L'arte di ascoltare i battiti del cuore L'arte di ascoltare i battiti del cuore Hot

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68 Opinione inserita da 68    28 Agosto, 2017
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La vita oltre...

Vi può essere un amore più grande di quello atemporale, che soffia all’ interno di ogni singolo cuore, che percepisce il ritmo del battito altrui, che vive anche dopo la morte e sa ascoltare, attendere, palpitare, sperare?
Che cosa è l’ amore assoluto, una semplice istanza romantica, un ideale agognato, pura astrazione o verità inconfutabile ?
In questo romanzo si parla di un legame eterno, incondizionato ed incondizionabile, di un rapporto olistico duale che abbandona individualismo ed ogni sentimento volubile, flebile, temporale e quindi destinato a finire.
L’ amore tra Tin Win e Mi Mi, in una Birmania incantevole e misteriosa, tra povertà e ridotte aspettative di vita, spiritualità e buddismo, ha il respiro di una parabola sul senso della vita.
Una esistenza, la loro, nata e cresciuta sotto una cattiva stella, lui cieco sin dall’ infanzia, lei impossibilitata a camminare, menomazioni mutatesi in sensibilità e conoscenza personale, forza e grandezza, motore di un intreccio relazionale che si farà indissolubile.
“ L’ essenziale e’ invisibile agli occhi “ e’ la morale imperante, così come la ricchezza di un uomo sta nei pensieri del suo cuore. Gli occhi possono ingannare, fermandosi alla superficie delle cose, guardano ma non vedono, trascurano tutti gli altri sensi e quell’ organo che è dentro di noi, la bussola del cuore. Rabbia e paura rendono ciechi e sordi, penetrando nei segreti del cuore si erge una forza indiscutibile, l’ amore.
Tin Win e Mi Mi si avvicinano ed iniziano un percorso di conoscenza e frequentazione che ha origine proprio da quelle imperfezioni che tali non sono perché entrambi consapevoli, a differenza della maggior parte della gente, che si può guardare anche senza l’ uso degli occhi e superare le distanze anche senza l’ uso dei passi.
Mi Mi vive di attesa, lentezza, che concede la possibilità di riflettere, Tin Wi riesce ad osservare e a “ vedere “ percependo il solo battito del cuore altrui, conosce l’ arte di ascoltare e sa che la fantasia segue i nostri confini. La loro è unione di debolezze solo apparenti, che si nutrono reciprocamente e crescono a dismisura dando forza e sostanza ai loro giorni, perché non devono dimostrarsi nulla l’ un l’ altra.
Julia, avvocato newyorkese, figlia di Tin Win, dopo il ritrovamento di una lettera che ne svela il passato, si reca in Birmania in cerca di quel padre da 4 anni misteriosamente scomparso, forse fuggito o addirittura morto.
Sarà qui, in una terra così diversa ed ancestrale, che comprenderà quanto le manchi quella sensibilità che permette di vedere al di là dei propri occhi.
Inizialmente, come tutti, non “ vede “, non crede, è accecata da paura, rabbia e da una idea distorta dell’ amore. Cerca semplicemente una risposta alle proprie istanze famigliari tradite, domandandosi che cosa si celi dietro un passato siffatto.
Da tempo sta ascoltando l’enigmatico U Ba ed il suo interminabile racconto, non una semplice storia, ma un viaggio intimo nel cuore di una creatura con doti fuori dal comune ( Tin Win ), nata, cresciuta e vissuta inseguendo un ideale di amore universale, in grado di ascoltare e percepire l’ essenza delle cose, superando ogni possibile separazione e lacerazione personale.
Quelle parole inizialmente le sembrano incomprensibili, confusionarie, inventate, ed un senso pare lontano.
Ma l’ amore possiede declinazioni infinite e, quando si mostra, è difficile da riconoscere. Spesso riusciamo a vedere solo quello che sappiamo e desideriamo essere amati per come noi amiamo. Lo scopo è uno, l’ amare e l’ essere amati, tutto è così semplice e così complicato.
Tin Win se ne e’ andato, da sempre appartiene a un’ altra donna, come ha potuto tradirla, mentirle, nasconderle una vita ed un passato siffatto?
U Ba e’ un traghettatore temporale, riporta il passato, affronta il presente, ricerca un senso per il futuro, ma perché è a conoscenza di tutti questi particolari? La disgregazione delle proprie flebili certezze collegate a paura, invidia, debolezza, rabbia, e quindi cecità, condurrà Julia ad un percorso conoscitivo e sensoriale con una neo chiave interpretativa.
Per assurdo c’ è chi ha rimpianto un passato nell’ ombra perché la nuova scia luminosa spegnerà il proprio cuore ed i battiti del cuore altrui.
Amore, alla fine, significa condivisione, consapevolezza, verità, riuscire ad ascoltare i battiti del cuore. Da una parte l’ accettazione della fine di una vita nella serenità degli anni vissuti e nella certezza di un ricongiungimento con l’ affetto a lungo agognato, consapevoli di una verità eterna ed inoppugnabile, dall’ altra la continuazione della stessa storia nella memoria e nell’ introiezione dell’ essenza altrui, il “ dono dell’ amore “.
Un romanzo di sentimenti e verità inoppugnabili, con una scrittura semplice, limpida, scorrevole, che vuole toccare le corde del cuore. Temi che possono sembrare ovvi e scontati, o inafferrabili e lontani, ( alla sensibilità di ciascun lettore l’ interpretazione ) ma che inducono ad una riflessione ed ad un dolce abbandono nel tentativo di udire l' impercettibile, o semplicemente l' invisibile, di un battito più o meno lontano, afferrando e gustando pienamente l’ essenza del proprio cuore.

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lapis Opinione inserita da lapis    21 Giugno, 2017
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La bussola del cuore

"Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l’ultima volta…".

Trovare per caso, in una scatola, una bellissima lettera d’amore mai spedita, ha un fascino particolare e misterioso. Ma se a scriverla è stato tuo padre, se la donna cui era destinata è un nome sconosciuto, se quattro anni fa quel padre è sparito all’improvviso senza lasciare alcuna traccia, allora questa lettera produce un brivido gelido lungo la schiena e ha il sapore acido della paura. La paura di scoprire qualcosa che possa minare i propri ricordi e le proprie certezze. La paura di non riconoscere più il proprio padre.

“Ma ero così sicura che avrei voluto sapere ogni cosa? Sarei riuscita a compatirlo? I figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una loro vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com'erano davvero, prima che arrivassimo noi?”

Julia Win decide coraggiosamente di intraprendere un viaggio alla ricerca del segreto celato dietro quella misteriosa lettera. Ed è in una misera sala da tè di Kalaw, in Birmania, in un mondo così lontano dalla sua ambiziosa vita newyorkese, che incontrerà un vecchio malandato capace di raccontarle una favola, la storia di un amore speciale e incommensurabile, la storia di suo padre.

Attraverso le parole di U Ba, Julia conoscerà per la prima volta un Tin Win bambino, nato sotto l’avversità delle stelle, abbandonato dalla propria madre, cieco. E la storia del suo incontro con Mi Mi, la bellissima ragazza incapace di camminare di cui si è innamorato ascoltando il battito del suo cuore. Julia imparerà così qualcosa di impensabile. Che l’essenza delle cose può essere percepita anche senza vedere. Che le distanze si possono colmare anche senza fare passi. Perché ciò che conta davvero non sono le gambe, gli occhi o le orecchie, ma quell’organo senza nome che è dentro ciascuno di noi, "la bussola del cuore".

Quella che Jan-Philipp Sendker ci propone è una storia dolcissima, una favola buona e positiva, che ci trasporta in un mondo in cui ogni mancanza si rivela una ricchezza. È dall’unione di due invalidità che nasce un sentimento così speciale, forte, incondizionato. È nel silenzio della poverissima campagna birmana che è possibile sentire la voce di quelle cose che scorrono quotidianamente accanto alla nostra superficiale indifferenza. È nel vuoto dell’assenza e dell’attesa che si può trovare un nuovo senso alla propria esistenza.

Da leggere per ricordarsi che “ogni voce e ogni battito cela una molteplicità di sfumature e dice molte cose del corpo e dell'anima”, ma non è facile saperli ascoltare.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    29 Aprile, 2017
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Il dono dell'udito

Julia vuole scoprire perché suo padre, Tin Win se né andato dagli Stati Uniti per recarsi in Birmania, suo paese natale.
Ha una famiglia e' un avvocato di successo, perché? Che cosa lo ha spinto a lasciare tutto, chi è MiMi?
La persona della lettera ritrovata in soffitta dalla madre.
Julia parte per Kalaw, e presto incontrerà un vecchio che la condurrà per gradi alla scoperta di Tin, quello a lei sconosciuto, e di MiMi.
Attraverso questo percorso l'autore narra un mondo nuovo, ci fa sentire storpi, ciechi, provare le emozioni gioiose e frustranti di chi non sente come tutti, trasportandoci in una dimensione meravigliosa, nella simbiosi di due corpi e due cuori di un amore grande che non conosce confini o limiti. Nulla può scalfire questo sentimento puro nemmeno cinquant'anni di lontananza.
Una fiaba per adulti, francamente per me una utopia. Non credo che un sentimento simile possa esistere, però ho letto questo romanzo con molto piacere e in fondo spero che almeno una volta sia esistito realmente.
Il tutto raccontato in un contesto filosofico orientale, dove non c'è fretta, dove ogni cosa ha il suo tempo e momento , dove c'è chi riconosce le persone dal battito del cuore. Il cuore , organo della vita e dell'amore.
Gran bella Storia!

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    21 Marzo, 2016
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Inconfondibile battito.

Julia Win, 27 anni avvocato, nonostante siano trascorsi ben 4 anni dalla misteriosa scomparsa del padre, non riesce a darsi per vita; non può permettersi il lusso di darsi per vinta. Deve sapere, deve avere delle risposte alle sue domande, non può accettare il fatto che quell’uomo con cui da sempre è tanto affine sia sparito così, nel nulla da un giorno ad un altro, senza un perché, senza una spiegazione. Non è da lui. Per non parlare del fatto che se veramente il suo obiettivo fosse stato quello di andarsene si sarebbe almeno preso la briga di cancellare quelle tracce che invece permettono agli agenti di polizia nonché alla stessa famiglia di ripercorrere quelle che sono state le tappe dell’uomo dagli Stati-Uniti al paese natale. Seguono inevitabili altre domande: perché? Qual è il messaggio insito in queste? Cosa voleva dirci Win senior?
Da qui il viaggio in Birmania alla ricerca di quei primi venti anni di vita di Tin Win, anni di cui nessuno dei suoi cari sa alcunché, anni attorno ai quali si cela il mistero. U ba, sarà colui che con la voce dei ricordi riporterà Julia a quei cinquant’anni prima, la condurrà nella foschia, nella nube, aiutandola a far luce e chiarezza su un individuo che conoscerà per la prima volta soltanto adesso.
Un romanzo semplicemente meraviglioso, uno scritto che nasce con la finalità di ritrovare un padre e che si conclude con il riscoprire, per la protagonista, il proprio essere. Un elaborato in cui un nome, Mi Mi, da semplice tappa diviene meta. Un testo in cui non si impara a guardare oltre il fugace inganno degli occhi, un libro con cui si è capaci di ascoltare oltre il percepibile, un’opera in cui l’attesa è un tassello fondamentale dell’esistenza umana. Da leggere.

«I nostri sensi amano ingannarci, e gli occhi sono i più ingannevoli di tutti. Ci inducono ad avere troppa fiducia in loro. Crediamo di vedere quello che c'è intorno, ma quello che percepiamo è solo la superficie. Dobbiamo imparare a comprendere l'essenza delle cose, la loro sostanza, e per fare questo gli occhi ci sono più d'impedimento che altro. Ci inducono a distrarci, e noi ci lasciamo abbagliare. Chi si fida troppo dei propri occhi trascura gli altri sensi, e non intendo solo le orecchie o il naso. Parlo di quell'organo che è dentro di noi e per il quale non c'è un nome. Chiamiamolo la bussola del cuore.
[..] Il problema non sono gli occhi o le orecchie, Tin Win. E' l’ira che rende ciechi e sordi. E’ la paura che rende ciechi e sordi. L’invidia, la diffidenza. Il mondo si atrofizza, si disgrega, se sei arrabbiato o hai paura. Tanto per noi quanto per chi ha gli occhi. Solo che chi ha gli occhi non se ne accorge»

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Natalizia Dagostino Opinione inserita da Natalizia Dagostino    03 Novembre, 2015
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Ascoltazione

Talvolta leggere prevede, solo, il sollievo di una favola bella.
Julia cerca i segreti del defunto padre, in viaggio dagli Stati Uniti fin nel cuore di Kalaw, tra le montagne della Birmania. Indietro nella storia, avanti nella scoperta di senso e sensuale, del proprio essere al mondo.

E’ il romanzo dell’apprendere ad auscultare attraverso la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Fino a sentire l’altro essere e a reggerne il respiro, al di là della presenza. Sendker è un giornalista cinquantenne tedesco al quale auguro, dopo le traduzioni in numerose lingue, che il romanzo torni a sé, torni, gioioso, a ritrovare il suo autore.

. Un lungo silenzio, poi continuò: .
p.122

Aspettava, ma senza essere inquieta. Aspettare non le dava fastidio. Aveva imparato presto che per una persona che non può camminare e che dipende dall’aiuto degli altri aspettare è naturale. La pazienza era per lei una cosa ovvia, e si meravigliava delle persone che avevano sempre fretta.

L’attesa apparteneva al suo ritmo di vita in maniera così profonda, che Mi Mi quasi si dispiaceva ogni volta che un suo desiderio veniva esaudito troppo velocemente. Il tempo dell’attesa era fatto di momenti, di minuti o anche di ore di pace, attimi di sospensione, in cui in genere era sola con se stessa. E lei aveva bisogno di quelle pause per prepararsi a qualcosa di nuovo, a un cambiamento.
p.163-164

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Gondes Opinione inserita da Gondes    09 Novembre, 2014
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L'ARTE DI ASCOLARE I BATTITI DEL CUORE

Ero molto curioso di leggere questo libro, fuori da quello che è il mio genere preferito, ma le belle recensioni degli amici di QLibri mi hanno attratto verso questo romanzo; tanto da averlo messo fra le mie priorità di lettura. Per questo devo dire grazie per avermi “regalato” uno stupendo libro, che diversamente non avrei preso in considerazione.
Lo considero un bella favola d’amore, dai tratti apparentemente un po’ tristi, ma che alla fine lascia il posto alla felicità e al senso di pace interiore. Tutto questo grazie alla capacità di questo autore di esprimere concetti profondi con un linguaggio semplice e diretto. Non ha bisogno di molti giri di parole per arrivare direttamente al cuore del lettore, facendolo riflette su aspetti negativi della nostra esistenza, come per esempio la morte o qualche altro problema fisico come la cecità, trasformandoli in qualcosa di accettabile e sopportabile. E’ la maniera di come vengono vissuti questi aspetti negativi che cambiano l’esistenza e la qualità di vita di ogni persona. Grazie ai suoi personaggi, a cui ci si affeziona in maniera incredibile, ci regala un semplice concetto che racchiude però la filosofia di tutto il libro:
“La vita, qualsiasi vita, senza eccezioni, è legata al dolore, le malattie sono inevitabili, tutti invecchiano e non possiamo sfuggire alla morte. Sono le leggi dell’esistenza umana. Leggi che valgono per chiunque, in qualunque parte del mondo, indipendentemente dal mutare dei tempi”
Queste poche righe lette fuori dal contesto del romanzo potrebbero sembrare tristi e pessimistiche, ma contestualizzandole diventano magicamente qualcosa di positivo, come in una bella favola. E’ qui sta la secondo il mio parere, la bellezza di questo libro; vedere oltre le apparenza e trovare in ogni cosa un qualcosa di positivo. Bravo!!

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Belmi Opinione inserita da Belmi    06 Ottobre, 2014
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Vedere piuttosto che sentire?

Questo libro mi ha colpito principalmente per due motivi.

Il primo riguarda il contesto in cui è ambientato il romanzo: la Birmania. Ho una passione per i romanzi ambientati in contesti culturali molto diversi dal nostro perché mi piace scoprire la cultura, gli usi e lo stile di vita degli autoctoni. Sendker mi ha fatto scoprire un pò di questo paese, delle sue tradizioni, delle superstizioni con cui la gente vive, dei pregiudizi ma soprattutto del ruolo centrale che svolge la famiglia per ogni individuo.
Il romanzo ci mostra 2 prospettive diverse del paese: la Birmania di oggi vista dagli "occhi" di un'avvocato americano, Julia, giunta li alla ricerca del padre (originario di questo paese) scomparso ben 4 anni prima lasciando le sue ultime tracce qui e l'altra, la Birmania degli anni '30-'40 vista dagli "occhi" di Tim Wind.

L'altro elemento che mi ha fatto riflettere, per tutta la lettura, riguarda il motivo cruciale per cui la ragazza ha fatto il viaggio in Birmania.
Dopo aver trovato delle lettere scritte dal padre ad una destinataria a lei sconosciuta Julia si è posta delle domande. Pensiamo davvero di conoscere i nostri genitori oppure una parte di loro a noi è sconosciuta? Cosa hanno fatto i nostri genitori prima di mettersi insieme, come sono state le vite che hanno vissute individualmente e soprattutto siamo così sicuri di volerle sapere?

Nel testo c'è questa bellissima frase:
"Ma ero così sicura che avrei davvero voluto sapere ogni cosa? Sarei riuscita a compatirlo? I figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una loro vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com'erano davvero, prima che arrivassimo noi?"

La risposta a queste domande non è facile, io personalmente ho trovato molto difficile rispondere, ma lo scrittore ci riesce nel migliore dei modi.

Appassionante, riflessivo, a volte un pò ingiusto, ma con uno stile elegante e originale, non vi pentirete di averlo letto.

Lo consiglio.

Buona lettura!

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L'ultima concubina
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Mancini Opinione inserita da Mancini    18 Agosto, 2014
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Favola d'altri tempi

Questo romanzo è una favola d'altri tempi, lì dove con le favole si voleva raccontare qualcosa di magico che altrimenti non sarebbe stato così incisivo e chiaro.
Un noto avvocato di New York, Tin Win, di origini birmane scompare improvvisamente e sua figlia Julia si mette alla ricerca del suo passato, in quel suo luogo di nascita, la Birmania, così lontano geograficamente e spiritualmente dalla frenetica vita americana.
Il distacco da casa e l'immersione in un mondo tutto nuovo è da una parte un attribuire un senso ultimo a quella inspiegabile scomparsa, dall'altra un ritrovare se stessa prendendo una pausa dalla vita necessariamente superficiale dei grattacieli.
Prende quindi forma la contrapposizione Oriente verso Occidente, spirito contro superficialità d'animo, che man mano farà da preludio alla descrizione di due tipi di amore diversi, ugualmente reali, entrambi parte della vita di Tin Win, l'uno però più reale dell'altro, quello che prende le viscere e ti trascina via con forza facendoti dimenticare tutte le paure.

Come in gran parte delle favole, ci sono elementi irreali e spesso troppo mielosi, ma fanno parte della specifica struttura della narrazione che, se debitamente fatti propri, possono anche aiutarci a sognare un po' visto che ormai lo facciamo poco di frequente, noi occidentali più vicini ai grattacieli che alle più intime profondità dell'anima.

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A chi ama sognare
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Lexie Opinione inserita da Lexie    01 Agosto, 2014
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"Era lì. Il battito del suo cuore".

"E in mezzo a tutto quel crepitare, quello scricchiolare, quel mormorare, quel tubare e quel sgocciolare, scorrere e fischiettare, si distingueva quell'inconfondibile e inequivocabile battito. Lento, tranquillo, uniforme. Come se fosse l'origine, la fonte di tutti i rumori, i suoni e le voci della terra. Era forte e delicato al tempo stesso. (...) Tin Win si avvicinò ancora e appoggiò l'orecchio sul petto dell ragazza.

Era lì. Il battito del suo cuore.

Anche il cuore di Tin Win cominciò a battere all'impazzata. Capì che quello che stava sentendo gli rivelava qualcosa che non avrebbe dovuto sapere".

"L'arte di ascoltare i battiti del cuore" rappresenta più che un romanzo un vero e proprio tesoro.
E' uno di quei libri che inizi quasi per soffocare le emozioni che il romanzo letto in precedenza ha suscitato in te, per ovviare alla malinconia che segue dopo aver chiuso un libro e lasciato dietro (o forse sarebbe più giusto dire dentro) di te i suoi protagonisti... Oppure è uno di quei romanzi che compri svogliatamente, giusto per capire fino a che punto questo Jan-Philipp Sendker sia in grado di farti venire il diabete. E lo inizi proprio per questo. Come se fosse una sorta di sfida, con te stesso o con l'autore/autrice dell'ultimo romanzo che ti ha tenuto sveglio sino a notte fonda.
Lo inizi, fai la conoscenza di Julia e prendi conoscenza dell'improvvisa scomparsa del padre, svanito nel nulla. Le ultime sue tracce portano in Birmania, ma... lì si perdono.
Ti chiedi allora se hai in mano un thriller o se, invece, non hai capito un bel nulla di quel piccolo tesoro che stai imparando a conoscere. Sicché, continui la lettura e prendi il volo con Julia, arrivando alla lontana Birmania, in un luogo ricco di tradizioni, superstizioni, povertà, contraddizioni. In un luogo senza tempo, dove tutto sembra essere immobile.
L'autore riesce a catapultarti, nel giro di pochissime pagine, in due differenti epoche. Una, che potrebbe essere quella nostra, quella odierna... E l'altra, precedente al conflitto mondiale, dove le tensioni tra i vari paesi potevano quasi esser toccate, tanto erano concrete e pesanti.
E così fai la conoscenza col padre di Julia. Impari a conoscerlo sin da bambino, quando viene rifiutato dai genitori perché "nato in un mese poco propizio", perché considerato porta sfortuna (quasi fosse stato lui la causa delle sventure della sua famiglia, inclusa la morte del padre), che viene abbandonato dalla madre e che ben presto perderà la vista.
Tin Win però è un bambino speciale. E la sua vicina lo capisce subito, prendendosene cura quotidianamente. Quando Su Kyi capisce che Tin Win è cieco, quando comprende che da sola non può farcela, lo porta in un monastero dove, sotto la guida di U May, il Maestro, il bambino prima e ragazzo poi, comprenderà che non esistono solo gli occhi per vedere il mondo... Comprenderà che "L'essenziale è invisibile agli occhi".
Tin Win imparerà ad ascoltare tutto ciò che lo circonda e imparerà un'arte ancora più fine eppure più potente di ogni altra: quella di ascoltare i battiti del cuore. Grazie a essa, farà la conoscenza di Mi Mi, il suo eterno amore. Colei che lo aiuterà a scoprire cos'è l'amore e soprattutto colei che lo aiuterà a sconfiggere il più potente dei demoni, la paura.
Tin Win e Mi Mi ben presto diventeranno inseparabili. Non possono, non riescono a stare l'una senza l'altro. Insieme si completano. Lui vede il mondo attraverso gli occhi e i battiti del cuore di Lei. Lei, invece, esplora il mondo, quel mondo che l'ha vista strisciare a causa di una deformazione ai piedi, sulle spalle di Lui.
E non potrà neppure la cattiveria dello zio di Tin Win, U Saw, dividerli. L'Amore, nonostante gli anni che passano, incessanti e senza remore, nonostante l'assenza di notizie, riesce a sopravvivere, alimentandosi della consapevolezza d'appartenersi. Tin Win e Mi Mi, infatti, s'appartengono.
Lo avevano capito tutti, nel villaggio.

Questo è uno di quei romanzi che finisci in lacrime, che non ti fa trattenere. Che scatena in te un misto d'emozioni difficili da descrivere. Dolcezza, malinconia, desiderio. Nostalgia.
Un romanzo che mi ha insegnato molto, nella sua disarmante semplicità. Non è uno di quei romanzi banali, dove due innamorati si struggono per la lontananza, dove lei piange disperata per l'assenza di lui. No. Non aspettatevi nulla di tutto ciò.

Questo è un romanzo che, prescindendo dalle recensioni (positive o negative) che possono leggersi sul web, per essere compreso richiede un'immedesimazione totale, ora in Julia, ora in Mi Mi, ora in Tin Win.

Rappresenta uno di quei libri che, non appena hai finito di leggere ti fa riflettere. Finirlo in lacrime, col cuore a mille e una morsa dello stomaco... Qualcosa vorrà pur dire. E ti farà dire: "Sono ancora capace d'emozionarmi. Esistono ancora scrittori che sanno toccare le corde del cuore".

Consigliatissimo :)

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leonard Opinione inserita da leonard    03 Luglio, 2014
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una bella storia d'amore

Questo è uno di quei romanzi che non vorresti mai terminare di leggere, speri sempre che manchino ancora molte pagine alla fine ed invece come tutte le belle cose purtroppo finisce. Un libro raccontato da Julia, che viaggai in un altro continente alla ricerca del padre scomparso. Senza nessun dubbio il protagonista di questo libro è il profondo amore che lega Tin Win e Mi Mi; un amore nato sin dal primo sguardo scambiato tra i due ragazzi, cresciuto insieme a loro anche se a distanza e volato nel "cielo azzurro" con le loro ceneri. Lo scrittore ci guida attraverso dei concetti orientali nel concepire la vita come il seme della morte e ci giustifica la morte come parte naturale della vita. Seppur potrebbe sembrare un romanzo triste non lo è, bensì è un canto all'amore, quell'amore che su questa terra termina con la fine della vita. Lo scambio epistolare tra i due amanti è un libro di poesie sulla gioia della vita e sulla ricerca dell'amore come fine ultimo. Vivere un amore così intenso e in assoluta dedizione all'altro è ormai non comune, si può essere storpi come Mi Mi o ciechi come Tin Win da ragazzo ma il grande amore salva da tutto.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    31 Mag, 2014
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Sensibilità...

…è la sensazione con cui il libro ti prende all’inizio, ti accompagna e ti lascia alla fine. L’incipit è una strano incontro tra una giovane donna newyorkese ed un curioso personaggio birmano, in una sala da tè. E la storia che comincia a prendere forma, in un qualche modo ti trattiene. E’ la voce di lui che crea questo legame ed è molto strano perché tu stai “solo” leggendo, ma il modo in cui queste pagine sono scritte ti permette di ascoltare anche le voci dei personaggi. Il libro è la storia di un amore profondo, che dà senso a tante vite ed il racconto infonde tanta dolcezza e tanta nostalgia. Perché si può vedere non solo con gli occhi. Perché le distanze si possono superare non solo con i passi. Perché la ricchezza di un uomo sono i pensieri del suo cuore. Perché riuscire ad ascoltarne i battiti è un dono.

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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    04 Gennaio, 2014
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IO LA BUSSOLA...TU IL MONDO.

Siamo sicuri di conoscere veramente chi ci vive accanto e noi stessi?
Ognuno di noi è e agisce grazie o a causa della propria storia personale, dal nostro vissuto...
Questa è la storia di una famiglia che abita a New York.
Un giorno il padre, un famoso avvocato esce di casa e non torna più.
Sarà vivo? Perchè se ne sarà andato? La moglie e i due figli lo conoscevano del tutto?
Quali i segreti del suo passato?
Ecco che sensazioni nascoste e mai dette esplodono in modo prorompente.
La figlia Julia dopo quattro anni dalla morte decide di partire e andare verso il posto indicato da un indirizzo che la madre le ha consegnato.
La ragazza è scettica, arrabbiata, delusa, ma una forza strana la induce a capire cosa sia successo.
Arrivata in Birmania, viene accolta in modo amorevole . Un signore in particolare, l'aspettava da tempo per raccontarle la storia di suo padre.
Una storia incredibile, tenerissima e struggente, che stravolgerà e cambierà totalmente la giovane ragazza: è la storia di Tin e Mi Mi.
Con un'emozione totale e immensa ho seguito anche io il racconto per riflettere nel contempo sui vari messaggi che da questa soria mi giungevano:
- E' l'amore che non è legato al luogo e al tempo;
- Le loro deformazioni sono diventate una ricchezza , l'una per l'altro: lei è stata la sua bussola, lui è
stato il suo mondo.Lui l'ha fatta sentire al sicuro donandole una fiducia totale, che l'ha resa in grado
di sentirsi capita anche nelle sue fragilità, senza dover dimostrare nulla , ridandole la serenità
nell'animo. Lei lo ha introdotto un'altra volta a decifrare il mondo, insegnandogli un nuovo alfabeto
della vita.
- Il loro rapporto era in una simbiosi mai letta prima; sono diventati inseparabili.
- E' un amore che ha aiutato Tin a superare i traumi vissuti nell'infanzia e lo hanno riportano
all'entusiasmo della vita;
- Tin ha affinato la capacità d'ascolto in modo incredibile; Mi Mi aveva una voce melodiosa che
sapeva giungere nel cuore di Tin...e i loro cuori non avevano alcun segreto, erano una cosa sola...
QUESTO E' IL VIRUS DELL'AMORE !
E Julia finalmente capisce l'amore che il padre aveva per la musica, comprende la sua grande capacità di capire nel profondo le persone solo ascoltandone la voce...ma quale voce!...quella del cuore .
Soprattutto Julia e io ,insieme a lei ,capiamo la potenza di un amore simile.Un amore che non ha alcun confine, è "una forza contro cui nè il tempo nè la distanza possono nulla".
E' un amore che continua nonostante tutto, anche senza riceve risposte; si tratta di un amore potente e che sa spettare in silenzio.
E Julia alla fine del racconto trova oltre alle sue nuove comprensioni acquisite un ulteriore dono che suo padre le ha lasciato, ma che ovviamente non svelerò.
Il momento che mi ha particolarmente emozionato si è verificato quando ho assistito allo struggente momento in cui l'attesa di una vita è stata ripagata, un momento dolcissimo e tristissimo nel contempo.
"La vita è un dono , da non disprezzare; dolore e felicità sono inscindibili. Chi tenta di godere dall'una senza soffrire dell'altro, è destinato a fallire".
NON TOGLIETEVI LA GIOIA DI QUESTA LETTURA...E' LA STORIA DI UN AMORE...UNA STORIA BELLA DA IMPAZZIRE !!!
L'unica nota negativa: non tutti sono destinati a prendere il virus dell'amore...pochi i prescelti che potranno vivere l'intensità di un simile sentimento...ma questo è da tanto che l'ho già capito.
Un grazie ad Ezio che mi ha consigliato questa storia meravigliosa.
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A chi crede che l'amore sia la forza più grande; a chi ama leggere storie di speranza e di recupero di forti lacerazioni e dolori del passato.
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drysdale Opinione inserita da drysdale    25 Dicembre, 2013
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"...e morirono felici e contenti".


Su questo romanzo sono state scritte tante di quelle recensioni che inizialmente ho pensato fosse abbastanza superfluo aggiungerne un’altra. Se poi ci ho ripensato è perché la loro stragrande maggioranza era perfettamente in linea (poetico, stupendo, emozionante, commovente, imperdibile, uno stile di scrittura fluido e affascinante, ecc.), mentre a me, lo dico subito, non è piaciuto. E credo che in questi casi anche una voce dissonante possa rendersi utile.
Ho letto questo testo in poche ore, ma non perché particolarmente coinvolto dalla storia: a metà lettura, la parte rimanente mi appariva già piuttosto scontata, con gravi timori di successive lungaggini e stucchevolezze, poi riscontrate, che mi avrebbero accompagnato stancamente alla parola fine di tanto strazio (d’amore). Tanto valeva, dunque, liberarmene quanto prima.
Se questo racconto, anziché in località sperduta della già poco nota Birmania, fosse stato ambientato che so, 50 km a sud di Copenaghen, probabilmente – questo è il mio opinabile pensiero - non staremmo neanche qui a parlarne. Poiché, però, da recensioni lette, il maggiore impatto ottenuto da questo testo sarebbe la straordinaria prova d’amore (a prescindere da razza e confini) dei due protagonisti, potrei anche non tener conto della localizzazione della storia. Che in realtà è, sempre a mio modesto avviso, l’unico aspetto interessante di essa.
L’autore voleva descrivere “un amore per la vita”; un amore che non trova fine o pause neppure a distanze temporali e spaziali apparentemente (ma solo apparentemente, a quanto pare) incolmabili. L’obiettivo non era certamente dei più scontati. Perché se tanti hanno vissuto “il grande amore”, poi la vita scorre e di quello rimane solo un caro ricordo, amorevolmente conservato, di sicuro, ma un ricordo. In realtà, di quel grande amore, a distanza di tanto tempo, non si saprebbe neppure più misurare l’effettiva entità.
La circostanza che tale rapporto venga ricondotto a due giovani affetti da gravi menomazioni fisiche non mi pare possa incidere positivamente sulla solidità e longevità di esso. Incrementa solo la componente commotiva (e narrativa, ovviamente) del racconto. Racconto che inizia come un giallo a New York (capofamiglia che scompare all’improvviso senza lasciare tracce di sé) e si trasforma in fiaba nel sud – est asiatico. E uso il termine fiaba perché di essa vi sono veramente tutti gli ingredienti: dai poteri extrasensoriali del protagonista maschile, che danno titolo al romanzo, a certi passaggi, riferiti alla protagonista femminile, che riecheggiano favole dell’infanzia (…”Dopo la guerra giunsero scapoli da tutto lo stato di Shan…addirittura da Rangoon e da Mandalay, tanto si era diffusa la fama della sua bellezza”; “C’erano uomini che avrebbero voluto morire nella speranza di reincarnarsi in un maiale, in una gallina, in un cane, pur di diventare uno dei suoi animali domestici”…). E si potrebbe andare avanti.
Personalmente non ho riscontrato neppure l’indicato stile di scrittura fluido e affascinante. La storia è appesantita da lunghe e spesso ripetitive descrizioni di circostanze e sensazioni e il comportamento della giovane e normalmente sbrigativa avvocatessa, che se ne sta ore e ore e giorni ad ascoltare il racconto cinquantenario di un vecchio sconosciuto prima di ottenere risposta all’unico interrogativo di suo interesse (che fine ha fatto il padre), non appare molto compatibile con la realtà. Come piuttosto irreale, d’altra parte, risulta tutto il resto di questo romanzo, con l’eccezione del ritratto concreto del povero e sperduto paesino birmano dove la gente si nutre male, invecchia presto, muore per nulla e nel quale, aggiungo io, le favole trovano poco spazio d’esistenza.



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Opinione inserita da aLessia    07 Dicembre, 2013

I BATTITI DEL CUORE NON FINISCONO MAI

Molte volte sento dire dagli altri che una volta finito di leggere un libro è come se avessero perso un amico. Mi chiedevo perchè mai io non provassi la stessa cosa. Tutto questo fino a quando un bel giorno trovai su Amazon il titolo di questo libro e incuriosita dalla trama decisi di comprarlo. Sono arrivata agli ultimi capitoli e per la prima volta ho capito il significato della frase detta prima! Cercavo di leggere il meno possibile per non poter mai arrivare alla fine, perchè questo libro è di una bellezza unica. VI PREGO COMPRATELO, LEGGETELO, REGALATELO, NON POTRESTE DONARE NIENTE DI MEGLIO CHE UNA STORIA SIMILE. Niente di banale, nessuna storia d'amore che ho letto o visto nei film mi ricorda questa. E' un genere unico, dove viene colto il senso del vero amore, quello dove si lotta per poterlo vivere, quello che ti fa superare i limiti umani e che ti porta a riconoscere la vera metà, quella a cui sei destinato ad essere legato per l'eternità, anche dopo la morte. Non ci sono parole per descrivere questo libro: è unico. In più è nelle ultime pagine che si trova la risposta, il segreto del libro intero. E' stato uno dei libri più belli che abbia mai letto e appena l'ho finito di leggere, l'ho fatto leggere a tutta la mia famiglia e a molti miei amici e tutti sono rimasti estasiati da tale lettura. COMPRATELO, NON POTRESTE FARE ACQUISTO MIGLIORE!

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Opinione inserita da anmaro    29 Aprile, 2013

tuffatevi anche voi

Ho rimandato per due giorni di sapere la fine di questo libro, non volevo che finisse nonostante lo iniziai con tanti dubbi poi mi sono completamente immersa nelle sue acque, si è stato come un tuffo in un mare limpido, fresco, vivace come pochi se ne trovano, questo mi ha lasciato, non le sofferenze ma la luce di un sentimento puro e vero...ormai siamo disincantati di fronte a queste storie, le chiamiamo "romanticherie" e "sdolcinatezze", per me no, non lustrini o fuochi d'artificio bensì semplicità, luce, spiritualità e profonda poesia, un sentimento che E' e basta.
difficile esprimere certe sensazioni, le parole non bastano e meglio non sforzarsi ma invito a leggerlo, a tutti, ascoltando bene le sensazioni che arrivano, parola dopo parola, a ognuna le sue...benvengano tutte.
parlando di cose concrete ;-) mi ha fatto molto riflettere su quanto non sappiamo dei nostri genitori, di chi sono veramente e delle loro storie e di quanto ci è più facile giudicare che voler conoscere a fondo.
ringrazio l'amica che lo ha consigliato. buona lettura..

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    06 Marzo, 2013
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Orrore d'amore.

«Ero triste per ogni ora che non passiamo insieme.
Per ogni strada che percorro senza di te.
Per ogni passo che fai senza tenermi sulle spalle.
Per ogni notte che non dormiamo assieme e per ogni mattina che non ci svegliamo vicini.»

E che te ne fai del romanticismo?E dei fasci di rose rosse?E dei baci perugina?
E di lui che si inginocchia per chiederti in moglie?
Di Richard Gere che arriva con la super limousine e ti leva dalla strada dove facevi la prostituta?(Avete presente no Pretty woman?)
E Titanic?Vogliamo parlare di Titanic?
Di Caprio muore nelle gelide acque per permettere a Rose di sopravvivere(diciamocelo ci stavano entrambi volendo su quel relitto in mezzo al mare…ma vabbè…)
No,davvero,che te ne fai dopo aver letto questo romanzo?
Tzè.Robetta da principianti al confronto. Miserabili e pallide imitazioni di cotanto amore.

Vi giuro che mentre leggevo volevo farmi controllare la glicemia.
Temevo mi schizzasse alle stelle facendomi giungere a morte immediata.
No.Sto mentendo.La verità è che volevo uccidermi io pur di non continuare a leggere.
Ogni cellula del mio corpo ha urlato no a questo romanzo.
Attenzione:non è una critica allo stile,alla gradevolezza e in definitiva non è nemmeno una critica al libro in se.No.
E’solo che io sono geneticamente predisposta a detestare queste storie d’amore ipersmielose.
Non le sopporto.Mi irritano il sistema nervoso.

Se uno riuscisse a sentire il battito del mio cuore e se ne innamorasse lo manderei dall’otorino.
E qualora non gli riscontrasse nessun difetto uditivo lo manderei da uno psichiatra a inghiottire chilogrammi di Prozac.
Abbiate pietà di me,ma io sti due li avrei rinchiusi alla neuro.Magari nella stessa cella,ma solo perché in fondo sono buona.
L’amore è un’altra cosa....e ringrazio Dio per questo.

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Consiglio in ogni caso la lettura perché (per fortuna)non tutti sono colpiti dalla mia sindrome anti-romanticismo.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    11 Febbraio, 2013
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Tin Win, Mi Mi e il dono dell'amore

Una giornata come tante a New York e poi tuo padre, avvocato di successo di origini birmane , sparisce. Le sue tracce fino a Bangkok, il passaporto trovato tra i rifiuti, uomo colto e silenzioso, sorridente e magnetico, di buon cuore e grande amante della musica, i primi vent'anni della sua vita un mistero.
Tra le sue carte una lettera datata 1949 indirizzata ad una donna in Birmania e mai spedita.
Julia accantona la sua agenda fittissima di impegni, acquista un biglietto aereo con soltanto un indirizzo di cinquanta anni prima per cercare suo padre, per capire il perche'.

Un paesino isolato sulle montagne birmane, l'aria calda e appiccicosa, le strade di fango, un misero albergo, la gente che sorride , il te' profumato .
Un uomo anziano si siede al tuo tavolo , dice : benvenuta Julia, e racconta.
Racconta la storia di un bambino chiamato Tin Win e della sua Mi Mi in un mondo privo del superfluo e spesso anche del necessario, dove la forza dei sentimenti rimbomba, le superstizioni attecchiscono, la famiglia impone rispetto.

" - Hai mai visto un animale piangere ? - Chiese Tin Win.
-No - rispose lei
-Io si', piangono senza lacrime - "

Racconta di una ragazza storpia che si muove trascinandosi a terra con la dignita' e l'eleganza cui molte persone che strisciano erette non possono nemmeno ambire.
Trasmette il calore della manina di un bambino abbandonato mentre ti accarezza il viso, che scotta del gelo della sua solitudine.
Impugna il tuo cuore dolcemente, appoggiandolo tra i polpastrelli, narrando una meravigliosa storia d'amore che satura il tempo ed il tempo non teme.
Bellissimo ed emozionante, l'ho letto con non poca difficolta' a causa di un velo di lacrime che per trecentotre pagine mi ha offuscato la vista, fino a congedarmi in un pianto convulso. Un epilogo in lacrime commosse e gioiose, perche' non solo di tristezza si piange come non sempre scendono lacrime quando l'angoscia ci avvolge.

" - e come fai a sapere che piangono ?-
- Perche' sono tristi. Se guardi bene te ne accorgi.-"

Buona lettura.




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apprendista Opinione inserita da apprendista    08 Gennaio, 2013
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Piacevolmente romantico

Ma si lo ammetto, sono un romanticone, e mi è piaciuto tanto questo romanzo di Sendker! Nel piattume delle letture che mi sono capitate negli ultimi mesi L'arte di ascoltare i battiti del cuore è uno dei migliori.

Una storia che appassiona, in un'ambientazione originale, un pò di mistero intorno ad un amore che resiste al tempo e alla distanza, narrato attraverso gli occhi di una figlia alla ricerca della verità, in un viaggio da new york al sud-est asiatico.

Beat edizioni colpisce ancora, ripubblicando in economica un gradevolissimo romanzo Neri Pozza. Mi ha lasciato una bella impressione e ve lo consiglio, ciao!

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Letteratura ambientata nell'estremo priente
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    30 Settembre, 2012
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...E COMINCIO' A RACCONTARE...

Mi dispiace dover ammettere la delusione provata dopo le fantastiche recensioni lette.
Normalmente i consigli ricevuti dagli amici lettori di QLibri sposano appieno i miei gusti, ma in questo caso...non posso fare a meno di accostare questo romanzo a tanti altri romanzi letti, belli, certamente, ma senza quel trasposto in più che, indipendentemente dal genere letterario, non sono più semplici parole lette, ma diventano visioni, odori, sensazioni, dolori, gioie, paure, che senti con tutti i tuoi sensi anche tu. Almeno a me succede così, quando mi succede. Sarà che ho ancora troppo vivo il ricordo di un paio di libri letti ultimamente ("Chiamami col tuo nome" e "Avevano spento anche la luna") che in modo completamente diverso si sono presi per sempre qualcosa di me e mi hanno dato in cambio talmente tanto che non so dirlo.
Sarà che forse cercavo ancora qualcosa di quelle emozioni in questo... Forse erano sbagliate le mie aspettative.
Chissà.

La lettura è assolutamente scorrevole, anche molto poetica, ma mi sento di giudicarlo un romanzo prevedibile; e non intendo nel finale. In un romanzo come questo non è quello che conta.

La ricerca delle proprie radici....

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lo consiglio, ma non ti fa spiccare il volo dei sensi
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Opinione inserita da Claudio    18 Settembre, 2012

Una Favola nel bene e nel male

Una bella favola, forse triste ma bella. A parte la votazione che ho dato devo ammettere che mi è piaciuto molto e mi ha commosso però non riesco, senz'altro per una mia carenza, a credere in un sentimento così assoluto e ad un modus vivendi così lontano dalla nostra mentalità occidentale purtroppo strettamente legata al successo sia sociale che economico. Ecco perchè parlo di favola: sentimenti puri al 100per100, una visione favolistica dello scorrere del tempo e capacità al limite del paranormale (capire una persona dal suono "emesso" dal battito del cuore o riconoscere le farfalle dal battito delle ali!). Consigliato a chi crede nell'Amore.

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controluce Opinione inserita da controluce    03 Settembre, 2012
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L'ARTE DI EMOZIONARE

Questa è una grande storia che attraversa la cultura, i colori, e i profumi di una terra distante, la Birmania, portando il lettore in un viaggio emozionale.

Quando mi consigliarono questo libro devo dire che ero scettico. Il titolo non mi provocava curiosità, l'autore era per me sconosciuto, ma chi l'aveva già letto insisteva dicendo che ne valeva davvero la pena.
Dopo una decina di pagine Sendker aveva già conquistato la mia attenzione e il mio interesse. La semplicità e la fluidità della sua scrittura mi hanno sorpreso, così come la trama, ben architettata e strutturata con flashback narrativi che creano un bel intreccio tra passato e presente.

La ricerca di un padre che porta Julia da New York fino a Kalaw, paesino birmano, trascina la figlia nel misterioso passato di Tin Win, attraverso un percorso intenso, incredibile.
Un racconto commovente, da leggere o farsi leggere, da ricordare e da consigliare. Fidatevi.

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petra Opinione inserita da petra    02 Agosto, 2012
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DELICATO ED EMOZIONANTE

L’arte di ascoltare i battiti del cuore è un romanzo d’amore, ma non solo questo. E’ un inno alla speranza, una metafora sull’importanza di “ vedere con il cuore”; un invito a non lasciarsi sopraffare dall’ira, dall’avidità e dalla paura perché “esiste solo una cosa più grande della paura, l’amore”; sentimenti e vicende umane sono narrati con una delicatezza e con un lirismo superbi.

La storia comincia quando Julia, giovane avvocato newyorkese, decide di intraprendere un viaggio alla volta della Birmania, Paese d’origine del padre,Tin Win, scomparso misteriosamente.
Nella testa della giovane donna rimbombano tante domande, tanta rabbia, tanto dolore per una perdita così dolorosa e insensata. Il suo viaggio, mosso proprio dalla volontà di tornare sulle tracce del padre, le farà scoprire un’altra realtà, lontanissima dalla sua. E, con essa ,scoprirà la meravigliosa storia di Tin Win e del suo amore.

Una sentimento capace di cancellare ogni dolore, ogni tragedia.
Un’ affinità che permette di superare ostacoli fisici ed emotivi, fin quasi ad annullarli.
Una “corrispondenza di amorosi sensi” che non solo non svanisce, ma , anzi, sembra rafforzarsi con la lontananza e il tempo.
Un amore che è “una forza contro cui né il tempo né la distanza possono nulla" perchè "è un potere che unisce gli uomini ,più forte della paura e della sfiducia. Una forza che dà la vista ai ciechi e che non obbedisce alle leggi del degrado e della rovina”.

Tutto è trattato con toni lievi, ritmi pacati, e la civiltà birmana, con la sua cultura e la sua filosofia così affascinanti, rivive in ogni pagina del racconto .Essa non è solo uno sfondo, ma la chiave per comprendere scelte di vita apparentemente inspiegabili e sicuramente lontane dal nostro modo di pensare. Il racconto è scorrevole, la descrizione dei luoghi approfondita e piacevole; ci si sente trasportati in un altro mondo, in terre lontane traboccanti di profumi e di suoni.
Il romanzo induce poi, secondo me, a una riflessione sulla mentalità e sullo stile di vita occidentali .Stile di vita che, alle volte, rende più ciechi di chi non può vedere davvero, perché rende “cieco il cuore”.
Un libro delicato, che sa parlare di sentimenti senza inutili sdolcinatezze.

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rossella.magli Opinione inserita da rossella.magli    11 Giugno, 2012
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UN LIBRO IMPERDIBILE

Leggere questo libro è una vera e propria esperienza sensoriale.
Le parole incantano e la storia è così profonda e affascinante che non vorresti mai arrivare alla fine.
Gli attori di questa storia all’inizio sono piccoli esseri umani “insignificanti”, quasi ai margini della società. Ma nello scorrere del tempo e nell’affrontare la vita imparano ad interiorizzare e ad esprimere una saggezza inaspettata, infinita, che toglie il fiato.

Mia figlia di 13 anni mi ha chiesto: “di cosa parla questo libro?”.
Le ho semplicemente risposto: “di amore, musica, poesia e sentimenti puri.”
Ovviamente non mi ha capito ma so che presto sarà in grado di leggerlo, ascoltarlo e amarlo come è successo a me.

Non perdetelo!

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Opinione inserita da Luana    06 Marzo, 2012

Bellissimo

Un libro che mi ha rapito, coccolato, commosso. Semplicemente sublime. A tratti si percepiscono i profumi e i colori di una terra lontana da noi; si avvertono i battiti del cuore di MI Mi e le intense emozioni che vivono tutti i personaggi di questo fantastico libro. L'autore ha la capacità di trascinarti nelle pagine della sua storia in maniera silenziosa, e quando ci sei dentro il mondo intorno scompare e sei rapito dai suoni, dagli odori e dalle immagini che vengono raccontate. Un paio di volte mi sono trovata a leggere il libro in metro e non nascondo che ho rischiato di perdere la fermata giusta.
Questo libro parla d'amore e nasconde in sè tanti insegnamenti...primo tra tutti: più che apparire , scegli d'essere!
Buona lettura a tutti.

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    03 Ottobre, 2011
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Il dono dell'Amore.

Sono rimasta INCANTATA.
Niente mi aveva lasciato sospettare una cosa del genere immaginavo che la trama mi avrebbe portata in tutt'altra direzione!
E’ stato come aprire una porticina magica che ti cambia totalmente la prospettiva e ti ritrovi in un mondo completamente diverso e nuovo, è come essere nei panni della protagonista, Julia, come lei inizialmente guardi la realtà con una certa diffidenza e scetticismo ma poi ti ritrovi coinvolta completamente.

"L’arte di ascoltare i battiti del cuore" è quasi una fiaba, non ha la stessa dolcezza, ma fa tornare quel desiderio intenso, che si ha da bimbi, di conoscere il seguito di una storia.
Una storia d’amore di rara bellezza custodita all'interno di un piccolo villaggio della Birmania, in un sussurro c'è tutta la sua forza, il suo esserci.
Un amore che non teme la distanza spaziale e temporale e che fa della diversità non una menomazione ma un valore aggiunto.

"C'è una forza contro cui né il tempo né la distanza possono nulla. C’è un potere che unisce gli uomini, più forte della paura e della sfiducia. Una forza che dà la vista ai ciechi e che non obbedisce alle leggi del degrado e della rovina… "

E assieme ad essa mi restano mille domande perchè Sendker tocca le corde più segrete dell'animo umano...
Può un amore sopravvivere tanti anni senza alcun contatto?
Può una persona essere il prolungamento dell’anima di un’altra?
Può essere così forte il richiamo all'altro anche dopo cinquemilaottocentosessantaquattro giorni di distanza?

“Che altro ti serve?” chiese U May. “ L’essenziale è invisibile agli occhi”. Un lungo silenzio, poi continuò: “I nostri sensi amano ingannarci, e gli occhi sono i più ingannevoli di tutti. Ci inducono ad avere troppa fiducia in loro. Crediamo di vedere quello che c’è intorno, ma quello che percepiamo è solo la superficie. Dobbiamo imparare a comprendere l’essenza delle cose, la loro sostanza, e per fare questo gli occhi ci sono più di impedimento che altro. Ci inducono a distrarci, e noi ci lasciamo abbagliare. Chi si fida troppo dei propri occhi trascura gli altri sensi, e non intendo solo le orecchie e il naso. Parlo di quell’organo che è dentro di noi e per il quale non c’è un nome. Chiamiamolo la bussola del cuore.”

Un Amore di un’altezza tale da far venire le vertigini e un senso di completezza e di pace interiore, sono le eridità che mi ha lasciato questo libro... Lo consiglio a tutti.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    01 Mag, 2011
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L'arte di ascoltare

La storia racconta di Julia, giovane donna che decide di intraprendere un viaggio nella terra di origine del padre per comprendere le ragioni della sua scomparsa avvenuta quattro anni prima.
Ciò che la spinge, dopo un lungo silenzio, a voler andare a fondo sulla scomparsa del padre è la scoperta di una lettera che la madre di Julia le fa avere, è una lettera d’amore che suo padre Tin scrive a Mi Mi quarant’anni prima, poco dopo essere arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania.
Julia si aggrappa a questa lettera per ritrovare l’amato padre, anche se non è sicura che sia collegata alla sua scomparsa, parte così per Kalaw, cittadina che sorge sulle montagne della Birmania.
In questo luogo sperduto, grazie ai racconti di un uomo di mezza età di nome U Ba, Julia scopre la vita del padre prima di giungere in America, una vita a lei ignota, che le suscita inizialmente sospetti sulla veridicità delle parole del suo oratore, ma che poi decide di ascoltare con il cuore e non solo con la ragione.
Una razionalità che inizialmente la porta a domandarsi “…i figli desiderano veramente conoscere i genitori come persone dotate di una vita autonoma? Saremmo capaci di vederli com’erano davvero, prima che arrivassimo noi?”
La presunzione di conoscere i propri genitori di farci bastare ciò che vediamo oggi senza domandarci come sono stati, quali erano i loro desideri, se hanno vissuto la vita che volevano vivere veramente...
Julia si “trova” a fare i conti con il passato del padre, scoprendo l’amore unico che lo ha unito a Mi Mi nonostante la vita sia andata diversamente, nonostante la lontananza fisica, un amore che si è alimentato negli anni nella consapevolezza di aver trovato nell’altro il vero amore.
Sicuramente l’aspetto che mi è piaciuto di più del libro è stato il rapporto della figlia con il padre, un aspetto se vogliamo secondario, ma che ha catturato di più la mia attenzione, l’evolversi di questa presa di coscienza della figlia nei confronti del padre che prima di essere tale è stato figlio ragazzo e uomo.

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katia 73 Opinione inserita da katia 73    06 Marzo, 2011
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L'arte di scrivere un bel libro !!

Bellissimo, concordo con le precedenti recensioni , un libro che non vorresti abbandonare mai, quando lo finisci ti senti un po’ orfana di questo meraviglioso amore e di questi personaggi che impari ad amare e apprezzare già dalle prime pagine, perché questo è un libro che mi ha preso subito, ti cattura già al primo capitolo. Ho fatto il percorso al contrario, ho letto prima la seconda opera di questo autore e siccome ho amato molto il suo stile di scrittura fluido ed essenziale non ho potuto fare a meno di leggere questo che è stato il suo romanzo d’esordio.
E’ la storia di un amore , ma non di un amore normale, quello che lega Mi Mi a Tin Win è qualcosa di unico che va oltre il tempo e la distanza, non conosce confini, non ha bisogno di conferme e supera anche i loro handicap fisici, Mi Mi è storpia e, sulle spalle di Tin Win, lo guida nel mondo perchè lui è cieco, loro sono così e non vorrebbero essere diversi. Julia scopre questa storia mettendosi sulle tracce di suo padre, scomparso all’improvviso qualche anno prima, senza avvertire nessuno, scomparso nel nulla, ma qualcosa la porta in quel paesino della Birmania, dove troverà un personaggio molto particolare in una sala da the.
Bella anche l’ambientazione del libro, la descrizione dei luoghi e delle tradizioni locali, ancora radicate in questa popolazione di un paese di montagna, dove lo stregone viene consultato per le decisioni importanti della vita, e le sue parole hanno un peso importante.
Insomma un libro che consiglio, anche per sognare un po’ !!

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    20 Ottobre, 2010
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Applausi

Di solito non mi piacciono i libri dove si parla di storie d'amore, sarò un orso, sarà che ormai per storia d'amore si intendono sesso, bugie, tradimenti, potere ed affini e non mi appassionano.
Ebbene qui c'è una storia d'amore di una purezza ed una semplicità assolutamente disarmanti, c'è il piano di valori di un popolo che è nettamente diverso da quello di noi occidentali. L'unico limite è propriamente nostro, di chi legge, siamo disposti a crederci ? A credere che esista un amore così puro ? O in fondo la storia di Tim Win e di Mi Mi non è nient'altro che il modo in cui vorremmo amare ed essere amati davvero se avessimo il coraggio di liberarci di tutti gli orpelli falsi ed inutili che adornano immeritatamente la parola amore ? Sendker riesce nell'impresa di non essere qualunquista, di non essere mai melenso o noioso ma anzi appassionante. I romanticoni rovesceranno fiumi di lacrime di commozione, quelli come me, un pò più "ruvidi" , avranno un'ottima occasione per riconsiderare alcune cose. Per questo libro dico solo un'ultima cosa : applausi !.

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