Mondo senza fine
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La Peste Nera blocca la nuova torre a Kingsbridge?
1327-1361.
Al centro della scena, sempre Kingsbridge, ma sono trascorsi due secoli dagli avvenimenti de " Pilastri della Terra". In un periodo storico in cui il Medioevo si avvia verso la conclusione, sono quattro i protagonisti destinati a vivere sulla propria pelle l'avvento della Peste Nera e l'ascesa di Edoardo III al trono inglese, mentre nella cittadina inglese fervono i preparativi per la costruzione di un nuovo ponte e della "torre più alta di tutta l'Inghilterra."
Sulla falsariga del romanzo precedente, ricorre imperitura la spaccatura ecclesiastica fra potere spirituale e temporale, mentre il contesto sociale di guerra e crisi socio-economica ingigantirà le ambizioni di alcuni personaggi a discapito delle (s)fortune e dei fallimenti di altri.
L'atmosfera di sottofondo si contraddistingue per fascino tematico e qualità estetica, ma le note negative non mancano: le 336 pagine in più rispetto al prequel sfociano in un aumento spropositato di sequenze statiche ridondanti e pleonastiche, con frequenti parallelismi che rendono ancora più tangibile l'impressione del 'già letto'.
Tuttavia, sebbene ci sia il rischio che la lettura possa divenire più un 'obbligo' di portare a termine la trilogia che un reale e sentito apprezzamento (s)oggettivo, la storia rimane piacevole nel suo complesso, anche grazie alla capacità di Follett nel dare vita ai suoi 'figli letterari' e a renderli beniamini del pubblico.
"Se non riesci a vederlo, può darsi che stia agendo in modo invisibile per danneggiarti.": un comando che Caris Wooler e Merthin Fitzgerald non dovranno mai dimenticare per il loro quieto vivere.
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Sei quanto di più vicino a un angelo abbiano mai c
Ed ecco che finalmente sono riuscita a leggere anche "Mondo senza fine"; mi era stato detto che fosse un livello sotto i "Pilastri della Terra", ma a mio parere non è assolutamente vero, anzi!! Per quanto mi riguarda, a dispetto del primo, non c'è neanche una frase che eliminerei perché nonostante la sua lunghezza (quasi 1300 pagine) questo è uno di quei libri che ti tiene sveglia la notte, che ti fa pensare: "cosa succederà adesso?" quando non puoi leggerlo, che ti mette un'infinita tristezza quando lo finisci perché vorresti continuare a far parte della vita dei suoi personaggi.
E' proprio questa la posizione che ti dà Ken Follet, ti sembra di far parte anche tu del libro, di essere nato e cresciuto con i protagonisti di questa meravigliosa storia che inizia con l'incontro tra quattro bambini, la notte di Halloween, i quali assisteranno accidentalmente ad un omicidio e da lì le loro vite saranno per sempre legate.
Fantastica anche l'ambientazione: il Medioevo, con l'arrivo della peste che decima la popolazione, con il potere della Chiesa, sempre in lotta con la Politica, con la guerra, la crisi economica e il fatto che la vita di un intera città debba dipendere dagli interessi di una sola persona.
Devo aggiungere che questo non è esattamente un continuo dei "Pilastri della Terra", ma ogni tanto compaiono dei riferimenti per quanto riguarda i personaggi, perché alcuni di essi sono i discendenti di quelli del primo libro e poi naturalmente non può mancare la famosa cattedrale costruita da Tom e completata da Jack a fare da sfondo a tutto il romanzo.
Ciò che mi ha colpito di più è l'amore, quello vero, profondo, che anche se provi in tutti i modi ad eliminarlo è sempre lì e prima o poi torna..questo è l'amore tra due dei protagonisti: Caris e Mertin, a cui si legheranno tutte le vicende e tutti gli intrighi che ci propone il nostro autore.
A questo punto non potete avere dubbi: leggetelo ed immergetevi anche voi in questo straordinario romanzo, vi assicuro che non ve ne pentirete
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Telenovela su carta...
Uno dei libri più brutti che abbia mai letto. Mi fu consigliato da un mio amico amante del genere e quindi decisi di leggero, ma vi confesso che non l'ho nemmeno terminato, mi sono talmente annoiato che non ce l'ho fatta. Si dice che se un romanzo non ti piace dalle prime 50 pagine, allora non ti piace affatto; io ne ho lette le prime 200 di "Mondo senza fine", ma mi sono talmente annoiato che ho deciso di smettere.
La trama consiste in elementi medioevali già visti e rivisti, banali e ripetitivi, sia per quanto riguarda le vicende e i personaggi, che per quelli paesaggistici e di ambientazione. Amore, segreti celati, ambizione smisurata di una mamma per il proprio figlio, ricchezza, potere e affetto genitoriale per il figlio più stupido e più crudele, mentre l'altro deve in qualche modo accontentarsi, caratteristiche ipocrite della classe ecclesiastica. Sono questi i temi che predominano e il lettore resta sempre più annoiato man mano che prosegue, ad ogni pagina ci si aspetta sempre una rivelazione, un punto di svolta, che però non arriva mai; sembra quasi che Follett abbia trovato uno stratagemma letterario per convincere i lettori che stanno avendo una lettura piacevole, quando in realtà può essere definita solo noiosa.
Si potrebbe obiettare a queste critiche affermando che è puramente una questione di generi e che questo particolare genere consiste sostanzialmente di questi elementi, ma qui non si parla affatto di generi, piuttosto si parla di incisività di lettura, totalmente assente in questo romanzo. Lo vedi, inizi a sfogliarlo e subito ti chiedi quanto tempo impiegherai a leggerlo dato che è un libro di circa 800 pagine, ma dopo averne lette una decina, ti rendi conto che in realtà sono pochissime poichè è una lettura estremamente leggera; sono fermamente convinto che anche un ragazzino di terza media potrebbe leggere almeno 100 pagine al giorno di questo libro, trovandolo oltretutto seccante.
Penso che sia il classico libro fatto per vendere subito milioni di copie, che non ti da nulla, la cui lettura non ti offre nulla di nuovo. I libri davvero belli ti trasportano, non riesci a smettere di leggere, vieni catturato sia dallo stile particolare dello scrittore che dalla trama e dopo che li hai conclusi, ti senti una persona migliore, indipendentemente dal genere a cui appartengono. E' assolutamente superfluo che vi dica che "Mondo senza fine" non è tra questi.
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Follet - un nome, una garanzia!
Ken Follet non sbaglia un colpo! anche questa volta mi ha lasciata a bocca aperta!
un libro molto strutturato, ricco di dettagli che ad ogni passo vanno al loro posto come in un puzzle. poi follet scrive lineare, perciò non c'è da scapicollarsi per capire un suo romanzo. non mi sento di dire che possa essere realmente il seguito de "i pilastri della terra"; diciamo solo che riporta alcuni nomi e una filosofia uguale ma nulla di più, questa è una storia a sè.
Mi sono piaciuti molto i personaggi, come sempre quando leggo questo autore. Sono definiti, ognuno con un suo carattere sempre coerente, ben specificato; hanno atteggiamenti che rispecchiano il loro essere, non sembra di leggere una storia inventata, ma sembra che qualcuno ci stia raccontando gli avvenimenti di varie persone che gli sono successi l'altro ieri!
Non mi dilungo sulla trama, non avrebbe senso visto che è riportata più e più volte. Do solo un consiglio: leggetelo! Per voi, per il vostro bagaglio culturale. Follet lascia sempre una scia di sapere dietro di sè!
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Lineare...fin troppo!
Non è al livello de "I Pilastri della Terra" ma è pur sempre un bel libro.
La storia è molto semplice, fin troppo. Le dinamiche sono tipiche di ogni romanzo di Follett. La continua lotta dei più deboli per difendersi dai più potenti, che, spesso, si dimostrano crudeli per il solo gusto di esserlo.
Se fosse stato il primo dei due libri probabilmente il voto sarebbe stato più basso. La storia vive un bel po' di rendita grazie al successo, e alla bellezza, de "I Pilastri della Terra". In ogni caso è un libro semplice che, nonostante le 1300 e più pagine, si legge facilmente. Alcuni passaggi (di anche più di 100 pagine) potevano essere eliminati. Tutto il viaggio in Francia all'inseguimento del Re è descritto in tantissime pagine e poi viene liquidato grazie alla fine di un capitolo. Certamente non la cosa più bella per il lettore.
In ultima analisi: la descrizione della peste, centrale in questo libro, non trasmette tutto il senso di dolore e angoscia che invece si percepisce nei Promessi Sposi.
In ogni caso mi sento di dire che è un bel libro e lo consiglierei a tutti gli appassionati del genere.
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Prendere o lasciare
Un libro audace, sia per quel che riguarda l'argomento trattato (talmente sfruttato in letteratura che ogni volta che se ne scrive l’autore di turno deve per forza confrontarsi con le decine, centinaia, di suoi colleghi che ne hanno scritto, ne scrivono e ne scriveranno), sia per le dimensioni del volume (il numero di pagine da cui è costituito un libro generalmente è inversamente proporzionale alla voglia che viene di leggerlo), sia infine, perché, diciamoci la verità, Ken Follett un libro così l’aveva già scritto!
Un libro audace dunque ma non per questo privo di appeal. Se uno dei suoi lati negativi infatti è quello di essere veramente troppo simile a I Pilastri della Terra, uno positivo è sicuramente quello che, traendo dalla somiglianza col precedente romanzo, ne riporta anche tutti i pregi : lo stile discorsivo (per chi piace), l’abilità dell’autore di trattare tematiche spesso e volentieri considerate “pesanti” in maniera divertente e accattivante, una trama dal ritmo sostenuto (malgrado le mille e più pagine) e sicuramente la completezza dell’informazione storica in esso racchiusa che svela un accurato lavoro di ricerca.
Certo il grosso del lavoro Follett l’avrà fatto soprattutto prima della stesura dei Pilastri, mentre qui si sarà limitato a rispolverare i vecchi appunti, tuttavia non si può proprio dire che in questo mastodontico sequel manchi qualcosa: guerre, epidemie, estremismo religioso, superstizioni, intrighi politici e passioni promiscue, c’è veramente di tutto, dai più banali cliché del tempo a le trovate più ingegnose, sì proprio di tutto… anzi c’è perfino troppo! Tanto che l’autore per tentare di contenere la sua vena creativa a tratti è costretto ad operare dei veri e propri tagli nella narrazione che coincidono con dei salti di diversi anni nella vita dei protagonisti e che ogni volta lasciano il lettore perplesso e stranito, costantemente in lotta in uno strenuo tentativo di riorganizzare l'idea mentale che si era creato dei principali attori e dei luoghi in cui si svolgono i fatti.
Forse questo doveva essere un effetto voluto, forse proprio in questi bruschi balzi nell’intento dell’autore doveva risiedere la novità rispetto agli altri romanzi di questo genere: una narrazione spezzata che si concentra in singole frazioni di pochi anni lungo un’ intera vita. Bella idea, ma bisogna essere in grado di realizzarla, altrimenti…
D’accordo qui non siamo di fronte a un miscuglio anacronistico di fatti slegati anzi, la trama alla fine regge, tuttavia si ha l’impressione di trovarsi di fronte sempre a un qualcosa di sbilanciato, poco definibile e difficilmente collocabile in un genere o un ambito specifico: il romanzo è scritto con uno stile troppo canonico per concedere una pur minima sperimentazione ma d’altro canto ha un contenuto troppo spezzettato e frastagliato per essere annoverato tra i romanzi comuni. Il risultato finale è quello di un buon libro ma che pare intrinsecamente inclassificabile e difficilmente etichettabile; se l'autore infatti avesse abbracciato un arco di tempo inferiore sarebbe stato un libro più incisivo, se invece si fosse dilungato maggiormente sarebbe risultata una cronaca più fedele e magari ci sarebbe stato spazio per quella introspezione psicologica che, come molti hanno già fatto notare, è praticamente assente, ma così tagliato e stiracchiato invece risulta una strana via di mezzo, ne carne ne pesce.
Dunque che cos’è Mondo senza fine? Come si può definire?
Come si è già detto è senza dubbio un libro audace, ma è anche un libro contradditorio che conta più di mille pagine eppure scorre veloce verso l’adeguato finale, che pur facendo della semplicità descrittiva il suo punto di forza lascia il lettore con insolubili interrogativi circa il suo significato e ancora che, pur parendo “affettato grossolanamente” tra una capitolo e l’altro per questioni probabilmente di spazio, di volume e di tempo, cela tra le righe una cura per il dettaglio fuori dal comune.
Questo è Mondo senza fine, un libro che riporta già nel titolo la risposta alle domande che genera: “senza fine”, già… proprio come la costante contraddizione che pare provocare, proprio come i dubbi che pare suscitare e proprio come l’incontestabile fascino che, nonostante tutto, pare possedere. Prendere o lasciare.
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Amore senza fine
Ero proprio curioso di leggere il seguito del capolavoro storico “I Pilastri della Terra” , “Mondo senza fine” ma come tutti i seguiti, una selva di dubbi mi opprimeva, questo ha fatto si che il tomo di 1300 pagine abbondanti giacesse nella più totale indifferenza tra i miei titoli: considerati da leggere.
“Dubitando ad veritatem pervenimus.”
Dando fondo al coraggio e confidando nel mastro affabulatore per eccellenza ho impugnato il mattone e, mi ci sono dedicato anima e corpo, come sempre Follet non mi ha deluso in termini stilistici e di contenuti.
A parte qualche semplificazione, l’ambientazione e i cenni storici non che il vissuto, sono descritti in maniera eccezionale, con profondità realismo, senza edulcorare il vissuto quotidiano che spesso viene semplificato o addirittura tralasciato nei romanzi storici.
C’è da dire però che per le prime cinquecento pagine si è prepotentemente all’ombra de ”I pilastri della terra”, e a mio parere sono troppe, anche perché non c’è motivo di ribadire cose già note ai lettori, togliendo il gusto del cameo, e in secondo non c’è motivo di continuare a spiegare e citare fati e cose che chi, a suo malgrado, non ha letto il precedente non potrà apprezzare.
Quindi 500 pagine di parole ipnotiche dove sembra di rivivere in parte il predecessore, con forti richiami e riferimenti a fatti e personaggi già descritti nel passato. Poi di colpo la luce, finalmente la vicenda si dipana e il tutto prende forma, tutto comincia ad assumere una sua identità . E ci volevano 500 Pagine ??? mah…
La vicende prende piede, ognuno dei quattro protagonisti diventa importante per la trama, ma anche in questo caso direi per correttezza due protagonisti principali e due sono protagonisti secondari. La contorta storia d’ amore tra Caris e Merthin è il collante principale di tutti i cocci di questo vaso di pandora. Gwenda e Ralph li ho visti come protagonisti solo nella prima parte, poi il tutto si è perso e sono diventati dei comprimari.
In poche parole un bel romanzo, un testo che raggiunge vette altissime, in particolare nel comparto storico architettonico, ma che come trama soccombe al precedente. Lo raccomando a chi ha gia letto il precedente, e lo consiglio a chi è ancora all’ oscuro.
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bello ma non È una continuazione
Avendo letto i pilastri della terra ed avendo scoperto che questo era il seguito mi son sentito in "dovere" di leggerlo essendo che il primo libri mi è piaciuto moltissimo.
Sicuramente la storia raccontata è bellissima e molto molto coinvolgente, cosa comune a tutti i libri di follet ho scoperto. I personaggi sono come al solito descritti benissimo ed è bello vederli evolvere e lottare tra varie avversità nel corso della loro vita.
Il modo di scrivere, o come si evolve la storia, è simile ai pilastri della terra ma con elementi, secondo me, più deboli. Nei pilastri della terra la cattedrale era un elemento fondamentale della storia, qui invece il ponte e la torre lo sono molto meno. Nei pilastri della terra il segreto svelato nelle ultime pagine del libro è determinante per la storia ed il suo evolversi, qui invece quando scopriamo il contenuto della lettera questa è quasi ininfluente.
Quelli sopracitati non sono difetti che lo rendono poco piacevole ma, secondo me, meno piacevole del primo libro di follet, con cui ovviamente sorge spontaneo il paragone.
La cosa che meno mi è piaciuto è che questo debba essere il seguito dei pilastri quando non ha nulla a che fare con la storia di 200 anni prima. I personaggi son lontanamente imparentati ma questo non influisce minimamente sulla vita dei protagonisti, o quasi. Una persona potrebbe tranquillamente leggere prima questo e non notare nemmeno che avrebbe prima dovuto leggere il primo libro. Avrei preferito che il seguito riguardasse i figli di aliena e jack o simili, questa poteva essere un libro a parte, mi sembra forzato proporlo come seguito.
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Un presepe bruegeliano
A parte ovviamente le dimensioni, leggere questo libro mi ha dato le stesse sensazioni dell'osservare un presepe, con tanti personaggi, descritti e caratterizzati da mille particolari: monaci, mercanti della lana, cavalieri dalle calzabraghe bicolori, carpentieri. E' come se fosse un puzzle di un quadro di Bruegel, ambientato in un'atmosfera medievale, fatta di intrighi e completti, battaglie descritte anche da punti di vista diversi, carestie, con sullo sfondo anche le belle immagini di una Firenze dove fiorisce l'architettura e le tristi conseguenze dell'epidemia della peste. Splendida ambientazione e ricchezza di particolari. Personaggi memorabili e, fra tutti, il mio prefetito è Caris, donna veramente molto forte, come emerge dalla vigorosa autodifesa dall'accusa di eresia: da quel momento me ne sono innamorata.
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I pilastri 2?
Come è ovvio che sia, quando si parla di questo libro, spunta continuamente fuori qualche riferimento ai pilastri e di sicuro non è difficile capire il perché.
Il buon Ken ci pone davanti un altro viaggio nella vita medioevale inglese, ricco di dettagli che non possono non lasciare i patiti con la bocca aperta; uniti ,poi, a continui richiami verso Jack il costruttore e il priore Philip, suscitano un meraviglioso senso di nostalgia che rende molto la profondità dei due libri.
La trama, nonostante non brilli in spettacolarità, è ben strutturata e decisamente coinvolgente...in certi punti è impossibile non lasciarsi sfuggire qualche imprecazione verso le continue vittorie dei "Cattivi" ;)
Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di chiarezza e fluidità delle prime 100 pagine e continuare ad andare avanti sapendo che girando ancora qualche pagina la storia si srotola e comincia ad avere un senso.
Inoltre sono rimasto piacevolmente colpito dalla somiglianza tra i personaggi dei due libri.
In conclusione un signor libro, con qualche pecca ma da leggere assolutamente.
Eheh che vi aspettavate un altro "Pilastri della Terra"? ;D
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Follett ci riprova
Se i Pilastri della Terra vi sono piaciuti da impazzire e lo ritenete uno dei romanzi storici più belli mai scritti, non potete far a meno di aggiungere alla vostra libreria quest'altro titolo di Ken Follett. Con Mondo senza fine, lo scrittore torna a raccontarci le vicende storiche avvenute a Kingsbridge due secoli dopo i Pilastri. Inizialmente tutto ruota intorno alla costruzione di un nuovo ponte (vi ricorda qualcosa?), fino alla strage provocata dalla Peste che arriva in Europa. Il tutto è completato con una serie di personaggi, discendenti da Tom Il costruttore, Jack, Aliena e compagnia bella. Essi ricordano molto i loro predecessori, e risultano stereotipati all'estremo. Come ne i Pilastri, Il buono è troppo buono, mentre il cattivo... è cattivo!
Gli scontri tra questi due schieramenti porta quasi sempre dei vantaggi per questi ultimi, fino a far innervosire a volte il lettore (a me è capitato!).
Per concludere, ve lo consiglio solo se vi piace immergervi in ambientazioni storiche ricche di dettagli, e riuscite a reggere 1400 pagine di scontri, amore, lotte, guerre, violenze sessuali e chi più ne ha più ne metta.
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Un Ken Follet con tanto mestiere
Ken Follet rimane un gigante nella fluidità del linguaggio e nella comunicazione, ma questo "Mondo senza fine" mi ha dato l'impressione di un testo scritto più per fronte a un contratto editoriale che non per urgenza creativa.
Come sempre è magistrale nel delineare i carattero e il contesto storico, ma le mille e passa pagine si arrotolano su se stesse senza veri colpi di genio, lasciando alla fine nel lettore solo una generica affezione ai personaggi e quasi un sollievo nell'averne ultimata la lettura.
Come dicevano i professori ai ragazzi più dotati. " Puoi fare di meglio, Ken".
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Stupendo
Ho letto prima questo de "I pilastri della terra" (che ritengo leggermente superiore).
Rimasi incantato e sopraffatto dalla lettura, non riuscivo a staccarmi, come aprivo il libro mi trasportava in un tempo lontano e vivevo le ansie, le paure, le ingiustizie, gli amori dei personaggi.
Follet è un mago nel creare intrecci, e far si che il lettore sia parte di quella storia così semplice eppur così avvincente.
I personaggi poi sono caratterizzati in modo accurato tanto da immaginarvi ogni singola piega delle loro vesti e da riuscir a vedere le espressioni nei loro volti, visti i continui colpi di scena che a volte vi colpiranno davvero da non credere a ciò che state leggendo...
Il mio consiglio è di vivere questo libro, e godere di ogni singola pagina; per me è stato forse uno tra i più bei romanzi letti.
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MONDO SENZA FINE
Credo che sia uno di quei libri che non è possibile non leggere. Libri come questo fanno avvicinare molte persone alla lettura ed appassionarne altre ancor di più. Al termine della lettura ci si sente soddisfatti, sicuri di non aver perso il proprio tempo inutilmente. Perché ricordiamolo, visto la sua mole, questo libro richiede un impegno di tempo non indifferente. La paura di “stancarmi” nella lettura di un romanzo di oltre 1.300 pagine, mi ha portato a provare un nuovo metodo di lettura che fino ad ora non avevo mai adottato. Quando sono arrivato alla “Quinta parte” (circa a metà del libro), dove le vicende del romanzo lo permettono, ho sospeso la lettura e mi sono dedicato alla lettura di altri due libri di genere completamente diverso. Terminato queste due letture alternative, ho proseguito la lettura di “Mondo senza fine”. Devo confessare che questa “attesa forzata” ha contribuito a farmi apprezzare il libro ancor di più, accrescendo il mio desiderio di conoscere la fine della storia.
D'altronde la storia è di quelle che ti coinvolge a tal punto che sembra quasi di vivere a fianco dei personaggi; si soffre e si combatte insieme a loro, contro tutte le ingiustizie. In questo Ken Follett è sicuramente un maestro, così come nelle ricostruzioni storiche che sono veramente attente e ben descritte. Fra le righe Ken Follett si permette di dare la propria interpretazione sulla “discesa in campo” di Maria, la madre di Dio. Secondo quanto descritto nel libro, quasi decisa a tavolino dalla chiesa, per contrastare la crescente delusione della gente in Dio. Le prime morti per peste furono giustificate dalla chiesa come la giusta punizione di Dio contro i peccatori, ma quando il contagio si diffuse in modo massiccio in tutte le comunità, compresa quella ecclesiastica, questa motivazione non fu più credibile e quindi il popolo iniziò a dubitare del Dio che la chiesa rappresentava. Iniziarono così a sorgere all’interno delle chiese della cappelle dedicate proprio alla Madonna, dove la popolazione poteva venerare questa “nuova” icona religiosa. Finalmente iniziarono a dare il giusto valore anche alla donna in generale, che fino ad allora era vista come un qualcosa di negativo e secondario. Dobbiamo inoltre ringraziare Follett di come ha sottolineato gli aspetti positivi del nostro paese nell’epoca dello svolgimento del romanzo. Enfatizzando la nostra architettura, ma anche la predisposizione al commercio e alla gestione delle transazioni commerciali e bancarie degli italiani. Un orgoglio che in questo momento avevamo dimenticato.
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Meraviglioso
Fantastico, non c'è che dire.
Secondo me questo e "I Pilastri della Terra" Sono fra i libri più belli in assoluto e secondo me sono i migliori.
Consiglio a tutti di leggere sia i pilastri della terra (che secondo me è il più bello di tutti) e consiglio anche Mondo senza fine.
Personalmente preferisco i Pilastri della Terra a mondo senza fine, ma Ken follett ha quella bravura di inserirti nel contesto , riesci ad immergerti nel Medioevo è uno scrittore eccellente.
Sono libri pieni di colpi di scena quindi non sai mai cosa c'è nella pagina dopo. Riesce a farti leggere 1000 pagine e passa di libro in un baleno
Io sono riuscito addirittura a leggerne 400 in solo 1 giorno.
Mi dispiacque molto quando lo finii. Ero tristissimo , io amo questi libri e mi sembrava incredibile averli finire.
Mi è dispiaciuto di più finire I Pilastri Della Terra
VE LI CONSIGLIO LEGGETELI SONO I LIBRI PIU BELLI DI TUTTI
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un libro che purtroppo finisce...
Potrebbe sembrare un ripetizione azzardata di quel bellissimo romanzo che fu "I Pilastri della Terra" ma, credo che la bravura di Follett vada premiata per questa sua audace sfida di riproporre temi, ambientazioni e caratteristiche dei personaggi e rimpastarle in un altro meraviglioso libro, con bellissimi colpi di scena e la caratteristica tipica che adoro di questo autore..la capacità di dare "vita" ai suoi peronaggi che si possono amare, si possono odiare ma comunque vada trasmettono emozioni ad ogni pagina!
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Un mondo che speri non finisca mai
Siediti su una comoda poltrona ed assicurati di avere un bicchiere d'acqua vicino a te. Perchè una volta aperto questo libro, passeranno diverse ore prima che tu riesca a trovare la forza di chiuderlo, prendere una pausa ed alzarti di nuovo.
Libro epico che pronti via, ci scaraventa in un medioevo inglese, precisamente il 1327 e da li pagina dopo pagina entriamo a far parte di un mondo che sembra non finira. Un mondo che tu non vuoi finisca. F
Facciamo cio che l'autore vuole.
Ci sentiamo grandi amici dei suoi personaggi che crescono insieme a noi. Che si amano, odiano, tradiscono, uccidono, risparmiano. E noi restiamo li, in sordina a guardare gli accadimenti. Respiriamo la loro aria. Ci nascondiamo nella cattedrale oppure scioccati camminiamo tra i pestilenti. Assistiamo al crollo del un ponte e lentamente lo vediamo ricostruire. Viaggiamo da un villaggio all'altro, oppure andiamo in guerra contro i francesi.
Speriamo, sudiamo, ci arrabbiamo, attendiamo.
Ken Follet ci regala questa bellissima macchina del tempo sotto forma di libro.
Pronti a partire?
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Un Mondo di emozioni
Non c'è che dire, questo libro è un vero capolavoro e nessuna delle sue pagine è sprecata.
Follett ci presenta un Medioevo reale e fantastico, dove le vite di diversi personaggi si intrecciano sullo sfondo di un mondo corrotto, violento e restio a cambiare e dove potere, vendetta, gloria e ambizioni regnano sovrani.
A questo si affiancano anche amore, amicizia e lealtà, sentimenti buoni e sinceri come uno sprazzo di luce in un periodo buio,difficile,ignoto e superstizioso.
Splendido libro, scritto bene, a volte crudo a volte raffinato, abbastanza facile da capire, appassionante, pieno di colpi di scena, un pò un racconto di storia, un pò un ripasso di archittetura (su questo punto non ci sono dubbi: Follett ha fatto davvero un lavoraccio per rendere tutto al meglio. Eccellente davvero)... insomma, è difficile immaginare di meglio.
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Un Ken Follett stratosferico
Se questo libro si può definire in tre parole, allora dico: bellissimo, da non perdere, sconvolgente. Il re del thriller e il grande maestro delle storie medievali ci delizia un'altra volta con un suo capolavoro, dopo il precedente "I pilastri della terra". La storia è talmente bella, ricca di contenuti e colpi di scena che le mille e rotti pagine non si sentono nemmeno. E questo merito va all'autore, che ha saputo creare una miscela avvincente tra l'affascinate periodo medievale, gli eventi storici e il grande spessore artistico e letterario nel modo di raccontare. Mi avevano detto che era simile al romanzo che lo ha preceduto; non è del tutto vero, alcuni personaggi discendono da quelli del bestseller precedente, ma qui abbiamo a che fare con un periodo fiorente del medioevo, e il modo di pensare dei personaggi è differente. Si lotta sempre per sopravvivere, per l'amore e per tramandare il sapere, cose uniche e servite al lettore in un modo efficace ed entusiasmante. Qualcuno si è lamentato per il numero eccessivo delle pagine. Beh, per carità, ognuno è libero di esprimere il suo parere, ma io sostengo, invece, che una storia come questa, in un periodo come quello, ricco di avvenimenti storici, e raccontata da uno scrittore dello spessore di Ken Follett, non poteva avere una presentazione migliore. Ce ne fossero di libri così...
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Forse un pò simile, ma comunque molto bello
Per chi ha apprezzato i "pilastri della terra", sicuramente gradirà anche questa sorta di sequel. Non si può dire che c sia consequenzialità tra i due romanzi, tuttavia si ritrovano figli di vecchi e noti personaggi. Cambiano i personaggi, cambiano i problemi e gli ostacoli ma il format rimane più o meno il medesimo. Al posto della bella Aliena qui abbiamo l'impertinente Caris, eroina che come la precedente lotta per l'amore. In questo libro l'autore si cimenta, come i suoi predecessori Camus e Manzoni, nella narrazione di un fenomeno devastante come la peste, forse l'elemento più innovativo del racconto. Il libro è piacevole, continuamente mutevole e incalzante. Ripeto, a tratti forse simile all'altro, ma comunque molto bello e coinvolgente.
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Libro fotocopia? Non proprio.
Quasi obbligatoria la lettura del seguito del: "I pilastri della terra". Il primo libro entusiasma al punto tale da volerne il seguito, da cercarlo. Si ritorna nel mondo medievale, nella città di kingbridge, ci si ritrova a vivere in mezzo agli eredi dei celebri protagonisti del primo medioevo.
Resto titubante ogni qualvolta esce il seguito di un best-seller, e anche stavolta mi sono avvicinato alla lettura prevenuto.
Inutile dire che i personaggi ricordano quelli del primo libro,che gli eventi e le circostanze sono molto simili a quelle passate, ma infondo, sono arrivato alla fine del libro in poco tempo e a volte acceleravo la lettura per l' emozione e la curiosità di saperne di più su un determinato evento.
Libro fotocopia? Non proprio. Anche se l'autore sapeva bene cosa, il lettore si aspettasse e di certo non l'ha deluso, per Ken Follet il cammino è stato meno difficile e meno originale.
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Passione, vendetta o amore!?
Mi sono appassionato a tutti gli aspetti della vita della gente comune leggendo "I pilastri della terra", un romanzo che mi ha profondamente impressionato per l'imponente affresco realizzato in modo magistrale da Ken Follett. Finalmente ecco l'ideale proseguimento dell'affresco di quell'epoca. Il filo comune è rappresentato dalle vicende del priorato istituito nel primo romanzo. Qui si accenna a discendenze dei protagonisti de "I pilastri delle terra" ma le vicende sono sapientemente legate ad un'epoca diversa, un medioevo leggermente più evoluto. Se devo trovare un neo mi sembra di riscontrare una ricerca forzata a mettere dentro di tutto e di più. Tutti gli elementi che possono essere di un certo interesse per il lettore appassionato di medio evo sono profusi a piene mani, toccando tutto quanto può tenere desta l'attenzione del lettore per circa 1400 pagine. Questa, secondo me, può essere un'arma a doppio taglio, nel senso che si rischia un gran accavallarsi di vicende che vanno ben al di là del semplice e ricercato intreccio tipico di Follett. Ovviamente il romanzo è, e resta, interessante pagina dopo pagina. In certe parti un po' scontato. Ma queste sono solo osservazioni per trovare il pelo nell' uovo. Ken Follett è un maestro del romanzo e ci si ritrova ad essere dispiaciuti man mano che ci si avvicina alla fine del libro perché si vorrebbe non finisse mai...
Tutto sommato un ottimo romanzo!
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Minestra Riscaldata
Come sempre nei sequel si rimane delusi dal confronto col predecessore (anche se questo "sequel" non lo è del tutto data la distanza "temporale" enorme tra le vicende, solo i luoghi sono gli stessi).
Il romanzo in se non è male ma mancano assolutamente il "pathos" e la drammaticità dei "pilastri della terra", anche le vicende più importanti dei personaggi mancano di profondità e non restano...in sottofondo poi c'è sempre quello spiacevole sentore di già letto.
Forse è consigliato a chi non ha intenzione di leggere I Pilastri della Terra, riuscirà sicuramente ad apprezzarlo maggiormente.
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MONDO SENZA FINE
Premetto di non aver mai letto niente di Ken Follett fino al 01.08.2008. Da quella data ad oggi ho letto sia i Pilastri della Terra e trovandoci dentro la pubblicità di quello che era il seguito "o non proprio il seguito" ho letto anche "Mondo senza fine".
Dopo aver letto il primo sicuramente il secondo non tradiva lo stile dell'autore. Libro piacevolissimo da leggere, semplice nella narrazione, con un gergo comprensibile e di non pesante lettura (nemmeno se letto alle 11 di sera dopo una giornata sulle spalle). Che dire però? Forse un po' scontato, e forse dalle prime pagine... Forse un po' la copia del primo? Ci sta di fatto che mentre lo leggevo mi sembrava di leggere qualcosa di già letto e già mi aspettavo quello che poi trovavo nelle pagine a seguire...
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mondo senza fine
Mondo senza fine è una delle narrazioni più avvincenti e dettagliate di un periodo storico nel quale la vita delle persone vittime o pedine delle autorità era messa a dura prova.Questa grande storia di ambizione e tradimento, coraggio e dedizione in cui si ritrova tutta l'impeccabile arte dinarrare di uno dei più amati scrittori contemporanei, ci trasporta nell'Inghilterra alto medievale,o per meglio dire alla fine d quest' epoca.Con la stessa infallibile suspence che caratterizza tutti i suoi thriller,Follett ricrea un'epoca scomparsa e affascinante che avvolge il caratteristico paesaggio attraversato dai ritmi di vita quotidiani e dalla pressione di eventi storici e naturali entro i quali si confrontano e si scontrano le segrete aspirazioni e i sentimenti dei protagonisti.Il romanzo è ambientato nel 1327,il giorno di Ognissanti,quando 4 bambini si allontanano dal priorato di Kingsbridge e assistono per caso nella foresta all'omicidio di 2 uomini.Da allora le loro vite saranno indissolubilmente legate e,una volta adulti conosceranno amore, avidità,ambizione e vendetta.Vivranno periodi di prosperità e carestia, saranno vittime impotenti della grande Morte nera e nn potranno fare altro che aspettare la sua fine.Ma su ciascuno resterà l'ombra di quell'inspiegabile delitto di cui furono destimoni quel fatidico giorno della loro infanzia.Il tutto proiettato su uno sfondo di lento ma inesorabile decadimento per la Chiesa e la sua autorità,durante il quale ci si lascia alle spalle il buio di un'era appena conclusa e si incominciano a intravedere i primi bagliori di una nuova epoca.Questa può essere definita una delle + ambiziose e acclamate opere nelle quali si riesce a toccare una dimenzione epica.La lettura non del tutto impegnativa rende facile al lettore calarsi all'interno del racconto,provare gli stessi identici sentimenti dei protagonisti e immediesimarsi nelle loro situazioni.Scorrevole,interessante e indiscutibilmente maestro di vita è così che a mio parere dovrebbere essere definito qsto thriller.Credo vivamente che valga la pena leggerlo,nonostante le sue 1300 pagine,riesce "in breve" a rendere chiari concetti e avvenimenti che, per molti,sembrerebbero soltanto banalmente ingiusti.Capire ciò che è successo a distanza di così tanti secoli è importante e direi assolutamente necessario per comprendere e riuscire a convivere con conseguenze e circostanze in cui ci ritroviamo ancora oggi.
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Pura opera commerciale
Mi domando come si possa dire che Mondo senza fine sia il degno successore dei Pilastri della Terra.
Ho letto i Pilastri una volta sola e dieci anni fa, eppure in testa conservo ancora tutti i personaggi, le vicende ed alcune scene magistrali. Di Mondo senza fine invece credo che dimenticherò tutto molto in fretta. I personaggi sono caratterizzati solo superficialmente, i loro pensieri ed i loro ragionamenti sono veloci e privi di emozione. Il linguaggio è buono, ma nei Pilastri lo ricordo più emotivo e poetico, ti catturava e ti portava dentro senza che te ne accorgessi, quì è veloce e forse troppo simile ad una soap. Vengono creati decine di spunti ed iniziati decine di episodi, che però restano sospesi, oppure non portano nulla nello svolgimento della trama. Se venissero tagliati di netto il romanzo sarebbe più corto e non perderebbe nulla a livello di trama.
L'ambientazione storica è buona, anche se ci sono degli errori ed i personaggi parlano fra loro come se tenessero una lezione di costruzione medievale per i lettori (nei pilastri questo atteggiamento enciclopedico era presente, ma risultava meno pedante, era più intessuto nella vita dei protagonisti).
Il sesso (come in molti altri libri di Follett) è onnipresente e sembra che non possa fare a di meno di infilarlo, in un modo o nell'altro, anche quando non sarebbe necessario.
In conclusione: un libro che si fa leggere (nonostante le 1400 pagine), ma non aspettatevi un altro I Pilastri della terra e, sinceramente, nemmeno un altro bel romanzo di Follett. Purtroppo sa tanto di operazione commerciale e basta.
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È pur sempre Ken Follet
Ovviamente non è un saggio storico e bisogna leggerlo sotto questo profilo. Fatta questa breve, doverosa premessa, posso dire che è un libro piacevole e, come tutti i testi del medesimo autore, scritto molto bene anche se qualche cultore dell'anti-congiuntivo e della scrittura al limite della leggibilità storcerà il naso. Rispetto a "I pilastri della terra" è molto meno vario e, un po' furbescamente, vi si adagia sulla scia, anche se i personaggi sono sempre ben modellati e l'affresco d'insieme risulta sempre vivo.
Ha un paio di punti decisamente buoni, come la scena notturna in cui viene catturato il ladro che tentava di rubare il tesoro del convento: qui si rivela tutta l'abilità diabolica di Ken Follet nel creare atmosfere senza luce, già splendidamente sperimentata nel romanzo "Notte sull'acqua" quando la protagonista giunge in una Londra assolutamente buia a causa del coprifuoco.
C'è qualche lentezza e più di una soluzione sembra forzata, ma l'insieme regge e le 1400 pagine circa scorrono velocemente. Anche come struttura si rifà al precedente con l'andamento da serial televisivo ad episodi che, poco prima della fine, ne introducono uno nuovo, ma questo non da eccessivo fastidio.
Un buon libro di evasione, da consigliarsi vivamente anche se "La cruna dell'ago" era un'altra cosa.
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mondo senza fine
Lo stile è all'altezza della fama dell'autore, così come la ricostruzione dello stile di vita medioevale, evidente frutto di una accurata ricerca sugli usi e costumi dell'epoca, invenzioni ed innovazioni comprese. Troppo prevedibile e scontata la divisione dei personaggi principali in buoni e cattivi, con la corte dei comprimari pronta ad oscillare ora da una parte ora dall'altra senza una logica apparente e come se le popolazioni di allora fossero veramente pronte a dare ascolto al primo venuto. A fronte di due terzi del libro accurati e dettagliati, la terza parte appare frettolosa e sciatta, come se l'autore, resosi conto della eccessiva lunghezza dell'opera, avesse deciso di porvi un rimedio. Deludente il finale (anzi, i "finali" relativi ai tre personaggi "buoni" principali) forzatamente a lieto fine, con il trionfo dei buoni sentimenti e la condanna dei cattivi. Poco o scarso l'approfondimento psicologico dei personaggi e dei loro tormenti, spesso troppo piegato alle esigenze di sviluppo della trama. Peccato, perchè gli spunti sarebbero stati moltissimi. Nel complesso un libro comunque piacevole che tiene viva l'attenzione fino alla fine. Ma da Ken Follet ci si poteva aspettare di più. Nulla a che vedere, il confronto pare scontato, con i Pilastri della terra.
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Mondo senza fine
Il Mondo senza fine non è alla sublime altezza de I pilastri della terra. Ho fatto fatica a terminare il libro, perché non ho provato la magia che mi ha incatenata molti anni fa alla lettura del precedente 'capolavoro'.
In questo nuovo libro di Follett non c'è lo spessore della descrizione psicologica dei personaggi; non c'è la potenza delle meravigliose descrizioni d'amore, dei drammi di Tom il costruttore e di altri personaggi, della rabbia e del disgusto provati di fronte alla crudeltà di alcuni personaggi. Insomma non è un libro coinvolgente, e non che debba esserlo per forza, ma la continuazione de I pilastri della terra è una vera delusione.
Gli anglosassoni sembrano avere una vera e propria ossessione per i seguiti sia di film sia di libri di successo, ma non hanno ancora imparato che nella maggior parte delle volte questi si rivelano dei grandi fallimenti che fanno perdere credito agli autori/registi stessi. Un grande violinista, compositore, esecutore e direttore d'orchestra italiano, durante un’esibizione di fronte al re Carlo Felice, negò di eseguire il bis dicendo: “Paganini non ripete”.
Questa non è altezzosità, ma sensibilità di capire che un momento di prodigioso incanto non può essere riprodotto nel medesimo modo.
Leggetelo ma non aspettatevi nulla di particolare. Non fate riferimento a "I pilastri della terra".
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