Wintergirls Wintergirls

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Opinione inserita da Francesca    28 Mag, 2015

poetico, crudo ed educativo

Una bella botta sullo stomaco!
Prima di leggere questo libro giudicavo gli anoressici persone narcisistiche, sempre alla ricerca della perfezione (ricordiamo che la perfezione non esiste) e sopratutto insicure.
Sin dalle primissime pagine entri nella testa di un'anoressica. Cominci a capire quello che pensa, quello che subisce. Ti rendi conto di quanto queste ragazze stiano male e abbiano bisogno in qualche modo di affetto e di sentirsi apprezzate. Lia è decisamente una ragazza sensibile ed estremamente fragile. La scrittrice si sofferma particolarmente sul carattere della protagonista, esaltando la voglia di amare e di essere amata. Tra Lia e il lettore si crea uno strano rapporto, poichè l'autrice è così brava a conivolgerti dentro la storia che cominci a piangere con Lia, a ridere con Lia, a consolare Lia e sopratutto a sostenere Lia.
Un altro tema importante che si affronta è quello dell'autolesionismo. Lia, oltre a non nutrirsi, non perde ma l'occasione per incidersi qualche taglietto sul proprio corpo.
Un libro davvero duro, educativo. Wintergirls ti fa capire quanto la vita sia speciale e di quanto NON vada sprecata così.
Uno dei migliori, sicuramente.
Ora vi lascio con una parte che mi ha colpito in particolare:


"Non rieco a ricordarmi di come sia mangiare senza pensarci, senza calcolare
le calorie e i grassi contenuti e senza misurarmi i fianchi e le coscie per vedere
se me lo merito e di solito decidere che no, non me lo merito, così mi mordo la
lingua finchè non sanguina e chiudo la mandibola con delle bugie mentre una
tenia cieca mi si avvolge intorno alla trachea, respirando rumorosamente e
spingendo per arrivarmi al cervello"

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Niamh76 Opinione inserita da Niamh76    28 Giugno, 2014
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WINTERGIRLS

Lia è una ragazza d'inverno... cosa vuol dire? Tante cose.

E' congelata in una dimensione di non vita: non è ancora morta, ma ha deciso di non essere viva perché gli esseri viventi si nutrono, mutano il proprio corpo e il proprio cervello, provano emozioni.

E' ibernata, emotivamente parlando: rifiuta qualsiasi sentimento positivo o negativo che non sia il senso di colpa e l'inadeguatezza, rifiuta qualsiasi legame umano (con il padre distratto che non si accorge che è ricaduta nel buco di Alice al contrario, con la madre maniaca del controllo, con la matrigna che vorrebbe aiutarla, con la sorella a cui non risparmia la devastazione del proprio corpo) e disumano (con il fantasma di Cassie che torna a trovarla in continuazione per spronarla ad arrivare fin in fondo)

Muore di freddo: Dentro e fuori. Perennemente relegata nel regno delle coperte di lana, dei maglioni e dei termosifoni accesi. Il suo corpo non brucia, così come non brucia più il suo cuore. Si stordisce a suon di ginnastica nelle nottate insonni, si sottopone alla privazione di tutto ciò che le piacerebbe mangiare e alla ingestione di cose che odia. Si ingozza d'acqua quando la pesano e di lassativi quando si vuole punire. Mente agli altri e a se stessa.

Come si può arrivare a vivere una non vita come questa? Perché due ragazze "normali" (parola assurda) dovrebbero concludere un patto di sangue e buttarsi in una folle rincorsa a chi sarà più magra. Come si diventa anoressiche come Lia o bulimiche come Cassie? Come si diventa schiavi della matematica delle calorie o dell'autolesionismo?

Questo purtroppo il libro non lo spiega. Peccato. Ci lascia solo entrare nella stanza di Lia già bella che piena di ragni, rovi, muffa, lamette e ossa. Ci muoviamo nella mente di Lia e la troviamo già bela che arredata in stile Spleen ma nulla che ci spieghi perché.

Peccato. Perché l'autrice non risparmia nessuna crudeltà e allora tanto valeva spingere fino in fondo la tavoletta dell'acceleratore e non farci sconti.

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LunaCalante Opinione inserita da LunaCalante    28 Aprile, 2013
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La ragazza d'inverno

(Ho fame. Ho fame. Ho fame.) Non ho fame. (Mi mangerei la mano in questo stesso momento)
(La pizza appena sfornata ha un profumo paradisiaco) No, è piena di schifezze e io già sono grassa e poi sono anche allergica. (E mangerei i muffin alla cannella, le uova strapazzate, e le tortine al melograno)

Ciao mi presento,mi chiamo Lia e sono una ragazza d’inverno. Vivo in una teca d’argento protetta da rovi e spine e niente e nessuno potrà penetrare la mia corazza di ghiaccio. La mia amica Cassie è morta,una morte orribile,e mi ha chiamato trentatré volte la notte prima di morire,sola,in un motel sperduto. Non eravamo più amiche da mesi. Cosa si aspettava? Che le rispondessi al telefono? Si, come no.
Ho un verme solitario nel mio cuore che mi divora giorno dopo giorno, mi costringe a contare le calorie di ciascun boccone di cibo che provo a portarmi alla bocca. Yogurt magro dolcificato artificialmente (60 calorie) una mela piccola e ammaccata (70).
Il cibo ha il potere di farmi diventare grassa,gonfiarmi, riempirmi di lardo giallo e perché no,anche di farmi volare come una mongolfiera. Ho bisogno di sentire le mie ossa, il mio traguardo è la taglia 43, e una volta che peserò 43 kg ne vorrò pesare 40, e poi 38,35,25,4,3,2,1,0. La ragazza zero. Zero vita,zero inesistenza,zero dolore. La ragazza d’inverno.

Mi guardo allo specchio e mi vedo orribilmente grossa; la gente dice che sono troppo magra,che dovrei mettere su qualche chilo, ma io non credo,o meglio,i miei occhi non vedono quello che vedono loro. Non vedo anche appuntite, scapole a forma di ali pronte a spiccare il volo, non noto le mie ginocchia che sono diventate più grosse delle mie gambe,né i miei gomiti più grossi delle braccia,che mi paiono tronchi,e non ramoscelli. Né trovo preoccupante il fatto che riesca a contare le mie vertebre che sembrano lisce protuberanze di ossa sulla pelle sottile come carta velina.

Vedo Cassie morta. Mi perseguita,dice che mi aspetta. Non ho le allucinazioni, i fantasmi li vedo da quando mi è morta nonna Marrigan. Sono pazza? Forse si,forse no. Forse il livello a zero del glucosio del mio cervello mi fa avere queste allucinazioni-visioni.

Ho bisogno anche di impugnare il coltello a manico d’osso appartenuto alla mia nonna materna,rubato dall’argenteria del mobile di mia madre,dottoressa Marrigan,per far uscire il dolore che ho dentro ,ma che nessuna radiografia riuscirebbe ad individuare. Il dolore è come un corvo nero che sbatte le sue ali nere sul mio cuore, devo assolutamente tagliarmi,tracciare ghirigori,linee rette sulla mia pelle.

Questa storia travolgente, il romanzo Wintergirls,è una vera rivelazione. Uno stile come non si era mai visto. Tutte le pagine riportano stralci e piccole storie frammentate nude e crude delle ragazze d’inverno,malate di anoressia,di quella malattia che come un acido corrode il cuore e la mente. La scrittrice ne ha fatto un insieme, indirizzandolo a Lia,la protagonista. Ogni pagina è un incubo di realtà, i dialoghi, i pensieri malati di Lia, le sue ossessioni,le sue visioni e tutto ciò che prova e sente è scritto con una maestria fuori dal comune,rara, per nulla scontata,assolutamente non banale.

Si è costretti a sorbirsi il veleno dell’anoressia,guardarlo da una diversa prospettiva,entrare letteralmente nella testa di una ragazza d’inverno. Questo libro è un viaggio nella sua psiche. E’ un intreccio doloroso di relazioni familiari, di fallimenti, di divorzio. Non è un libro che passa inosservato né deve passare inosservato.
Leggetelo ,ogni parola in più è superflua.

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    21 Febbraio, 2013
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Diario di una anoressica

"La bilancia fa capolino dal pavimento, quella buona, quella che non mente.
Mi spoglio, salgo sopra, per pesare le mie colpe e misurare i miei peccati.
40 chili.
Potrei dire di essere contenta, ma sarebbe una bugia. Il numero non importa.
Se arrivassi a 30, vorrei pesare 29.
Se ne pesassi 5,vorrei pesarne 3.
L’unico numero che mi basterebbe è 0.
Zero chili, zero vita, taglia zero, zero peso, zero e basta."

Controlla le calorie.
Conta le costole.
Prendi lassativi.
Nascondi il cibo.
Resisti alla fame.
Ammazzati di ginnastica.
Fingi di vivere.

Benvenuti nel diario di una anoressica.

Inclemente la penna di questa autrice,folle nella sua realtà,nel suo non risparmiarti nulla,nel suo trasudare sofferenza e malessere.
Cruda la storia,che storia poi non è,ma è racconto di una malattia di cui soffrono milioni di donne.
Fa male.
Come un cazzotto in pieno viso,come una frustata nella schiena,come un calcio negli stinchi.
Fa male come solo la realtà riesce a fare.
Fa male perché tu bella nei termini classici non lo sei mai stata.Eppure hai imparato ad amarti.
Anche quando hai sbagliato,anche con quei due chili in più,anche quando chi doveva amarti non l'ha fatto,anche quando la vita ti ha presentato conti ingiustamente alti...tu ti sei amata.
E tutto quello che vorresti è spiegare a queste donne come si fa.

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    03 Agosto, 2012
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Il male dell'anima.

“Chi voleva guarire? Mi ci erano voluti anni per diventare così magra. Non ero malata. Ero forte”.

Intrappolata nel suo fragile corpo Lia è una ragazza d’Inverno, un'adolescente persa assieme alla sua amica Cassie nelle eterni nevi dell’anoressia e della bulimia. Due amiche che girano in tondo, senza sapere come uscire dalla distesa infinita di colore bianco che le trattiene.
La neve.
La neve che assume le forme di una bilancia, nemica, ostile che secondo le ragazze segna sempre chili superflui, anche quando a diciotto anni l’ago si ferma sul numero trentotto.
Il primo di infiniti Obiettivi, verso il loro scopo primo: riuscire a sgusciare via dagli sporchi e contaminati corpi, a uscire per sempre da quell’involucro di ossa e a librarsi pure e infinite.
Chi arriva per prima vince.

Il cibo è morte, è frustrazione, è senso di colpa.
Il cibo è un numero che si ingerisce e che mai deve superare il duecento.
Numeri, cifre da ridurre al minimo, e una volta raggiunto l'Obiettivo, il "minimo" diventa un'enormità, e si va alla ricerca di un nuovo minimo, precipitando in un circolo vizioso che non avrà mai fine.

"Perchè? Vuoi sapere perchè?
Infilati in una cabina di un solarium e friggiti per due o tre giorni. Quando la pelle sarà tutta bolle e comincerà a spellarsi, rotolati nel sale grosso, poi mettiti una maglia di lana intrecciata con vetro filato e lamette. Poi mettiti sopra i tuoi vestiti normali e stringili più che puoi.
Fuma polvere da sparo e vai a scuola e salta dentro i cerchi, mettiti seduta e supplica, e rotolati a comando. Ascolta i sussurri che di notte ti si annidano in testa, ti dicono che sei brutta e grassa e stupida e stronza e, peggio ancora, “una delusione”. Vomita e crepa di fame e tagliati e bevi perchè non vuoi sentire nulla di tutto questo. Vomita e crepa di fame e tagliati e bevi perchè hai bisogno di un anestetico e funziona. Per un po’. Ma poi l’anestetico diventa veleno e a quel punto è troppo tardi perchè te lo sei iniettato dritto nell’anima. Ti sta distruggendo e non puoi farne a meno.
Guardati in uno specchio e vedrai un fantasma. Senti ogni battito del tuo cuore che urla che ogni singola cosa in te non funziona.
Perchè? è la domanda sbagliata.
Chiediti piuttosto: Perchè no?"

Un romanzo intenso e glaciale al tempo stesso, impossibile recensirlo senza la paura di essere troppo banale.
La Anderson ci parla di qualcosa di vero. Non è una semplice storia inventata, qua non vi sono fantasmi, vampiri o mostri... Il nemico di Lia è terribilmente reale, il nemico di Lia in Italia colpisce 3 milioni di adolescenti, 10 ragazze su 100.
"Wintergirls" è qualcosa di agghiacciante, ti entra nelle vene e si mescola al tuo sangue. Piangi, soffri, ti spaventi e rimani delusa insieme alla protagonista.
L'indifferenza non è ammessa.

Leggetelo e quando arriverete alla fine, quando avrete esplorato il dramma a 360 gradi, quando vi sarete accorti della "non vita" di Lia, prendete le riviste patinate con modelle taglia 36 e buttatale nella spazzatura.
Ognuno è bello a modo suo e non sarà certo un numero della bilancia a decretarlo.
Parola di chi ci è già passata.

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Rowan Opinione inserita da Rowan    18 Agosto, 2011
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Un buco nello stomaco

inizio dicendo che adoro il formato del libro e la copertina. Piccolo e carinissimo da tenere in mano :D

Passo al libro: 5 stelline davvero meritate. Che sia perché era esattamente il libro di cui avevo bisogno in questo momento,o che semplicemente mi sia piaciuto, il libro vale la pena di essere letto.

Lia non è una ragazza, non è viva. È una ragazza d'inverno, costantemente ibernata nel suo corpo fragile, che a lei piace così, tutto ossa. E il suo problema non si limita all'anoressia. Arrivano i tagli con il rasoio, fatti per sentirsi meglio. Arriva il fantasma di Cassie, la sua migliore amica appena morta. Arrivano allucinazioni, mani pronte ad afferrarla, ragni che ridono di lei, ombre nel buio..

Al limite della follia, un bellissimo libro, che vi lascerà con un buco allo stomaco e un pensiero fisso in testa: "Perché?"
Perché portare un corpo bello e giovane al limite? Perché lasciarsi morire di fame?
Lia un motivo ce l'ha: una promessa fatta a Cassie: "Sarò più magra di te"
E per mantenerla, Lia rischia di perdere la vita.

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Reina Opinione inserita da Reina    15 Agosto, 2011
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Intenso e tagliente

Difficile leggere di problemi come l'anoressia, la bulimia, l'autolesionismo, la droga... Problemi che generalmente le persone non vogliono vedere. Eppure l'autrice di questo libro è riuscita a parlarne in modo diretto e sincero, senza cadere in facili stereotipi e pensieri banali. La narrazione è come la lama di un coltello, affilata, tagliente, fredda come il ghiaccio.
Fredda come l'anima di Lia, una ragazza d'inverno intrappolata tra due mondi. La sua non-vita è l'unica cosa sul quale sente di avere il controllo, l'unica cosa che la tiene aggrappata alla realtà nonostante sia la causa che la porta a rischiare la vita.

Tutta la sua vita è concentrata su una promessa fatta con Cassie, la sua migliore amica dall'infanzia, una promessa pericolosa che però riesce a mantenere vivo il loro legame.
La loro amicizia è sempre presente nonostante si fossero allontanate già da molto tempo, prima che Cassie morisse da sola dopo aver chiamato Lia 33 volte. E questa vicenda tormenterà Lia, che sarà perseguitata dal fantasma di Cassie, il fantasma delle sue paure e della verità.
Un barlume di speranza la porta l'ultima persona che ha visto Cassie viva, un ragazzo che conosce il motivo della chiamata di Cassie a Lia. Eppure il suo avvicinarsi all'amica è un percorso doloroso, che Lia teme di percorrere, ma dal quale non potrà separarsi.

Lia è già stata ricoverata due volte in una clinica, eppure tutte le medicine e le terapie non hanno effetto. È inutile cercare di guarire il corpo se è l'anima ad essere intrappolata in un mondo a metà tra la vita e la morte, un mondo fatto di lotta contro ciò che non riusciamo ad affrontare.
Lia non mangia, si punisce, si taglia. Vorrebbe rifugiarsi nel suo guscio vuoto per non essere ferita. Una lotta contro il cibo, contro i genitori, contro la scuola... Una lotta che in realtà è solo contro se stessa e le sue paure. Una ragazza invisibile, una ragazza che vorrebbe gridare al mondo tutta la sua sofferenza e invece si lascia trascinare dai suoi incubi.
Una vocina maledetta che le martella nella mente un ritornello che la fa sentire inadeguata, sbagliata, debole, stupida. E l'unica vittoria su cui può contare è il controllo sulle calorie. Ogni cibo è diventato un numero, un numero negativo da cui stare alla larga.

In questo libro la questione non è perché è arrivata a quel punto, ma piuttosto perché non vuole uscirne. L'autrice riesce a farti entrare nella mente di Lia, vivi dentro i suoi pensieri e il suo corpo sofferente che implora di rimanere in vita.
Un libro che con la sua scrittura asciutta e diretta riesce a entrarti nel cuore e a farti vivere ogni singola sensazione della protagonista.

Wintergirls è una lettura pericolosa e dolorosa, ti scava dentro come le ferite autoinflitte, eppure è proprio attraverso un percorso difficile che puoi arrivare ad avere delle risposte. Un libro freddo come il ghiaccio, ma intenso come il fuoco che consiglio davvero di leggere a chi non ha paura di vedere.

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Candelina95 Opinione inserita da Candelina95    04 Mag, 2011
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Sull'onda di Speak..-

Per la seconda volta Laurie Anderson riesce ad affrontare un tema molto difficile e complicato: mentre in Speak erano narrate le vicende di una giovane ragazza stuprata, in Wintergirls vengono narrate sempre in prima persona le vicende di una ragazza, Lia, che da poco ha perso la sua migliore amica, il cui corpo viene ritrovato privo di vita nella stanza di un motel. Tra i sensi di colpa di Lia, che non aveva risposto alle chiamate dell'amica fatte prima che questa morisse, ed una percezione sbagliata di sè stessa, il risultato è quasi un duro capolavoro che parla talvolta in maniera esplicita talvolta con metafore e similitudini della condizione soprattutto mentale in cui si trovano ragazze anoressiche e bulimiche. E' un romanzo scritto molto bene e soprattutto grazie alla sua durezza e concretezza riesce a far comprendere questa purtroppo frequente e quotidiana situazione in cui molte ragazze si trovano.

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Consigliato a chi ha letto...
Speak o a chi piace leggere di temi più complicati.
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rondinella Opinione inserita da rondinella    30 Ottobre, 2010
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Wintergirls

Questo romanzo svela un'altra faccia della medaglia a cui purtroppo siamo poco abituati.
Quante volte sentiamo parlare di gente che muore di fame in paesi poveri?
Ebbene, qui invece c'è una ragazza che apparentemente ha tutto, tranne la sua (ex)migliore amica, morta sola in un motel, dopo averla chiamata in cerca di aiuto. Chiamate a cui non aveva risposto. La sua (ex) migliore amica, con cui aveva sigillato una sfida sotto in cielo illuminato dalla luna. "Io sarò la più magra di tutta la scuola".
Lia vuole mantenere la promessa. E ci si impegna, contando tutte le calorie, punendosi ogni volta che sgarra, ingannando la bilancia e cercando di sembrare normale per non doversi più ricoverare. I medici non la capiscono, non vedono quanto sia grassa, non sanno com'è fondamentale raggiungere il suo obiettivo (40 kg). E in ogni debole sprazzo di lucidità nella sua corsa assurda verso la morte, le riappare Cassie, la sua (ex) migliore amica, ad ammonirla ed aspettarla.

E' un romanzo toccante, sincero, duro: raccontanto in prima persona come un diario, gli stessi identici sentimenti di chi prova una situazione simile. Ci si arrabbierà, spererà, confronterà con la protagonista nel suo calvario verso un'assurda promessa che svicola tra affetti inesistenti e pesanti indifferenze di chi e di ciò che la circonda. Consigliato

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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    26 Settembre, 2010
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Angosciante

Le vicende sono narrate in prima persona, da Lia (in questo modo il lettore resta ancora più coinvolto nella storia), lo stile scorrevole e veloce porta il lettore a continuare a leggere senza mai staccare gli occhi dalle pagine, se non alla fine.
Il libro é uno Young Adult ma ad essere sincera in alcuni punti l'ho trovato inquietante e crudo.
Insomma, una lettura davvero impegnativa e non sono molto convinta che sia adatta agli adolescenti.
L'autrice é riuscita a tratteggiare bene la mentalità di una ragazza affetta da tali disturbi ma la cosa non mi meraviglia perché so bene che in passato ha già affrontato tematiche complesse con lo stesso risultato.
La forma é decisamente particolare: sembra una sorta di diario (soprattutto per l'uso di cancellature).
Una storia completamente incentrata sull'inferno che i disturbi alimentari evocano nella vita di chi ne soffre.
Una cosa che, invece, non ho molto apprezzato é il finale, forse un tantino frettoloso.
Leggendo la storia di Lia ho provato una miriade di sensazioni: rabbia, speranza, tristezza, inquietudine, frustrazione...
Una storia straziante ma allo stesso emozionante e realistica (non ha risvolti romantici) ma se siete molto sensibili, meglio cambiare libro.

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mikykim Opinione inserita da mikykim    24 Settembre, 2010
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Forte ma vale la pena!

è un libro forte che ti trascina direttamente dentro il problema che tratta... l'anoressia!
argomento non facile x un libro ma l'autrice lo porta nudo e crudo alla visione del lettore.
Ci si ritrova nel piccolo mondo di Lia, la protagonista, il cui maggior problema è il calcolo delle calorie di tutto quello che ingerisce o vorrebbe ingerire. Quando basta per non cadere in svenimento!
Lia ha tre obbiettivi pensa che:45 kg la faranno pensare piu lucidamente ha un aspetto migliore ed è piu forte, 43 kg sarà pura e leggera da camminare a testa alta, 40 kg salirà alle stelle!!!
i genitori avendo visto già una volta la figlia ricoverata in una clinica x disturbi alimentari preferiscono non vedere il problema per non doverlo affrontare di nuovo, si lasciano ingannare dai trucchetti che lia propina, pesi nella vestaglia al momento della bilancia, raccontare di aver mangiato pizza cn amiche...
viene ritrovato il corpo della sua ex migliore amica, cn un passato da bulimica, in un motel. lia scopre dopo di aver ricevuto 33 chiamate da lei la notte in cui è morta. sensi di colpa le fanno avere delle visioni, ritrova cassie in camera di sera a scuola.

ci si sente parte di lia e dei suoi problemi, del conto delle calorie e del senso di colpa!!
è davvero forte xò vale la pena leggerlo.

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