Quella sera dorata Quella sera dorata

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Stefano.aglioni Opinione inserita da Stefano.aglioni    09 Marzo, 2018
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E' questa la vita che desidero?

ll protagonista del romanzo è Omar Razaghi, un professore universitario di origini iraniane che, per ricevere una borsa di studio, deve scrivere la biografia di Jules Gund, uno scrittore non famosissimo e autore di una solo opera intitolata "La gondola". Per poterla realizzare è però necessaria l'autorizzazione dei tre eredi del defunto scrittore: il fratello Adam, la moglie Caroline e l'amante Arden. Questa gli viene negata dalle due donne, così, incalzato dalla fidanzata Deirdre, decide di partire per l'Uruguay con l'intento di persuadere gli eredi contrari; una volta arrivato, Omar entra a far parte delle loro vite, portando una ventata di aria fresca e di cambiamento.
A mio parere il tema principale di questo romanzo è la felicità: con la storia di Omar l'autore ci vuol mostrare come sia possibile cambiare vita anche quando tutto sembra indirizzato verso una meta precisa, ci spinge a ragionare su quanto quella che stiamo vivendo sia veramente l'esistenza che desideriamo, insomma in poche parole ci spinge a chiederci se siamo realmente felici.
Come negli altri romanzi di Cameron lo stile è diretto ed immediato, il che rende la lettura molto piacevole e scorrevole.

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Opinione inserita da Erica Braconi    04 Settembre, 2017

Sei felice?

Omar è un giovane professore universitario che per ottenere una borsa di studio deve scrivere la biografia di un famoso scrittore morto da poco, per farlo deve ottenere l'autorizzazione dai parenti dello scrittore: Adam, Caroline e Arden. Soltanto Adam è pronto a dare la sua autorizzazione mentre le due donne sono decise a negarla. Messo alle strette Omar decide di partire per l'Uruguay e cercare di convincere le donne. Non appena Omar arriverà in questo paese straniero lontanissimo dal suo e soprattutto dalla sua vita qualcosa in lui cambierà e la rivoluzione di Omar toccherà da vicino tutti i componenti della famiglia Gund. Come sempre quando leggo un libro di Cameron mi sento disorientata perché la storia mi sembra troppo semplice, quasi banale, e solo all'ultimo capisco la potenza delle sue opere. In questo caso si parla di vite stantie, probabilmente troppo legate al passato, persone abituate alla quotidianità ma non più felici, l'arrivo di Omar è come un uragano in grado di cambiare tutto e di portare un vento nuovo anche a chi non ci sperava più. Scritto con un linguaggio molto semplice e scorrevole questo romanzo ci apre la mente spingendoci all'azione, al cambiamento, dicendoci che non importa quanti anni si hanno o quanto la nostra vita sia ormai già scritta, se non siamo felici dobbiamo trovare il coraggio di cambiare, a costo di stravolgere tutto quello che ci è famigliare, perché la felicità magari è dall'altra parte del mondo ma è giusto rischiare il tutto per tutto pur di ottenerla. La domanda che ricorre più spesso nelle pagine è: Sei felice? Rispondere non è così facile come sembra. Bellissimo libro, da inserire di diritto nei migliori di quest'anno.

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annalisafr Opinione inserita da annalisafr    24 Agosto, 2017
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LIBERARSI DA LEGAMI TOSSICI E TROVARE LA PROPRIA S

E' la prima volta che leggo un libro di Cameron e l'ho letto tutto in un fiato. Ammetto di non averlo subito compreso, ma complice la scrittura piacevole e una bella giornata a disposizione, ho superato la barriera delle prime pagine e dopo non sono più riuscita a lasciarlo.
Peter Cameron mi ha saputo incuriosire creando un'attesa crescente pagina dopo pagina.
L'originalità che ha messo nel delineare il carattere dei personaggi e i rapporti che instaurano gli uni con gli altri, sono senza dubbio il punto forte del libro, il tutto in una cornice dove tutto sembra soffuso e il mondo reale non esitere davvero.
Inoltre in un modo o in altro, ha liberato tutti i personaggi dai legami tossici che li legavano. Qualcuno forse ne esce sconfitto, ma riprendere in mano la propria vita ed avere il coraggio di cambiare, non ha prezzo, anche e soprattutto quando sembra impossibile.

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Portoro Opinione inserita da Portoro    07 Settembre, 2015
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Cosa fare della propria vita?

Quella sera dorata è un romanzo sul mutamento di situazioni, sentimenti e prospettive di vita. La materia mutante è sempre lì, in vista, anche se non si riesce a metterla a fuoco o a fissarne i punti di viraggio: Cameron riporta lunghe conversazioni, pranzi, cene, merende, silenzi, passeggiate fra gli alberi, alludendo a uno scarto di “inesprimibilità” che orienta le scelte dei suoi personaggi, agiti dall’inconscio più che attori di una coscienza. È un romanzo di viaggi e addii, con una base malinconica che non degenera mai in facili struggimenti. Omar e Arden, Caroline e Adam, Pete e Deirdre hanno una buona caratterizzazione, e una chiara identità lessicale, il che è importantissimo per un’opera che si regge su dialoghi insistiti. Questo, al di là delle centinaia di “disse” e “rispose”, è un pregio, poiché la conversazione, sebbene fluida e piegata di continuo dall’ambiente circostante, non appare mai casuale o dispersiva. L'impianto narrativo è solido, e la lettura piacevolissima.

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lapis Opinione inserita da lapis    28 Agosto, 2015
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Ricchezza sotto la superficie

“A volte ho l’impressione che, appena sotto la superficie, ci sia una ricchezza, una complessità incredibile. Un altro livello di vita, di coinvolgimento”.

La sensazione che mi ha lasciato questo romanzo è proprio di aver voluto tessere una trama superficiale, di dialoghi raffinati e atmosfere polverose, lasciando solo intravedere e percepire la complessità sottostante: le sfumature e i turbamenti dell’animo dei personaggi.

La storia è quella del giovane Omar Razaghi, timido e garbato dottorando, che si reca in Uruguay per convincere gli eredi del poeta Jules Gund ad autorizzarne una biografia. Il suo arrivo finisce per rompere i fragili equilibri del bizzarro menage familiare degli eredi - composto da moglie, amante, fratello e di lui compagno - offrendo loro l’occasione per interrogarsi sulla vita, sulle sue verità e finzioni. Quelle di una biografia, che svela e nasconde in base alle scelte dell’autore e delle sue fonti, ma, soprattutto, quelle del vissuto, in cui l’immagine di sé che si indossa per il mondo cela un magma di insoddisfazioni, paure e desideri taciuti a volte anche a sé stessi. E delle verità e dissimulazioni della propria vita finiscono così per prendere coscienza tutti i personaggi, compreso Omar. Senza nessun reale avvenimento, nei dialoghi e silenzi tra un cocktail in veranda e una passeggiata per sentieri soleggiati.

Un romanzo molto bello. Troppo banale dire bello? Ma è proprio la parola che mi viene in mente per indicare la grazia, la lievità e l’eleganza delle parole, dette e taciute, capaci di lasciar trasparire tutta la complessità psicologica sottostante e di intrecciarsi all’afa e al caldo uruguayano, specchio del soffocamento che a volte può essere la propria stessa vita.

“Non so cosa voglio fare. Non so cosa so fare. Non so niente”.

Consigliato quindi, per gustarsi belle parole e poi perché, in fondo, lascia un messaggio di speranza: si può cambiare, anche quando non si sa proprio come e da dove ripartire.

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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    10 Dicembre, 2013
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Quella sera dorata di Peter Cameron

Anche in questo romanzo la prosa di Peter Cameron si riconferma limpida e raffinata. Ha una capacità questo scrittore di costruire i personaggi conferendo loro caratteristiche umane e intellettuali di grande spessore. Come ne “Il week end” non è tanto la trama che interessa l’autore quanto il subliminale messaggio sul rapporto arte – vita, finzione e realtà. Ed è da questo che, forse anche inavvertitamente, viene catturato il lettore. La storia è semplice: il giovane studioso Omar Razaghi, di origine persiana, cresciuto in Canada, dopo la caduta dello Scià, e stabilitosi in Kansas dove svolge la sua attività universitaria, riceve una borsa di studio per scrivere la biografia di Jules Gund, divenuto famoso per un’ unica opera che ha scritto. Spinto anche dall’ambiziosa fidanzata che lo vuole al culmine del successo e della popolarità, Omar si reca in Uruguay, dove risiedono in una tenuta di campagna un po’ in rovina dal suggestivo nome Ochos Rios il fratello di Gund, Adam, con un giovane compagno asiatico, Pete, l’ex moglie Caroline e l’ex compagna Arden con la figlia. È a loro che deve chiedere l’autorizzazione per scrivere la biografia di Jules. L’impresa si presenta subito difficile; Omar incontra l’ostilità irremovibile di Caroline, quella iniziale di Arden, che poi si convincerà a dare il suo consenso, e l’appoggio incondizionato di Adam, che nasconde però secondi fini. Se da una parte Omar è affascinato dal luogo in cui è giunto ed è rapito dalla personalità di Arden di cui ben presto si innamora, d’altra parte la resistenza di Caroline lo pone per la prima volta di fronte all’interrogativo se sia giusto sbirciare, indagare nella vita privata degli individui, seppure famosi e di successo, per darla in pasto al pubblico sempre avido di dettagli anche, anzi, a maggior ragione se scandalistici. Omar capisce che Caroline non desidera che la vita del suo ex marito venga così platealmente resa nota. Dunque è qui il tema centrale del romanzo che verte sul rapporto verità/finzione: l’arte è rappresentazione della realtà, è la realtà vista con gli occhi dell’autore dell’opera e interpretata dal suo fruitore, dunque può allontanarsi dalla verità e d’altronde quando essa si proponga di rispecchiare fedelmente la realtà ci sarebbe da chiedersi quali limiti l’artista dovrebbe porsi per agire con quella discrezione e quel rispetto imposti dalla deontologia professionale.
Il compito dunque di ogni biografo risiede nel superamento di questo punto cruciale. Sarà per questo che Omar rinuncerà a scrivere la biografia, deludendo le aspettative della sua ragazza. La vita non sarà più la stessa per nessuno dei protagonisti della vicenda. Il finale è ben congegnato, delicato e in sintonia con il resto della storia. Ogni personaggio viene delineato nei suoi limiti e nei suoi pregi. Anche quelli che inizialmente assumono caratteri più negativi, rivelano infine qualità e sentimenti sopiti che la coscienza risveglierà, dando a ciascuno una possibilità di continuare a vivere in pace con se stesso.

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Il week end
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silviaBon Opinione inserita da silviaBon    30 Mag, 2013
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Etereo

Peter Cameron non sbaglia un colpo. Ogni volta che leggo uno dei suoi libri mi trovo immersa in un'ambientazione perfetta, ricostruita nei minimi dettagli, dove ogni personaggio pare incastrarsi perfettamente all'interno di storie simili a valzer, per la loro leggiadria e piacevolezza. Un ottimo libro per chi ama la letteratura statunitense, per chi desidera una storia coinvolgente, con quel tocco di etereità che Cameron conferisce ad ogni suo libro. Consigliato? Assolutamente sì.

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Coral Glynn
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Maria Teresa64 Opinione inserita da Maria Teresa64    09 Febbraio, 2013
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La vita che sorprende...

Scrivere la biografia di uno scrittore potrebbe sembrare un’impresa facile, ma non lo è per Omar, il protagonista di questo bel romanzo di Cameron. Il giovane studioso, iraniano di nascita, ma apolide di fatto, parte dal Kansas per l’Uruguay, con la speranza di convincere i famigliari dello scrittore da lui amato e ormai scomparso a concedergli l’autorizzazione per la biografia. La strada per raggiungere l’obiettivo appare però subito piena di ostacoli quasi insormontabili. L’incontro con questa famiglia stravagante e misteriosa riserva varie sorprese e colpi di scena anche per la vita sentimentale di Omar. Verrebbe da pensare che ogni incontro nella vita può rivelarci qualcosa di inaspettato, modificare il nostro mondo interiore e dare una svolta decisiva al nostro posto nel mondo. Forse, alla fine del romanzo, non conta tanto se il giovane protagonista abbia realizzato o meno il suo progetto: è molto più interessante il suo percorso interiore, accanto alla meraviglia di scoprire quanto la vita ci possa offrire, al di là di qualsiasi aspettativa.
La scrittura di Cameron è affascinante e ricca di tensione, viene quasi il desiderio di poter partecipare alle gradevoli conversazioni tra i vari personaggi. Tra questi, rimangono impresse le immagini del tenero Omar e della sua amabile e generosa fidanzatina, ma anche di Adam, il brillante e disincantato fratello dello scrittore scomparso.


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maria.luperini Opinione inserita da maria.luperini    27 Ottobre, 2012
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La geometria dell'amore

Sono tanti i personaggi di questo romanzo, ognuno con una spiccata personalità. C'è Omar Razaghi, che ha bisogno di una borsa di studio e deve ottenere il consenso alla stesura di una biografia dello scrittore Jules Gund, che ha scritto un solo libro per poi morire suicida. E' un ragazzo timido, di bell'aspetto, pieno di timori e indeciso sul proprio futuro, stretto tra le aspettative del padre, che lo vorrebbe medico, e il suo talento letterario. E ci sono i membri della famiglia di Gund: il fratello Adam, che convive con il giovane Pete; la moglie Caroline, un'artista spigolosa e bellissima, che si isola nella torre-studio ed abita in un bizzarro connubio insieme con l'amante del marito, la dolce Arden, e sua figlia Porzia, nella villa di famiglia in uno speduto paesino dell'Uruguay. Ognuno ha i suoi motivi per essere favorevole o no alla biografia, che rischia di mettere in luce gli imbarazzanti segreti della vita dello scrittore che hanno amato. La trama si sviluppa sull'intreccio dei dialoghi tra i personaggi - un romanzo di conversazione, come lo definisce Montesano nella quarta di copertina - ed è pure nella conduzione dei dialoghi che la maestria di Cameron disegna la psicologia dei personaggi, disvelandone a poco a poco i misteri, fino all'inaspettato finale, laddove si scopre che la geometria del tutto è creata per dar forma al sentimento protagonista, che è l'amore.
Chi lo impersona, in fondo, è proprio l'impacciato Omar, il cui arrivo improvviso in Uruguay provoca l'onda lunga che porta ognuno a decidere diversamente della propria vita, appunto seguendo il sogno d'una felicità che sembrava non essere più possibile e abbandonando l'apatia da cui derivava ogni infelicità che, come cita lo stesso autore in capo al libro, "non può durare". Così ognuno prenderà la decisione che lo farà tornare semplicemente se stesso e proverà a vivere. "Che altro posso fare?" dirà Omar alla sua fidanzata Deirdre: "Tutto quello che vuoi". "Certo, certo, ho tutta la vita davanti" (pag. 282).
E la bella Caroline, giunta a New York: "Si sentiva molto lontana da Ochos Rios. Aveva creduto che quella fosse la sua vita, ma forse non lo era." (pag. 298).
Sarà Arden, appena fuori dallo sconcertante finale, che vedrà la verità così com'è: "Come è possibile? Sembra tutto così casuale, così fragile. Come un vetro sul punto di rompersi" (pag. 313). E darà senso all'intera vicenda umana che, da schiava della paura di vivere, una volta fatta la scelta, cancella come mai avvenuta la stessa passata apatia.

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petra Opinione inserita da petra    22 Agosto, 2012
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Quella sera dorata

“Perché ci eccita tanto viaggiare, andare lontano? Per quello che ci lasciamo alle spalle o per quello che troviamo”?

Delicatezza: questa parola potrebbe riassumere efficacemente il romanzo di Cameron “Quella sera dorata”. L’autore tratteggia, con grande bravura,una storia molto intimista che vede la maturazione del protagonista, il suo confronto con un mondo nuovo e la conquista di una rinnovata consapevolezza; tutto questo attraverso le sfumature dell’animo , i silenzi , la scelta delle parole e il tono con cui sono dette.
Omar, ventisette anni, lavora come dottorando presso l’università. Ultimamente la sua carriera si è un po’ arenata , così come, soprattutto, la sua voglia di vivere. I giorni si trascinano uguali nell’irresolutezza e nel dubbio. Spinto dalla (terribile) fidanzata, il ragazzo si risolve a dare una svolta alla sua vita decidendo di scrivere la biografia di uno scrittore scomparso, Jules Gund. Per poterlo fare, tuttavia, gli occorre il consenso dei familiari di Gund, che decide di incontrare di persona. Comincia così il suo viaggio alla volta di un paesino sperduto dell’Uruguay, dove lo attendono una famiglia e un mondo anni luce distanti dal suo.
Un luogo dove il tempo si è fermato.
Un silenzio carico di parole non dette.
Sarà proprio il timido Omar a scuotere queste atmosfere un po’ stantie, pur con i suoi modi garbati; a poco a poco egli vincerà la propria abulia, scoprendo dentro sé capacità e risorse che non credeva di avere. La polverosa vita della famiglia dello scrittore sarà letteralmente scossa da questo improvviso visitatore, che rimetterà in gioco vicende e sentimenti volutamente seppelliti e cacciati con forza nel dimenticatoio. In questa vicenda anche Omar cambierà profondamente, riuscendo a far emergere la sua personalità e a vincere le sue mille esitazioni .Seguirà la propria strada e non , per la prima volta, quella tracciata da altri.
Le atmosfere e le ambientazioni ,magistralmente delineate dall’autore, sono un riflesso dei sentimenti suoi e degli altri personaggi. L’Uruguay , con il suo silenzio e la sua pace, fa da cassa di risonanza e amplifica il sentire dei personaggi.
Ho apprezzato molto la finezza psicologica con cui sono ritratte le varie figure del romanzo, soprattutto i dialoghi, mai banali e vividissimi, che occupano buona parte del libro.
E’ un romanzo che si legge d’un fiato, gradevole e scritto con garbo. Benché non ci siano passioni violente o sorprendenti colpi di scena, ci si innamora davvero di questa figura di ragazzo gentile , che si riappropria della sua vita e dei suoi sentimenti con la stessa levità con cui si stava lasciando andare.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    25 Febbraio, 2012
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il piacere di leggere

Cameron scrive una commedia utilizzando il dialogo come mezzo principale di narrazione. Il dialogo ben strutturato, secco conciso in grado di illustrare perfettamente le scene, l’atmosfera e i personaggi , ma allo stesso tempo in grado di lasciare il giusto spazio al lettore per immaginare.
La storia narra di Omar alle prese con una carriera universitaria tentennante che decide di scrivere una biografia su Jules Gund , scrittore latino poco noto alle critiche , autore di un unico libro “la gondola” con il quale ha ottenuto un discreto successo. La stesura della biografia permetterà ad Omar di avere una borsa di studio per poter continuare il dottorato, dovrà però convincere gli eredi dello scrittore a firmargli l’autorizzazione. Decide di partire per l’Uruguay per incontrare di persona i vari personaggi che ruotano attorno al defunto scrittore; il fratello Adam e il suo compagno Pete, la vedova Caroline, l’amante Arden e la loro figlioletta Porzia.
L’arrivo di Omar scombussolerà le loro vite, porterà a galla sentimenti, convinzioni e insicurezze fino ad allora celate dietro lo scorrere della vita quotidiana. La rottura dell’ equilibrio apparente di ogni personaggio, non è legato solo alla decisione giusta o meno di firmare l’autorizzazione alla biografia, ma è come se ognuno di loro, con l’arrivo di Omar, si fosse svegliato da un coma e cominciasse a vedere le cose con una prospettiva nuova. Lo stesso Omar sarà “vittima” di questo cambiamento, forse il più radicale.
A volte siamo convinti di vivere la vita che vogliamo, una convinzione che sembra radicata in noi e che ci permette di andare avanti senza troppe domande. L'imprevisto che rompe lo schema quotidiano, le abitudini, la monotonia, può,in un attimo aprirci gli occhi, darci l’occasione di interrogarci di capire e di cambiare eventualmente strada.
Ho letto questo libro assaporando appieno la piacevolezza della lettura, sia per lo stile sia per la trama semplice chiara , che cattura dall'inizio alla fine.

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Lenoir Opinione inserita da Lenoir    29 Agosto, 2011
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Delicato come una brezza estiva

Riesumare un sepolcro è sempre un lavoro ingrato tanto quanto scrivere una biografia.Perchè a emergere non sono solo vecchi tesori ma anche intimi segreti o verità a noi taciute che come tali posso turbare il nostro pacato equilibrio.
Quella che descrive Cameron è una flautata commedia in cui il tempo pare rarefatto e sospeso che,come un soffio estivo, tenue e incorporeo,attraversa tutta la storia.
Quello di Razaghi è un viaggio metaforico,un silenzioso dipanarsi di sensazioni,sussulti, vaghe impressioni che lo porteranno ad una graduale consapevolezza di se stesso.
Di Cameron si può apprezzare la sua bravura del delineare le situazioni,nello stemperare con timide pennellate dei paesaggi suggestivi e sfumati. Verrebbe da pensare ad un dipinto impressionista e tale,credo,sia l'intento dell'autore nel volere quasi fermare il tempo e trattenerlo nella tela narrativa. In questo ci è riuscito perchè Cameron non forza la mano,non è indiscreto,non piega a comprendere,ma gioca con i colori della scrittura;quasi temesse di essere indiscreta.La sensazione è quella di qualcuno che cerca di descriverci il silenzio.
E' uno scrittore educato ed io apprezzo particolarmente le buone maniere.
Ed è proprio la delicatezza ciò che secondo me contraddistingue più di tutto questo racconto.Si potrebbe obbiettare che la "pièce" manchi di un certo spessore,di una significativo contenuto o di uno stile incosistente;forse,ma penso che dietro a questa palpabile leggerezza vada visto una particolare sensibilità,che può piacere o meno. Delizioso è il personaggio di Adam,uno tra i tre testamentari,un'antiquato dandy capace, con la sua arguzia e impertineza, di rendere brillante ogni sua battuta.Forse in questo si può criticare da parte di Cameron una certa affettazione e innaturalezza...cosi come,con altrettanto occhio critico,si possono biasimere certe incongrueze lungo la storia e nella delineazione dei personaggi che paiono a volte mantenere una "platonicità" (come il rapporto tra Arden e Omar) un pò studiata.
Sicuramente non è un capolavoro (e non si avvicina neanche),ma lo consiglio ugualmente..fintanto che è bel tempo.

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alan smithee Opinione inserita da alan smithee    13 Ottobre, 2010
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Quella sera dorata di Peter Cameron

Ottimo romanzo questo di Cameron. Scrittura classica, elegante, raffinata ma anche estremamente coinvolgente. Dialoghi frizzanti e ben scritti, 5 personaggi davvero interessanti che si confrontano tra loro, dispensano consigli, difendono le proprie convinzioni, amano, osano sfidare i propri limiti, e lasciano che il tempo scriva i loro destini.
Una vera sorpresa questo bel romanzo, che consiglio vivamente a tutti.
Ora cerchero' di non perdermi la trasposizione cinematografica del grande James Ivory

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