Le ho mai raccontato del vento del Nord
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Epistola moderna
Emmi Rothner, trentaquattro anni, sposata, con due bambini da accudire, figli del marito avuti da una precedente relazione.
Leo Leike, psicolinguista, non sposato, single, con relazioni sentimentali fallite alle spalle.
Sono i protagonisti di questo romanzo di Glattauer, un libro scritto come un romanzo epistolare, ma essendo nell’era di internet, invece delle lettere, ci sono le mail.
Per colpa di un errore nel digitare un indirizzo mail, inizia una corrispondenza virtuale tra due perfetti sconosciuti.
Iniziano a scriversi mail in modo continuo e più passa il tempo e più si piacciono e più lo scriversi diventa una dipendenza per Emmi e Leo.
Senza mai descriversi troppo, ma giocando molto, quasi un “dico non dico” che fa sì che la curiosità verso l’altro aumenti sempre di più, fino al punto di non riuscire più a fare a meno di inviare mail all’amico virtuale.
Scriversi di notte, essere gelosi dei ritardi serali dell’altro, un amore virtuale tra Emmi e Leo…fino al giorno in cui si dovranno incontrare, ma succederà qualcosa che ci farà dire: “ e quindi?”.
Glattauer ha in serbo il continuo.
Un libro scorrevole, accattivante, letto tutto d’un fiato, dove la curiosità di conoscersi dei protagonisti ti avvolge e non ti abbandona fino alla fine del libro.
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Emozioni virtuali
Ho iniziato a leggere questo libro con molto scetticismo. Nell'epoca di tablet e smartphone vanno di moda i libri sulle chat.
Dopo poche pagine ero "rapita" dal racconto. Emmi e Leo. Emozioni virtuali allo stato puro.
Quando ho terminato la lettura più che scorrevole del libro...sono rimasta con il libro tra le mani per diversi minuti a riflettere. E quando un libro mi fa questo effetto è un buon libro. Come non riflettere sulle forme di amore possibili? Sul peso delle parole? Sul bisogno di emozioni che può portare a scelte complesse? Sul destino? Sul futuro? Sulle scelte?
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Emmi & Leo.
Emmi e Leo. Leo ed Emmi. Una lettera sbagliata, una “e” al posto di una “i” e lo scambio epistolare tra i due protagonisti ha inizio. Un susseguirsi di mail, questo, che incuriosisce entrambe, ciascuno è infatti affascinato dalla figura dell’altro, anche se “io virtuale”, anche se nel concreto non sa chi “ha davanti”. Eppure, da questo scambio di missive telematiche, ha avvio una conoscenza che porta le rispettive parti ad analizzarsi, riscoprirsi, ad elaborare quelli che sono e che sono stati i rispettivi rapporti sentimentali nonché a rendersi conto che quello che originariamente era un semplice passatempo, un modo come un altro per conoscere una persona diversa, diventa un legame indissolubile, un rapporto che avvince e di cui è impossibile fare a meno, un legame che si riscopre semplicemente amore. Eh si, perché pian piano, parola dopo parola, il mondo resta fuori e lascia spazio soltanto ad Emmi e Leo, a Leo e ad Emmi, ad un uomo ed una donna con le loro incertezze e con le loro fragilità, con i loro timori, con i loro desideri. Resta il dubbio: decideranno di compiere il passo successivo? Decideranno di portare la loro conoscenza ad un piano umano oltre che virtuale? Oppure, sempre a causa di una semplice lettera, una “a” al posto della “i”, alla fin fine questo passaggio dalla vita immaginata alla vita vissuta non verrà compiuto?
«Non si dovrebbe pensare di “perdere” qualcosa”. Se lo si pensa, lo si è perso già» p. 184
L’opera si focalizza interamente sui protagonisti, si estrinseca dunque sotto la forma del dialogo e lascia un minimo spazio a quel che è “il mondo fuori” – dalle descrizioni dei luoghi e/o delle persone che fanno da contorno alla riscoperta coppia. L’autore, attraverso questo scambio di conversazioni, riesce a dar vita ad un universo parallelo ove, senza l’ausilio di immagini visive, è palpabile l’impazienza dell’innamoramento, sono tangibili quelle emozioni che desiderano uscire, espandersi, totalizzare tutto quel che hanno intorno.
E nonostante i protagonisti non siano qualificati da tratti fisici, e nonostante l’assenza di quelle fondamenta che sono proprie del romanzo classico, l’elaborato funziona. Ricrea, con maestria, lo spazio privato, l’intimo che ognuno coltiva dentro di sé lasciando altresì ai personaggi che ne colorano le pagine, il tempo ed il modo di essere se stessi. A più riprese, Emmi, lo sottolinea manifestando il fatto di non indossare quelle maschere (che le sono sempre accanto nella quotidianità) quando, giunge l’ora della navigazione online. Perché dietro lo schermo, non si ha nulla da perdere e nulla da salvaguardare ma solo da guadagnare. Tra i due essa è quella che si fa meno apprezzare perché superficiale, vanitosa e concentrata sull’aspetto fisico suo – è perfettamente consapevole del proprio piacere – e del sesso opposto. L’antitesi maschile, viceversa, la sprona ad andare oltre perché quel che conta è altro. Le sue risposte, non a caso, sono anche le più apprezzabili. Egli ricerca la qualità, è ponderato in ogni pensiero, ella è impulsiva, trepidante, infantile, talvolta.
Ed è così che l’autore descrive come questo spazio ricavato diventi sempre più essenziale nelle rispettive giornate, quasi una droga se vogliamo osare. La giovane, a tal proposito, attende con irrequietezza quello scambio di interessi, quella condivisione di tempo, con quel calice di vino rosso alla mezzanotte e/o quel buongiorno al mattino.
Sotto la falsariga del romanzo epistolare, Daniel Glattauer, offre a chi legge una commedia d’amore capace di far vivere le emozioni e le paure insite nel sentimento ma descrive anche pienamente il volto di una società sempre più incentrata sulle conoscenze virtuali piuttosto che su quelle reali, pone l’accento su quel desiderio di fuggire dalla vita vera, dai problemi, dalle maschere che le circostanze e il perbenismo impongono per rifugiarsi in un luogo, creato e ricavato dal caso o dalla volontà, in cui ci sente liberi di essere quello che in verità dovremmo avere il coraggio di essere ogni giorno in ogni rapporto.
«La tensione non è la mancanza di completezza, ma il continuo aspirare a essa senza mai perderla di vista» p. 95
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Storia di una "Relazione Mentale"
Le ho mai parlato del vento del Nord è un romanzo epistolare, lo scambio di email tra due persone che si trovano per caso a condividere una situazione in cui entrambi hanno bisogno di parlare e di trovare un rapporto - seppur di tipo virtuale - umano capace di aprire loro gli occhi. Come ogni rapporto anche quello che si instaura tra Emmi e Leo è destinato a crescere, giorno dopo giorno, e a travolgerli fino a spingerli ad incontrarsi..
Inizialmente non nascondo di aver avuto una sorta di deja vu, qualcosa di già visto e in un certo senso potrebbe ricordare il film C'è post@ per te; tuttavia, questa sensazione si dissipa man mano che si procede nella lettura. Lo stile narrativo è molto immediato, piacevole e ricalca quello che può essere un reale scambio di messaggi tra due perfetti sconosciuti con annesso lo sviluppo di quello che è un rapporto in bilico tra amicizia e, lasciatemi passare il termine, attrazione mentale. Assistiamo alle problematiche dell'una e dell'altro, quasi fossimo dei guardoni seduti in prima fila.. eppure, non manchiamo di esserne attratti e incuriositi da quanto potrebbe o meno accadere.
Un romanzo che si legge molto velocemente, di quelli che ti rimangono dentro anche, e in particolar modo, per il finale aperto che lascia presagire ad un possibile seguito (ndr. infatti La Settima Onda è il secondo capitolo che conclude la storia). Il lettore s'immerge in quelli che sono i sentimenti, i timori e le falsità che i personaggi condividono e raccontano, soprattutto a loro stessi. Nonostante la trama sia piuttosto semplice, a colpire chi legge è il modo in cui i due protagonisti discorrono tra loro.
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E-mailing novel
È assai improbabile che oggi, nel XXI secolo, si trovi un autore che si dedichi alla scrittura di un romanzo epistolare, a meno che non lo ambienti in un’epoca lontana dalla nostra. È questo forse l’unico genere divenuto obsoleto, se consideriamo che quasi più nessuno comunica attraverso lettere per giunta scritte a mano con bella e curata grafia. Cose d’altri tempi. Eppure il romanzo epistolare ha un erede, un erede più veloce ed efficiente, che si serve della moderna tecnologia e che potremmo definire “e-mailing novel”. Lo scambio di mail garantisce il mantenimento dei diversi punti vista della narrazione al cui centro sono i due personaggi fondamentali e intorno eventuali figure secondarie. Certo siamo ben lungi dalle pagine studiate ed elaborate con pazienza e devozione da una Madame de Sevigné, da un Rousseau o da un Goethe. Il linguaggio è mutato, spesso è contaminato da neologismi di derivazione anglosassone.
Il romanzo di Glattauer racconta di uno scambio di mail tra Emma e Leo cominciato per errore e portato avanti inizialmente con ironia e leggerezza per poi trasformarsi in un sentimento più serio e profondo. I personaggi si conoscono a poco a poco, scoprono i reciproci lati deboli, le delusioni e le speranze che nutrono per il futuro. Tutto è affidato alla parola che crea atmosfere suggestive. Il rapporto tra Emmi e Leo scivola inconsapevolmente dal piano intellettuale a quello fisico, pur ignorando ciascuno l’aspetto dell’altro. Il verbo si carica di eros e altera i ritmi della vita quotidiana. La consapevolezza di vivere un amore impossibile in una realtà virtuale reca disagio e sofferenza.
Un romanzo breve “ Le ho mai raccontato del vento del Nord”, che affronta tra le righe il problema della falsa dicotomia tra la sfera fisica e la sfera intellettuale. Ciò che accade a Emmi e Leo dimostra che l’amore si completa e si realizza solo nell’equilibrio tra ragione e sentimento.
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L'evoluzione della "telesega".
S-P-O-I-L-E-R
In questo mese di agosto del 2015 ho letto “Le ho mai raccontato del vento del nord?” dell’austriaco Daniel Glattauer.
Ed essendo agosto non posso esimermi dalla recensione un po' da ombrellone.
Non amando i melò e la maggioranza delle storie d’amore su carta, dovrei raccontare come mai mi sono imbattuta in questo, ma sarebbe una long long story.
Diciamo che il romanzo si legge in una serata e la lettura scorre via in modo non eccessivamente molesto.
La vicenda si snoda attraverso uno scambio di e-mail fra i due protagonisti.
Cominciato per sbaglio e continuato per desiderio.
Leo ed Emmi cominciano una relazione epistolare (ai tempi del pc) e attraverso le loro parole elettroniche l’autore ci descrive i loro caratteri, le loro vite, il loro rapporto.
Da internauta della prima ora, che casualmente condivide recensioni in rete, non sarò certamente io a sorprendermi di amicizie e relazioni che nascono (e a volte prosperano) in mancanza di vicinanza reale. Ad estremizzare un po’, la differenza con i romanzi epistolari del ‘700/800 sta semplicemente nel fatto che lì ci si vedeva “prima” e qui (a volte) ci si vede “dopo”.
E qui entra a gamba tesa il nostro amico Eggers con il suo Cerchio.
La riflessione che mi ha portato questo romanzo è che la realtà sociale virtuale è nata per gli “smanettoni sfigati” come li definisce Eggers, quelli che negli ‘80-’90 giocavano con i videogiochi e gli orologi con il calcolatore, mentre i “normali” giocavano in cortile o cominciavano a pomiciare al muretto. Poi sono cominciati i forum, le mail-list, le chatroom, le comunità virtuali che poi si sono evolute negli attuali social network. Non è un caso che – nel lavoro di Eggers – il creatore del mondo “virtuale” del Cerchio sia un personaggio con qualche tratto autistico che richiama abbastanza esplicitamente Zuckerberg. La realtà virtuale andava bene per quelli che non avevano dimestichezza con quella reale. Ed aveva regole e linguaggi molto particolari e diversi da quelli “reali”.
Poi è successo che i “normali” hanno cominciato ad interessarsi alla realtà virtuale e agli “smanettoni sfigati”. Con il risultato che adesso su facebook si leggono post di persone che rimpiangono il muretto, il cortile e – in generale – il mondo non virtuale… e lo scrivono su un social network!
Ecco, secondo me il romanzo di Glattauer parte con questo grosso difetto.
Una storia virtuale con gli stilemi del linguaggio reale: le mail stucchevoli in cui Emmi si lamenta che Leo non le scrive, salvo poi scoprire che lui era via e non aveva potuto farlo. Le scenate di gelosia, mai neppure un po’ velate.
Hanno davvero poco del virtuale e molto molto del reale.
Perché i due personaggi decidano di continuare a scriversi non è dato capirlo.
E ancora.
Di cosa si “innamorano” i due personaggi? Solo del mistero di non vedersi e non conoscersi?
Del fatto di annoiarsi entrambi?
Le mail sono brevi e molto poco di loro emerge.
E - diciamolo francamente – cosa induce Leo a non mandare a stendere l’insopportabile Emmi?
Che ha la vita perfetta, il marito perfetto, i figlioli perfetti, fa capire di essere pure gnocca ed indipendente e realizzatissima, ma poi rompe le balle a uno sconosciuto perché (lui) fa tardi la sera.
Naturalmente Leo ha alle spalle un difficile rapporto con la madre (appena morta) e una storia annosa di cui non riesce a liberarsi (ma ci riuscirà, incredibile, ma vero).
Secondo me l’autore si rende conto di queste pecche della storia e cerca di movimentare le cose.
Dopo un tediante tira-e-molla i due decidono di vedersi, ma giocano e barano un po’. Decidono di trovarsi – nel lasso di tempo di un intero pomeriggio – in un bar affollato e si sfidano, una volta tornati a casa, a fare ipotesi su chi potessero essere. E Leo bara pure perché, per spiazzare Emmi, invece di andare solo si fa accompagnare dalla bellissima sorella che finge di essere la sua fidanzata.
Ma non vi preoccupate perché son piuttosto bellocci tutti e due (ma va’?).
Poi i due fanno in modo di sentire uno la voce dell’altro (voci stupende, e come dubitarne?) e qui per fortuna siamo verso la fine, perché la storia vira perigliosamente verso la noia.
L’autore se ne accorge e mette in campo perfino il marito di Emmi che tanto la ama da volere che Leo si decida a “farla sua” per poi restituirla alla pace coniugale (?)
E il povero Leo, alla fine ci sta. Decide di trasferirsi a Boston e di non scrivere più ad Emmi dopo il loro incontro. Al prevedibile sbigottimento di Emmi, seguono mail in cui si organizza l’incontro ed arriva anche la fatidica sera.
E come fa l’autore a farci sapere com’è andato quest’ultimo/unico incontro?
Be’ con un paio di espedienti. Il primo è che Emmi non si presenta all’appuntamento a casa di Leo e ovviamente gli scrive per spiegargli il motivo. E il motivo è che suo marito, mentre lei stava per uscire e correre da Leo, l’ha chiamata proprio “Emmi”, nomignolo che non aveva mai usato prima etc etc. Epifania (?) di Emmi.
(Il nomignolo sbagliato al momento sbagliato. Quale soavità, neppure Andrea Sperelli era arrivato a tanto! Bisogna fare un appunto mentale ai poveri uomini: “Tesoro/amore/dolcezza sono tuoi amici, usali!”).
Ovviamente Leo non leggerà mai il messaggio, perché la sua casella di posta elettronica è stata disabilitata.
Ora. Immagino che questo sarebbe il momento dei fazzoletti, nella volontà dell’autore, ma io resto del parere del Conte Mascetti ("Amici Miei" - Germi-Monicelli, 1975).
- Ci siamo quasi…
- A cosa?
- Alla telesega.
Per l’occasione diventata e-seg@.
Cambia il mezzo, mica la sostanza.
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Innamorarsi delle parole
Ho scelto il romanzo incuriosita dalla forma, una raccolta di email, che dà forma a un amore virtuale.
L’inizio non è stato dei più promettenti: la trama mi sembrava improbabile, le prime mail un po’ forzate e la protagonista femminile fastidiosamente sicura di sé, aggressiva, vanitosa. Il libro però si “faceva leggere”, le mail scorrevano una dietro l’altra con facilità e all’improvviso, senza neanche accorgermene, mi sono ritrovata coinvolta in quest’amore di illusioni e di parole capaci di trasmettere, senza l’ausilio di immagini, sensazioni e dialoghi, tutta l’impazienza, la totalità e la curiosità dell’innamoramento.
I protagonisti danno vita a una dimensione parallela, uno spazio privato in cui possono esprimersi liberi dalle convenzioni, dalle conseguenze, dalle maschere che si indossano nella vita. Dietro lo schermo non si ha nulla da perdere, non ci sono rapporti da salvaguardare a limitare quel che si vuol e si può dire. Si ha solo da guadagnare: l’euforia, la trepidazione, la vitalità di una comunicazione senza barriere, l’evasione dalla ripetitività quotidiana per lei o dall’autocommiserazione del cuore per lui.
Questo spazio diventa così sempre più importante e intenso, comincia a invadere il vissuto, sottraendovi tempo, pensieri, interesse. E se ne vuole di più… un bicchiere di vino insieme, anche se divisi dallo schermo… la voce… un incontro… Ma può ciò che nasce dalle premesse di una fuga dalla realtà, che si nutre della forza della fantasia, che appare così magico proprio perché non deve sottostare alle dinamiche del reale, sopravvivere a un incontro? Si finisce davvero per considerarla una possibilità di vita?
Il romanzo vale la lettura perché è capace di far vivere questo vortice di emozioni, di paure, di domande, di parole. E lascia qualche interrogativo sul fragile confine tra realtà e immaginazione che governa il mondo della rete.
Se poi alla fine si scopre di avere una vena romantica, benché un po’ appannata, una volta usciti dall’ufficio si va anche a comprare il seguito.
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COINVOLGENTE
Ho trovato questo libro fantastico, coinvolgente, romantico, una vera chicca.
Emma e Leo che diventano amici di penna (o meglio di dire di ''e-mail'') tramite un semplice sbaglio di lei, nasce tutto per caso, all'inizio nemmeno te ne accorgi, ma ne rimani subito rapito. Scorrevole, mai noisoso, vuoi sempre sapere cosa accade. All' improvviso trai due nasce qualcosa, qualcosa che nemmeno loro due sanno, che solo leggendo si puo interpretare e capire.
Due vite lontane, ma allo stesso tempo molto vicine, due estranei che si conoscono meglio di qualunque altro, due persone attratte una dall'altra senza essersi mai viste.
Il finale, non può fare altro che spingerti a comprare anche la continuazione (''La settima onda'').
Il primo romanzo epistolare che leggo ma anche uno dei miei libri preferiti.
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Il potere delle parole
Che potere hanno le parole? Quanta può essere la curiosità di vedere chi c'è dietro a quelle frasi?
"Le ho mai raccontato del vento del nord" è un romanzo costituito da una raccolta "epistolare" in chiave moderna ovvero...uno scambio di e-mail.
I protagonisti sono due, Emmi e Leo.
Per caso, per fortuna o per errore, Emmi invia una e-mail all'indirizzo sbagliato e una cosa tira l'altra, e si ritrova a scambiare e-mail con Leo.
Due perfetti sconosciuti possono farsi travolgere dalle parole?
Tutto quello che è iniziato come un gioco diventa molto di più. Emozioni contrastanti si riversano sui due protagonisti.
Gioa (quando si vede l'icona di arrivo del messaggio); tensione (quando l'attesa diventa logorante); curiosità (di sapere cosa ne pensa l'altro); malinconia ( quando non possiamo stare vicino al computer) ma soprattutto paura (che quelle parole possano corrispondere ad una persona diversa da quella che ormai ci siamo creati nella nostra mente).
E' anche molto affascinante analizzare le varie dinamiche che possono nascere e come un messaggio possa essere frainteso o interpretato male in base all'umore con cui l'accogliamo.
Questo romanzo è del 2006, ma mai come oggi è attuale, in un mondo in cui prima ci si conosce "on-line" e poi di persona. In cui spesso le aspettative vengono stravolte dalla conoscenza.
Il libro scorre velocemente e nella sua semplicità ci può far riflettere.
E poi il titolo "Le ho raccontato del vento del nord" è così evocativo che se qualcuno me lo chiedesse risponderei "no, ma non vedo l'ora"!
Cogli l'occasione, perché potrebbe non essercene una seconda.
Lo consiglio.
Buona lettura!
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L'amore nell'epoca di Internet
Arrivo buon ultimo (almeno per ora) a condividere il giudizio positivo che il libro ha ottenuto e ne ripercorro, quindi, solo brevemente la trama. Con qualche considerazione supplementare sul tema “L’amore nell’epoca di Internet” (tanto per non fraintendersi).
Il romanzo di Glattauer ha ad oggetto la conoscenza, del tutto casuale, tra un uomo e una donna, originata da un errore nell’indirizzo di posta elettronica utilizzato da quest’ultima per disdire un abbonamento editoriale. Da questo banale episodio trarrà origine un intenso scambio epistolare, rigorosamente via e –mail, che porterà i due a conoscersi, desiderarsi, amarsi.
E’ un racconto molto bello, ma anche particolare, proprio per la particolarità del fenomeno che ne è all’origine. Nella regola, le mail, in un rapporto nato in rete, sono un passo successivo e non sempre indispensabile.
Nella regola, su Internet, i rapporti nascono nei programmi di conversazione diretta dove, peraltro, le atmosfere, gli incipit, lo humor, le ripicche, le accuse, le scuse, i silenzi, sono esattamente quelli così ben descritti in questo romanzo, sia pure nella forma di mail.
Io credo che questo testo, in ogni caso estremamente gradevole, sia stato tanto più apprezzato da lettori che queste storie le hanno vissute - o le stanno vivendo - in prima persona e la lettura abbia strappato loro qualche sorriso e/o risvegliato qualche nostalgico ricordo (compreso il finale, perché no?). Lo penso perché per loro questa vicenda rappresenta di fatto una sorta di confronto attuale o di amarcord rispetto a situazioni delle quali sono o sono stati essi stessi partecipi. Situazioni che li hanno visti impegnati - a distanza dai loro interlocutori - in serate lunghe, fumose, musicali, nervose, spazientite, iperventilate, logoranti, ingiuriose, sdolcinate, erotiche, a volte.
E credo che la bravura di Glattauer sia consistita specialmente nella capacità di trasformare in sofisticato e delicato racconto il condensato di bilioni di conversazioni del genere che la rete, in quella sua sezione speciale costituita dai c.d. “social network”, ingurgita quotidianamente, fin dai tempi delle prime e storiche “chat” che chi le frequentava veniva inserito di diritto nella categoria dei “lebbrosi”, salvo poi scoprire che ogni sera si collegavano ad esse decine di migliaia di persone, sorprese, incuriosite, elettrizzate da questo nuovo sistema di comunicazione. Persone, animate spesso da una propria inquietudine, che, al riparo di un anonimo monitor, si raccontavano e si raccontano come non lo farebbero neanche con gli amici più intimi. Persone sole, coniugate, fidanzate, annoiate, irrequiete e quant’altro. Un mondo inizialmente sommerso e poi letteralmente esploso con i vari Messenger, Myspace, Facebook ed altri ancora.
Proprio come in questa storia, può scattare spesso il “dipiù”, legato a curiosità, coinvolgimento, fascino della parola. Da qui gli incontri. Divertenti, imbarazzanti, deprimenti, pazzeschi, anche indimenticabili. Raramente inutili.
Glattauer romanticizza questa storia grazie anche all’utilizzo univoco della posta elettronica (oltreché con l’uso ostinato del “lei” perfino in una fase avanzatissima di conoscenza e d’innamoramento, sia pure virtuale). Ciò gli consente la costruzione, anche, di lunghi e ponderosi scambi di pensieri che la chat, per sua stessa natura, avrebbe reso impossibile. Così, sono minuti, ore, giorni che trascorrono intensi tra una corrispondenza e l’altra a renderne più sospirato ed emozionante l’esito e, con esso, la trama del romanzo.
Una lettura decisamente piacevole.
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Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
PUO' NASCERE UN AMORE VIA E MAIL ?
Una vocale in più , modifica un indirizzo di posta elettronica ... il caso? ... il destino?
Una vocale diversa , trattiene la nascita di un possibile nuovo amore .
Un rapporto che nasce "via mail" e che va acquisendo sempre più importanza e spessore.
Emma, giovane sposa e madre di due figli, si scrive con Leo; gli scritti nel tempo si infittiscono.
Condivisioni di idee e opinioni, confessioni, aperture spontanee e impulsive e a poco a poco la confidenza inaspettata , aumenta all'inverosimile.
Forse il bisogno di parlare , la gioia di potersi raccontare con schiettezza e franchezza...la possibilità di essere se stessi senza maschere e apparenze da salvare... il desiderio di provare nuove emozioni...
Sboccia un affetto che nell'arco di un anno si avvia a diventare un legame sempre più forte.
L'uno e l'altro si aprono sempre più, l'attesa della mail si fa sempre più appassionata.
La presenza virtuale che si concretizza nella realtà...
Un libro che fa riflettere sulle possibili conseguenze di un rapporto epistolare virtuale...fino a che punto il rapporto rimane un semplice gioco? Quale il confine che può tramutare il tutto in un possibile tradimento?
Un libro che fa riflettere sulla potenza delle parole e di una grande condivisione di pensieri...Argomento delicato, importante e più che mai attuale...anche se i protagonisti sono due adulti...immaginiamoci se si trattasse di ragazzi...
E-MAIL VEICOLO DI EMOZIONI ...
E-MAIL CHE FANNO STAR BENE...
E-MAIL CHE SCONFINANO ???
Una lettura gradevolissima, romantica, appassionata e ... forse anche triste...
Pia
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Storia d'amore
Bella storia d'amore fra due sconosciuti, che casualmente entrano in rapporti epistolari ( via mail) e vengono travolti da una affinità, che supera la barriera dello spazio. Un rapporto virtuale molto intenso, che resta tale perchè non viene mai portato a compimento. La trama è semplice, ma è come le ciliegie: una pagina tira l'altra. Stuzzica il gusto del proibito che c'è in tutt noi, lasciando però un incompiuto, che ci permette di assolvere la nostra coscienza. E' un amore "perfetto" perchè solo immaginato e desiderato, perchè gli amori più appassionati sono quelli lasciati in sospeso...
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W L'EMAIL
Meraviglioso esperimento di romanzo epistolare moderno che porta alla ribalta e fa salire di podio il tanto bistrattato messaggio di posta elettronica che su due piedi verrebbe da definire arido se paragonato alla vecchia e cara lettera inviata per posta.
Perché, Signori e Signore, le strade della tecnologia sono infinite. Ed anche se a me o a voi, con molta probabilità, nessuno si degnerebbe mai di rispondere ad un’email inviata all’indirizzo sbagliato, Emmi Rothner all’indirizzo sbagliato ci trova Leo Leike, colui che diventerà il suo assiduo amico “di penna”, l’uomo per il quale ogni donna spererebbe di possedere un indirizzo sbagliato al quale inviare non una bensì un milione di email.
Ma non è propriamente l’amore a fare da sfondo alla vicenda; in realtà, Glattauer si rivela un vero maestro nel costruire stati d’animo e svelare psicologie controverse, incastonando divinamente il tutto sul tempo (semi)reale e le modalità di scambio che una comunicazione tramite posta elettronica offre. È sorprendete il talento di questo autore nell’ amalgamare tutti gli elementi a sua disposizione, superando di gran lunga l’alone di banalità che potrebbe aleggiare soffermandosi inizialmente sulla trama del romanzo e rivelandosi per nulla scontato, fino all’ultima email.
Bello e consigliato, insomma. A chi desidera una lettura alternativa ed è pronto a fare un veloce e piacevole tuffo in una sorta di favola introspettiva dei nostri tempi.
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PASSIONALE...DOLCE...ELEGANTE...VERO
non avevo mai letto nulla di questo autore...beh...mi sono terminata LE HO MAI RACCONTATO DEL VENTO DEL NORD in un solo giorno , quando ho iniziato a leggerlo non sono più riuscita a smettere . E' passionale in una maniera dolcissima e riesce a trasmetterti allo stesso tempo delle emozioni forti e dei sentimenti nobili. Per me il rapporto tra Leo ed Emmi è raccontato in modo davvero bello ed in maniera così elegante e soft che ti fa vivere una bellissima favola d'amore... Sarà che sono romantica e credo ancora ai sentimenti ma per me è stato stupendo. Buona lettura
Ops ! Io non sapevo che ci fosse un continuo...per me potrebbe anche finire così perché temo che un continuo per quanto vorresti che ci fosse , potrebbe rovinare l'immagine virtuale che il lettore si fa del racconto e renderlo un romanzo banale come tanti altri...Leggetelo...poi mi direte se avevo ragione.
Buona lettura
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L'amore ai tempi del web
"Le ho mai raccontato del vento del Nord" è un romanzo epistolare nell’era di Internet. Nulla di così devastante come le amate/odiate "Ultime lettere di Jacopo Ortis" di Foscolo, né di così sdolcinato come "Pamela" di Richardson, vero pioniere del romanzo epistolare. La novità vera del romanzo di Glattauer è quella di aver immaginato una corrispondenza via e-mail tra Emmi, trentaquattrenne, sposata con figli (non suoi ma del marito) e Leo, trentasettenne tormentato affettivamente, alle prese con una relazione amorosa piuttosto complicata. I due non si conoscono e lo scambio di e-mail prende l’avvio da un errore commesso dalla signora Emma Rothner (detta Emmi): una lettera indirizzata alla casa editrice di “Like” per disdire l’abbonamento alla rivista viene in realtà spedita al signor Leonard Leike (detto Leo), uno psicolinguista, che sta volentieri al gioco, un gioco che proprio lui, più di lei, prenderà maledettamente sul serio.
È difficile recensire questo romanzo senza svelare alcuni particolari, quindi avviso: il seguito CONTIENE SPOILER.
Se davvero intenzionati a leggere il romanzo, siete pregati di non andare oltre.
Parlare di trama è quasi impossibile. Anche se di primo acchito si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un’imitazione di “C’è post@ per te”, non c’è alcun equivoco di fondo, piuttosto un incontro al buio, che incontro non è, è più un gioco delle parti, un gioco in cui Emmi deve, in un luogo particolarmente affollato dove i due “amici di penna” si danno appuntamento, cercare di indovinare chi sia Leo e viceversa. Naturalmente non sarà affatto facile arrivare alla soluzione dell’enigma.
Ciò che rende originale, in un certo senso, questo libro è la possibilità di seguire la “storia” in ordine cronologico (lo scambio delle mail fra i due protagonisti prosegue per un anno circa), senza che tra i due ci sia un contatto fisico. E-mail dopo e-mail la “storia” si complica, fra schermaglie amorose, che vengono interpretate in tal modo solo da Leo, la voglia di vedersi, toccarsi, sentire le voci dell’uno e dell’altra. Pause più o meno lunghe nello scambio di messaggi rompono di tanto in tanto la magia di questo non-incontro che però è più speciale dell’incontro stesso perché basato sull’immaginario che non di rado viene smentito dai fatti. Leo lo sa bene:
«Ci avviamo a un grande disinganno. Non possiamo vivere quello che scriviamo. Non possiamo sostituire le tante immagini con cui ognuno di noi raffigura l’altro. Io resterò deluso se lei non sarà all’altezza della Emmi che conosco. E non sarà all’altezza! Lei si deprimerà se io non sarò all’altezza del Leo che conosce. E non sarò all’altezza!» (pag. 141 dell’edizione economica)
La vita (apparentemente) perfetta di moglie e madre di famiglia della signora Rothner si sgretola a poco a poco, smascherata dall’intraprendente Leo che riesce a leggere tra le parole scritte su un monitor le emozioni di Emmi, facendo venire a galla a poco a poco le sue fragilità e le sue incertezze. Alla fine lui riesce a vincere la riluttanza di lei a svelare particolari della vita privata che vorrebbe rimanessero fuori dal legame che nel frattempo si era stretto fra loro. I tanti dubbi che affiorano nella mente dell’uno sono, infatti, spesso demoliti dalle certezze (false) dell’altra.
Rotte le difese, Emmi ammette che la sua vita senza Leo, ovvero senza le sue e-mail, non è vita:
«Lei non è un amico qualunque. Lei è molto, molto di più. Posso contare su di lei. Lei c’è. Lei c’è. Lei risponde alle mie domande inespresse.» (pag. 147 dell’edizione economica)
Questo romanzo è quasi una novella pirandelliana in cui, alla fine, non si riesce più a distinguere la maschera dal volto, in cui l’illusione prende il sopravvento sulla concretezza, il gioco delle parti rischia di portare ad un finale amaro.
Il vento del nord è forte, impetuoso, difficilmente si può opporre resistenza alla sua violenza. Emmi, però, sa che basta cambiare posizione per non lasciarsi travolgere. La cosa difficile è, per i due protagonisti, cambiare la propria posizione rispetto a quel legame che rischia di travolgerli.
Lo stile di Glattauer si adegua al tipo di romanzo e ricalca quello dei messaggi di posta elettronica, il più delle volte brevi scambi di battute, anche se non mancano testi più lunghi caratterizzati da profonde riflessioni. Ironiche le e-mail di Emmi, sebbene con il solo fine di sdrammatizzare e di autoconvincersi che quel legame sempre più stretto con il suo interlocutore non possa diventare qualcosa di diverso da un semplice scambio epistolare, più serie e rivelatrici di tanti turbamenti esistenziali quelle di Leo. Sembra quasi di essere dei terzi incomodi a leggere il contenuto di una corrispondenza che mette a nudo i protagonisti, quasi lettori invadenti di un diario segreto. E a volte abbiamo l’impressione di attendere con impazienza le risposte di Emmi a Leo e viceversa, rammaricandoci quando il contenuto dei messaggi è differente da quello che vorremmo.
Una lettura gradevole e simpatica. Una storia aperta che non poteva non avere un seguito … "La settima onda"
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il soffio del vento del nord
questo libro apre un mondo fatto di parole e sogni, emma e leo sono due persone che riescono a conoscersi pur non essendosi mai visti grazie al potere delle parole, un potere che oscilla tra l' essere penetrante, misterioso, affascianante, malinconico, sensuale e così frizzante al punto tale che non ti staccheresti mai da quella catena incessante di email. chiamarle e mail è riduttivo , sono piccoli frammenti di vita messi per iscirtto, sono le anime di due persone che si mettono a nudo coprendosi dietro allo schermo del computer, che per loro non è un ostacolo o un mezzo attraverso cui descriversi come non si è , ma è il mezzo per uscire dall' ipocrisia dell' apparenza . dietra alla vita borghese di emma c'è qualcosa che fin ora nessuno a colto , come dietro alla vita professionale e sentimentale del prof leo . forse il vento del nord aiuterà a svelare le loro vere personalità
non perdete questo romanzo epistolare che , tra l' altro , ci insegna come anche le email, se scritte bene, posso essere un pezzo di letteratura contemporanea degno di nota.
ps. c'è un seguito , si intitola la settima onda
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la settima onda
Tipicamente natalizio
Questo è un libro particolarmente indicato per queste serate natalizie magiche e fredde, la storia non ha bisogno di spiegazioni o troppi giri di parole...è un libro da cui non riesci a staccarti facilmente e di solito lo si legge in un fiato, difficile separarsi poi dai protagonisti e da questa storia singolare quanto attuale!
Bello, bello, bello mai scontato e mai banale!
Assolutamente consigliato a chi è in cerca di emozioni vere e autentiche!
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Bello bello
Non conoscevo l'autore prima e per caso sono incappata in questo bel libro.
Glattauer riesce a raccontare magistralmente questa storia, anche solo attraverso la corrispondenza di questi due simpatici e adorabili personaggi, Emmi e Leo.
Emerge non la solita grossolanità, che si ritrova non di rado al giorno d'oggi, ma sensibilità e acutezza. Descrizioni indirette leggere come soffi, che fanno sorridere e riflettere allo stesso tempo. Mai banale, sciocco, volgare o scontato.
Avrei preferito anche un'altra angolazione rispetto alla corrispondenza tramite email dei due, avrebbe reso il tutto ancora più avvincente, penso. O forse no, forse il solo fatto di vedere Emmi e Leo tramite le loro mail, permette di cogliere la loro reale essenza, il loro vero io senza cornici inutili che distolgano l'attenzione.
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Toccante
Storia di un amore virtuale che vorrebbe diventare reale, o forse no.
I protagonisti, Emma e Leo, iniziano a scriversi per caso, per un semplice errore di battitura in un indirizzo email.
Nasce così la loro relazione epistolare, all'inizio come semplice scambio di battute, che cresce poi sempre più intensamente, in un climax emozionale ascendente, fino a quasi combatte tra l'emozione scritta e il sentimento vissuto. Quanto è più facile essere sinceri davanti allo schermo bianco di un pc? Quanto è difficile affrontare la realtà e le emozioni che sentiamo, faccia a faccia con noi stessi?
Era tanto che un romanzo non mi toccava il cuore in questo modo. Consigliatissimo.
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Amore virtuale
"Le ho mai raccontato del vento del nord" miera stato regalato qualche giorno fa ma, dato che stavo leggendo un altro libro, è rimasto un po' lì sul comodino e ogni volta che lo vedevo sembrava dirmi "beh, che aspetti a leggermi?"
Appena ho ceduto alle sue lusinghe mi ha immediatamente conquistato e l'ho finito in pochissimo tempo!
Il libro è composto esclusivamente dalle e-mail dei due protagonisti, Emmi e Leo, e tutto viene raccontato attraverso queste lettere informatiche. Un semplice e banale errore, una lettera di troppo in un indirizzo e-mail e tutto nasce così, semplicemente e gradualmente.
Il ritmo incalzante delle e-mail, a volte di brevissime frasi, mi ha rapita e anch'io, come i protagonisti, aspettavo con ansia la successiva e-mail. E come i protagonisti ho potuto solamente immaginare come sono fatti Leo ed Emmi attraverso le loro parole.
Giochetti, lusinghe, amore e gelosia... Non manca proprio niente!!
Si incontreranno alla fine? Si piaceranno? Staranno insieme?
Queste e altre domande accompagnano il lettore fino alla fine di questo piacevolissimo romanzo.
E le risposte? Per quelle dovrete leggerlo!!
Buona lettura!!
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Una brezza di aria fresca.
Ricordate il film "C'è posta@ per te", una commedia frizzante in cui una brillante Mag Ryan e un affascinante Tom Hanks si innamoravano attraverso una corrispondenza di e-mail, non sapendo nella vita reale di essere uno il rivale dell'altro?
Beh "Le ho mai raccontato del vento del Nord" è abbastanza prevedibile che lo richiami alla mente...
Il romanzo si compone interamente di e-mail, non c'è una parte raccontata in terza persona dall'autore, tutte le vicende arrivano direttamente dalla voce (anzi dalle parole) dei due protagonisti, che, giorno per giorno, iniziano a conoscersi dando vita a un rapporto intenso e coinvolgente, senza essersi mai visti nemmeno in foto. Un rapporto di tipo epistolare moderno, che si consuma con passione e rischia di insinuarsi nella vita reale.
Il racconto scorre fluido, le mail dei protagonisti sono a volte ironiche , a volte divertenti, a volte disperate, a volte appassionate.
Certo, l'originalità non sarà il punto forte di Glattauer ma lo stile di scrittura lo rende un romanzo piacevole e godibile. Sicuramente non è un capolavoro, non è un romanzo che lascerà tracce indelebili nella storia, eppure è un libro particolare, ricco di sentimento, delicato e romantico che, banale o meno, non si riesce ad abbandonare finchè non si legge la parola "fine".
Lo consiglio a chi ha voglia di respirare a pieni polmoni una brezza di aria fresca, chissà che non si tratti proprio di questo vento del Nord...
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Godibilissimo!
Senza alcun dubbio "Le ho mai raccontato del vento del nord" è un romanzo carino e scorrevole.
La trama è abbastanza originale, nonostante mi abbia ricordato in più punti "scrivimi ancora" della Ahern.
Ho apprezzato molto il racconto e la descrizione della vita affettiva dei due protagonisti, così verosimile.
Lei, bloccata in un matrimonio all'apparenza perfetto ma ormai senza amore. Lui, incapace di slegarsi totalmente dalla sua ex ragazza, con la quale continua ad avere un tormentato ed insano rapporto di dipendenza.
Emmi e Leo iniziano, per caso, a scriversi via mail e decidono di proseguire la corrispondenza, che si rivela molto stimolante a livello intellettuale.
Emmi è ironica, pungente, sarcastica e piena di umorismo. Leo è l'esatto opposto.
Questo scambio di e-mail porterà i due protagonisti ad avvicinarsi sempre di più, al punto che decideranno di incontrarsi faccia a faccia.
Glattatuer è molto abile e con poche parole riesce ad esprimere appieno i sentimenti e le sensazioni provate da Emmi e Leo.
Inoltre, leggere le e-mail di entrambi permette al lettore di godere di entrambi i punti di vista.
Alcuni passaggi li ho trovati un po' forzati e le mail più lunghe sono risultate abbastanza noiose.
Non ho per niente apprezzato il finale. Terribile. Avrei di gran lunga preferito che l'autore chiusesse, con questo primo libro, le vicende di Emmi e Leo, senza prolungarle con un secondo volume.
Nel complesso si tratta comunque di un buon libro, capace di coinvolgere il lettore e di incuriosirlo al punto da divorare questo piccolo romanzo in mezza giornata.
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Tutto può accadere attraverso il virtuale
Ti svegli una mattina, apri il pc e all'improvviso eccola là: quella e-mail, quel segnale acustico come l'allarme di una sirena. Ironia della sorte?
Comincia così, per casualità, la corrispondenza tra due perfetti sconosciuti: Emma e Leo.
In virtù di una vocale diversa in un indirizzo email, Emma non si mette in contatto con il destinatario, ma bensì con Leo .
Entrambi si occupano di un lavoro che ha a che fare con quel vaso di Pandora senza fondo che è Internet: lui un professore di psicolinguistica al momento concentrato sull'analisi delle email come veicolo di emozioni; single e deluso appena uscito da una relazione tormentata, abbastanza pacato, a volte borioso, a tratti ombroso.
Lei si occupa di siti web, sposata, disinvolta, brillante, ironica, sferzante.
Una corrispondenza sempre più travolgente, maliziosa e magica, danno vita a un rapporto intenso e coinvolgente. Non possono fare a meno di quello scambio continuo di parole, parole che riguardano solo il loro mondo interno. Perché dentro le loro mail c’è il vento del Nord, che inquieta e scompiglia.
Uno dei più coinvolgenti dialoghi d’amore, elettrizzante, vitale, divertente e similmente raffinato e intrigante. Quasi senza trama eppure divertente e pieno di suspense con dei protagonisti che hanno delle fantasie, desideri e sentimenti che riconosciamo come "nostri".
Un romanzo epistolare che smentisce il pregiudizio dei pessimisti culturali che sostengono che la comunicazione via mail non ha profondità.
Ho acquistato questo libro senza conoscerne il contenuto.
Esistono, libri che ti attraggono così, senza un motivo apparente, abbastanza inspiegabile, strano a dirsi, ma è proprio quello che mi è successo: sono entrata un dì in una libreria per acquistare tutt'altro che libri, mentre attendevo il mio turno, nel contempo guardavo morbosamente il libro di Glattauer, dal titolo poco invitante. L'ho aggiunto alla mia lista senza esitazione, d'impulso.
Esistono libri che ti spingono a voltare pagina finché non si arriva alla parola "fine", perché non c'è ritrosia intellettuale che possa ostacolare l'impellenza emotiva di sapere come andrà a finire.
Esistono libri che ti nutrono, che entrano in profondità e ti illuminano l'anima. Addirittura posso aiutarti a cambiare la vita.
Esistono libri come se fossero stati scritti apposta per noi.
Letto in una sera d'insonnia.
Glattauer è un vero artista della comunicazione ad altissimo livello.
Scrivere o recensire è come baciare, solo senza labbra. Parole di spessissimo valore!
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idilliaca storia tra sconosciuti
Da quando per un e-mail nell'indirizzo sbagliato si puo' conoscere una persona per poi arrivare ad innamorarsi?
Questa e' la mia domanda che mi induce a consigliare il libro a tutti voi,perche' non so se si e' mai arrivati ad una vicenda cosi' originale e piena di retroscene al quanto interessanti...
E si',Daniel Glattauer con molta creatività ha voluto coinvolgere il solito noioso romanzo d'amore da noi tutti conosciuto,arricchendolo con modernita' come internet e le e-mail che tutti conosciamo,creandosi due personaggi,che,normalmente,interpretano la vita di tutti i giorni(il lavoro,la famiglia,i figli...)pero' legati da una particolare sottigliezza a tutti noi lavoratori gia' nota:la voglia di distrarsi dal "mondo esterno" e dedicarsi un piacevole incontro,o in questo caso un dialogo,con chi piu' ti stimola e ti piace...
Insomma un'idilliaca storia tra sconosciuti
baci,Giovanni
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Amore epistolare ai tempi di internet
Una mail inviata all’indirizzo sbagliato fa nascere una tenera e divertente amicizia tra Emmi, sposata e madre di due figli non suo, e Leo, professore alle prese con l’ennesima delusione sentimentale. I due non si conoscono, non parlano (quasi) mai della loro vita vera, ma si scrivono centinaia di mail che formano lo scorrere incessante del libro.
Dall’iniziale ironia e distacco, la loro amicizia si evolve tra fiumi di parole e diversi incontri mancati.
Come potrà evolvere la loro amicizia, che è già quasi amore?
Le ho mai raccontato del vento del Nord nasce da un’idea originale e lo stile di scrittura è divertente e piacevole, ideale per la sala d’attesa di un dottore o un viaggio in treno o aereo. Ma tanto l’idea è graziosa, così è sviluppata male. Alla fine risulta un brodo allungato troppo, reso insipido dall’inseguimento di un cliché e dall’assenza di pathos nella storia. Inoltre Emmi è una delle donne più odiose che la carta stampata abbia creato: perfettina, saccente e mielosa. E anche irritante. Sembra me a dirla tutta. Odiosa, odiosa, odiosa!
Decisamente poteva venir meglio.
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...non ci siamo detti tutto!
"Emmi mi scriva. Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente."
Ma prima dell'era di internet non succedevano queste cose... o si? E se si come? Ammetto che mi sono affezionata alle e-mail di Emmi(con la i) e di Leo, semplici frasi all'inizio e un pò troppo leziose ed ammiccanti in seguito con tutte le perplessità ed il desiderio di volere strafare e poi non fare per paura di.....
Un 'utopia amorosa costruita con le lettere dell'alfabeto...che nervi il finale...
"Che c'è di male? E' tradimento? Cos'è il tradimento? Un'e-mail? O una voce? O un odore? O un bacio?"...
Il vento del Nord non ha avuto risposte efficaci, oppure ne ha date troppe, attenderò la doccia fredda della settima onda....spero almeno arrivi dai mari del Sud!
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Rapporto di coppia virtuale, sentimenti autentici
E' un romanzo veramente insolito questo "Le ho mai raccontato del vento del Nord", tutto basato su una "relazione" sentimentale costruita tramite un'infinita sequela di e-mail. I 2 protagonisti si conoscono, si confidano, litigano e si riappacificano mediante un rapporto epistolare sempre più serrato ed intenso. Non vi svelerò ovviamente se i 2 protagonisti si incontreranno dal vivo o meno, ma il merito incontestabile di questo romanzo risiede nella freschezza dei dialoghi tra i 2, praticamente unici protagonisti, di un'intensa storia d'amore ai tempi di internet.
Non mancano neppure alcuni colpi di scena inaspettati.
Insomma da leggere tutto di un fiato.
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originale!
dopo che più persone me lo avevano consigliato fortissimamente, avevo delle aspettative altissime, troppo forse!
però è piaciuto assai anche a me: è un libro originale, moderno, coinvolgente, l'ho letto in due rapide e piacevoli tranches!
il finale è stato forse la mia unica e piccola delusione: l'ho trovato "brusco".
in compenso ho trovato meraviglioso lo stile (ancor di più, peraltro, se penso che è una traduzione!): fluido, ironico, ficcante, incalzante..
d'altra parte, fosse stato fiacco, il libro non sarebbe il prodotto riuscito che di fatto è, dato che poggia proprio (e solo) sulla reciproca attrazione intellettuale -virtuale e scritta- tra Leo ed Emmi.
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