Marina
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A caccia di storie per le vie di Barcellona
Quest'anno ho deciso finalmente di dare una chance a Zafón e, pur rimanendo colpita positivamente dal suo stile, devo dire che "Marina" non mi ha convinta del tutto, soprattutto perché ho avuto l'impressione di leggere due storie distinte inserite a forza nello stesso volume.
La narrazione è affidata a Óscar Drai che, ormai adulto, torna con la memoria ad un periodo della sua adolescenza: nello specifico quando aveva quindici anni e frequentava un collegio a Barcellona. Il ragazzo incontra in modo decisamente inusuale Marina, una ragazza che conduce un'esistenza riservata con il padre Germán in una villa in rovina. L'evoluzione del rapporto tra i due diventa il primo filone della storia, e continua a svilupparsi per tutto il romanzo; nella parte centrale abbiamo invece l'altra storyline che riguarda una misteriosa serie di omicidi iniziata negli anni Venti.
Raccontare di più riguardo questa seconda parte implicherebbe fare subito spoiler, ma posso tranquillamente affermare che non c'è nessun motivo logico per cui Óscar e Marina siano coinvolti in questa vicenda, non fosse per la loro curiosità. Fino alla fine mi sono aspettata una qualche rivelazione che collegasse i due filoni in maniera più sostanziosa ma nulla; vorrei chiarire che non li trovo scritti male, soltanto accostati senza una base valida.
Oltre allo stile, che ho già menzionato, questo romanzo mi ha convinta per le descrizioni di Barcellona -che viene resa mistica ed affascinante grazie all'uso di metafore ben studiate- e la caratterizzazione dei personaggi, in particolare quelli secondari ma anche le comparse che vengono tratteggiate con poche parole molto incisive. E poi l'atmosfera in generale: se avete apprezzato "Il figlio del cimitero" o "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" qui ritroverete lo stesso tipo di magia, capace di avviluppare in una storia vicina alla realtà seppur fantastica.
Purtroppo sono presenti anche dei difetti che hanno abbassato la mia valutazione. Innanzitutto, la verosimiglianza; capisco il tono onirico di alcune parti, ma i comportamenti di Óscar sono davvero assordi: esce ed entra nel collegio quando gli va, nessun tutore controlla il suo rendimento e lo vediamo spesso tuffarsi in situazioni molto pericolose senza un attimo di riflessione, anche quando non ce n'è motivo. Non ho apprezzato neanche la leggerezza con cui l'autore parla di temi molto forti (malattia fisica e mentale, aggressioni e menomazioni fisiche, pedofilia, omicidio) accennandoli soltanto in modo frettoloso, soprattutto perché questo in fin dei conti è un libro per ragazzi. Per ultimo, io davvero non ho capito il ruolo di María: chiunque mi possa illuminare su quello che le succede dopo essere entrata nei tunnel è il benvenuto!
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Marina
Due semplici ragazzi e una dama in nero, vendette e gelosie, una farfalla nera e demoni del passato che vivono nel presente, strane marionette che prendono vita e fughe per aver salva la vita. In poche parole, Marina è questo.
Mi sono avvicinata a questo libro con un po’ di timore. Di Zafón avevo letto tempo fa il suo romanzo più conosciuto, ovvero L’ombra del Vento. Di questo ne conservo un bel ricordo ed è per questo motivo, per la paura di rimanere delusa, che ho temporeggiato su Marina. Zafón ha definito questa sua creazione come quella alla quale è più affezionato, e fin dai primi capitoli la Barcellona che prende vita tra le pagine del libro è una città più oscura, più misteriosa, userei quasi il termine gotica rispetto a quella de L’ombra del Vento. Ma gotica non è solo l’atmosfera che accompagna Óscar Drai, protagonista attraverso il quale viviamo la storia, e Marina, conosciuta per caso, lo è anche il profilo dei due personaggi intorno ai quali è costruita la storia: Michail Kolvenik e Eva Irinova.
Sembra una prerogativa di Zafón quella di creare una storia partendo da semplici oggetti. Se ne L’ombra del Vento, Daniel Sempere si trova sulle tracce del misterioso personaggio di Julian Carax per mezzo di un libro, un semplice orologio da taschino porterà Óscar a scavare nel passato di Michail Kolvenik, tracciandone, capitolo dopo capitolo, la storia e le origini di un uomo capace di essere il Frankenstein della situazione, nella Barcellona del 1979.
Riflettendo un po’ sulla storia a libro chiuso, ho trovato incredibile come un semplice uomo, Michail, possa aver condizionato molte vite, prime fra tutte quelle di Eva. Questo personaggio, se non per una breve apparizione finale, è presente solo in spirito. Ma questa notazione la riscontro anche in altri antagonisti targati Zafón, e mi riferisco sempre al Carax dell’ombra del vento.
La parte riguardante il mistero su cui si erge Marina, la storia tragica di Michail ed Eva, si conclude in uno scenario che mi ha ricordato il film Silent Hill: il fuoco che illumina Barcellona e la sua cenere che la inneva all’alba.
Poi ci sono loro, Óscar e Marina, un’amicizia profonda, un amore platonico, lealtà e simpatia. Questi due personaggi sono quello che alcune persone chiamerebbero anime affini, ma per ragioni che vengono svelate alla fine del romanzo e che lasciano quel gusto amarognolo in bocca, sta al lettore cercare il vero significato di questo legame nelle interazioni che Marina ha con Óscar.
Marina si divide tra ironia e commozione, un mix perfetto di emozioni che toccano il lettore, il quale non può far altro che immergersi nella Barcellona stregata di Zafón.
Parlando un po’ della parte tecnica, la lettura è scorrevole ed è tipico della scrittura di Zafón usare periodi brevi. In questo modo, per il lettore risulta immediato focalizzare la scena e le immagini che le frasi brevi evocano nella sua mente. Il ritmo incalzante e in certi punti vi è quella suspanse mista ad inquietudine.
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Un libro straordinario
Avevo già letto ‘’L’ombra del vento’’, il primo mitico e intramontabile contributo letterario di Zafòn. Ma il romanzo di ‘Marina’, mischia in modo profondo ed emozionante la realtà della vita alla mistica fantasia gotica di una Barcellona alla fine degli anni Settanta.
Oscàr, il protagonista, rivela in modo realistico e commovente i suoi stati d’animo e i timori della sua giovane età, ma esprime in maniera tenera e meravigliosa il suo profondo amore per Marina, una ragazza che appare nelle prime pagine, come la pallida figura di un fantasma,quasi facesse parte di un altro mondo. Il mondo misteriosamente gotico dell’altra faccia di Barcellona.
La curiosità di Oscar viene attirata dalla tetra villa di Sarrìa, quasi un luogo dimenticato dal tempo, che sarà seguito da altrettanti posti desolati e pieni di fascino fantasmagorico nel corso della narrazione.
Oscar, è un giovane studente collegiale, ormai orfano, che dopo aver scoperto la gotica villa, riesce a trovare finalmente il calore di una famiglia mai avuta.
Entrando all’interno di quella casa ‘ruba’ un antico orologio con sopra una curiosa iscrizione, e da lì conoscerà veramente la storia di Marina e suo padre Germàn, un bravo pittore, a cui è rimasto soltanto il radioso affetto della figlia.
Ma tutto questo sarà soltanto l’inizio del romanzo, perché esso racchiuderà in sé una storia altrettanto curiosa e inverosimile, ma che proprio per questo cattura la fantasia del lettore.
Ora sarà una vecchia foto a far rinascere l’oscuro passato di un personaggio, Michael Kolvenik, che ha basato la sua vita sulla continua lotta di voler battere il fatidico momento, in cui la morte ci sorprende.
Al contesto del suo impressionante passato fa da sfondo la Spagna Franchista, che alla fine tenterà di denunciare tramite la coraggiosa figura dell’ispettor Flòrian le incongruenze dell’azienda di protesi ortopediche della Velo-Granell, di cui Kolvenik è proprietario.
Ma l’arresto organizzato da Florian, non va a termine, perché i colpi di scena certamente non mancano, visto che i corpi di Kolvenik e sua moglie Eva Irinova, bellissima donna dalla voce straordinaria, verranno trovati carbonizzati nella loro abitazione l’ultimo giorno del 1948.
Ma i fatti che sembrano realmente accaduti sono pervasi dall’apparenza, che nasconde ben altra ombrosa verità.
Bisogna soltanto vivere pagina dopo pagina questo straordinario romanzo, perché la curiosità coinvolge il cuore del lettore nel voler comprendere fino in fondo i validi motivi, che hanno spinto Kolvenik a vivere rintanato, a causa di una particolare e sconosciuta malattia.
Nonostante la vicenda di questo strano personaggio, non dobbiamo scordarci della presenza di Oscàr e Marina, che porteranno alla luce questa misteriosa e sconvolgente verità, attraverso il loro quasi impercettibile, ma profondo legame. Un amore adolescenziale, ma che riscopre attraverso le esperienze di vita di altri personaggi, la maturità di un sentimento adulto, che andrà oltre tutto.
Per Oscàr, come succede spesso nella quotidianità, la conclusione sarà inaspettata e amara, ma il bello di vivere un libro è riconoscere in ogni pagina anche la profonda realtà della vita.
Francesca Ghiribelli
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Oscar, Marina e Barcellona.
Barcellona. Enigmatica, affascinante, bella, complessa. Questa è e non solo è Marina. Un Oscar Drai ormai adulto apre le danze di questo romanzo narrandoci di quella particolare settimana (in cui il tempo sembra dilatarsi a non finire) in cui scomparve e degli avvenimenti che si susseguirono di cui alcuno aveva conoscenza. Nelle pagine del racconto lo studente instaurerà con la giovane un intenso legame che tenderà sempre più a rafforzarsi man mano che i due cercheranno di risolvere il mistero che ruota intorno alla tomba senza nome sulla quale è raffigurata una farfalla nera.
Il romanzo si caratterizza per alcune peculiarità. Se in un primo momento la lettura scorre rapida ed il lettore è incalzato a pieni ritmi dalla narrazione, questa subisce una battuta d’arresto verso la metà dell’opera a causa, a mio modesto giudizio, della saturazione determinata dall’eccessiva mole di personaggi che per quanto la caratterizzino ne rallentano anche la fluidità rendendo complesso per chi legge seguire tutte le trame che si diramano. Colonna portante del libro è Marina stessa. E’ lei l’origine di tutto, colei che spinge Oscar a rischiare e ad agire, è lei la molla che invita il lettore a “visitare” i sotterranei di Barcellona tra arte, mistero, atmosfere spettrali e creature anormali e non identificabili. L’amore, la vita, la morte, la realtà, la fantasia, il dolore sono alcuni dei tanti sentimenti che Zafon ci dedica con questo suo lavoro. Un romanzo che va capito ed apprezzato per quel che è, che può piacere e non piacere, convincere e non convincere. Personalmente invita alla riflessione ma gli manca quel “qualcosa” che lo renda indimenticabile.
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Suggestione, magia e ...
Un fantastico intrigo che non ti lascia fino a che non leggi l'ultima parola. Ho letto questo libro in 2 giorni. Il racconto pur essendo scritto con uno stile molto semplice racconta una storia intrigante, affascinante ed emozionante. Il genio, a parer mio, di Zafon coglie la tua attenzione senza utilizzare dei termini pesanti o aulici, quindi per avventurarsi in una bella storia con poco impegni, decisamente una lettura da riposo!
Questa storia è ambientata a Barcellona, parte del fascino del racconto è l'epoca distante in cui si svolge. Il protagonista, un ragazzo semplice che frequenta un collegio, che conosce Marina, una ragazza bellissima che vive in una grande casa con il padre. Oscar, il ragazzo, si ritroverà immerso in una rete di misteri in un atmosfera suggestiva. La tensione, in alcune pagine, è così forte che ti trasporta parola dopo parola. Il finale lascia senza fiato, ma ovviamente non ve lo svelo!
Il mio pensiero è che questo non sia solo un romanzo per ragazzi, ma anche per un pubblico di adulti. Consiglio vivamente di perdervi in questa lettura che vi lascerà una sensazione dolce amara, tipica dei romanzi di Zafon.
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Spunto per riflessioni profonde
Adesso è ufficiale, Zafòn, è uno scrittore che mi piace molto.
Riesce a dare anima e consistenza alle pagine che scrive, a coinvolgere il lettore nella storia ed a creare in lui una connessione con i personaggi, perlomeno i principali che popolano i suoi libri.
“Marina” come “L’ombra del vento” riesce in questi intenti, la sua lettura è molto piacevole e veloce. Le descrizioni di ambienti e personaggi, dettagliate ma non prolisse sono un piacere per la mente, ci sono pochi scrittori che riescono a farmi entrare nelle realtà che vogliono descrivere come ci sta riuscendo lo scrittore spagnolo.
“Marina” è ambientato nella sua tanto amata Barcellona, e vede come protagonisti Oscàr Drai, ragazzo che studia in un collegio, e la sua nuova amica Marina, bella quanto enigmatica, così come suo padre Germàn. Tra di loro nascerà un legame molto forte che si rafforzerà sempre più mentre cercano di scoprire il mistero che avvolge una tomba senza nome sulla quale è raffigurata una farfalla nera. Si imbatteranno in strane creature ibride tra umano e meccanico, figlie di una mente diventata ormai malata che nasconde una storia a dir poco particolare.
La storia è originale, molto piacevole e intrigante a leggersi. Se posso dire la mia “Marina” è un libro molto più leggero rispetto all’ Ombra Del Vento. Ma forse anche per questo non raggiunge i suoi livelli. Anche in questo libro però non ho potuto non notare che Zafòn è uno scrittore che io definirei un “manipolatore di emozioni”. Tiene il lettore nella sua morsa, ne manipola i sentimenti, con le situazioni che descrive ne guida le emozioni, le speranze riguardo i personaggi e gli eventi, riesce a creare un legame con i protagonisti, una fortissima empatia. Non posso dire che sia una delle trame più appassionanti e belle della mia modesta carriera di lettore, ma devo dire che lo spagnolo si difende bene, ed ha un punto di vista che mi piace molto riguardo all’amore. Ne ha una visione magica, quasi surreale, e senza alcun dubbio nel suo pensiero l’amore domina le persone, gli eventi, il mondo intero. Ma sono i legami descritti tra i personaggi ad essere molto forti, è questo è un aspetto che incute un po' di timore. Perchè? Perchè pare che nella realtà questi sentimenti si stiano un po' perdendo, pare che più la tecnologia vada avanti, più si facciano avanti e progrediscano realtà come i social network, più arriviamo ad essere in contatto con un’infinità di persone ma sempre meno profondamente. Nei tempi descritti nei romanzi di Zafòn, i legami tra le persone, amore o amicizia che siano, erano molto più forti. Questo è triste, perché l’opinione che ho io in merito alle persone che dovrebbero far parte della mia vita è molto rigida: meglio pochi ma buoni. Allora chiediamoci, è questa la direzione giusta da prendere? Secondo me no. Per questo Zafòn, mi stai piacendo, perché mi dai spunti di riflessione, ed è questo che un libro deve fare, non mi stancherò mai di ripeterlo, deve arricchirci e farci crescere. Ed è forse anche questo il motivo per cui le cose piano piano vanno alla deriva, si legge sempre meno, di conseguenza si riflette, e ci si interroga sui problemi sempre più raramente perché mancano gli spunti. Caro Zafòn, di spunti ne dai eccome, per questo meriti solo il mio plauso. Unica nota dolente... la conclusione, che abbassa un pochino il voto finale, ma è un opinione strettamente personale. Non dico altro.
"Il tempo fa al corpo ciò che la stupidità fa all'anima."
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Barcellona con Marina e Carlos Ruiz Zafón
È un libro che ho tanto desiderato leggere e che ho preso tra le mani e abbandonato varie volte.
Finalmente sono arrivata alla fine drammatica di questo libro, denso di emozioni e di vite raccontate e romanzate. Le prime cento pagine hanno una scorrevolezza portentosa, che stimola il lettore ad andare avanti. Poi subisce un rallentamento, causa dei miei numerosi abbandoni.
Oltre ai protagonisti principali (il narratore Oscar e, colei che dà il titolo al romanzo, Marina), vari altri personaggi sono funzionali al racconto. Ad un certo punto, però, diventano davvero troppi e un po’ annoiano e un po’ fanno perdere il filo.
Il romanzo Marina inizia con Oscar, narratore adulto, che decide di raccontare una particolare settimana della sua infanzia, quando avvenne qualcosa di inquietante, ma che lo fece maturare. Lui scomparve dal collegio e nessuno seppe con chi avesse trascorso il suo tempo e cosa gli fosse effettivamente successo.
Da adulto, Oscar decide di raccontare quella settimana (i cui limiti temporali, nella narrazione, si dilatano) e svelare quelle esperienze formative che visse accanto alla sua tanto amata, amica Marina.
Lei è la colonna portante del racconto, la ragazza posta da Oscar su un piedistallo, la ragione che lo spinge ad agire nel pericolo per svelare il mistero che si nasconde nei sotterranei insanguinati di Barcellona, tra i vicoli e i palazzi antichi, nell’arte e nell’architettura. La città stessa diventa uno degli elementi più suggestivi della narrazione. L’atmosfera gotica, spettrale, misteriosa, che avvolge gli eventi, dove compaiono anche esseri deformi, folli, angustiati dal dolore e dalla malattia, è la parte più interessante del romanzo.
Molti sono gli aforismi disseminati fra le pagine e parlano di vita e di morte, di realtà e di immaginazione.
Un romanzo profondo e da leggere.
"A volte le cose più reali succedono nell'immaginazione."
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Nei penetrali di Barcellona
Leggendo questo romanzo, ho avuto conferma di come una città possa essere vissuta in senso soggettivo da chi vi abita o da chi la visita.
Così Barcellona – che per alcuni è la città d’arte del modernismo catalano di Gaudì, per altri è il fulcro della mediterraneità più solare, per altri ancora è centro culturale di incontro e di divertimento (anche calcistico e sportivo!) – per Carlos Ruiz Zafon è un dedalo intricato, misterioso e sorprendente, che nasconde nelle proprie viscere una realtà sommersa che si rivela lentamente se qualcuno vi scava (in senso narrativo più che archeologico).
Il compito di disvelare il fantasioso inconscio di Barcellona viene affidato in questo romanzo a Oscar che, a distanza di anni, racconta una straordinaria vicenda:
"Non sapevo ancora che, prima o poi, l'oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo. Quindici anni più tardi, mi è tornato alla mente quel giorno. Ho visto quel ragazzo girovagare nella bruma della stazione Francia e il nome di Marina si è infiammato di nuovo come una ferita recente.”
I fatti evocati, sospesi tra sogno e realtà, oscillano tra romanticismo gotico e horror e si riferiscono al periodo che va dal settembre 1979 al maggio 1980: quando Oscar era studente quindicenne in un lugubre collegio, dal quale era solito evadere eludendo sorveglianza e regole, per la curiosità di esplorare angoli e interstizi della metropoli spagnola.
In una di queste fughe clandestine, Oscar si lascia ammaliare dalla musica di un grammofono. Ne segue le note e penetra in una casa sconosciuta, dalla quale trafuga la fonte del suono. Poi si pente e decide di tornare a restituire la refurtiva. In quest’occasione conosce l’evanescente Marina e suo padre Germàn Blau, un pittore perduto nel dolore per la morte dell’amatissima moglie. Oscar si sente irretito dal mistero che avvolge la realtà familiare di Marina: quelli che ha conosciuto sono fantasmi o persone reali? E se sono persone reali, da quali fantasmi del passato sono agitati? Di quali segreti inconfessabili sono i metafisici custodi?
“Tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell'anima. Questo è il mio."
Addentrarsi nel mistero di Marina (“Non si capisce niente della vita finché non si comprende la morte...”) significa imbattersi in una donna velata di nero, che ogni giorno visita una tomba anonima nel cimitero di Sarría. E significa imbattersi in uno stuolo di esseri mostruosi, ibridi malformati, spaventosi nell’aspetto ma forse capaci di provare sentimenti.
E se il romanzo fosse tutto un’allegoria? E se dietro a una storia di fantasmi, di morti viventi e di vivi trasognati e letargici si nascondesse la pantomima del mistero esistenziale e del doloroso transito dall’adolescenza alla maturità? Io l’ho sospettato, ma non nascondo che può essere altrettanto divertente leggere il romanzo per quello che è nelle parvenze: un fantasy horror, gotico per le atmosfere e altrettanto gotico – non in senso tecnico - nella sua architettura, lambiccata e fiammeggiante come quella della Sagrada Familia …
Bruno Elpis
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Un romanzo davvero indimenticabile.
Mi sono avvicinato a Zafon leggendo "Le luci di settembre" e coinvolto dallo stile dell'autore sono poi subito corso ad acquistare un altro suo libro, Marina.
Ho scoperto un romanzo davvero meraviglioso.
Un romanzo che di certo non vuole trattare tematiche impegnative nè cercare di rispondere a problematiche complesse, vuole solo intrattenere, emozionare e ci riesce benissimo.
Un intreccio avvincente, a tratti lugubre e misterioso, personaggi ben caratterizzati e una Barcellona superbamente descritta fanno precipitare il lettore in un'altra dimensione.
Bellissimo il personaggio di Marina, etereo e struggente allo stesso tempo.
Lo stile di Zafon scorre via lieve ed efficiace, pagina dopo pagina, fino ad arrivare ad un finale assolutamente commovente.
Dopo aver letto Marina, Zafon è entrato nella mia personale top ten dei migliori autori. Non posso far altro che consigliarlo caldamente.
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Farfalla nera
Quest'autore mi è molto caro, perchè è grazie a un suo libro che io sono ritornata a leggere, dopo un lungo periodo in cui non sono stata bene. Adoro come descrive Barcellona, città stregata, dove il tempo e la memoria, la storia e la finzione si fondono come acquerelli sotto la pioggia. Questo è un libro pieno di mistero, oscurità, leggende, ombre e tenebre, edifici spettrali e la descrizione di luoghi e atmosfere è la parte più bella. Dipingere è scrivere con la luce e Zafòn dipinge Barcellona, città che incanta turisti e nuvole, bella anche nella parte finale, dove un incendio rende il suo cielo smaltato d'argento. L'altro elemento singolare di questo libro è l'atmosfera del ricordo che lo permea, nonchè il fascino che emana la dama in nero.
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TROPPA FANTASIA...
Marina è senza dubbio il libro di Zafon che ho trovato più deludente.Partendo dal presupposto che L'ombra del vento resta un capolavoro e che il gioco dell'angelo ha molti pro e qualche contro,devo ammettere che a parte lo stile(che é comunque quello scorrevole,inconfondibile che è proprio dell'autore)resta poco in questo volume di quello a cui lo scrittore ci ha abituati.Secondo me è un racconto molto fantasioso,anzi troppo direi e anche i personaggi di Marina e di suo padre secondo me sono troppo bizzarri.Insomma chi viveva negli anni 70 ancora a lume di candela?Fino alla metà del libro ero convinta che padre e figlia fossero un'illusione,una proiezione della mente di Oscar.e poi anche la vicenda di Michail Kolvenik non mi ha entusiasmato molto,soprattutto per il finale.Peccato perchè la storia di questo dottor Kolvenik era anche ben costruita,ma l'epilogo è assolutamente deludente.Credo che Zafon avrebbe potuto fare di più,il risultato è secondo me un buon libro dal finale troppo frettoloso,che lo rende più un libro per ragazzi,nemmeno lontanamente paragonabile all'ombra del vento.Mi sento tuttavia di consigliare questa lettura a chi desidera qualcosa di poco impegnativo,o a chi non conoscesse ancora Carlos Ruiz Zafon.
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- sì
- no
Zafon sa fare di meglio...
Consiglio questo libro semplicemente perchè merita di essere letto e analizzato.
Lo stile è senza dubbio quello di Zafon, quindi piacevole e di facile lettura.
Tuttavia ho riscontrato una trama spoglia, senza uno scheletro forte, il che mi ha fatto più volte pensare che questo libro sia stato scritto più con l'emotività che con la testa.
Come dice Zafon stesso questa è l'opera che sente più vicina e quella che preferisce, e forse proprio per questo ha badato più alla forma e all'emozione che al contenuto.
Ambientato nella Barcellona degli anni '70.
Questo libro è stato scritto prima de "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo".
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marina...
Marina...
un titolo che già di per sé lascia intravedere un qualcosa di diverso all'interno della comune logica zafoniana. come l'autore stesso dichiara, è questo il romanzo che sente più legato a lui e questo lo si intuisce dalla piega molto più sentimentale ed emotiva che assume la trama rispetto alle altre sue opere. indubbiamente, questa è tra le più scarne, se così si può dire. sembra quasi che Carlos voglia lasciare al lettore il retrogusto amarognolo che induce il giovane protagonista a maturare un po' più in fretta, grazie a o a causa dell'esperienza vissuta nel romanzo.
vengono meno in tal modo le sue famosissime e dettagliate descrizioni fiammeggianti, l'euforia del dettaglio e il suo tipico "faro" puntato sulla vita,sulla personalità e sull'habitat del protagonista.
risulta quindi una storia più scorrevole, più sentita e spesso commovente, ma meno ricca del solito.
bè..ad esser sinceri, il brivido di Carlos lo si percepisce comunque, ma in forma diversa!;)
ps: i fedeli zafonisti non potranno sottrarsi dal leggere l'opera preferita del loro beniamino!
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Per ragazzi ma con stile, lo stile Zafon
Ho trovato Marina un buon libro, a tratti divertente, e commovente,
costantemente avvolto in una aurea di mistero e malinconia, così come la Barcellona descritta da Oscar protagonista un po opaco.
Presenta alcune lacune nella narrazione, soprattuto nella caratterizzazione dei due protagonisti: che a mio avviso non sono stati approfonditi abbastanza e qui si poteva fare molto meglio a mio parere.
L'autore dimostra come stia gia mettendo appunto la ricetta vincente che nel ombra del vento emerge prepotentemente.
Il protagonista, così come in altri suoi romanzi, inzia un indagine che lo porterà a visitare luoghi e persone, a vivere ricordi di altri attraversando, tramite i racconti delle persone che incontrerà un passato non troppo remoto ricco di misteri, trovandosi quasi involontariamente al centro di un intrigo al limite del poliziesco con toni cupi e tenebrosi.
Il libro è scritto bene i capitoli brevi e lineari, un romanzo facile da seguire dove non mi sono annoiato in prolisse piegazioni tediose, e quindi i difetti di inesperienza dello scrittore non emergeranno mai in modo evidente, ogni pagina conteneva un indizio o un avvenimento, che mi ha spinto in modo inesorabile sino alla fine di questo libro che mi ha lasciato con un po di amaro in bocca non per la qualità ma per la scelta del autore.
Conclusione
Marina, merita a pieno titolo l'etichetta di letterature per ragazzi, ma valutandolo nel contesto del genere, allora dico un gran libro per ragazzi, godibilissimo anche dagli adulti in cerca di qualcosa di poco impegnativo ma con stile.
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NON SODDISFACENTE...
Un libro sicuramente diverso dall'Ombra dell'Angelo (anzi speravo in un suo continuo, ma ahimè non è questo il libro)....L'ho trovato interessante, ma a metà del libro ho cominciato a pensare:"Troppo fantasioso, troppo di troppo..."Trovo una certa esagerazione nella trama, anche se l'idea è buona!Non mi ha coinvolto più di tanto, l'ho finito di leggere per curiosità. Arrivati a metà libro, se è mediocre, cerco sempre di continuare a leggere e sperare che mi possa piacere.
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E la misteriosa farfalla nera.
Lo ribadisce Marina più volte:
"Ricordiamo veramente quello che non è mai accaduto."
Questo libro avvicente, misterioso e seducente è il perfetto compromesso tra razionalità e irrazionalità, tra realtà e sogno, tra un presente fatto di amicizie, amori e partite a scacchi e un passato cubo, nascosto e putrefatto.
Per questo bisogna dare meriti a Zafón, pochi scrittori trasportano, come lui, sulle linee di confine. Solo quando arrivi li, decidi veramente da che parte stare, o ti butti nelle sue storie e ti fai coivolgere completamente, o le dimentichi perchè "non sono mai accadute" e sfiorano il surreale...
Come per i precedenti romanzi la descrizione dei luoghi è intensa e dettagliata, Zafón ci regala un'istantanea di Barcellona alla fine degli anni 70 e ti fa amare soprattutte le sue zone d'ombra.
"Era la fine degli anni ’70 Barcellona era un’illusione di vicoli e viali in cui si poteva viaggiare a ritroso nel tempo oltrepassando la soglia di una portineria o di un caffè. Il tempo e la memoria, la storia e la finzione, si fondevano in quella città stregata come acquarelli sotto la pioggia”.
Un romanzo godibile, una lettura veloce e ininterrotta, dallo stile enfatico, a volte ampolloso, un romanzo d’evasione, ma mai banale: e forse, di questi tempi, non è poco...
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Marina... tra tenebre e ricordi
Marina si colloca sulla stessa linea d'onda de L'ombra del vento, Zafon è uno scrittore coerente nel proprio stile, nelle ambientazioni e nel tipo di storie raccontate. Il romanzo è antecedente al suo successo editoriale, più breve e con una trama più semplice, meno intrecciata. L'effetto sorpresa per me è stato non quello strettamente dato dal risvolto avventuroso e noir del racconto, ma dal tipo di conclusione. Oscar, il protagonista, esordisce con il riferimento ad una settimana di vuoto, di totale allontanamento dalla quotidianità che non spiega a nessuno se non a se stesso dopo quindici anni, in un lungo flashback. I capitoli finali riguardano una conclusione inaspettata, forse un pò fuori tono rispetto al complesso del romanzo.
Zafon mi piace molto, mi coinvolge. La sua Barcellona è ricca di sfaccettature inedite, è bella ma tenebrosa al contempo, è affascinante, moderna quanto antica, in una parola: da visitare anch'essa.
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MARINA
E’ veramente difficile collocare questo libro in un solo genere; direi che è molto di più!! Lo stile di Zafòn è inconfondibile, grazie alla sua capacità di fondere l’amore con il mistero. La lettura è molto scorrevole, anche se la storia è abbastanza intricata, si riesce a “divorare” il libro in pochissimo tempo. L’ambientazione e i personaggi con questo “profumo di mistero” sono particolarmente coinvolgenti (d'altronde anche la scelta della copertina ne è un esempio) e proietta il lettore in una situazione quasi irreale e fiabesca. Grazie a tutto questo si riesce ad accettare anche un finale forse un pò troppo da film horror/fantascientifico, preparato però molto bene da Zafòn nella seconda parte del libro, lasciando anche un filo di tristezza e commozione.
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Qualcosa che non ti aspetti...
-Autore: Carlos Ruiz Zafòn
-Titolo: Marina
-Editore: Mondadori
-Riassunto della vicenda:Il personaggio principale della trama è Oscar Drai, un giovane ragazzo che si trova costretto a studiare presso un collegio di Barcellona; il racconto si svolge alla fine degli anni Settanta.
All'interno del colleggio il protagonista risente della privazione di libertà che lo sovrasta proprio per questo motivo il più delle volte sente il bisogno di sfogarsi, recandosi fuori dalla struttura per scoprire la storia e i segreti di Barcellona.
In una delle sue uscite, il protagonista, si imbatterà nella scoperta di una misteriosa villa, abitata.
Proprietari dell'abitazione sono Marina, giovane ragazza e il padre, Germàn, personaggi entrambi abbastanza particolari.
La vita di Oscar si intreccerà con quella degli altri due protagonisti, questo porterà il giovane a staccaresi dalla precedente vita per dar origine ad una nuova, lontano dal collegio.
Il mistero e i segreti spingeranno il protagonista a nuove avventure e tutto questo lo porteranno alla fine della propria adolescenza.
Considerazioni personali:
Non può certamente essere paragonato a "L'ombra del Vento" però è l'unica altra opera di Zafon che può "tenergli testa".
Come tutti i libri di Zafon, ricco di mistero, storie intrecciate, colpi di scena che non ti aspetti però deludente nella parte finale; inizialmente, la voglia irrefrenabile di conoscere il seguito ma la conclusione poco interessante rispetto alla parte iniziale.
Certamente però è un libro che deve essere letto, soprattutto per conoscere lo stile di Zafon ma soprattutto per essere catturati dalle sue trame, piene di mistero.
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Marina
E' un racconto mistery-fantastico che si fa divorare in un batter d'occhio, tant'è coinvolgente e pieno di suspence; riesce ad entusiasmare il lettore fino alla fine con i vari eventi pieni di peripezie, e allo stesso tempo vagamente grotteschi.
E' una sorta di favola nera relegata nel mondo reale, in una Barcellona tetra e insidiosa, con protagonisti un pò casuali, un pò predestinati in grado di accompagnarti e farti emozionare fin l'ultima pagina.
Ben delineati i caratteri dei personaggi e ottime le descrizioni degli ambienti e degli eventi; la lettura è scorrevole e comprensibile, mai pesante o banale.
Nonostante questo, mi ha lasciata un pò insoddisfatta. Si poteva fare qualcosa di più
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I segreti chiusi nella soffitta dell'anima
Zafon questa volta ci propone un romanzo piacevole ed emozionante , che io vedo come una sorta di laboratorio in cui egli affina le sue potenzialità , che troveranno piena espressione nei suoi romanzi futuri.
Attraenti le descrizioni di una Barcellona gotica e decadente nelle cui vie si snodano le vicende di Oscar e Marina due ragazzini che , coinvolti in situazioni inquietanti, scopriranno di amarsi. Ma il destino deciderà in maniera diversa per loro... e Oscar si ritroverà a ricordare solo quello "che non è mai accaduto". La storia prende una piega irrazionale che porta alla creazione di un personaggio (quello cattivo) non proprio aderente alla realtà, ma il genere di zafon è anche questo: un genere con spunti gotici fantasiosi e un po’ fantascientifici ; e questa volta si aggiunge anche un tocco di straziante desolazione per il tragico epilogo del rapporto tra i due protagonisti.
L'autore si conferma un ottimo narratore , con uno stile coinvolgente, vivace ed elegante.
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Da leggere fino in fondo...
è diverso...in questo libro non si trovano il numero illimitato di analogie che trovavamo fra "Il gioco dell'angelo" e " L'ombra del vento"
Inizialmente la trama non mi ha preso molto andando avanti però all'incirca da età del libro non sono più riuscita a staccarmi quindi l'unico consiglio che vi posso dare è: se anche all'inizio non riuscite ad entrare nella trama del libro provate a continuarlo perchè potrebbe sorprendervi.
i personaggi sono meno belli rispetto a quelli degli altri libri ma non sono comunque da buttar via...
Finale tragico...
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Marina&Oscar
Amo molto Zafón e ammetto che il mio parere su di lui non è molto obiettivo. Fatta questa doverosa premessa, Marina è stato il suo terzo romanzo che ho letto e non mi ha affatto deluso.
Non è ai livelli (a mio avviso irraggiungibili) de “L’ombra del vento”, ma la storia riesce a prenderti, a trasportarti nelle buie stanze di questa magica casa, a farti assaporare la nebbia che avvolge le tetre mattine di una Barcellona fiabesca, a farti provare paura e sgomento, a renderti complice di Oscar e Marina e partecipe dei loro sentimenti, a farti sognare un’avventura che solo da adolescenti si è in grado di vivere appieno.
Se pensiamo che è stato scritto prima dei più celebrati “L’ombra del vento” e “Il gioco dell’angelo”, non deve stupire la minore attenzione all’intrigo e alla definizione dei personaggi. Va forse visto come una sorta di laboratorio in cui Zafón ha affinato il proprio stile, che comunque resta di una fluidità e di una forza descrittiva davvero invidiabile.
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misterioso e intrigante
zafon non si smentisce e mantiene il suo amore per i misteri oscuri. il giovane oscar, come daniel e martin negli altri romanzi, si trova suo malgrado ad affrontare morte, amore,mistero in un incubo a occhi aperti dal quale uscirà solo grazie alll'enigmatica marina. lo stile ,essendo stato scritto prima dell'ombra del vento, è un pò meno maturo ma sempre inconfondibile,ma la storia rimane godibilissima.da leggere.
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personaggi cupi, ma affascinanti
Questo è stato il mio primo libro di Zafon, e devo dire che l'ho apprezzato parecchio, tanto che l'ho letto in soli due giorni; in poche parole l'ho divorato. I personaggi sono cupi, e si muovono silenziosamente in una Barcellona altrettanto cupa e misteriosa, stavolta un palcoscenico ideale per ambientare una storia del genere. Zafon, con la su scrittura scorrevole e concreta, riesce a far breccia nell'anima sensibile del lettore, calandolo pienamente nelle atmosfere di quello che vuole raccontare. Anche se i personaggi non sembrano così veri, il libro viene letto volentieri per l'unicità della loro natura, ed il modo che hanno per esprimere le loro sensazioni. Inoltre, sono rimasto particolarmente colpito per come l'autore descrive le camminate di Oscar per le vie della città, che, a questo punto, le fa eco con il suo silenzio, un linguaggio questo assai riuscito per una Barcellona vivissima e caotica. Non ho apprezzato, invece, l'impostazione delle pagine, con le parole grandi e i paragrafi larghi... ma questa è un'altra cosa.
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L'anima nera di Barcellona
Nonostante tutte le critiche che ho letto su di lui, non si può dire che Zafon non scriva bene. Sa trascinare il lettore con le sue parole, trasportandolo in una Barcellona cupa e inquietante, piena di insidie e pericoli.
Se qualcosa manca in “Marina” è quel quid che trasforma una storia avvincente in una storia bella e che regala qualcosa al lettore. La storia scorre via come acqua fresca, appassionando senza coinvolgere, senza nessuna indagine psicologica dei personaggi. Non si riesce ad amarli, a dargli uno spessore umano: sono figurine.
Certo, Barcellona si staglia dietro di loro imponente e viva, vero personaggio del romanzo. Ma è tutto.
Inoltre se c'è una cosa che odio è l'idea dei libri "spessi" come questi, scritti in caratteri giganti per aumentare il volume delle pagine e giustificare il costo esoso. Può una edizione economica costare € 13????
Ed il bello è che sapevo a cosa andavo incontro, ma il libro l’ho comprato lo stesso. Perché, alla fine, Zafon è una droga ed una possibilità sembra impossibile negargliela.
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Una misteriosa farfalla nera...
Ho macinato la lettura di questo libro in 4 giorni...
Ne ho ricavato un'emozione fortissima come raramente mi capita quando leggo, perchè nonostante le opinioni positive ho quasi sempre qualcosa da ridire sul libro...
In questo caso non è così...questa lettura mi ha affascinato e preso sin dalle prime pagine...
E' la storia di uno studente di un collegio di Barcellona e si svolge negli anni '70...
Oscar ci descrive all'inizio del libro il suo collegio, buio con i corridoi oscurati e un qualcosa di sinistro....
Ma forse è solo la sua fantasia...
In una Barcellona magica e carica di misteri arcani e pericolosi, Oscar conosce Marina, una ragazzina della sua età figlia di uno stravagante pittore che vive in una villa antica...e nella quale il tempo pare essersi fermato...
Echi di lontani misteri...si mescolano all'amore che nascerà nel cuore di Oscar per Marina...un amore che ha una durata breve,
quella di una stagione...e nel frattempo Oscar sarà diventato adulto...in modo lento e doloroso..
Le farfalle si sa hanno un'esistenza fulminea, quasi come un rintocco di una campana...la loro vita è un soffio...
E la farfalla nera è il simbolo del serial killer, che alla fine del libro svelerà tutti gli arcani...
Stupendo, incredibile, imprevedibile, mi ha lasciata con un po'd'amaro in bocca per la commozione...
Consigliato.
Bravo Zafon.
Saluti.
Ginseng666
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Marina
Marina.... bellissimo romanzo, molto particolareggiato ed arricchito da straordinarie gotiche e misteriose descrizioni che trasformano quasi il libro in un vero e proprio scenario. Storia molto varia che passa dal mistero al fantastico fino ad arrivare ad una sorta di drammatico. Il finale non è per niente scontato e se potessi lo farei finire un po' diversamente in quanto amo le storie a lieto fine. Lo scrittore ha dato nuovamente dimostrazione del suo grande talento. A dir la verità lo preferisco all'Ombra del vento. Leggetelo.
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Intrigo e amore
Come al solito Zafon non ci delude.
Libro molto intrigrante dalla trama astuta,
Narrazione pacata ed elegante ma non noiosa.
La struttura letteraria è ben articolata e avvincene, mitigata da una dolce storia d' amore con un non troppo inaspettato colpo di scena finale.
Buona Lettura
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marina
Deludente rispetto all'ombra del vento (bellissimo) e al gioco dell'angelo. Se devo fare una classifica lo metterei al 3° posto tra i libri di Zafon e preferirei leggerlo per primo, come del resto è stato scritto. Ho trovato una crescita tra Marina e l'ombra del vento(a favore chiaramente di quest'ultimo) non nello stile quanto nel contenuto e nel coinvolgimento del lettore. Mi auguro di poter ritrovare un pò dell'ombra del vento nel prossimo libro di Zafon che verrà pubblicato solo in estate.
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Marina
Ho trovato il libro molto piacevole e coinvolgente nonostante la storia di fantasia raccontata non corrisponda al mio gusto personale. La vicenda surreale è però compensata dalle descrizioni molto realistiche di Barcellona e dallo sviluppo dell'amicizia e della storia tra i protagonisti. credo infatti che la forza di Zafòn stia anche nel sapere descrivere le emozioni dei personaggi in modo appassionato e davvero coinvolgente.
Tra Marina e l'Ombra del vento, però, trovo decisamente migliore il secondo.
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Peccato
Mi dissocio da tutti quelli che hanno scritto prima di me.
A me non è piaciuto.
Poteva stupirci con qualcosa di memorabile, sviluppando un'idea che di per sè è abbastanza originale, ma che qui sembra non aver voglia di concretizzare.
Mi sembra un esercizio di stile su un copione già annusato e assaggiato nei primi due romanzi.
Se si prende un paragrafo a caso da uno dei suoi tre libri, chi saprebbe dire da quale dei tre proviene?
Un po' tutto uguale.
Peccato...
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marina
Ho letto questo libro dopo aver letto in ordine, l'ombra del vento e il gioco dell'angelo..e forse era il libro invece da leggere per primo.
si perchè alla fine devo dire che avendo letto gli altri due mi ha lasciata un pò delusa..ho letto che è il libro preferito dall'autore stesso ma io non sono d'accordo.
Ho ritrovato gli stessi luoghi e sensazioni della Barcellona di Zafòn ma la storia in sè stessa mi ha lasciata un pò perplessa..secondo me troppo surreale, anche dalla fine mi aspettavo qualcosa di diverso.
Bello comunque.
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Da leggere con occhi svegli...
Per chi, come me, ha vissuto in quel periodo a Barcellona è un piacere leggere e risentire suoni, odori e colori di quella città così magica e contemporaneamente tragica e difficile... La dolcezza ed il candore di un amore di gioventù e la tragedia che vi si consuma colpiscono diretti al cuore come le vicende che si susseguono collegate sempre tra loro in modo che sembrano ti chiedano di proseguire la lettura senza smettere. è questa forse la più grande capacità dell'autore: costringerti ad andare avanti! Non è una costrizione vera, ma un piacere che ti prende. Io credo che ci sia molto di autobiografico anche se la storia va ovviamente nell'irreale puro, ma se si legge bene anche la prefazione si capisce che una Marina, in qualche modo, Ruiz Zafon l'ha conosciuta davvero e questo supera la mera critica letteraria... sembra che il libro sia davero un atto dovuto, una promessa mantenuta... ed è questo che mi piace di più e che mi ha profondamente commosso.
Non leggo spesso romanzi, e questo l'ho letto sulla scia dell'Ombra del Vento: mi è piacuto davvero! Il voto 4 per il contenuto è legato alla troppa irrealtà della storia che vivono i due ragazzi nelle loro "indagini", tuttavia la storia che vivono loro meriterebbe un voto ben superiore alla scala perché poi la promessa viene mantenuta...
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Marina di Carlos Ruiz Zafòn
Carlos Ruiz Zafòn ha scritto questo romanzo anticipando quelli che sarebbero stati i topos comuni agli altri due grandi scritti di successo: “L’ombra del vento” e “Il gioco dell’angelo”: la Barcellona, gotica, ammantata dal mistero del suo passato, le atmosfere magiche, gli intrighi che creano aspettative nel lettore. Certo aver letto Marina, dopo i due precedenti, il romanzo se ne svantaggia perché abituati al tipico linguaggio avvolto di enigma e sorpresa, perde tanto della sua autenticità. Sembra tutto già letto e conosciuto prima, si anticipano le mosse investigative ed espressive dell’autore, la risultanza è una tiepida piacevolezza scevra di quel sentimento di trepidazione e sospensione dell’Ombra del vento, in particolare. Trait d’union dei tre romanzi è un protagonista, ragazzo impelagato in storie più grandi di lui, con lo stesso amore per la bellezza, la conoscenza e una sorta d’ingenuità d’animo in contrasto netto con i fatti in cui è coinvolto. Si tratta di Oscar Drai, un giovane trentenne che rievoca un periodo della sua vita quando studente quindicenne studiava al collegio di Vallvidrera a Barcellona. “Era la fine degli anni ’70 Barcellona era un’illusione di vicoli e viali in cui si poteva viaggiare a ritroso nel tempo oltrepassando la soglia di una portineria o di un caffè. Il tempo e la memoria, la storia e la finzione, si fondevano in quella città stregata come acquarelli sotto la pioggia”. Fu lì…così l’incipit del romanzo. Conoscere una giovane ed enigmatica fanciulla d’altri tempi come Marina, dalla bellezza incorporea e delicata, portatrice di un dolore nascosto, suo padre, il pittore German e la defunta e rimpianta moglie Kirsten sconvolgerà la sua vita; sarà un percorso di maturazione e di passaggio verso l’età adulta. Il mistero della scomparsa di Kolvenik, di sua moglie Eva e di altri oscuri personaggi connotati da una forte carica fiabesca e surrealistica contornano tutta la vicenda. Siamo nei meandri di una città che nasconde nel suo ventre segreti di un passato mitizzato. Le figure così ammantate di misteriosa aura fluttuano sospese ed evanescenti nella mente del giovane Oscar e la realtà è un sogno ad occhi aperti. Le antinomie tra realtà e immaginazione, tra amore e odio, tra bellezza ed orrore sono i tratti distintivi della materia narrativa di Zafon, le similitudini enfatiche percorse da un senso lugubre e sepolcrale, il fascino per l’ignoto e, spesso, il dolore della scoperta di ciò che non vorremmo. Segni del destino ricorrenti trascinano i personaggi verso confini inconoscibili.
Qua e là Zafòn fa dire ai suoi personaggi frasi di saggezza come perle “rare” tipo: “Dipingere è scrivere con la luce. Innanzitutto devi imparare il suo alfabeto; poi la sua grammatica. Solo allora potrai avere stile e magia”. “La bellezza è un soffio rispetto al vento della realtà”. “Se la gente pensasse un quarto di quanto parla, questo mondo sarebbe il paradiso”. “La verità non si trova, è lei che trova noi . “Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto perchè le cose reali succedono solo nell’immaginazione”. Queste trame, così coinvolgenti, ricordano certi romanzi ottocenteschi ricchi di colpi di scena che si prestano a traduzioni filmiche, perché Zafon sa rendere visive le descrizioni che scrive come sequenze cinematografiche. Sembra di essere dentro il film mentre si legge... quella polvere nebulosa che si posa su palazzi e cose abbandonati dall’incuria del tempo, quei silenzi sinistri rotti da impercettibili rumori di sottofondo e creature che emergono dal nulla e al nulla ritornano. Zafòn rispolvera il passato e ce lo presenta trasfigurato dalla memoria e in una commistione di fantasia e vero. Un romanzo godibile, da lettura veloce e ininterrotta, dallo stile ampolloso e, a volte, stucchevole, un puro romanzo d’evasione: e forse, non è poco.
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un racconto gotico e sovrannaturale
come nell'ombra dl vento, zafon costruisce un racconto potente e ammaliante, anche se con un intreccio più semplice. meno criptico del gioco dell'angelo, ma pervaso anch'esso da un'aura nera con sprazzi di assoluta purezza rappresentati da marina, creatura impalpabile amata dal protagonista oscar. una lettura ipnotica, un racconto nero, antecedente all'ombra del vento, che ne annuncia la grandezza.
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Marina
Bello, bellino davvero. Me lo sono letto tutto d'un fiato, però devo dire che rispetto ai due libri successivi di Zafon si nota che questo è stato scritto in precedenza, e che aveva ancora molto da imparare. Trama più semplice e meno elaborata di quelle intricate dei più recenti. Però bella la storia di fondo tra Marina e Oscar, commovente e intrisa di purezza e innocenza dalla prima all'ultima pagina. E poi Zafon scrive così bene! Piacevolissime e reali le descrizioni dei luoghi, degli odori, dei suoni, sembra quasi di essere lì. Bello, uno di quei libri in cui si saltano le righe di troppo tanta è la foga di sapere cosa succederà ora.
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Il Gioco dell'Angelo
Un altro successo!
Ormai credo che sia rinomata la stima che provo verso questo scrittore; Ogni suo libro che scrive mi colpisce, e questo di sicuro non è stato da meno. E' stato un piacere scorrere tra le pagine dell'avventura di Oscàr e Marina, sotto l'immagine un po' bislacca di Germàn, e la pazzia di Michail Kolvenik. Se ho messo 4 di contenuto invece di 5, è perchè rispetto ai due libri precedenti (anche se in Spagna sarebbero successivi) ho trovato un po' meno intrighi nella trama, o almeno quelli che c'erano si potevano scovare con un po' di immaginazione.
Ma chi sono io per giudicare male un libro che mi è piaciuto?
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Marina
Premessa doverosa: anzitutto questo romanzo precede per data di composizione i suoi due,famosissimi predecessori cronologici.
In secondo luogo lancio una provocazione: nessuno si è mai fatto passare per la testa che potrebbe essere un grave errore paragonare costantemente ogni libro di Zafon al suo predecessore per antonomasia? Un CAPOLAVORO non è definibile tale in quanto "esemplare fuori da qualsiasi dimensione dell'ordinario"?
Aver letto "l'ombra del vento" significa, per i più, essersi confrontati con un mondo a cui ci si poteva considerare totalmente estranei. Non si dimentichi quindi che quella magia, quella sorpresa,quella tensione sentimentale potrà essere considerata eguagliabile solo ed esclusivamente in un'altra vita! Ed in più, quanti di noi sarebbero veramente contenti nel vedere come un nuovo romanzo prenda il posto di quello che in quei giorni, a causa magari di una particolarissima ed unica condizione esistenziale, ha saputo rubarci il cuore ed il tempo con il tocco più delicato che avremmo potuto immaginare?
Venendo a "Marina"... L'ultimo arrivato sulla piazza è un gran bel libro, una di quelle letture che tante vole bramiamo e poche volte riusciamo ad ottenere.
Lo stile è quello che gli appassionati hanno atteso con fare quasi libidinoso, la Barcellona che anche i neonati hanno imparato ad idolatrare è ancora lì; questa volta più nuova, più votata al progresso, più rarefatta e asfittica ma non per questo meno densa di segreti occultati ad arte da una mente che sa essere leggera ed agile almeno quanto la penna che le da voce.
Ancora un ragazzo,ancora una amica/sorella/potenziale amante, ancora un mistero,uno di quelli che sono tanto reali e concreti quanto mostruosi.
Il mio consiglio va soprattutto a chi,in fondo, non ha apprezzato l'eccessiva teoresi de "il gioco dell'angelo", reputandola una lettura che, sebbene si sia rivelata piacevole nei fatti, non ha saputo dissetare chi pretendeva(forse a torto, ma giutificatamente!)una nuova pietra miliare.
Immergetevi in questa nuova avventura, assaporatene le tinte più fosche che mai, lasciate che l'irresistibile marciume insito nelle sue pagine si incolli ai vostri vestiti e alla vostra fantasia... E mi raccomando, solo per una volta, niente confronti... Solo amore per la lettura.
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Il fantastico mondo di Zafòn
Oramai è una certezza. I personaggi dei libri di questo autore non si dimenticano mai più.
Questo libro, appena uscito qui in Italia, ma scritto nel 1997, contiene tutti gli elementi ed i meccanismi narrativi poi sviluppati e perfezionati ne "L'ombra del vento", indiscusso capolavoro di Zafòn.
Al di la della vicenda misteriosa, ai confini tra horror e fantastico, ai colpi di scena ed alle ambientazioni suggestive di una Barcellona mai così gotica e tenebrosamente affascinante, ci sono i personaggi indimenticabili. Personaggi che attraverso il loro passato, i loro sogni infranti e che, sempre e solo per amore, affrontano prove e sofferenze sconvolgenti.
Marina ed Oscar, Germàn e Kirsten, Kolvenik ed Eva sono coppie legate tra loro da un amore immenso, perfetto, principale fonte di vita. Le loro speranze, i loro progetti dovranno però scontrarsi con un mondo ostile, con un destino implacabile e con la malvagità degli uomini.
Questo produce un vissuto, un passato ed un futuro per ogni singolo personaggio di questo romanzo che li rende assolutamente indimenticabili per il lettore, che non può evitare di commuoversi per il loro destino.
Il valore dei ricordi e dei sentimenti per le persone amate, "custoditi a chiave nella soffitta dell'anima", permette di ritrovare in noi quelle emozioni che Zafòn ci suggerisce attraverso le storie dei suoi stupendi personaggi, creando un'empatia tra ricordi e vissuto dei personaggi e del lettore.
Uno stile veramente unico ed una capacità assolutamente travolgente di creare storie, personaggi ed ambientazioni che trasportano sempre il lettore "dentro" il romanzo.
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un tuffo "in" Barcellona
Che piacere immergersi nelle atmosfere della Barcellona descritta da Ruiz Zafon, credo che la capitale spagnola non potesse ambire ad un "promoter" migliore di lui!! In ogni romanzo dipinge i mille colori della città con amore e trasporto, tanto che leggendo sembra di vederli il grigio degli edifici gotici, il rosso di alcuni tramonti, il nero di viuzze luccicanti di pioggia e la fumosa cortina di nebbia che avvolge il tutto... Le atmosfere che si respirano sono senz' altro la cosa che mi piace di più nei libri di quest' autore, ma non di meno valgono la lettura l' empatia che si prova sempre con i protagonisti, le storie di amori impossibili e incredibilmente romantici e i legami di amicizia o odio, saldi come il ferro... Questo e molto altro, nei precedenti libri come in questo, non nuovo ma appena sbarcato qui da noi... Assolutamente consigliato!!
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Prove generali di capolavoro
Questo libro è stato scritto da Zafon prima ancora dell'Ombra del Vento.
A prima vista potrebbe sembrare la solita furbata delle case editrici che, quando un autore va per la maggiore, pubblicano tutto quanto ha scritto dall'adolescenza in poi indipendentemente dal valore letterario...
In realtà qui troviamo già sviluppati alcuni temi cari a Zafon e che ritroveremo nella dimensione del capolavoro nell'Ombra del vento: Barcellona e le sue case misteriose segnate più dalla vita e dal destino di chi ci ha abitato che dal tempo, l'amicizia , la solitudine , la fine dell'adolescenza , il valore immenso dei ricordi.
L'introduzione della trama è abbozzata sul sito, la storia scorre leggera ed appassionante fino ad un finale drammatico e commovente che segnerà per il protagonista la fine dell'adolescenza e dei sogni che questa porta con se.
L'autore lo introduce come il libro preferito tra quelli che ha scritto per un motivo indefinito, allo stesso modo posso dire che mi è piaciuto molto pur senza il fascino dell'ombra del vento o la metafisicità del gioco dell'angelo...comunque la penna di Zafon è di quelle di alto livello!
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