L'eleganza del riccio L'eleganza del riccio Hot

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Little_Dolly Opinione inserita da Little_Dolly    07 Dicembre, 2010
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Io lo amo

Commovente...In una sola parola...Spettacolare...
Una trama che è un tocco di acquerello...delicata, leggera ma piena di sfumature...con un finale inaspettato...
Le protagoniste si fanno amare e le descrizioni accurate ci trasferiscono veramente per qualche ora nello stabile di Rue De Grenelle...
L'unico capitolo che non ho apprezzato molto è quello che parla della fenomenologia...probabilmente chi conosce l'argomento è in grado di capirlo e di conseguenza apprezzarlo...

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L'ombra del vento
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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    20 Ottobre, 2010
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Très chic!

Questo libro è un bon bon: dolce, a tratti gustoso, a tratti stucchevole.
Le vicende della portinaia Renée, della ragazzina aspirante suicida Paloma e di monsieur Ozu, pagina dopo pagina, calano delicate nella mente e nel cuore.
Sicuramente i capitoli iniziali possono rivelarsi ostici ed artificiosi, soprattutto per chi è a digiuno totale da filosofia contemporanea, ermeneutica e quant'altro di affine. Naturalmente io li ho adorati! come ho adorato il personaggio di Renée: a volte mi sono sentita anch'io un po' una Renée nella mia vita e conosco persone del tutto simili a lei, quindi non lo trovo un personaggio così distante dalla realtà come è stato detto in molte recensioni che precedono questa mia. Il contrasto tra il suo aspetto, l'immagine che dà di sé e la sua interiorità è offerto dall'autrice in modo magistrale e a tratti davvero divertente! Soprattutto, il cambiamento che avviene in Renée all'incontro con Ozu, la rende sempre più umana e dolcemente fragile.
Quello di Paloma invece è sicuramente un personaggio sopra le righe, ma credo che nell'economia del romanzo calzi piuttosto bene: è una ragazzina "avanti", non solo perché è un genietto, ma anche nel modo di pensare e nell'età.. Le due amiche, quando sono insieme, sono insuperabili, e grande è lo stile della Barbery nel rendere così bene e così fortemente carico d'emozioni un rapporto che si sviluppa in poche pagine. Monsieur Ozu, naturalmente è un uomo delizioso e non lo si può non apprezzare, con la sua finezza, la sua saggezza e la sua elegante spontaneità.
Questo romanzo mi ha lasciato una quantità di belle emozioni che, se ci penso, mi rendono ancor più felice di averlo letto. Un ringraziamento particolare alla persona, carissima, che me lo ha donato. :*

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silviettapz Opinione inserita da silviettapz    29 Settembre, 2010
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l'eleganza del riccio

Sono d'accordo con chi dice che tanta pubblicità questo libro non la meritava. Personalmente l'ho trovato un po' noioso. Sembra di leggere un trattato di filosofia, in cui si deve dedicare la massima attenzione ad ogni frase, per non perdere il significato profondo di ogni riflessione delle protagoniste. Resta il fatto che alcuni passaggi colpiscono molto e fanno riflettere su ciò che ci circonda.
Le vicende vissute da Reneè e Paloma al di fuori delle riflessioni personali, secondo me, state molto, molto trascurate.

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fumaseidue Opinione inserita da fumaseidue    02 Settembre, 2010
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iniziamo dal finale

(Da leggere solo dopo lettura del romanzo)
(RIPETO: da leggere solo dopo lettura del romanzo, perchè svelo il finale, subito, all'inizio!)
(Ohhh... io ti ho avvisato, poi fai quello che ti pare)

“Possiamo essere amici, e tutto quello che vogliamo” … E così, persa in questa frase, il goffo riccio attraversa con la testa per aria, e muore spiaccicato sulla strada, senza alcuna eleganza.

Chissà se l’autore ha trovato il finale pensando alla triste fine di quei poveri ricci che escono dal letargo invernale solo per trovare la morte, e che ogni tanto incontriamo sulla strada in primavera, o se voleva solo riportare la favola -già di per sé atipica- a una risoluzione più realistica: perché un lieto fine sarebbe stato esagerato.

I protagonisti mi sono sembrati poco convincenti, così come la trama. I pensieri profondi che fanno da incipit al diario di Paloma mi hanno fatto sprofondare nell’incomprensione, stessa sorte per gli accenni filosofici e super-dotti , che mi hanno anche fatto sentire una cretina.

Ma l’ossimoro del titolo -l’eleganza del riccio- ha coinciso con l’ossimoro del mio gusto: forse il libro mi è piaciuto proprio per questo difetto di realismo.

Avevo appena terminato la lettura di “ rivolutionary road”, dove non ho amato nessun personaggio perché erano tutti perfettamente, realisticamente cinici, e avevo bisogno di un libro che mi facesse provare affetto per qualcuno, e nell’eleganza del riccio ne ho trovati quattro.

E chissefrega se mi pare poco credibile che una persona intelligente e colta come la protagonista possa tollerare di vivere sotto le proprie possibilità, e se mi pare poco credibile che un principe azzurro forse più giallo che azzurro si innamori del topino di cenerentola , e se mi paiono poco credibili i pensieri della ragazzina iper intelligente.

Le favole hanno un loro perché, e questa, che non è nemmeno una favola classica, di perché ne ha tanti. Ognuno si trovi quello che preferisce.

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FedeRN Opinione inserita da FedeRN    02 Agosto, 2010
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L'eleganza del riccio

Amo i libri che profumano di vita reale, i libri che chiudi e quasi potresti continuare tu la storia, i libri che hanno un'identità nascosta che non dipende da chi li ha scritti ma molto più da chi li sta leggendo. L'eleganza del Riccio è un libro così.
Poi si potrebbe aggiungere che in certi passaggi è un pò lento, che le tristi 'maschere' dell' alta borghesia francese sono davvero troppo cariche e poi...cento altri piccoli difetti.
Di certo non è un capolavoro, forse è solo un libro scritto decentemente e molto pubblicizzato. Non lo so. Ma viverlo è stato davvero un piacere.

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ama i libri che profumano di vita
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luna3 Opinione inserita da luna3    20 Luglio, 2010
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Da evitare

Il tutto si svolge in un elegante condominio di persone molto ricche ..Troviamo Paloma, una ragazzina molto intelligente convinta di poter sfuggire alla dura realtà della vita, che gli adulti tentano in ogni modo di nascondere ai bambini, facendola finita nel modo piu indolore possibile..
Reneè , la portinaia , considerata da tutti una personalità mediocre e insignificante è in realtà una signora molto colta e non certo priva di gusti.
Kakuro,l'elegante signore giapponese, nonchè nuovo inquilino,con il suo ingresso collega le vite di queti due personaggi , facendo scoprire alla ragazzina un buon motivo per rimanere su questo pianeta e a Reneè, la voglia di rinascere e di aprire il suo cuore .
Considero questo libro molto noioso nella prima parte,troppo ricco di riferimenti letterari e con una trama poco significativa.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    22 Giugno, 2010
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Il sempre nel mai

Ho cominciato questo libro con scetticismo, con la puzza sotto il naso che accompagna il prendere in mano un libro così tanto pubblicizzato ed osannato.
Invece, sin dall'inizio, mi sono dovuta ricredere.
Tra me e Reneè e Paloma è stato amore a prima vista.
Impossibile da raccontare senza svelarne l'intrinseca bellezza che si cela dietro ogni dettaglio: dietro il colore delle camelie appoggiate sul muschio, dietro l'uso della virgola o anche solo nelle lingue di gatto alla mandorla.
Deliziosamente commovente, vibrantemente vero e vivo.
Da non dimenticare.
Per continuare a cercare il sempre nel mai.

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MCF Opinione inserita da MCF    15 Giugno, 2010
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L’eleganza del Riccio.

Ne “L’eleganza del Riccio”, l’autrice coinvolge gli stessi personaggi descritti in "Estasi culinarie" soffermandosi però sulla figura della portinaia che, come il riccio, ostenta gli aculei e nasconde un animo sensibile. Altro personaggio importante è una ragazzina che abita nel palazzo, intelligente, osservatrice e distaccata al punto di cogliere la superficialità dei famigliari e del loro mondo. È bellissima la sua descrizione della cerimonia di inizio dei giochi olimpici che segue alla televisione con il padre: tutti i giocatori eseguono meccanicamente una serie di movimenti seguendo il ritmo della musica; ma ce ne è uno che si distingue e si impone all’attenzione:
“Mentre i gesti degli altri andavano verso gli avversari e verso tutto lo stadio che li guardava, i gesti di questo giocatore rimanevano in lui, rimanevano concentrati su di sé e questo gli dava una presenza, un’intensità incredibili. La forza di un soldato non sta nell’energia che impiega per intimidire l’avversario inviando un mucchio di segnali, ma nella capacità di concentrare in sé la forza focalizzandosi su se stesso.”
Riporto altri brani:
“Non c’è niente di più duro e ingiusto della realtà umana: gli uomini vivono in un mondo dove sono le parole, non le azioni ad avere il potere, dove la massima competenza è il controllo del linguaggio. Siamo programmati solo per mangiare, dormire, riprodurci, difendere il territorio e quelli più tagliati per queste cose si fanno fregare dagli altri cioè da quelli che parlano bene ma non saprebbero difendere il proprio giardino, portare a casa un coniglio per la cena e procreare come si deve.”

Consigliato a chi ama lo stile accurato.

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"Estasi culinarie" della stessa autrice che, a me personalmente, è piaciuto di più.
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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    14 Giugno, 2010
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Giudicato con distacco

Mi ricordo che quando iniziai a leggere questo romanzo, due anni fa, alle prime pagine ero euforico, catturato dall'originalità del raccontare "a due voci" le vicende del palazzo parigino, il tutto intessuto con numerosi dotti riferimenti letterari.... che delizia !!!
Poi però è rimasto un senso di smarrimento, come se la struttura narrativa, obiettivamente originale ed accattivante, si sia arenata per la mancanza di una trama se non solida quantomeno plausibile. A mio avviso nemmeno l'autrice, che sembra compiacersi ad ogni pagina della sua cultura, crede nella storia da lei stessa inventata cercando così la via più veloce e più facile per giungerne alla conclusione. Il risultato è lo svilimento totale del romanzo che, bisogna ammetterlo, alle prime pagine lasciava presagire una lettura godibilissima e assolutamente non banale. Occasione sprecata, peccato!

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murasaki Opinione inserita da murasaki    04 Giugno, 2010
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dell' inutilità dell' editoria, ovvero quanto sono

Irritante; personaggi non credibili, trama pretestuosa e presuntuosa. Una scrittura del genere non serve, non diffonde alcun messaggio. Se voglio leggere schopenhauer o nietszche senza fare troppa fatica vado a ripescare Bohumil Hrabal oppure Le novelle orientali della Yourcenar, o se volessi anche ridacchiare, Igiene dell' assassino di Amelie Nothomb.
Questo pacchetto di carta sprecata dimostra come sia facile oggi farsi pubblicare; il copione non ha bisogno nè di ricerca linguistica e tantomeno di originalità. Vorrei segnalare a chi ama questa "roba" letture più utili, che ne so, L' opera sconosciuta di Zola o Guerra e Pace di Tolstoj, o I racconti di Cechov. Ma più di tutto sarei curiosa di vedere come si sarebbe infuriato Raymond Carver daventi a uno spreco simile.
Per fortuna non sono l' unico lettore al mondo; se così fosse , la signora che ha scritto questa "roba" non avrebbe guadagnato un centesimo.

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il codice da vinci
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paolodal Opinione inserita da paolodal    02 Giugno, 2010
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ricchezze intellettuali

Un libro che si legge rapidamente, bello lo stile, piacevoli i riferimenti culturali rapportati anche alla vita di tutti i giorni. Peccato che questo libro non contenga un bel messaggio, peccato che non incida nell'animo del lettore. Il messaggio in realta' non e' positivo. Oltre alle ricchezze materiali esistono anche le ricchezze di cultura, che nel caso della protagonista non vengono utilizzate a scopi altruistici, per realizzare qualcosa di importante nella vita per se' o per gli altri, o piu' semplicemente per insegnare, trasmettere, aiutare. Renee mi sembra un po' come quel vecchio avaro che non potra' portarsi dietro le proprie ricchezze dopo la morte, ricchezze (''culturali'' in questo caso)il cui accumulo risultera' quindi vano e sterile. Cara Renee, non nasconderti: tutti sanno che da che mondo e' mondo molti ricchi sono ignoranti e quasi tutti gli intellettuali non hanno un soldo in tasca. Del libro salvo l'episodio in cui la giovane Paloma distrugge lo psicologo, due pagine che valgono il libro! Attenzione Paoloma, l'arroganza dell'intelletto non ti fara' vivere bene, e la colpa non e' degli altri....

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Ritratto di Dorian Grey
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alexandros Opinione inserita da alexandros    31 Mag, 2010
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Filosofico

Sinceramente sono rimasto sorpreso nel leggere alcuni giudizi fortemente negativi su questo libro che considero, al contrario, un piccolo capolavoro. Mi rendo conto che per chi non e' particolarmente interessato alla speculazione filosofica la prima parte e' un po' difficile. Infatti alcune persone a cui l'ho consigliato con entusiasmo si sono arenate, ma poi superato questo scoglio inizialo ne sono rimaste colpite. Mi e' piaciuta molto la caretterizzazione dei personaggi e le implicazioni filosofiche nell'intreccio...ci sono numerosi spunti di riflessione. In definitiva un libro da scoprire e amare proprio come Renee' e Paloma, pensate quante persone interessanti e sensibili ci passano accanto senza che ce ne rendiamo conto....proprio come tanti libri che potrebbero rivelarci nuovi mondi e nuove emozioni di cui non sapremo mai nulla.

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Lo consiglio a chi ama leggere libri che ci fanno riflettere sulla vita in modo nuovo e sorprendente
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    06 Aprile, 2010
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Un pò troppo filosofico ma carino

Sono daccordo con chi sostiene che l'autrice calca un pò troppo la mano con i contenuti filosofici . In alcuni concetti si rischia di perdersi o annoiarsi se non si hanno certe basi di filosofia e letteratura.
Gli stessi personaggi di Paloma e Renèe sono parecchio forzati nelle loro particolarità , una bambina di 12 anni che ragiona come un'adulta delusa dall'ipocrisia della sua società ed una portinaia che, in seguito ad un trauma infantile, preferisce nascondere la propria mente brillante quasi che questo talento fosse comunque inutile contro i luoghi comuni dello snobismo di chi ha soldi e potere .
Nel contempo le stesse protagoniste diventano però snob nei confronti di chi le circonda, sono prevenute e solo il reciproco sostegno le fa uscire dal guscio in cui si nascondono.
Finale decisamente inaspettato e commovente che ci ricorda quanto sia importante sfruttare ogni raggio di luce della nostra vita perchè il destino non fa sconti.

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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    13 Marzo, 2010
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Scadente e snob...

E' un libro che mi ha suscitato noia ed anche un po' di perplessità.
I personaggi secondo me non sono verosimili e non rispecchiano la realtà. Ma andiamo! una portinaia indottrinata e un'adolescente figlia di un ministro che vuole morire per motivi di rifiuto del mondo e che decide di uccidersi a 13 anni il giorno del suo compleanno!!
Mah! Se l'autrice doveva per forza scatenare la sua fantasia, avrebbe potuto inventare qualcosa di più creativo.
Inoltre trovo snob e poco fantasiosa tutta la vicenda.
Non riesco a capire, infine qual'è il messaggio che scaturisce da questo libro.
Che cosa ci vuol dire l'autrice?
Non mi ha dato nulla questa lettura e l'ho trovata scialba e inutile..
Uno spreco di tempo.
Saluti.
Ginseng666

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Opinione inserita da ele    01 Febbraio, 2010

non è poi così male

L'incipit non ti prende molto, qui l'autrice fa solo uno sfoggio inutile di tutta la sua cultura. Nella prima parte del romanzo non è presente una vera trama, ma dopo averla superata tutto si fa più interessante!
è scritto in maniera elegante e forbita, ma a tratti è troppo pesante e noioso e si lancia in voli pindarici superflui ed eccessivamente criptici. nonostante ciò alcuni ragionamenti sono davvero carini, se non notevoli.
paloma è saccente, ma molto tenera e così anche renee
in sostanza sembra che sia l'autrice la vera classista della storia, quella che non crede davvero nel personaggio di renee, e che anzi pensi che l'intero mondo sprofondi ancora nell'idea delle caste
il finale mi ha deluso, sembra quasi che la scrittrice non sapesse come finire la storia e che quindi preferisse togliersi di torno il pensiero. ci sono rimasta malissimo
bello il personaggio di ozu
vale la pena di leggere il libro, ma vi dico subito che sembra un pò una soap per via di alcune trovate

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eia Opinione inserita da eia    31 Gennaio, 2010
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L'eleganza del riccio

Questo libro mi è piaciuto per la profondità dei concetti, per la simpatia e la tenerezza che suscitano le due protagoniste. Molto carina l'idea di alternare le narrazioni della portinaia e della bambina. Già il significato del libro è molto bello, come molte altre considerazioni espresse al suo interno.
molte delle persone che conosco però non l'hanno per nulla apprezzato perchè l'hanno trovato troppo pesante a causa delle continue citazioni e riflessioni. Secondo me o lo si ama o lo si odia!

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Opinione inserita da Sara    21 Agosto, 2009

Originale, bello

Perché dite che questo libro non ha alcuno spessore culturale? A tratti è un po' criptico, è vero, mentre in altri punti può risultare un po' banale, ma se lo si legge con attenzione dà luogo a moltissime riflessioni interessanti. Non solo è un libro utile a ragionare, ma permette anche di emozionarsi grazie alla bellissima storia. Ovvio che come tutte le storie può piacere o non piacere, ma oggettivamente aldilà del gusto personale rimane comunque un bel libro, originale se non altro.

La fine, che a primo impatto mi ha lasciato di stucco e leggermente perplessa, l'ho capita davvero leggendo le ultime righe: l'ho trovata molto dolce, anche se forse si poteva fare di meglio stilisticamente parlando. Nonostante questo il libro mi è piaciuto moltissimo.



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Baricco, potrebbe piacervi.
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Opinione inserita da fra4675    17 Agosto, 2009

mah...

Onestamente, non è che mi sia piaciuto molto. Troppe chiacchiere, troppi discorsi filosofici senza capo né coda, troppa malinconia e squallore, per non parlare del finale completamente "inconcludente". L'ho trovato abbastanza noioso in parecchi punti, decisamente inadatto a qualcuno che nei libri cerca emozioni, sentimento, avventura e colpi di scena. Per carità, in alcuni punti anche esilarante, ma nel complesso l'ho trovato la storia di una persona infelice che guarda con disprezzo e superiorità una società a cui non appartiene. Scarso.

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exeter64 Opinione inserita da exeter64    17 Agosto, 2009
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Il riccio punge per difendersi,ma dentro è tenero

Un romanzo ed un personaggio, quello di Reneè, portinaia squallida, brutta ed appassita, che nascondono entrambi un tesoro inaspettato.

La maschera che Reneè indossa per difendersi dagli attacchi di una vita dura, da un'infanzia dolorosa e povera, cela un animo sensibile, colto, vivo, che, con uno sguardo acuto sul mondo e le persone che la circondano, ci fa riflettere sulla differenza tra "apparenza" e "sostanza".

A volte, quando il confronto con gli altri è troppo difficile da sostenere e la vita è veramente troppo dura, l'unica alternativa per sopravvivere è nascondersi....

Solo il signor Ozu, un ricco, ma intelligente e sensibile giapponese che incontra Reneè, saprà svelare in pochi istanti la vera natura di questa incredibile donna, legando il suo destino a quello di Paloma, una ragazzina di 12 anni che, sentendosi aliena ed incompresa, ha deciso di suicidarsi nel giorno del suo tredicesimo compleanno.

Un libro scritto molto bene, con acute riflessioni sulla sostanza di una realtà che non siamo più capaci di vedere mentre la guardiamo.

Profondo come i sentimenti, le emozioni e l'animo degli Esseri Umani, ma leggero come i petali di una camelia.

Da leggere.

Tra pochi mesi uscirà il film tratto dal libro. Staremo a vedere...

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federica84.f Opinione inserita da federica84.f    29 Mag, 2009
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che adorabile portinaia

bisogna andare al di là delle prolisse intrusioni filosofiche dell'autrice che posiziona in quasi ogni pagina del racconto almeno una frase che si interroga sull'individualismo dell'umanità piuttosto che dell'importanza di riconoscere in un quadro di natura morta l'eternità e l'atemporale...se si resiste a tutti questi ragionamenti a volte anche distorti e inutili ci si può tuffare in un personaggio,l'amabile portinaia Renèe,che fa di tutto per essere mediocre e,tuttavia,viene suo malgrado smascherata dal nuovo inquilino giapponese Ozu e da una quasi tredicenne Paloma con tendenze suicide...l'eleganza e la cultura dell'incredibile Renèe,autodidatta amante dell'Arte come Bellezza del mondo,ti lascia un senso di felicità come quella dei bambini,che ti fermi ad ammirare le camelie sopra il muschio....e chi lo leggerà saprà di cosa parlo.....sicuramente consigliatissimo.....

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Nené Opinione inserita da Nené    29 Aprile, 2009
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L'eleganza del riccio

Per una volta, un "caso letterario" che merita di essere letto.

Inizio un pò fiacco e narrazione che fa fatica a decollare ma romanzo che migliora con l'evolversi della storia e il complicarsi della vicenda. Interessante l'alternarsi delle due voci narranti, che hanno permesso all'autore di raccontare i personaggi per ciò essi vedono in sé stessi, per ciò che sono per le persone realmente vicine, e per come vengono sentiti da chi crede di conoscerli. Diverse prospettive che forniscono al lettore un quadro complesso, delicato e commuovente della natura umana e dei rapporti con l'altro.

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celina1983 Opinione inserita da celina1983    23 Aprile, 2009
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totale immersione...

Indubbiamente di difficile interpretazione. Non è un libro per tutti. Prima di leggerlo tre o quattro amici che avevano già affrontato la lettura mi hanno sconsigliato altamente definendo il testo noioso e mediocre. Addirittura qualcuno l'ha lasciato a metà.E' vero che nelle prime 100 pagine viene fatta una sorta di introduzione e la vicenda non si svolge propriamente, ma quando poi prende piede il racconto vero e proprio è assolutamente impossibile staccarsi dalla lettura. Il libro è delicatissimo, la trama stessa lo è. Bisogna avere un bagaglio di competenze culturali-letterarie piuttosto profonde per capire le citazioni e soprattutto il momento della narrazione in cui vengono inserite, ma il risultato a mio avviso è davvero bello. Il lieto fine, secondo me, c'è!Delicatissima la trama narrata con stile affatto semplice ma molto efficace. Assolutamente consigliato e incommensurabilmente apprezzato.

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Opinione inserita da Maria Pia Rosso    15 Febbraio, 2009

L'eleganza del riccio: un libro unico al mondo!

Ti trovi con un libro tra le mani, sei quasi alla fine. La storia di Renee e di Paloma ti ha trasportato lontano. Sembra quasi che anche tu abiti nel condominio in rue de la Grenelle. Ma poi un colpo di scena, apparentemente inspiegabile ed assurdo, che ti lascia senza parole e inizi a piangere. Si, anche un libro può far piangere. Credo di aver letto le ultime pagine un sacco di volte perchè le ultime parole di Paloma,quel "sempre nel mai", sono servite per dare un senso, anzi il senso a tutto. E' stato troppo emozionante e non mi era mai successa una cosa similecon nessun libro. Nei giorni seguenti ci pensavo ancora e mi dicvo che non era possibile, che forse avevo sognato. Questa è vera letteratura, quando ti viene di sottolineare frasi di un libo e rileggerle ancora. I pensieri profondi di Paloma sono qualcosa i indescrivibile e la figura di Renee è unica in tutti i libri che ho letto finora (e non ne ho letti pochi). Adesso attendo con ansia ma anche con tanto timore il film che c'è in programmazione. Spèeriamo bene anche se penso che non sia facil. Complimenti, Muriel. Aspetto ancora tanti tuoi libri.

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Questo libro è consigliato a chi nelle pagine di un libro vuole trovare anche tante risposte e a chi ama leggere e rileggere delle frasi meravigliose. A chi nella vita si è sentito solo e smarrito e a chi ha voglia di commuoversi.
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Opinione inserita da gilberto    07 Gennaio, 2009

l'eleganza del riccio

E' stato bello scoprire come alla fine anche le due protagoniste, tanto ostili a condurre una vita all'insegna della serenità e del rispetto altrui abbiano compreso quale sia la vera essenza della vita. Beh meglio tardi che mai! in alcuni tratti le riflessioni filosofiche risultano forse leggermente poco digeribili, tuttavia regalano spunti e perle di saggezza che invogliano a rileggere più e più volte le stesse frasi. La conclusione è piuttosto commovente, in contrasto con il resto del racconto, più statico e riflessivo. Davvero bella e originale la soluzione di narrare le vicende delle due protagoniste separatamente, il che mette in risalto la somiglianza di idee tra le due donne di così elevata differenza nella scala gerarchica. Mi ha reso molto felice constatare che la maschera molto “snob” che madame Michel indossava per sfuggire alla vita reale e la sua visione ossessivamente gerarchica del mondo non costituivano in realtà un valore assoluto in cui credeva ma non erano altro che una condizione derivata da un trauma subito nell’infanzia, che l’ha condizionata a tal punto da farla perseverare nel suo scopo di esiliarsi dal mondo con così tanta tenacia. Per fortuna la piccola Paloma si è accorta in tempo che il suo gesto estremo non era altro che una conseguenza della sua immaturità, a mio parere la sua intelligenza fuori dal comune si è rivelata anche in questo! Entrambe le protagoniste lasciano la propria arroganza e il rancore nei confronti degli altri per cogliere la vera essenza della vita che permette alla razza umana di continuare nella sua futile esistenza. Ad un lettore in cerca di letture semplici e ricche di narrazione dei fatti questo romanzo potrebbe annoiare, ma chi ha intenzione di affrontare una lettura piuttosto profonda potrebbe trovarvi la giusta fonte da cui attingere saggezza ed insegnamenti utili per non cadere in vortici di rancore e pregiudizi verso il prossimo , come accade alle due sfortunate protagoniste.

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fantasy_star92 Opinione inserita da fantasy_star92    24 Dicembre, 2008
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fin troppo elegante

Il libro comincia e prosegue con continui pensieri filosofici da aparte di persone insospettabili,ma purtroppo alcune volte risulta fin troppo raffinato. L'autrice cerca in continuazione di "iluminare" il lettore con tutte queste disilluse descrizioni della vita. Nonostante questo, è un libro abbastanza interressante e che si distingue dalla massa. Molto più piacevole è la seconda parte del libro, dove questi personaggi diventano umani e finalmente parlano di vita vera, senza pregiudizi nei confronti della società.

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Opinione inserita da mara    24 Dicembre, 2008

la vera eleganza

Portinaia-erudita seguace di Brummel (l'importante è non farsi notare) e ragazzina genio-incompreso, due personaggi senza alcun spessore letterario, che si divertono a fare da portavoce alle dissennate elucubrazioni dell'autrice-filosofa, che per essere meglio compresa è stata costretta a farsi stampare con due tipi di font. Una bella sfortuna per gli inquilini del palazzo in rue de Grenelle...

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Opinione inserita da marina    16 Dicembre, 2008

ricci e pregiudizi

mi unisco al coro dei detrattori di questo romanzo che inneggiando ogni tre per due alla grande letteratura fa scempio di scrittori, pittori e musicisti relegandoli a stucchevoli riassuntini degni dei bignami scolastici. inoltre le due protagoniste che ogni tre righe accusano il mondo intero di vedere le persone solo attraverso il pregiudizio in realtà applicano uno snobismo e una razzismo intellettuale verso tutti e tutto. secondo l'autrice dovremmo tutti partire dal presupposto che portinai e bambini siano esseri insignificanti, convenzionali e ignoranti. temo quindi che sia lei la prima vittima di tale pregiudizio, talmente banale e semplicistico da perdere ogni tipo di forza sociale e letteraria. credo anche che sbeffeggiare gli studenti della normale di Parigi e certi intellettuali socialisti sia un modo per l'autrice di togliersi qualche accademico e personalissimo sassolino dalle scarpe. inserire continue e superficiali dissertazioni filosofiche per farci vedere quanto ha studiato è il giusto approccio all'arte secondo la scrittrice? quanta nostalgia per il magnifico ritratto del sinolgo Kien in "Autodafè" di Canetti, vero e straordinario romanzo sull'amore per la letteratura e per l'arte, talmente ricco di spunti e umanità (senza sentimentalismi) da rimanere nel cuore e nella mente per sempre.

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Opinione inserita da Isabella    26 Novembre, 2008

L'eleganza del riccio

Ottimo libro, mi ha davvero stupita.

L'eleganza del riccio mette in risalto due aspetti completamente differenti della vita; da una parte troviamo Renée, una semplice portinaia all'apparenza, ma in realtà un grande donna con grandi ideali. Dall'altra parte troviamo la piccola Paloma... si, piccola, ma solo fisicamente perchè in realtà è una ragazzina molto intelligente per la sua età che ha già compreso ( a suo parere) il significato della vita.

Il modo di pensare delle due protagoniste è davvero incredibile perchè almeno una di loro esprime ciò che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo pensato. Consiglio a tutti questo bellissimo romanzo... certo, il finale non è dei più felici, ma complessivamente insegna molto.

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Opinione inserita da Clo    24 Ottobre, 2008

Insomma

Leggo molto e di tutto. Mi avevano consigliato questo libro con molto entusiasmo. Rispetto a molto altri è stata una delusione... Buona la morale ma parecchio pesante il testo in sè. Non è un libro facilissimo da leggere per come è scritto, ci vuole concentrazione per capire il senso delle frasi che a volte vanno rilette più volte ( naturalmente parlo per chi se lo vuole gustare davvero ).Scorre un po' male,naturalmente secondo il mio gusto.

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Opinione inserita da Nicola    09 Ottobre, 2008

Serve leggerlo...

Un libro fuori dal tempo.. Volutamente inverosimile perchè purtroppo, per ripararci dagli stereotopi dell'oggi, ci si deve affidare a personaggi della fantasia.. Un'attenta e piacevole riflessione sulla pochezza di tante, troppe persone che ci circondano.. Una splendida visione della vita. E non bisogna essere filosofi per capire questo libro.. Buona lettura.

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Opinione inserita da ML    03 Ottobre, 2008

terribile

Tremendo e pretenzioso! Per chi vuole sentirsi intellettuale a basso costo. L'autrice infarcisce il racconto con un pò di cultura giapponese spicciola, buttata lì a manciate giusto per fare colore, non circostanziata e non esplicitata, diventa mera esibizione. Tremenda anche la fine, assolutamente priva di senso, sembra quasi un facile escamotage per finirla lì e basta.

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Opinione inserita da alessia    27 Settembre, 2008

Egocentrico!

Un libro che ti lascia sicuramente qualcosa, o perlomeno spunti di riflessione. Interpreti un pò assurdi, ma ci sta, l'idea è molto originale! Peccato che il libro, nella sua originalità appunto, venga rovinato dall'egocentrismo della scrittrice, che a volte pare cerchi certe situazioni per poterci FORZATAMENTE "ficcare dentro" i suoi NOIOSISSIMI E PESANTISSIMI pensieri filosofici, che fanno perdere scorrevolezza e fluidità alla narrazione. Nel suo complesso un discreto libro, ma che si dimentica facilmente. Immaturità della scrittrice.

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Opinione inserita da Mauro    22 Settembre, 2008

L'arroganza del riccio

Mi è piaciuto molto lo stile di scrittura e per questo ritengo la lettura sufficientemente piacevole per essere consigliata. Tuttavia ho trovato i personaggi delle due protagoniste assolutamente inverosimili (insieme al loro modo di esprimersi) e la storia inconsistente, compresa la fine piuttosto banale e "comoda" per l'autrice che evita così di affrontare una conclusione che, per come lei stessa ha disposto gli eventi, appare ardua.

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Opinione inserita da Ele    31 Agosto, 2008

ho iniziato arraccando..

Arrivo tardi, ma l'ho letto anch'io finalmente.

finalmente perché mi era stato consigliato da piu' persone, tutte entusiaste.

le prime cento pagine le ho passate a chiedermi il perché di quell'entusiasmo.

un inizio arrogante, in cui l'autrice -sotto le mentite spoglie della portinaia- sciorina tutta la sua cultura, in maniera secondo me pedante, fuori luogo, presuntuosa, decontestualizzata.

davvero, stavo per mollare tutto.

ma ho resistito, e ne sono stata felice.

Via via che la trama prende corpo al di fuori delle citazioni dotte fini a sé stesse dell'inizio, ho iniziato ad appassionarmi.

Il fatto ch'io abbia pianto alla fine significa (per me) che il libro ha fatto centro, che mi ero inconsapevolmente 'attaccata' ai protagonisti, che non mi aspettavo un epilogo del genere.

Non posso dimenticare il fastidio delle prime pagine.. ma nel complesso, a posteriori, un libro che mi sento di consigliare.

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Opinione inserita da erika    19 Agosto, 2008

Emozionante, ma...

Mi ha emozionato, è scritto bene e in maniera coinvolgente,l'ho letto con piacere e tutto d'un fiato, apprezzandone ora l'ironia, ora la leggerezza e ora il lirismo. Nonostante questo alcune cose non mi hanno convinto. I personaggi non sono a mio avviso molto credibili...troppo coerenti, monolitici, senza cedimenti, da subito buoni o cattivi, simpatici o antipatici. Non bisogna però dimenticare che le loro descrizioni sono filtrate dall'occhio delle due protagoniste, quindi da un punto di vista parziale, che si coglie da subito. La storia scivola via un po' troppo in fretta, soprattutto verso la fine... e il finale a mio parere rovina il libro, rompendo l'incanto della favola senza aggiungere niente al suo significato.

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Opinione inserita da andrea    18 Agosto, 2008

snob alla francese

Tutta "l'altezza" culturale di questo libro sta nel lanciare stucchevoli sintesi di un pensiero filosofico completamente decontestualizzato. Penso alla critica (parolone) fatta alla fenomenologia di Husserl... un po' come prendersela con le formule matematiche del tipo "beh io x non ho mai visto in giro a fare la spesa non capisco perchè si ostinino a metterle in quelle baggianate chiamate formule matematiche"

Un grande prodotto capace di far sentire intelligente anche un deficiente. Banali oltre ogni modo i due personaggi: voglio dire se credi che io consideri nullità portinai, domestiche e spazzini e questo è il tuo punto di partenza non ci siamo proprio. Il successo è direttamente proporzionale alla vacuità e alla miseria di questi tempi, ci sentiamo persi e siamo atratti da tante piccole lampadine ad incandescenza che si spacciano per splendidi soli.

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Opinione inserita da carla signorini    15 Agosto, 2008

l'Eleganza del ricio

Il libro dimostra la cultura dell'autrice che non ce la risparmia di certo, anzi la esibisce con dovizia ed un cero snobismo. L'idea di due voci narranti, due donne, di età diversa ed estrazione sociale differenti, potrebbe funzionare, ma l'autrice non ha ritenuto necessario cambiare tono o linguaggi ( a meno che non sia dovuto alla traduzione), perciò, la portinaia parla , si esprime, ragiona come la bambina. Non si gusta, perciò, lo svolgersi parallelo della storia, nè la differenza dei punti di vista (anche se portinaia e bambina sono delle "rivoluzionarie") Il meglio, per quanto improbabile, è il signor Kakuro che rappresenta un outsider (personaggio necessario perchè proveniente dal "fuori" e da altra cultura, per poter apprezzare le due devianti.
Banalissima la conclusione, con la provvidenziale morte della filosofa e la nascita della potenziale suicida che ha trovato (ma quale?) una ragione per vivere.

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Opinione inserita da Lau    06 Agosto, 2008

L'eleganza del riccio

è sicuramente uno dei romanzi contemporanei più belli che abbia mai letto. Ti scorre velocemente, quasi sotto pelle, e ti colpisce dritto al cuore. Attenzione: non è neanche lontanamente una romanticheria sdolcinata, bensì una storia di relazioni vere e sincere, tra persone molto poco comuni e invece molto speciali.

Mentre lo leggevo, ricordo di aver pensato che questo è forse uno dei libri che i nostri figli e nioti studieranno al liceo, quando sarà diventato un grande classico.

Voglia di leggerlo, rileggerlo e provare anche l’originale versione in francese dopo averlo imparato a memoria in italiano!

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Opinione inserita da ManuMark    06 Agosto, 2008

Perché tanto successo????

Non riesco a capire perché questo "romanzo" abbia avuto tutto questo successo.

Suona falso, stucchevole, banale, pretenzioso. Non dice nulla di nuovo, e quel poco che vorrebbe comunicare viene detto male.

L'autrice pretenderebbe di alzare il livello culturale del libro citando nomi di filosofi, musicisti e pittori ma facendolo purtroppo senza coerenza, quasi casualmente, anzi a volte disturbando i veri estimatori di tali artisti per il modo poco signorile col quale vengono trattati. Cosa direbbero gli estimatori di Mozart circa il Confutatis che attacca nel momento in cui si tira lo sciacquone al bagno? Che idea originale! Che brava scrittrice: è talmente colta da sapere anche che Mozart ha scritto un Requiem!!! ...quale altro commento a questa "trovata" narrativa?

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Opinione inserita da francesca    22 Luglio, 2008

l'eleganza del riccio

io credo che questo libro non solo colpisca e tramite le sagaci riflessioni delle due protagoniste demolisca le spesso rigide e prive di significato preconvinzione del tutto infondate sulla rigidità dello schema sociale, ma smascheri anche attraverso la storia di Reneè, i suoi pensieri e le sue convinzioni ciò che per molto tempo è stato pensato come inverosimile, ovvero che una persona povera fosse dotata di tali capacità intellettive e, viceversa, persone di inestimabile valore dal punto di vista sociale, si riducono ad uno spesssore di un folgio dal punto di vista personale. credo che questo libro riesca a delineare con ottimo rigore un pensiero che dovrebbe fare riflettere molti: non importa come ci chiamiamo, da chi discendiamo, quanto sia prificuo il nostro lavoro o quanto sia appetibile il nostro coneo in banca, ciò che realmente ci contraddistingue e fa di noi quello che siamo è ciò che pensiamo, come ci comportiamo, ciò che diciamo. insomma qualsiasi onore materiale è ben poca cosa rispetto all'onore spirituale e quello di reneè è telmente alto che nemmeno ha bisogno di mostrarlo algi altri come trofeo, perchè dentro di sè ha già ben chiara l'ide di essere una persona completa, una persona che gli altri, tutti i riccastri del lussuoso condominio dovrebbero prendere come modello. per questo non ha senso commentare questo libro dicendo che la storia è improbabile quanto le caatteristiche psicologiche e morali dei personaggi, perchè il messaggio del libro và molto oltre tali profili e si concentra in un significato profondo che dorebbe essere preso ad esempio da tutti. ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione sociale, è unica e l'importanza e la difficoltà di tale messaggio esplicitano che il vero significato della vita è riconoscere tale precetto e vivere di conseguenza, nutrendo il proprio corpo e coltivando il prorio spirito

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Opinione inserita da Stefano    21 Luglio, 2008

Non importa che sia verosimile

E' vero. Alcune parti del libro possono sembrare sofisticate e volutamente troppo intellettuali, ma forse anche in questo sta il fascino di questo straordinario libro, pieno di ironia, humor, riflessioni argute che provengono da dove meno te le aspetti. Non devi capire tutte le citazioni letterarie o filosofiche: sono solo accessori utili al contorno, per rendere il senso della profondità delle due protagoniste.

Ed è altrettanto evidente che non è un racconto verosimile al cento per cento. Né ha la pretesa di esserlo. Ma è una narrazione che risveglia emozioni e stimola pensieri, in cui si ritrovano tante delle disillusioni di noi "ricercatori del bello" nell'arte e nella cultura, tanti aspetti stereotipati del vivere moderno (su cui si può ridere o sorridere), alcune manie e altrettanti paradossi.

Non è un libro di avventura, non è un saggio.

E' un bellissimo racconto "realistico" ma volutamente "iperbolico" (il che porta con sé una satira, a volte amara, delle mode e delle convenzioni) sostenuto da una prosa che non sconfina nell'accademico ma resta sempre piacevolmente leggera, senza essere banale.

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Opinione inserita da 27 marzo    18 Luglio, 2008

l'eleganza del riccio

è quasi più divertente leggere le recensioni che il libro stesso. Due partiti ben distinti uno pro e uno contro e con le medesime motivazioni.Chi lo ha amato alla follia e chi lo ha trovato sopravvalutato. Naturalmente io appartengo al secondo partito. Si legge davvero in un giorno, prosa semplice e scorrevole, contenuti volutamente ermetici, elucubrazioni senza nè capo nè coda. Due protagoniste così false e irritanti da essere quasi ridicole. Tanto sfoggio di cultura per una tesi che più banale e scontata non si può: la ricca borghesia

ovviamente vuota superficiale e ignorante dove solo una marmocchia di 12 anni, arrogante e supponente e senza un briciolo di umanità, ha capito tutto della vita. Meglio sorvolare sulla figura della portinaia, una domanda su tutte: ma che bisogno aveva di nascondere la sua cultura? A che serve la cultura se non ad aprire il tuo cuore alla comprensione degli altri specialmente quelli più diversi da te.La cultura fine a se stessa chiusa in un bozzolo è sterile e molto spesso dannosa.

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Maristella Opinione inserita da Maristella    05 Luglio, 2008
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Il contrario del riccio

“Essere vivi è proprio questo:

andare alla ricerca degli istanti

che muoiono”.



Muriel Barbery, insegnante di filosofia, nata nel 1969 a Casablanca, è l’autrice del caso letterario del 2007. Il suo secondo libro, “L’eleganza del riccio”, complice anche il passaparola, ha scalato in brevissimo tempo le classifiche e ha vinto numerosi premi ( Prix George Brassens 2006, Prix Rotary International 2007, Prix des libraires 2007).

In un signorile condominio parigino, sito in Rue de Grenelle numero 7, costituito da otto ampi e lussuosi appartamenti abitati da famiglie della medio-alta borghesia francese, vive e lavora Renè Michel, l’atipica portinaia dello stabile. La sua apparenza “corrisponde fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire”. E’ “vedova, bassa, brutta, grassottella e in certi giorni ha l’alito di un mammut”. Vive sola con Lev, un grosso e pigro gattone che quando si indispettisce ha le zampe puzzolenti. La sua televisione è sempre accesa su programmi nazional-popolari e dalla sua cucina escono gli effluvi tipici dei cibi considerati dall’immaginario collettivo “cibi da guardiola”.

In realtà Renè è un’eruditissima autodidatta che vive la sua cultura nascondendola accuratamente con l’uso di una personale strategia difensiva, volta soprattutto verso i ricchi con cui ha a che fare, i quali secondo i suoi ragionamenti ed i suoi pensieri, in un clichè animato da un vero e proprio “odio di classe”, vengono presentati al lettore come figure stereotipate, antipatiche, insulse e vuote e con un lessico così imperfetto da provocare consistenti sussulti letterari. La vita di Renè è immersa in citazioni di Marx, Proust, Kant, negli studi di Hassel, nell’Arte e nella Musica ( uno dei suoi preferiti è Purcell, principe della musica barocca) e nell’amore per la cultura e il cinema d’essai giapponese (gli improbabili film di Ozu). Anche il nome del gatto, Lev, è un omaggio alla letteratura russa e a Tolstoj.

La sua unica amica è straniera. Si chiama Manuela ed è, secondo Renè, un’aristocratica dentro ma di fatto fa la colf ad ore in vari appartamenti della palazzina.

Qui abita anche Paloma Josse, geniale e saggia dodicenne, dotata di una cultura al limite della credibilità e di una intelligenza veramente fuori norma. La ragazzina, figlia di un diplomatico sbrigativo, appartiene ad una famiglia descritta come superficiale: madre maniaco-compulsiva e sorella finto impegnata. Il libro è narrato a due voci, quella di Renè e quella di Paloma. Due sono le traduttrici: Cinzia Poli per Renè ed Emanuelle Caillat per Paloma ed anche il carattere di stampa usato è differente per ognuna delle protagoniste.

Anche Paloma, come Renè, cerca di tenere basse le sue prestazioni mentali e di esternare agli altri molto meno del suo minimo intellettivo. Nonostante ciò, anche a scuola, è sempre la migliore. Ormai è arrivata all’amara conclusione che la sua intelligenza, che la fa sentire superiore a tutti gli altri, non possa farle trovare alcuna bellezza nel mondo, per affrontare il quale sente la necessità di rintracciare in esso qualcosa o qualcuno di bello per cui valga la pena di esistere. Paloma vuole discostarsi dalla gente comune che “ crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia” e quindi, per salvarsi da questa fine che non trova consona alla sua persona, ha deciso di togliersi la vita il giorno del suo tredicesimo compleanno. L’arrivo di un nuovo condomino, un ricco giapponese, raffinato, colto, enigmatico e certamente equilibrato, Monsieur Kakuro Ozu, porterà alla luce tutta l’eleganza d’animo delle protagoniste, soprattutto quella di Renè, ben nascosta e difesa come fa il riccio, che con pungenti aculei e finta indolenza protegge una solitudine fatta di rara semplicità e di delicatezza.

E’ un romanzo che si avvale di uno spunto originale ed abbastanza inconsueto, che regala molte pagine tenere, divertenti e anche profonde. La prima parte del libro, però, esibisce un esagerato sfoggio pseudo-filosofico, sfoggio che ha tutto il sapore di un autentico, convinto e autocelebrante narcisismo che partendo da una deformazione professionale dell’autrice (che certo non nasconde le sue conoscenze con la stessa eleganza delle sue protagoniste) diventa fastidioso, pieno di frasi fatte e di elucubrazioni a volte al limite della comprensibilità. Il lettore deve quindi bere a piene dosi tutta questa filosofia spicciola, troppo rigida e molto schematizzata, con ripetizioni prolisse e ridondanti. Le protagoniste, poi, sembra che parlino e pensino nello stesso modo e in particolar modo la figura di Paloma, alla luce di una confusione totale tra cultura ed intelligenza, è talmente artefatta e innaturale da non riuscire a provocare neanche un brivido di empatia. La conclusione, infine, per quanto possa coinvolgere per l’amarezza di un destino ingrato, ha un po’ il sapore di una “soap opera” televisiva e come tale non ci esime dalla lacrimuccia finale che ha pur sempre un bell’effetto catartico, evitandoci così disturbi psicosomatici peggiori.

Ma questo è solo il mio punto di vista. Tanti infatti hanno apprezzato questo microcosmo condominiale, assaporandone il connaturato universo. Hanno accolto con entusiasmo le riflessioni filosofiche ampiamente esemplificate che la docente Barbery ha escogitato per un maggior intendimento del testo, le rabbie verso la superficialità e la vanità borghese, certe chicche di pensiero buttate qua e là, la dolcezza e l’amarezza di alcune pagine che anch’io ho ritenuto valide così come è apprezzabile il concetto di saper intendere, attraverso la quotidianità, la bellezza e la poesia delle piccole cose per sapere sempre coglierne l’essenza attraversando la barriera dell’apparenza. Il libro rivela così un grosso potenziale che non viene espresso in pieno per il mancato fluire di una naturalezza che avrebbe potuto, nella semplicità e nel garbo dei contenuti rinvenuti, essere più genuino e spontaneo.

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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    03 Luglio, 2008
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L'eleganza del riccio di Muriel Barbery

L’eleganza del riccio di Muriel Barbery

Incipit: siamo a Parigi, in età contemporanea, in un elegante palazzo al numero 7 di rue de Grenelle, abitato da famiglie dell’alta borghesia. Un romanzo a due voci, da un osservatorio privilegiato, la guardiola della portineria, Renée vede passare la sua vita e quella dei lussuosi condomini e Paloma, una dodicenne ricca abitante dello stesso palazzo.

Renée, vedova 55enne, dall’aspetto sciatto e trasandato, nasconde un’anima raffinata e colta, dalle letture filosofiche, di letteratura, d’arte, un tradimento costante del suo archetipo perchè nessuno degli abitanti del condominio sospetta. Dagli altri è vista come un complemento della guardiola alla quale vengono richieste le sue mansioni di portinaia, senza prestarle alcunché di attenzione come persona. Solo la sua unica, amica, portoghese, Manuela comprende la bellezza del suo animo e la delicatezza dei comportamenti. Paloma, dotata di una acuta intelligenza, finge di essere una ragazzina dalla sottocultura comune a tanti, cercando di ridurre le sue prestazioni a scuola, giudica un disastro la vita degli adulti, come mosche sbattono sempre contro lo stesso vetro, si agitano, soffrono, si deprimono e stanca di vivere, ha programmato la sua fine. Queste due anime sensibili e accomunate da uno stesso sentire, incroceranno per un attimo le loro esistenze, condividendo medesime impressioni e sentimenti: trait d’union, il ricco e colto giapponese, Ozu che ne ha avvertito le loro vere essenze, senza lasciarsi ingannare dalle false apparenze. Una storia originale e ben orchestrata, in uno stile colto e distillato da considerazioni filosofiche e da una prosa caleidoscopica che trasmette suoni, colori ed emozioni. Il finale lascia amarezza e rimpianto per una vita spesa ai margini della società in cui la ricchezza d’animo e l’amore per la bellezza sono stati oscurati da un fato capriccioso e avverso. Il caso è prodigo per alcuni e per altri ignora i meriti e inibisce animi altamente nobili.

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Opinione inserita da isabella    02 Luglio, 2008

l'eleganza del riccio

Questo libro smentisce in maniera implicita da parte della protagonista ciò che la società ci ha sempre "costretto" a vedere le apparenze. Perchè mai una portinaia dovrebbe restare in quel suo piccolo mondo fatto di pochezze e banalità quando a sua disposizione può avere tutto ciò che può far vagare la mente altrove?!

Proprio questo è il messaggio del libro non la storia o le vicessitudini dei personaggi ma il simbolo che rappresentano nella vita.

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Opinione inserita da Monica    20 Giugno, 2008

L'eleganza del riccio

Questo libro mi è piaciuto molto. E' uno di quei libri da leggere in poche ore che ti coinvolgono e ti fanno dimenticare tutto ciò che ti circonda. Secondo me, per apprezzare un libro del genere non bisogna soffermarsi sui personaggi, più di una volta criticati in altre recensioni che ho letto, ma bisognerebbe leggere fra le righe e assaporare le emozioni che trapelano da esse. In questo caso: sofferenza e felicità. Sofferenza dovuta al fatto di dover vivere in un mondo banale e ricco di stereotipi che nasconde però tante piccole bellezze da scoprire e da curare, tanto da amarle e provare felicità nel riconoscersi in esse.

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Carlo56 Opinione inserita da Carlo56    30 Mag, 2008
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La bellezza dell'eleganza del riccio

Bello! Bella l'idea della doppia scrittura; bella l'idea della "cultura" vissuta in due modi completamente diversi (anzi tre se includiamo il signore giapponese). La bambina che la vive come sofferenza, come un qualcosa che la distanzia dalla sua famiglia dai suoi cari, che la fa vivere in solitudine. René che la vive come una sua cosa intima da non esporre, e l'aiuta a vivere distante dal mondo che lo circonda e l'aiuta a vivere la sua "solitudine". Quindi distanza e solitudine due sensazioni che ricorrono ma in modo diverso. Ma ecco che arriva lui, Ozu, che vive invece la cultura esponendola in maniera quasi (ripeto quasi) pacchiana (anche lo sciacquone viene coinvolto). sembra pero' di capire che lo possa fare perchè è...ricco, e la cultura se sei "povero" o sei non "riconosciuto" comuque dalla società come tenutario di cultura, la devi vivere in solitudine. Ma in realtà la cultura unisce .. René, Paloma, Ozu, niente di simile tra di loro tranne l'amore per la cultura che in questo libro viene anche associata ad un enorme sensibilità umana di tutti e tre i personaggi. Sentibilità che però..... bhe leggetelo e capirete cosa combina questa sensibilità...

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Opinione inserita da Miryea    26 Mag, 2008

L'eleganza del riccio

E' come la cioccolata fondente: o piace o non piace, senza via di mezzo.
E' sicuramente un libro "wabi", come da una citazione del libro stesso.
Ho adorato questo libro, l'ho termianto proprio ieri e questa mattina, prima di riporlo nella libreria, gli ho fatto nuovamente una carezza sulla copertina.
L'intreccio della storia fa si che il lettore si stacchi con difficoltà dalla lettura, la scrittura l'ho trovata molto semplice ed elegante, forza e leggerezza inaspettata pervadono ogni riga, mai pesante e arzigogolato nonostante la presenza di alcuni concetti filosofici, della quale da' sublime sfoggio la scrittrice. Sicuramente un ottimo libro per ottime riflessioni.

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Opinione inserita da mony    21 Mag, 2008

L'eleganza del riccio

Ho iniziato questo libro un pò titubante, i libri molto acclamati mi lasciano sempre un pò così. Devo dire che questo libro è stata una piacevole scoperta; è sicuramente evidente la cultura dell'autrice, che non evita nessuna scusa per mostrarla, ma è così bello finalmente poter leggere qualcosa che trabocca di cultura!! magari meno convincente una bimba di 12 anni che parla con scioltezza di grammatica e filosofia, ma direi che un tocco di "fantasia" può essere concesso a chiunque. Il finale non mi vergogno a dirlo mi ha fatta piangere. Consiglio decisamente di leggerlo.

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sah86 Opinione inserita da sah86    02 Mag, 2008
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Presuntuoso

Francamente pensavo meglio! Inizialmente la scrittura ricca e articolata mi ha invogliato molto alla lettura. Tuttavia ha cominciato scadere proprio nel momento in cui è iniziata la vera storia del romanzo - che è tra l'altro verso la fine! -, appesantendo ogni pagina di discorsi presuntuosi che non fanno altro che rispecchiare il modo di pensare dell'autrice. Non esiste una caratterizzazione del personaggi: le due protagoniste - diverse solo per l'età! - parlano e sparlano di filosofia e grammatica in maniera decisamente presuntuosa. Piuttosto preferisco dilettarmi con romanzi veri, in cui possa trovare un intreccio narrativo e dei personaggi psicologicamente realistici!

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