick ha scritto un libro su di me che trovo estremamente scurrile. E soprattutto per niente veritiero. Pensa, racconta che una volta mi sarei fatta beccare nuda in un dormitorio di Princeton. Smentisco nel modo più categorico: non era Princeton, era Yale. Dunque, sappi che farò causa a Patrick. Farò causa all'editore. E, nel caso tu venda una sola copia del libro, farò causa anche a te.
Baci, baci, baci.
Mame."
Che dire? Ho letto questo libro nell'estate 2009, incuriosita dal fatto che fosse recensito positivamente da quasi tutte le riviste che mi capitavano sottomano.
All'inizio, in realtà, non capivo il perchè di tutto quest'entusiasmo nei confronti di un libro che, sì, si faceva leggere ma non era certo un capolavoro, andando avanti con la lettura però mi sono ritrovata senza neppure accorgermene completamente innamorata di questa zia folle e completamente fuori dal mondo.
"Zia Mame" ci porta nell’America degli anni 20-40, l’America dei salotti, dei telefoni bianchi, del whisky, delle sete e voile. Nel mondo affascinante e bizzarro della zia verrà coinvolto anche il giovane nipote Patrick, che, affidato alla sua tutela, trascorre le vacanze in rocambolesche e folli avventure, sviluppando stima e profondo affetto verso questa zia, che è un pò quella che tutti vorremmo. L'affetto di Patrick verso la zia è l'affetto dei lettori che leggendo di essa non possono che amarla e stimarla per il suo essere fuori dagli schemi e terribilmente moderna.
Le vicende descritte elegantemente e sobriamente, rendono quindi il romanzo piacevole e leggero, senza tormenti ed introspezioni; esso scorre in maniera fluida e piacevole sino alla fine.
Per questo motivo mi sento di consigliarlo a tutti quelli che non cercano una lettura impegnata, ma che hanno voglia di uscire per qualche ora dalla travagliata vita quotidiana e non disdegnano un sorriso, o meglio ancora una risata.
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Non è il mio genere
Ho preso questo libro per leggere qualcosa di divertente e spensierato in vacanza. Mi sono ritrovato con un bel mattoncino in mano. Dopo oltre 150 pagine non sono riuscito ad andare! Sarà per un linguaggio volutamente molto costruito, ricercato, lento, sarà per la protagonista che a me non ha poi fatto così ridere, sarà per i capitoli estremamente lunghi e noiosi di oltre 30 pagine l'uno, sarà che forse è una lettura più da donne (senza voler offendere gli uomini che lo hanno letto), insomma mi è rimasto proprio indigesto o meglio non era quella lettura spensierata e scorrevole che cercavo per leggerla in vacanza!
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L'inestinguibile brillio di Zia Mame
Su questo libro è stato scritto tutto ed il contrario di tutto: noioso, brillante, frivolo, vuoto, divertente.
In realtà secondo la mia modesta opinione è un piccolo gioiello di gaia lievità. Chi non vorrebbe una zia come zia Mame? Una meravigliosa affabulatrice, un pifferaio magico vestito all'ultima moda? Chi non vorrebbe essere Patrick bambino immerso nel suo circo?
Il libro si lascia leggere, è innegabile. La sua forza è l'attraversare gli anni con spietata leggerezza d'intenti, come una farfalla che batte le ali.
Divertente e poliedrico.
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Anacronistica zietta
Esce negli anni '50 ma sulla storia non si notano i segni del tempo.
La comicità vive di epoche, a volte perde brillantezza con il tempo. Forse questo capita quando ricalca stereotipi e canovacci tipici del momento presente.
Ma non è questo il caso. Zia Mame brucia le tappe, è un personaggio anticonvenzionale e dissacrante anche oggi.
Senza mai sconfinare nel pacchiano o nel volgare, Patrick Dennis, uno degli pseudonimi utilizzati dallo scrittore che fu anche Virginia Rowans, racconta la storia e utilizza uno stile per cui l'impressione che si ha inizialmente è quella di trovarsi di fronte un racconto autobiografico.
Una strategia che colpisce la curiosità e aggancia il lettore.
Andando avanti la sensazione si sfibra un po’, e la storia si dimostra per quello che è: pura invenzione.
Lettura leggera, divertente, piacevole
L’ho letto da poco, non posso dunque valutare se supera la prova del tempo: la persistenza nella memoria di chi legge.
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divertentissimo...
Appena terminato Zia Mame. Non è un libro ma una commedia esilarante che vi terrà incollati fino all'ultima pagina tra l'incredulità e le ristate. La protagonista è un istrionico esempio di come alcune persone siano capaci di cambiare continuamente gusti ed interessi pur di riempire la propria vita e di ficcarsi nelle situazioni più assurde, facendosi paladine di ideali o tutrici di verità, che cambiamo di continuo al mutare del loro umore. E' in assoluto il libro piu' divertente che abbia letto negli ultimi anni.... correte a comprarlo.
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Operazione editoriale
Credo sia stata solamente una operazione editoriale. Per qualche motivo che mi sfugge i critici hanno cominciato a recensirlo in maniera positiva e tutti lo abbiamo letto da brave pecore acculturate.
In pratica è l'esercizio stilistico di un autore privilegiato che racconta le inverosimili avventure di una riccona sconsiderata.
Bah.Forse gli eredi avevano finito l'argent de poche...
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Divertente e leggero
Un bambino di 11 anni alla morte del padre viene affidato all'unica parente rimasta: una zia che lui non ha mai conosciuto e che viene preceduta dalla fama di folle eccentrica.
Effettivamente Zia Mame è parecchio anticonformista per l'America dell'epoca (il romanzo inizia nei primi anni venti del novecento), ma anche generosa, infaticabile, ottimista, insomma un autentico uragano, spesso precursore di mode e costumi...spesso un pò troppo in anticipo...
Il piccolo Patrick cresce e ci narra la propria vita e quella della sua straordinaria zia come riflessi nello stesso specchio, a volte complici, altre in aperto contrasto ma mai una crepa in un sentimento familiare tanto improbabile in teoria quanto invece solido nella pratica della vita.
Nello stesso tempo l'autore ci narra le vicende di un'America in fermento ed in crescita sia politica che sociale che culturale, temi anche spigolosi come la guerra ed il razzismo vengono affrontati con la sottile e disincantata ironia dei protagonisti.
Alcune parti del libro sono assolutamente esilaranti , altre , soprattutto verso la fine, mostrano un pò la corda. Nel complesso si tratta di una lettura magari "leggera" ma decisamente piacevole.
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