Le luci di settembre
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L'UOMO SENZA OMBRA
E' il mio secondo libro di C.R.Zafon considerato letteratura per ragazzi.
La narrazione sempre gradevole di questo autore, parla di una famiglia rimasta orfana di padre che deve affrontare una montagna di debiti agguiunti alla perdita del rimpianto Armand.
Dopo molte difficoltà Simone con i due figli Irene e Dorian si trasferiscenei pressi di una baia sull'oceano.
Qui Simone trova lavoro presso un ricco signore costruttore di giocattoli : Lazarus.
I giocattoli però non sono oggetti qualsiasi, le luci della baia non sono luci , le ombre non sono ombre , nulla è ciò che dovrebbe essere.
Così Zafon ci accompagna , dopo il ritrovamento del cadavere di un'adolescente, alla ricerca del colpelvole. Lo fa a suo modo , attraverso forti emozioni e grande suspance-
Lo scenario è questa meravigliosa baia, il fresco amore di due adolescenti, la curiosità di un ragazzino coraggioso e curioso, leggende che infervorano la fantasia, racconti tristi e pieni di significati.
Le OMBRE, spettri di anime tormentate che si sono lasciate corrompere scambiando loschi fini per affetto e premure gratuite.
Insomma c' è parecchio in questo rocconto che si lascia leggere in poche ore, e che non reputo affatto un libro per ragazzi, anzi forse ci lascia capire il percorso dell'autore che si sta rivolgendo ad un pubblico più adulto.
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gli altri romanzi di Zafon
Misterioso e giovanile
Spoiler all'interno. Ho iniziato a leggere questo libro senza lanciare nemmeno uno sguardo alla trama, affidandomi al titolo che già si annunciava alquanto enigmatico. L'enigma è un elemento che si protrae per l'intero romanzo e che accompagna la lettura fin all'ultima pagina. Viene ribaltata la classica concezione del romanzo che accoglie la fortuna nella sfortuna: con la morte del marito, Simon Sauvelle si ritrova a dover abbandonare la sua amata Parigi a causa delle ristrettezze economiche ed assieme ai suoi bambini, Ierene e Dorian, a sostenere il trasferimento in un piccolo paesino della costa nordica dove diventa governante presso l'immensa e misteriosa dimora di Lazarus Jann, famoso costruttore di giocattoli. Il primo approccio con la nuova occupazione risulta ai protagonisti più che inquietante: la casa del giocattolaio è ricca d'invenzioni che sembran possedere un'anima e vita propria, con il maggiordomo portinaio che non è altro che un robot. Ma quelle mura nascondono un difficile passato ed un presente terrificante. Dopo aver narrato una storia parallela a quella reale, Lazarus rivela il suo passato misero e triste che grazie ad un giocattolaio, prende una piega addirittura sovrannaturale, e la sua anima nera come la pece viene intrappolata in un'ampolla di vetro. Tutto è taciturno ed ordinario finchè una giovane ignara, Hanna, non libera l'anima del povero Lazarus e dopo quest'avvenimento nulla è come in precedenza... E la stessa vita dei Sauvelle viene scompigliata e messa in pericolo. In "Le luci di settembre" riemerge il Carlos Ruiz Zafón scrittore di narrativa per ragazzi. Un libro ricco di sfaccettature misteriose ed intrecci amorosi con un sottofondo di costante adrenalina e spirito d'avventura. Durante la lettura v'immergerete in un mondo che rasenta il fantasy e sentirete che non si è mai troppo grandi per usare l'immaginazione.
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MAGIA, MISTERO E AVVENTURA...
Ho letto "le luci di settembre" dopo aver divorato ed essere stata catturata dalla magia della famosa trilogia, aspettandomi già qualcosa che fosse al di sotto delle letture precedenti appena citate.
Sicuramente il contenuto è meno elaborato ed intricato, ma lo stile narrativo unico che caratterizza Zafòn è più presente che mai ed è proprio grazie alle sua aggettivazioni, ai colori che le sue descrizioni riscono a trasmettere, che una trama semplice diviene magicamente un capolavoro che commuove il lettore.
Ovviamente è un Zafòn ancora "giovane" ma che pone le basi per quello che sarà di seguito!
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Luci brillano a tratti
Leggo questo libro dopo aver letto la famosa trilogia di Zafòn. Non è paragonabile a quei tre, ma ha un contenuto molto piacevole e la stessa storia scorre piacevolmente. Amo lo stile di Zafòn con tutto il cuore; uno stile tale da trascinarti fino alla fine senza staccarsi mai, tipico di tutti i suoi libri.
Penso che sia comunque un libro molto bello, e non un "piccoli brividi" come ho letto in altre recensioni. Personalmente il finale mi ricorda molto Dorian Gray, anche se potrei sbagliarmi, quindi ricade un po' sul banale e sul prevedibile. Ma lo consiglio vivamente.
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Le luci non splendono...
Ruiz Zafon è sempre Ruiz Zafon, ha uno stile di scrittura unico, coinvolgente, capace di sbalordire anche il lettore più esigente con le sue aggettivazioni, le sue descrizioni, le sue battute argute. Tuttavia le cose positive di questo libro si fermano qui: si tratta di un'opera del primo Zafon, antecedente il capolavoro assoluto de L'ombra del vento e ciò che ne è seguito, un romanzo per ragazzi (come dichiarato, onestamente, dallo stesso Autore) seppur indirizzato anche ad un pubblico adulto. Consigliato agli adolescenti che volessero (come dovrebbero!) avvicinarsi a Zafon, in attesa di passare alle opere d'arte del Maestro.
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Luci mediocri
l'operazione fatta con Zafon è analoga a quella fatta con altri autori oggi famosi: l’autore pubblica un libro di successo e quindi si ripescano tutti i liberi precedenti, anche se non allo stesso livello, creando spesso delusione nei lettori, che si ingannano sull’ordine cronologico della stesura. Le luci di settembre si inscrive in questa scelta, a mio avviso sbagliata.
Lo stile è quello di Zafòn, ma i personaggi, i dialoghi e l’ambientazione sono superficiali e prevedibili. Il linguaggio e diverse situazioni sono fuori contesto rispetto all’epoca in cui si situa l’azione (siamo negli anni 30…). Un esempio? Chiamare i gendarmi da La Rochelle, che si trova tra Nantes e Bordeaux, per andare in Normandia, è assurdo, non c’erano gli esperti di CSI all’epoca. Rivela scarsa conoscenza deiluoghi in cui è ambientato. Insomma, abbastanza mediocre.
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UN’OMBRA MISTERIOSA
“Ha mai sentito parlare del Doppelgänger, cara amica? Certo che no. Le leggende e i vecchi trucchi di magia non interessano più a nessuno. E’ una parola di origine tedesca; designa l’ombra che si separa dal suo proprietario e gli si rivolge contro”.
Siamo nel 1937, in quel di Parigi. Simone Sauvelle scopre che il marito, scomparso da poco, ha lasciato dietro di sé una scia di debiti di cui lei non sapeva nulla; costretta a lavorare per farvi fronte, riesce a trovare impiego come governante in uno strano e sinistro castello, situato sulla costa della Normandia: la tenuta di Cravenmoore, appartenente a un inventore di giocattoli all'apparenza gentile e affabile, tale Lazarus Jann, ma che nasconde, sia dentro di sé, sia nell'inaccessibile ala ovest della sua lugubre e ombrosa dimora, qualcosa di terribilmente inquietante.
Simone si trasferisce nella Casa del Capo, una costruzione vicina a Cravenmoore a cui si accede tramite un sentiero che attraversa un folto bosco, insieme ai figli Dorian e Irene; quest’ultima farà presto la conoscenza di Ismael, cugino di Hannah, la cuoca chiacchierona della tenuta, e grazie a lui verrà a conoscenza di alcune leggende che popolano questo lembo di terra: dalle luci di settembre alla misteriosa abitazione abbandonata sita all'interno del faro, che racchiude ben più di un segreto e di un diario recuperato dal mare, appartenente ad una tale Alma Maltisse.
Quando inizieranno a verificarsi strani e inspiegabili avvenimenti, nessuno sarà più al sicuro e il segreto che alberga nelle stanze e nei corridoi di Cravenmoore, abitati da giocattoli creati dalla fervida immaginazione di Lazarus e animati da un qualcosa di soprannaturale e malvagio, verrà svelato in un crescendo di luci e ombre, di misteri e di antiche promesse spezzate e mai più mantenute.
Le luci di settembre è uno di quei romanzi scritti da Zafón per un pubblico giovane e questo ben si evince dallo stile ancora acerbo che caratterizza, e differenzia, le sue prime opere da quelle che lo hanno reso più famoso. Nonostante la penna dell’autore faccia fatica a “decollare” nei primi capitoli, nell'arco della lettura non si possono non notare le caratteristiche che rendono tanto speciale e tanto amato questo scrittore: le atmosfere surreali, i personaggi misteriosi, le presenze evanescenti che richiamano l’attenzione dei protagonisti, la fantasia, la realtà e la magia che si uniscono per dar vita a storie in cui… tutto è ciò che sembra e nulla è ciò che appare.
Un romanzo che non può mancare nella libreria di chi apprezza questo autore, ma che sconsiglio a chi per la prima volta si avvicina al magico e misterioso mondo “zafóniano”.
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Poteva andare peggio!
Io credo che questo libro non dimostri chi sia veramente il suo autore, quindi non lo consiglio come primo libro da leggere di Zafon come invece consiglio L'ombra del vento... Per quanto riguarda il libro è molto carino e fantasioso ma non ha quel di particolare che ti lascia senza fiato, carina la storia d'amore tra i due giovani ma niente di particolare.è comunque un buon libro per i neo-lettori..ma per coloro che hanno gia letto i grandi capolavori di Carlos non credo sarà molto soddisfacente!
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Magico Zafòn
Su Zafòn vale la pena spendere belle parole e dare il massimo dei voti. Mi ha stregata con l'Ombra del vento, mi ha commossa con Marina ed ora mi ha tenuta sul filo con Le luci di settembre. I protagonisti riescono sempre a trasmettere quel non so che di puro e innocente che solo i fanciulli sanno dare. L'amore sbocciato tra Irene e Ismael, questo luogo magico che è la baia dominata da un faro che cela un oscuro mistero, il personaggio di Lazarus e la sua storia (che un pò ricorda il fabbricante di protesi Kolvenik in "Marina") sono i giusti elementi che solo la fantasia e la penna di questo scrittore sanno portare al cuore di chi lo legge.
Personalmente lo adoro e non vedo l'ora di leggere Il prigioniero del cielo.
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Luci e...ombre!
Premetto che Le luci di settembre è il libro di Zafòn che mi è piaciuto di meno. Forse un pò troppo Fantasy per i miei gusti. Cosa non troppo strana visto che lui ci mette sempre un pò di fantasy nei suoi racconti. Ma a differenza di altri suoi racconti come " Il palazzo della mezzanotte", che la fà uscire piano piano. In questo fin da subito te la sbatte in faccia. Nonostante questo sempre a mio modesto avviso, lo stile è unico, i dettagli magnifici. E il finale è cmq molto "acceso", dantoti un senso d'ansia mentre leggi. Nel finale si sente il suo tocco. Non avendolo comunque apprezzato come altri suoi racconti per l'impronta che gli ha dato, consiglio lo stesso la lettera di questo racconto. E considero Zafòn uno dei migliori scrittore in circolazione. Capace di darci molte altre soddisfazioni!
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Le luci di settembre di C.R.Zafon
Ho iniziato la lettura dei libri di Zafon un pò per scherzo leggendo le varie recensione e ho iniziato dall'Ombra del Vento indubbiamente un capolavoro,ma tutti i libri di Zafon si sono rivelati dei capolavori.Le luci di settembre l'ho finito qualche giorno fa e cosi ho finito la mia raccolta di Zafon.Devo dire che è molto bello ed untusiasmante,c'è la ricorrente ombra che è visibile in quasi tutti i libri ed è mozzafiato.Il mio preferito è stato Marina ma questo è molto bello.Lo consiglio a chi ha voglia di finire un libro in pochi giorni,perchè ti prende cosi tanto che vuoi sapere come finisce =D
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Zàfon, Zàfon, Zàfon
Mio caro Zàfon, cosa devo fare con te?
Non posso farci niente: anche se trovo le tue storie un pò troppo simili tra loro, non posso fare a meno di apprezzarle e amarle.
Il tuo primo libro che lessi fu "L'ombra del vento": mi fece innamorare, piangere, star male. Da allora lessi tutti i tuoi libri, e cominciai ad essere pervasa dalla sensazione che le storie seguissero tutte un ugual filone: u protagonista che si ritrova imprigionato in un problema e per uscirne è costretto a scavare nel passato di un qualche misterioso personaggio.
Non è così, mio caro Zàfon?
Eppure, adoro le tue storie perché ogni personaggio è sempre diverso dall'altro; perché scrivi benissimo e perché evochi nella mia fantasia mondi fantastici pieni di dolore e amore.
Hai uno stile inimitabile e mi fai nascere un senso di angoscia che solo pochi riescono a fare.
Ottimo lavoro!
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le banalità di settembre
Ok, sarò scottennato, ma non vado pazzo per l autore in questione.
Ammetto comunque che questo libro mi è piaciucchiato. Ma allora perchè lo hai chiamto le banalità di Settembre? Vi chiederete voi.
Perchè per quanto il libro sia piacevole, coinvolgente e a tratti entusiasmante, la storia è prevedibile a partire dai primi capitoli! Anche i personaggi non hanno sto gran spessore e appaiono prevedibili e scontati anche se non antipatici.
L ambientazione è carina, ovviamente non originalissima, ma carina. Forse è la vera arma in più di questo libro.
Conclusione: piacevole, carino ma certo nulla di innovativo (anche perchè uscito con anni di ritardo)
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Piccoli Brividi
Ho acquistato questo libro pieno di buone speranze ma si è rivelato una grande delusione. In più momenti della lettura mi è sembrato di leggere un libro "soft horror" destinato ai bambini (e in effetti fu scritto dall'autore proprio per questo). Tuttavia l'ho trovato davvero insulso. Niente di nuovo sotto al sole, stile praticamente inesistente, originalità zero, uso di sintassi da lasciare fortemente perplessi... Sarebbe questo dunque lo scrittore del terzo millennio?? Il successo di vendite non è giustifcato da altrettanta qualità. Mentre leggevo questo romanzo mi sono ritrovato spesso a sbadigliare o a strabuzzare gli occhi per l'uso temerario di alcuni termini. A mio parere una perdita di tempo la lettura di questo libro che ho già relegato nei bassifondi della mia biblioteca. Vivamente sconsigliato per chi ricerca qualità e originalità nella lettura.
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Tenebre più che luci...
Tenebroso, nonostante il titolo, l’ultimo uscito di questo autore che in realtà è stato scritto tempo fa da Zafón.
Questo autore ha effettivamente iniziato a scrivere romanzi per ragazzi e ritengo che questo sia uno di quelli.
Cupo, buio, pieno di descrizioni ottocentesche sicuramente può affascinare e coinvolgere nell’intreccio, alla fine semplice e già letto, ma mi aspettavo di più dopo aver letto Marina.
Questo è il guaio con gli autori che diventano famosi, gli editori ripescano tutto quanto hanno scritto e lo presentano in maniera scoordinata e sicuramente non cronologica rispetto all’evoluzione dello scrittore.
Notoriamente invito sempre a leggere tutti di tutto e anche questa volta non farò eccezioni: leggete. Magari le sensazioni che può lasciarvi questo romanzo, ambientato nel 1937 in una Normandia calda e ricca di suggestioni, saranno intense e durature.
La famiglia Sauvelle e le loro storie di fantastici giocattoli, Doppelgänger, amori adolescenziali sbocciati e mai maturati, antiche storie e accenni alla futura terribile tragedia europea non mi hanno entusiasmato, ma tant’è…
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Le "ombre" delle "Luci di settembre"
Finalmente è arrivato "Luci di settembre", che, come i precedenti volumi "Marina" ed "Il palazzo della mezzanotte", appartengono alla produzione di Zafòn dedicata esplicitamente ad un lettore molto giovane. Anche questo è un libro originariamente pubblicato in Spagna molti anni fa, nel 1995, e solo ora tradotto e distribuito in Italia.
Avendo letto tutti gli altri libri di questo autore, è chiaro che l'impianto narrativo, lo svolgimento della vicenda ed anche molti personaggi, sono strutturati nel medesimo modo in ognuno dei suoi romanzi. Qui, come in "Marina", nel "Palazzo della mezzanotte" e nel "Principe delle nebbie" i protagonisti sono degli adolescenti, ragazzi che si affacciano alla vita, all'amore ed alla vera amicizia ma che vengono coinvolti in storie che li segneranno per sempre.
Gli elementi ricorrenti nei vari romanzi di questo autore sono moltissimi e si afferra chiaramente come questa tipologia di elementi venga portata alla loro massima, perfetta ed anche più credibile ed avvincente epressione nel suo indiscusso capolavoro "L'ombra del vento". E di ombre in questo romanzo ce ne sono veramente molte, ombre minacciose che si materializzano ed incutono terrore nella gigantesca villa di Cravenmoore, ombre che uccidono e bramano solo una folle vendetta. Ombre che esprimono il lato più oscuro che esiste in ognuno di noi e che se lasciate libere di agire fuori dal nostro controllo mostrano tutta la feroce cieca bestialità dell'essere umano. Un'atmosfera gotica, vero marchio di fabbrica nell'ambientazione dei romanzi di Zafòn, una capacità descrittiva che ha il potere di rendere vividi e suggestivi i luoghi dove si svolge una vicenda a sfondo fantastico ed un senso di ineluttabilità nel destino di alcuni personaggi segnati da scelte che dovranno pagare a caro prezzo. Questi elementi si trovano praticamente in tutti i libri di Zafòn.
Una differenza sostanziale è però la qualità dell'intreccio, qui chiaramente destinato ad un lettore giovane, mentre ne "L'ombra del vento" e nel "Gioco dell'angelo" l'architettura della storia, le complessità psicologica dei personaggi e lo stesso svolgimento dei fatti risulta certamente molto più complesso e strutturato.
In definitiva "Luci di settembre" non aggiunge nulla di nuovo a chi ha già letto tutti gli altri romanzi dell'autore, ma comunque risulta pur sempre una gradevole ed avvincente lettura che certamente non annoia.
Da segnalare infine le presenza, anche se appena accennata, di un personaggio, Andreas Corelli, che rivestirà invece una notevole importanza nell'ultimo romanzo scritto da Zafòn "Il gioco dell'angelo", aneddoto che getta quindi un ponte ideale tra queste storie per ragazzi ed i suoi romanzi più "adulti.
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Le luci di settembre
Normandia estate 1937. La famiglia Sauvelle dopo la morte dela capofamiglia si trasferisce in una proprietà di un ricco fabbricante di giocattoli Lazarus Jann.
La vita a Cravenmoore scorre tranquilla per poco tempo però.
Lazarus ha dei conti in sospeso con il passato e coinvolge, involontariamente,anche Simone e i suoi figli che rischiano la vita.
Solo il sacrificio di Lazarus può fermare la maledizione,tagliando i ponti con il passato.
Il romanzo è chiaramente fantastico, ma Zafon ha voluto lo stesso farci riflettere su alcuni aspetti del nostro modo di vivere.
Il messaggio di questo libro è che per poter andare avanti senza "ombre" nel futuro, bisogna chiudere le porte al passato, anche se questo può essere doloroso.
Avvincente ed entusiasmante.
Sicuramente di Zafon non perderò le tracce.
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Delusione Zafon
Rimettendo sul mercato "Le luci di settembre", Zafon ha perso a mio parere la sua fama di grande scrittore che aveva dimostrato con "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo".
Spero che, piuttosto che ripubblicare vecchi romanzi infantili e insulsi, scriva a breve un nuovo romanzo all'altezza degli ultimi 2.
Veramente deludente, adeguato a chi ama una lettura molto fantasiosa.
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Come resistere a Zafon?
L’ultimo libro pubblicato in Italia da Mondadori ad opera di Zafon è la traduzione di un romanzo scritto in realtà prima del famoso e acclamato “L’ombra del vento”.
La vedova Sauvelle decide di lasciare Parigi e di trasferirsi con i due figli in Normandia, accettando l’offerta di lavoro di un anziano ed eccentrico inventore di giocattoli, che vive in una bizzarra villa in riva al mare.
La famiglia si ambienta benissimo: Dorian, il figlio minore, passa le giornate al mare, mentre Irene, la figlia maggiore, trova addirittura l’amore nel giovane Ismael.
Ma quando, in una notte di tempesta, la giovane cugina di Ismael scompare nel bosco, la famiglia Sauvelle si accorge che l’anziano inventore nasconde un terribile segreto...
“Le luci di settembre” è un romanzo ricco di suggestione, di immagini molto poetiche, di struggenti tramonti sul mare e colpi di scena, di inseguimenti notturni e diari segreti che celano nefandezze inenarrabili, nella migliore tradizione di Zafon.
Consideriamo questo libro sicuramente inferiore al già citato “L’ombra del vento”, ma molto più credibile e lineare del precedente “Palazzo della Mezzanotte”. Insomma, se vi piace Zafon, non perdetelo!
Mondadori, euro 19
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Le luci di settembre di C. R. Zafon
Sicuramente non sarà il miglior lavoro di Zafon, la storia non ha il fascino de "L'ombra del vento" ma a mio modesto parere quest'uomo ha l'innata capacità di rapirti e catapultarti nelle sue atmosfere, nei luoghi dove le sue opere sono ambientate. Sarò ripetitivo ma trovo che questo sia l'aspetto che realmente caratterizza lo scrittore spagnolo. Ne "Le luci di settembre" ci troviamo in Normandia, in un paesino in riva al mare dominato dalla villa di un enigmatico e ricchissimo fabbricatore di giocattoli. Fin dalle prime pagine si capisce che costui e la sua dimora nascondono un terribile segreto, un'ombra minacciosa avvolge i protagonisti, una terribile disgrazia sta per abbattersi sui personaggi del racconto. Sono d'accordo con i precedenti recensori quando avvicinano il romanzo a "Marina" e a "Il palazzo della mezzanotte" anche se credo che qui l'aspetto horror-misterioso sia ancora più marcato. Comunque, libro per ragazzi o no :) ve lo consiglio assolutamente.
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Il fascino sinistro di Zafon
Come ho già detto amo lo stile narrativo di Zafon, che a mio parere sa letteralmente legare il lettore alla poltrona, liberandolo solo una volta terminata l'ultima pagina. La sua capacità di descrizione quasi fotografica, da alla lettura un fascino sinistro, capace di impressionare anche un adulto e non solo il pubblico giovane che avrebbe dovuto essere il target dell'opera.
Considero un vero peccato che non sia stato possibile leggere i suoi libri in ordine cronologico, avrebbe permesso di cogliere la crescita dell'autore; infatti in questo libro le similitudini con il precedente "Palazzo della mezzanotte" sono molteplici, e non solamente per l'utilizzo delle macchine animate, che ritroveremo anche nel successivo "Marina". La storia è ambientata in Normandia e ancora una volta vede come protagonisti dei ragazzi cui spetta il compito di affrontare le loro paure confrontandosi con un'entità maligna e distruttiva. Inutile dire che lo scontro non sarà privo di dolore ma alla fine questi giovani eroi improvvisati trionferanno e sapranno creare un legame così forte che neppure la seconda guerra mondiale, che inizierà di li a poco, riuscirà a cancellare.
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Le luci di settembre
Sono d'accordo con i precedenti pareri, una volta premesso che si tratta di un libro per ragazzi, ci si può immergere nelle atmosfere che Zafon anche qui crea con la sua consueta maestria, trasportandoci in un sognante paesino della Normandia dominato da una villa misteriosa tanto quanto il suo proprietario... Come sempre pare di essere lì con i protagonisti, coinvolti in un'avventura che a me ha ricordato molto il precedente "Marina" (ma Zafon sarà rimasto turbato da piccolo?!?Secondo me dormiva con i palloncini stile It! ;)). Chapeau per lo stile, aspettando un nuovo romanzo più adulto.
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Il sudario di ombre che avvolgeva la foresta
Sono innamorato dello stile narrante di questo autore che riesce a trasportare il lettore in un mondo irreale e pieno di suggestioni.
Ogni pagina dei suoi romanzi è poesia e tutto diventa secondario rispetto alla bellezza di parole e frasi che fanno sognare chi legge.
Lazarus Jann e Alexandra Maltisse come Michail Kolvenik e Eva Irinova, storie d'amore immense che finiscono nella tragedia più nera.Non esistono storie per adulti e per ragazzi quando è uno stile così unico a caratterizzare un romanzo che diventa bello per come è scritto e non solo per la storia in se.
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Per ragazzi
Zafon ammette che è un libro scritto alcuni anni fa per un pubblico di ragazzi ma intanto "ci prova" o per lo meno lo fa la casa editrice proponendolo ad un pubblico più vasto. La storia è godibile anche se colma di cose lette e rilette : l'orologio che va all'indietro, la nebbia presagio di sventure, l'ombra, la casa inquietante nel bosco, e altre cosucce che ometto per non rovinarvi la lettura, Zafon non ci ha fatto mancare niente , troviamo addirittura Andreas Corelli!
Che dire : come lettura senza pretese va benissimo soprattutto se vi piace lo stile di Zafon però il clichè "giovane amore disperato tormentato da un'oscura presenza magari soprannaturale" sta diventando monotono...
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