L'amico immaginario Hot
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Vai. E’ ora. Non aver paura.
Max è un bambino autistico, ha nove anni e frequenta la terza elementare.
Budo è il suo amico immaginario e ha cinque anni. E’ lui il narratore di questa storia simpatica e accattivante.
Non è come gli altri amici immaginari, perché Max ha grande fantasia e lo ha voluto come un bambino vero, con braccia, gambe, faccia. Tutto ciò che Max pensa, lui lo percepisce, nessuno lo conosce bene come lui. Ed è grazie a Budo se Max riesce a fare cose che i genitori neanche sospettano.
Rifletto su quanto sia importante spingersi ad agire, quanto voglia dire essere sostenuti e incoraggiati, e cosa può significare questo per un bambino con le sue paure e insicurezze.
Le giornate vengono scandite dai ritmi scolastici e dall’insegnamento di maestre eccezionali, come la maestra Gosk tanto amata da Budo e Max: lei si che sa far bene il suo lavoro. Ha imparato l’importanza di far ridere i suoi piccoli alunni, gli vuole sinceramente bene e si prende cura di loro. Ha a cuore ciò che fa. E’ molto diversa dalla maestra Patterson…
Budo è simpaticissimo. È l’amico che tutti abbiamo sognato di avere o forse abbiamo avuto.
Max non è come gli altri bambini. Non ama ciò che in genere gli altri bambini amano. Ad esempio non ama ridere. Ciò non significa che per lui non ci sia nulla di divertente, è che le cose buffe non sempre le capisce. Per lui battute e scherzi non hanno senso, perché dicono una cosa e ne vogliono dire un’altra. E questo lo confonde. Quando una parola assume significati diversi lui non riesce a scegliere il significato giusto.
Mi ha fatto riflettere sull’ovvio delle cose, o sulle cose che ci sembrano ovvie ma che ovvie non sono, se non per noi. L’ovvio degli altri spesso non lo consideriamo, perché non lo vediamo.
"Max vive quasi tutta la sua vita dentro sé. Quel dentro grande e bellissimo che una volta ha immaginato me."
E’ il bambino, come dice Budo, più coraggioso del mondo.
Durante la lettura, che è proseguita con grande rapidità, ho giudicato il romanzo prolisso, fin troppo meticoloso nelle descrizioni, finché non sono stata illuminata dal grande messaggio di coraggio e speranza che possiede. Max è attanagliato dalla paura, è bloccato, ma capisce che deve agire, stupendoci.
La narrazione mi ha lasciato un grande insegnamento e una grande gioia.
È un racconto sulla capacità che ciascuno ha e che non pensa di avere, sulla fiducia che possiamo trovare in noi stessi. Sulla forza recondita.
Con un linguaggio semplicissimo ma mai banale, molto adatto ai bambini, durante la lettura ho quasi sempre sorriso, ho temuto quando Max si è trovato in seria difficoltà, ed ho pensato che l’autore forse ha vissuto una esperienza diretta. Chissà.
Vicissitudini si rincorrono fino a un finale sorprendente e che seppur ovvio non può definirsi scontato, ulteriore bravura che i grandi autori hanno.
Ciao Budo, ciao Max, e benvenuti.
Buone prossime letture.
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Max & Budo
L'idea di raccontare la storia dal punto di vista di Budo mi è piaciuta molto. La scelta del narratore tante volte è quella decisiva per un libro, secondo me. Max e Budo sono amici da molto tempo e infatti, Budo, è l'amico immaginario più "vecchio" tra tutti gli amici immaginari che conosce. E' anche l'unico ad avere sembianze davvero umane, tanto che quando gli altri lo vedono rimangono sempre sbalorditi. Budo è quella "persona" che da sempre tende la mano a Max nel momento del bisogno, è l'unico che sa cosa dire e cosa fare nei momenti del bisogno. E' per questo che Max gli vuole così bene e continua a credere in lui. Se mai dovesse smettere di crederci, Budo scomparirebbe. Max non è un bambino come tutti gli altri, ha un problema: l'autismo. Lui vive nel suo mondo e nonostante i genitori e gli insegnanti cerchino di aiutarlo a fare amicizia, gli altri bambini tendono ad allontanarlo. Hanno paura, forse. O semplicemente non sanno come comportarsi.
Tra tutte le maestre di Max, la signora Patterson è sicuramente quella più strana e a Budo non piace per niente. Tutti i timori di Budo si confermano quando, un giorno, vede Max e la signora Patterson salire in macchina e sparire dietro l'angolo. Budo non sa che fine ha fatto il suo amico, non sa come raggiungerlo e non sa da che parte cominciare. Continua a pensare finchè gli viene un'idea: salirà sulla macchina della Patterson e andrà con lei da Max. E' l'unico modo per poter scoprire che fine ha fatto. L'idea di Budo va a buon fine e riesce a trovare Max, nascosto dietro ad una porta che si può aprire solo da fuori. Il problema più grande è proprio questo: come aiutare Max a scappare?
Non vado avanti altrimenti direi un sacco di cose che è bello scoprire piano piano. Questo libro insegna una cosa importante: l'unica persona su cui potremo sempre contare, indipendentemente da tutto e da tutti, siamo noi stessi.
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ASPETTARE, NON SAPERE, NON ESISTERE
Sono appena riemersa da una bellissima storia di fantasia, una favola incredibile, un'amicizia tra un bambino di nome Max e il suo amico immaginario Budo. Non so descrivere ciò che ho provato, perchè sono sensazioni molto forti, un pò come tornare bambina. Di certo la maggior parte delle persone un amico immaginario l'hanno avuto, anche se magari per poco tempo... Ma addirittura prenderne spunto per farci una storia così bella e profonda, mai e poi mai avrei creduto di potermi appassionare e addirittura commuovermi davanti ad una storia del genere. All'inizio forse può sembrare quasi noioso questo libro, ma vi assicuro che più andrete avanti e più crederete anche voi in Budo, lotterete e crederete insieme a lui. La storia parte col raccontare i problemi di Max, un bambino con qualche problema a stare con gli altri, problemi che molto bambini possono comunque avere nella vita reale. Si chiude in se stesso, non sorride, non vuole baci dalla mamma, non ama le persone che non conosce, non ama il buio e tanti altri problemi. Max è un bambino che però non dimentica mai nulla, anche se è un piccolo gesto bello o brutto che sia, lo ricorderà sempre, per tutta la vita. Così arriva Budo, il suo amico immaginario che in qualche modo lo aiuta nella vita di tutti i giorni. I suoi genitori litigano spesso perchè la madre vede il problema e lo vuole in qualche modo superare....il padre invece non lo vuole ammettere, sperando che suo figlio migliori, non accetta insomma la realtà che gli si presenta davanti. Budo vede invece la situazione vera, è la persona che più conosce Max....Budo conosce anche altre persone nella loro intimità, come i genitori del bimbo e i suoi amici che conosce andandosene in giro la sera mentre il suo amico dorme. L'unico suo terrore è sparire, essere dimenticato, non vuole morire, vuole vedere crescere Max. Una storia che davvero tocca al cuore, ti accompagna pagina per pagina dentro un'avventura incredibile, dove anche noi, alla fine, ci domanderemo cosa è reale e cosa no.
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Chi è immaginario e chi reale?
Quando i bambini non trovano nel mondo reale risorse sufficienti ad affrontare la vita le trovano nella loro immaginazione. Lì dentro tutto è possibile, per un bambino autistico fare ciò che fanno i cosiddetti "normali", per chi è bistrattato ribellarsi e per chi non ha nessuno parlare con qualcuno che lo capisce. Dopotutto la saggezza popolare dice " se vuoi parlare con qualcuno che capisce qualcosa parla da solo". Quando il piccolo Max, bambino autistico, con tutto quello che ne consegue, si immagina Budo, non sa certo che fantastico modo è andato a scoperchiare. E' un mondo dove gli amici immaginari hanno una vita propria. Certo limitati nelle loro azioni dala fantasia di chi li ha inventati, ma pur sempre liberi. Liberi di interagire tra di loro, e per certi versi di avere una vita propria. Così Budo suo malgrado si trova ad essere il protagonista di questo romanzo, proprio quando viene separato dal suo Max. Solo lui sa che qualcuno ha rapito l'amico, ma non lo può raccontare a nessuno se non agli altri amici immaginari. Allora ecco la svolta, il colpo di genio che lo fa intervenire e da vero eroe salvare Max.
Questo è un romanzo originale: d ifantasia senza essere del tutto improbabile, leggero ma con incursioni su problematioche gravi, emozionante senza essere da facili lacrime. E' scritto in modo da renderne semplice la lettura, ti scivola via sotto gli occhiu, e poi ti fa tornare indietro a rileggere qualche passaggio. Forser non lo possiamo paragonare ad uno dei grandi classici e non farà la storia della letteratura, ma di certo è un volume che merita di esere aperto.
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La sfida di Max/Budo
Max è un bambino autistico, Budo è il suo migliore amico dall' incredibile particolarità. E' un amico immaginario, creato ad hoc per risolvere quelle situazioni terrorizzanti ed in apparenza impossibili da affrontare. Per Max infatti le criticità sono all'ordine del giorno: cibarsi solo in un certo modo, scegliere il colore di un t-shirt, andare in bagno a scuola, fare i conti con i soliti prepotenti, evitare di entrare in contatto con i compagni di classe: tutti momenti in cui Budo diventa elemento imprescindibile, tranquillizzante e protettivo.
Budo racconta in prima persona il rapporto esclusivo con il suo "creatore", narra della vita con il piccolo socio e allo stesso tempo riflette sulla sua particolare condizione e su quella di tanti altri amici immaginari, questi con le sembianze più disparate e con le caratteristiche più strambe, in quanto concepiti dalla fervida immaginazione dei bimbi.
Un brutto giorno Max scompare, è stato rapito da una maestra con il cuore pieno di dolore. L'unico a conoscere il colpevole può ben poco, deve risalire al luogo in cui Max è imprigionato e quindi provare a liberarlo, ma per un amico immaginario non è certo semplice. Questo per via dell'inesistente possibilità di interagire col mondo degli uomini, nessun essere umano può vederlo o sentirlo, inoltre non può toccare nessun oggetto.
La concatenazione di eventi è sempre molto ben calibrata tra azione ed intimismo, piace parecchio lo stile espositivo scelto da Matthew Dicks, la prosa elementare è quella appunto di un bambino, in quanto Budo è immagine riflessa di un alunno di prima elementare. Magari giusto un pelo più scafato in quanto di notte, siccome non necessitante di riposo, vaga per la città fermandosi in alcuni luoghi dall'umanità varia, come l'ospedale o la stazione di servizio. Qui apprende qualcosa sul mondo esterno e sugli adulti, pur restando un cucciolo spaventato soprattutto in lotta con se stesso, in quanto salvare Max potrebbe equivalere a scomparire.
Gli amici immaginari non sono per sempre, quando il loro "proprietario" cresce spariscono senza lasciare alcuna traccia. Budo ha paura di tante cose, per prima quella di finire in un limbo buio, ma coraggiosamente deciderà di aiutare Max al costo di immolarsi.
"L'amico immaginario" è un romanzo toccante e mai ricattatorio, il disagio non è mai utilizzato come facile escamotage per far scorrere le lacrime; è il rapporto tra i due protagonisti a commuovere, sono le riflessioni del protagonista a toccare il cuore, il tutto esposto con una visione ad altezza di bimbo seguendo la tipica innocenza fanciullesca e la purezza di spirito.
Non è un romanzo sull'autismo, è invece una riflessione sulla paura di crescere oltre che un'ode all'amicizia intesa nell'accezione più nobile possibile.
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cosa vedono gli occhi di un amico immaginario
Ho comprato questo libro senza essermi informato più di tanto, ho letto il retro della copertina in cui si parlava di un amico immaginario e del suo amico immaginante il quale soffre di autismo. Mi sono subito interessato pensando che l'autore raccontasse in modo molto particolare i comportamenti riferiti ai bambini autistici quindi l'ho acquistato.
La storia è raccontata da Budo (l'amico immaginario) in prima persona che inizialmente descrive la sua vita con Max, delle sue abitudini, delle sue ben poche amicizie e dei suoi comportamenti alquanto particolari; la voce di Budo è paragonabile ad un bambino di circa 6 anni (Max, della stessa età, lo ha immaginato suo coetaneo) quindi molto semplice e scolastica anche nell'articolazione delle frasi. Budo è stato creato da Max molto meticolosamente, sembra un essere umano in pelle ed ossa, peccato che nessuno lo possa vedere al di fuori di Max e degli altri amici immaginari che vagano per la scuola o l'ospedale (in cui Budo si recherà spesso), Budo può camminare e girovagare da solo senza la presenza del suo inventore e sopratutto lui non dorme; inoltre è molto intelligente sempre perchè Max lo ha pensato così, quindi ha imparato molto a scuola, persino a leggere.
La vita di questi due amici viene sconvolta da un fatto inaspettato e molto grave che fa disperare Budo e anche Max, vedremo quindi correre, scappare, spiare, incontrare strani personaggi per poi concludere la storia in maniera commovente e molto bella.
Personalmente mi aspettavo un altro tipo di racconto, credo che il tono molto elementare di Budo non faccia trapelare a pieno i comportamenti di Max che sono affascinanti all'ennesima potenza. Se fosse stato usato un diverso tipo di registro forse la storia avrebbe preso un'altra piega e sarebbe stata veramente stupenda anche perché alcune parti sono veramente belle, rapiscono letteralmente il lettore, e non solo!
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i nostri amici immaginari
Chi scrive è Budo, l'amico immaginario di Max. Budo conosce benissimo Max ed è lui che ci racconta la sua storia. Budo conosce anche altri amici immaginari, di altri bambini, ma lui si sente più fortunato ad appartenere a Max, perchè Max ha una grandissima immaginazione e l'ha reso più "completo" di tutti gli altri.
Lui riesce a capire Max più di chiunque altro, più dei suoi compagni di classe, più delle maestre e persino più dei genitori. Budo capisce e riesce a trovare una semplice spiegazione anche a quei comportamenti di Max che, per tutto il resto del mondo, lo rendono un bambino problematico.
Il libro ti appassiona fin da subito perchè ti intenerisce molto, a momenti ti commuove e a momenti ti fa sorridere.
Chissà quanti amici immaginari, leggendo questo libro, avranno la possibilità di riaffiorare nella mente dei lettori!!!
Non voglio volontariamente aggiungere altro per non svelare nemmeno una pagina di questo libro che consiglio assolutamente di leggere!
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TUTTI NOI ESISTIAMO
La storia di un bambino di nome Max e del suo amico immaginario Budo animano il libro con un susseguirsi di forti emozioni. I due si conoscono sin dalle prime pagine, ed è facile empatizzare subito con loro. Matthew Dicks racconta la loro storia con uno stile che ricorda molto quello della scrittrice statunitense Lois Lowry. Come nella sua quadrilogia distopica vengono trattati tematiche serissime con una semplicità disarmante, in "l'amico immaginario" Budo ci racconta con la semplicità e gli occhi di un bambino l'importanza dell'amicizia e del coraggio. Budo non è propriamente immaginario, può interagire con il mondo attorno a sé fino a un certo punto, lo definirei più un angelo custode che un amico legato interamente al mondo della fantasia. Le caratteristiche di Budo e degli altri abitanti del mondo immaginario (se ne incontrerà persino uno capace di interagire col mondo fisico) donano al libro delle tinte fantasy, seppur l'elemento narrativo portante della storia sarà la crescita interiore di Budo e Max. Budo ci insegnerà cosa significherà la morte e la paura per essa nella ricerca del suo amico rapito, e di come dobbiamo valorizzare la nostra esistenza seppur molto breve. Un libro da leggere per rivivere la nostra infanzia in tutte le sue sfumature, dalla gioia e alla spensieratezza fino alla paura del mondo e di crescere.
"E il fatto di non esistere? Il mondo intero andrà avanti senza di te, come se tu non ci fossi mai stato. E poi un giorno anche tutti quelli che ti conoscono saranno morti, e sarà come se tu non fossi mai esistito. Mai e poi mai. Questo non ti fa sentire triste?"
"Se salvo Max, no. Se salvo Max, esisterò per sempre."
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Semplice ma piacevole
Lo stile è veloce e abbastanza semplice.
All'inizio il libro non mi paiceva e pensavo fosse una storiella per bambini.
Ma non è così.
Max, un bimbo problematico e tanto solo, ha un amico immaginario di nome Budo. Molti bimbi si avvalgono di questa figura simbolica ed imventata. Questa figura aiuta a superare i momenti difficili e così è stato per Max.
La storia è sì semplice, ma molto piacevole e a metà libro ho cominciato ad ingranare e l'ho terminato d'un fiato.
Max riesce a liberarsi da una situazione difficile e molto triste grazie a questo amico, Budo, che non interviene materialmente, ma mentalmente.
Bello sapere che alcuni bambini si sono salvati (magari) da una situazione spiacevole perchè si sono aiutati mentalmente con un amico che ha dato loro fiducia e coraggio.
L'amico poi è destinato a svanire, ma piacevole è stata la sua esistenza.
A tratti il libro mi ha anche commosso e mi sento di consigliarlo!
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IL MONDO DEI BAMBINI
questo libro è leggero ma toccante,commovente e profondo al tempo stesso.
E' bellissima l'idea di scrivere un libro con protagonista Budo l'amico immaginario di Max, l'amico immaginario piu' anziano che esista, perche' vive gia' da cinque anni ormai.
Budo è stato creato da Max ma pensa,ha delle opinioni, ha degli "amici" in altri amici immaginari e vive e guarda il mondo degli uomini.
E proprio in questo modo riuscira' perfino ad aiutare Max un bambino autistico ed aiutarlo a diventare grande.
Questo libro è scritto da chi conosce veramente i bambini e li ama e mi ha molto emozionato.
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LA MIA INFANZIA
Parto dicendo che l'autore di questo libro è di una gentilezza ed educazione assurda.
Mi ha scritto, abbiamo parlato del libro, mi ha fatto i complimenti, un sogno.
Non so se scriverà altri libri, io spero. Perché mi è rimasto dentro.
Ricordo la mia infanzia, Elena, la mia amica immaginaria. E' stato come se lei fosse riapparsa.
E ricordo ancora quando non l'ho più vista, avevo l'età di Max.
Che dire? Un libro che può sembrare banale, ma che non lo è affatto.
Un misto di semplicità, azione, avventura.
Max che è intelligente, ma nessuno se ne accorge. Si salva da solo infinite volte, ma pensa che a salvarlo sia Budo.
Tutti quei coraggiosi amici immaginari! Come dimenticarsi della fatina? O dell'unico amico immaginario che riesce a toccare le cose? Come dimenticarsi anche di Grahma?
Più volte mi hanno chiesto di raccontare la trama, il contenuto di questo libro. Non ci sono riuscita, bisogna leggerlo.
Leggetelo e ritornate bambini.
Mi mancava essere bambina ora che ho 16 anni.
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IL DIAVOLO BALLA ALLA PALLIDA LUCE DELLA LUNA
Budo detesta Pinocchio, perché nonostante abbia la possibilità di esistere per sempre, a Pinocchio non basta. Budo esiste solo per Max e per gli altri amici immaginari che, come lui, custodiscono l’innocenza dei bambini. A differenza di Pinocchio, Budo esisterà solamente fino a che Max crederà in lui ed è difficile, per un amico immaginario intelligente come Budo, accettare l’idea che un giorno all’improvviso tutto sparirà, compreso il ricordo di lui.
Da piccola non ho mai avuto un amico immaginario, forse ero già abbastanza felice così e non sentivo il bisogno di condividere la mia infanzia e rendere reali le mie fantasie ma dopo aver letto questo romanzo mi sento quasi privata di un diritto di bambina.
La descrizione del mondo degli amici immaginari di cui Budo fa parte è, in una parola, favolosa! Non c’è solo fantasia, ci sono idee e originalità, due componenti davvero rare. In maniera buffa e divertente, viene raccontato un universo parallelo con le sue regole e caratteristiche, in uno spazio ben delineato che trova posto accanto ai bambini, inaccessibile agli adulti e destinato a scomparire.
Max è un bambino affetto da autismo, con difficili rapporti con il mondo esterno, con le sue ossessioni e i suoi limiti. La sua fantasia ha creato Budo, con le sembianze di un bambino reale e con tutte le capacità che Max stesso non ha e questa è la storia di come il suo eroico e combattuto amico immaginario lo aiuterà mettendo a rischio il suo stesso esistere.
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C'è un "Budo" per ognuno di noi!
Max è un bambino di nove anni, affetto dalla sindrome di Asperger. Per lui la vita è piuttosto complicata. Relazionarsi con gli altri è difficile, andare a scuola è traumatico. Max detesta il contatto fisico e i baci della mamma lo paralizzano. Odia la cacche extra e qualsiasi cambiamento lo destabilizza così spesso si blocca e per alcuno ore perde il contatto con il mondo che lo circonda. Max vive dentro se stesso e per questo è molto solo.
Budo ha cinque anni, non dorme mai, passa le sue nottate al distributore di benzina, oppure da Doogies dove fanno gli hotdog e sa un sacco di cose per essere così piccolo. Passa facilmente attraverso porte e muri ma non può entrare in contatto con gli oggetti. Budo non lascia mai da solo Max, è sempre al suo fianco, pronto a suggerirgli la risposta nei momenti di difficoltà, a calmarlo e a tranquillizzarlo quando ha paura.
Budo è il migliore amico di Max.
Budo è immaginario, è il frutto della creatività di Max.
Nonostante i suoi problemi, Max è un bambino coraggioso. E’ diverso da tutti gli altri bambini, e per questo i coetanei lo prendono in giro o lo ignorano. La mamma cerca di farlo migliorare e gli ruba i baci di notte, il papà lo tratta come se fosse qualcun altro imponendo di calciare un pallone in un gioco che proprio non capisce e la maestra Gosk, pur essendo la miglior maestra del mondo, lo tratta in modo strano. Nessuno considera Max un bimbo normale, anzi tutti lo vorrebbero diverso, ma nonostante questo, lui continua ad alzarsi, a prendere l'autobus e ad andare a scuola. A vivere, insomma.
La vita di Max è quotidianamente scandita da regole che si è autoimposto, e che gli permettono di non entrare nel panico, lui cerca il suo filo logico nella confusione del mondo: la colazione si fa prima delle nove di mattina, altrimenti si sta digiuni fino al pranzo, e non si indossano mai più di sette indumenti per volta (scarpe escluse).
Ma un giorno la sua routine viene gravemente minacciata, Max viene rapito e l'unico che ha visto è proprio l'unico che non può comunicare con nessuno se non con Max, Budo.
Ci ritroviamo quindi in una piccola, grande avventura. Una di quelle che vorremmo non finissero mai...
Una storia originale, commovente e toccante, scritta da una penna poetica, che con delicatezza sfiora il mondo dei bambini e ci incanta completamente.
Al lettore restano il messaggio dell’amicizia profonda, dell’amore e della dedizione dei bambini. Un amore appagante a 360 gradi.
“L’amico immaginario” è dedicato a chi ha conosciuto realmente un "Budo" nella propria infanzia e ne ha nostalgia, a chi ha avuto una signora Gosk come maestra e a chi aveva (e ha) come migliore amica la propria creatività.
"L'amico immaginario" è dedicato a tutti quelli che non hanno perso il desiderio di sognare. Anche da adulti.
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un libro che ti fa soffocare per la sua bellezza
la storia è una delle più originali che io abbia mai letto, mai sarei riuscita ad immaginare una storia cosi commovente, vera e toccante. molti ridono leggendo il titolo del libro e ora io non posso fare altro che ridere di loro. questo libro è stupendo, è avvincente oltre ogni immaginazione, ti fa esclamare di stupore moltissime volte, ti fa piangere ogni volta che un amico immaginario viene dimenticato. ti rende sensibile alla sensazione di precarietà di Budo, che deve scegliere tra se stesso e il suo amico. con lui spii il mondo dei bambini con tutte le loro problematiche e le loro preoccupazioni. ti affezioni a Max, incapace di aprirsi al mondo vero, ma coraggioso più di ogni altro bambino al mondo. non mia sarei mai lasciata scappare un libro del genere. va oltre ogni aspettativa!
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Un lettura che non vorresti finisse mai
L'amico immaginario è l'esempio di come affezionarsi talmente a un personaggio letterario, tanto da non voler arrivare alla fine del libro.
Budo diventa l'amico immaginario di tutti noi, coraggioso quasi da sembrare un adulto ma allo stesso tempo rappresentato dal linguaggio e dai modi di pensare di un bambino. Spesso la sua non conoscenza delle cose ti fa sorridere e ti fa entrare in quel mondo di bambino, che ormai non ricordi più.
La storia di Budo e del suo amico Max è avvincente, perchè vorresti aiutare Budo a salvare il suo amico e commovente perchè sai che questo porterà alla fine del loro rapporto speciale e soprattutto a dover lasciare andare quell'amico immaginario al quale ti senti oramai legato.
L'amico immaginario sembra una favola, un libro che non pensavi potesse essere mai scritto e che avresti mai letto, un esempio di come il bene vince sul male.
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Un romanzo immaginario ma possibile
Si leggono libri che sembrano uno uguale all’altro, finché non arriva quello che fa la differenza.
È una storia originalissima, quella che ho letto. L’autore è Matthew Dicks, il quale, con L’amico immaginario, ha inventato una storia straordinaria, commovente e che trasmette un messaggio di speranza, di unione e di forza.
Mi ha incantata la fantasia che è alla base di questo romanzo. Davvero bravo Matthew Dicks nell’inventare non solo personaggi verosimili, ma anche quelli immaginari, e nel raccontare le loro quotidiane vite. Ogni personaggio, anche immaginario, ha una perfetta caratterizzazione. Alcuni sono più elementari di altri, ma è perché ovviamente i personaggi immaginari sono legati da un forte vincolo ai loro piccoli creatori, i bambini che hanno una visione limitata del mondo.
Nelle prime pagine, per me, è stato come tornare indietro nel tempo e ho ricordato che anche io, come un po’ tutti, abbiamo avuto un amico immaginario, ma crescendo lo abbiamo dimenticato. Dicks ha voluto ricordare il suo e farlo diventare un personaggio, un angelo, un compagno di giochi e all’occorrenza anche un eroe. L’amico immaginario è anche un romanzo psicologico che fa riflettere sul nostro primo modo di rapportarci con il mondo esterno, fuori dalla parte interiore, fatta di fantasie e sogni.
La prima componente originale di questo romanzo è sicuramente la voce che racconta la storia, affidata proprio al personaggio immaginario, Budo. Inoltre, originali e avvincenti sono anche le vicende narrate, quando qualcosa di terribile accade al piccolo e indifeso Max per colpa di una delle maestre. Una storia che risulta attuale, possibile più che semplicemente immaginaria.
Ve lo consiglio. È un libro che bisogna assolutamente leggere.
Mi sento di celebrare questo scrittore che, come primo lavoro, è un maestro ed ha saputo raccontare con arte il mondo poetico e fantasioso dei bambini.
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