La tredicesima storia La tredicesima storia

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ALI77 Opinione inserita da ALI77    24 Marzo, 2020
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UNA STORIA CUPA E GOTICA

La lettura di questo libro è stata parecchio impegnativa, la prima parte l'ho trovata molto scorrevole mentre poi la narrazione è diventata un po' confusa e a mio avviso un po' contorta.
La protagonista del romanzo si chiama Margaret Lea, è una ragazza introversa, quando legge dimentica tutto quello che la circonda, perfino di mangiare. I libri le hanno sempre tenuto compagnia e lavora in una libreria antiquaria con il padre.
"Il mio compito non è vendere libri- a quello provvede mio padre-ma custodirli."
Un giorno riceve una lettera da una delle scrittrici inglesi più famose, Vida Winter, che le chiede di diventare la sua biografa.
Margaret conosce la sua fama, ma non ha mai letto un suo romanzo.
Decide di partire per lo Yorkshire, ma non accetta subito l'incarico perché preferisce conoscerla di persona e capire se le dirà la verità.
"La lettura non mi aveva mai tradito. Era sempre stata la mia unica certezza.
Vida Winter inizierà un lungo racconto ripercorrendo la sua vita fin dalla sua nascita.
In questo romanzo ci sono stati degli elementi che non mi hanno convinta, partendo dalla protagonista.
Margaret, dovrebbe essere un personaggio che colpisce qualsiasi lettore, è una lettrice onnivora, preferisce i romanzi alle persone, lavora in una libreria, ma purtroppo non mi ha lasciato nulla.
Credo che questo sia dovuto dal fatto che la storia non mi abbia coinvolto emotivamente, sebbene ci fossero delle ottime premesse.
A mio parere, l'autrice ha voluto creare un'ambientazione che ricordasse gli autori inglesi dell'Ottocento, la campagna inglese, i misteri famigliari, i fantasmi il tutto condito da una storia dai toni cupi e gotici.
Ma per me non è riuscita nel suo intento, perché la narrazione dura troppo, si dilunga troppo nelle descrizioni e nel raccontare dei dettagli futili.
I salti temperali spezzano la narrazione e il ritmo scende in particolare in alcuni punti che sono risultati un po' noiosi.
Forse l'autrice aveva in mente di creare una storia con una serie di colpi di scena e con una trama complicata da seguire, ma purtroppo a mio avviso la narrazione risulta confusionaria e bisogna leggere con molta attenzione per non perdere il filo del racconto.
In conclusione, lo stile e la scelta narrativa dell'autrice non mi ha convinta, ma sono sicura che ci sono altre persone che apprezzeranno sicuramente questa storia.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    25 Mag, 2018
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Due gemelle solitarie

Apri un libro contemporaneo e sei subito avvolto da un’atmosfera ottocentesca, alla Jane Austen tanto per intenderci. Con uno stile raffinato, elegante, morbido, estremamente ricco di particolari e di descrizioni. Con un ritmo lento ed avvolgente. Il libro racconta la storia di una giovane donna che viene chiamata a scrivere la biografia di un’anziana scrittrice. E la storia di una si incastona nella storia dell’altra. E’ una vicenda di perdite, di gemellaggi, di solitudine, di ricerca della verità, ma anche di misteri e di vergogna. Prepotente emerge l’amore per la letteratura e l’empatia che prova chi legge talmente tanto da ritrovarsi con lo sguardo abbacinato fa senz’altro sentire molto vicine entrambe le protagoniste.

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    05 Novembre, 2015
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Cenerentola senza scarpetta

Due donne, una storia, la tredicesima per giunta, che le fa incontrare e le mette una contro l'altra, una accanto all'altra. Una narrazione acerba, un'ambientazione dark, dai toni gotici riporta il resoconto di vite vissute ai margini, in sordina, in ritirata per dimenticare e nascondere. Poco importa la fama e la notorietà se strumentalizzate al fine di celare la verità. Vida incontra Margaret a due passi dalla morte e la sfrutta per raccontare la vita.
Ambientazioni note, facili, quasi scontate: la brughiera, l'antiquaria libreria polverosa richiamano alla mente titoli già famosi. Da Zafon a Brönte, dalla logora carta, poco importa la nazionalità, ai paesaggi brulli, il passo è breve, ma quando quell'ombra di vento si fa raffica gelida la storia decolla, il linguaggio fluidifica e l'amore, fraterno e filiale stavolta, torna protagonista indiscusso e pur facendo ancora rima con passione, ossessione e vendetta, attrae e incanta. Così le sempiterne emozioni, atomiche protagoniste di intrighi, misteri e colpi di scena, si rigenerano, sorprendendo con una nuova ricetta. L'insieme filoso resiste e genera un tessuto variegato, ricco e dal sapore fresco della novità. Personaggi come marionette ben orchestrate, alternate nelle scene con maestria tale da risollevare punti morti e capitoli ristagnanti. Apparizioni proverbiali convincono il lettore scettico e conducono alla fine lieta.
Lento ma innovativo, prolisso ma ben congegnato, un romanzo delle contraddizioni capace di mostrare una volta in più che tra l'idea e la sua realizzazione c'è un mare di difficoltà da superare.
Da leggere.

P.S. Due passi mi hanno colpito in particolare, li riporto.
Il primo, omaggio ai libri, come incarnazione dell'immortalità dell'uomo.
“Una volta morte, le persone scompaiono. La voce, le risate, il calore del loro respiro. La carne. E alla fine le ossa. Il ricordo perde ogni elemento vitale. É una cosa tremenda e naturale. Qualcuno però fa eccezione a questo annullamento. Perché continua a esistere nei libri che ha scritto. […], ciò che secondo le leggi di natura dovrebbe svanire viene, grazie al miracolo dell'inchiostro sulla carta, conservato. É una specie di magia.”
Il secondo, ironia semplice e diretta per quelle signorine che sognano il principe azzurro e un'esitenza da favola perdendosi nei libri,o attualizzando, nelle soap, nei social etc... dimenticandosi di vivere.
“Allungai la mano verso la ricetta. Con tratto vigoroso, aveva scritto: “Sir Arthur Conan Doyle, I taccuini di Shelock Holmes. Dieci pagine due volte al giorno fino a esaurimento.”

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violetta89 Opinione inserita da violetta89    07 Agosto, 2015
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Le racconterò la storia di due gemelle...

Questo libro mi è stato consigliato da un'amica, in un primo momento non mi aveva preso per niente, stavo infatti per mandarle un messaggio del tipo "ma che libri pallosi mi consigli?" quando poi sono entrate nel vivo della storia e ho cambiato opinione.
Sono d'accordo con chi dice che la scrittura sia un po' prolissa, forse proprio questo in un primo momento mi aveva scoraggiato, però tutto sommato ha una bellissima storia che ti coinvolge. Margaret Lea è una biografa che viene ingaggiata da una delle scrittrici più famose d'Inghilterra perché racconti la ssua VERA storia, la donna negli anni aveva sempre fornito racconti inventati. Veniamo così portati indietro nel tempo con una serie di flashback che pian piano ti permettono di capire un pezzettino alla volta come stanno le cose. Questa famiglia ha una storia degna di Beautiful eheh battute a parte, la storia è veramente intricata e probabilmente neanche con la più fervida immaginazione uno poteva immaginarsi simili intrecci, ad ogni modo è interessante la maniera in cui si viene a conoscenza via via delle cose, ed è proprio questo che ti tiene incollato fino alla fine.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    29 Dicembre, 2014
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Sorelle e segreti.

Una canonica giornata di lavoro era giunta al termine quando la bibliografa/libraria Marguerite scopriva di aver ricevuto una lettera, dal contenuto alquanto vago, scrittale niente di meno che dalla celebre romanziera Vida Winter. Quest’ultima la invitava a recarsi presso la sua abitazione nello Yorkshire per redigere la sua biografia e dare voce una volta per tutte a quei segreti celati per la sua intera esistenza.
Premetto che questo romanzo mi era stato fortemente consigliato ma qualcosa mi spingeva a rimandarne la lettura sino a quando mi è stato prestato e dunque, dovendolo restituire, mi sono spronata a leggerlo per quanto possibile in tempi ragionevoli.
Il principale problema che ho riscontrato è identificabile nell’eccessiva prolissità. Le prime 156 pagine (se si considera che sono 412 in totale, tanto poche non sono) sono state un vero fardello da affrontare, non scorrevano e soprattutto la storia tardava a decollare perché l’autrice si ostinava a soffermarsi su dettagli che, con tutto il rispetto del mondo, potevano tranquillamente essere sintetizzati e/o tagliati (detto palesemente, per sfrangare questa prima parte ho avuto il tempo di iniziare e terminare un altro romanzo). Superate queste le vicende hanno cominciato a collegarsi dando spazio al fantomatico enigma svelato infine in una decina di pagine a termine dell’opera. L’epilogo, pur non accarezzando il lettore con parole capaci di farlo sospirare dal dispiacere per la conclusione del componimento narrativo, è accettabile.
Che dire, il lavoro è buono se si considera che è la prima opera pubblicata da quest’autrice ma non indimenticabile se si valuta oggettivamente e a prescindere da tale dato di fatto. E’ un romanzo che dal punto di vista dell’intreccio narrativo si riprende dalla metà ma che stilisticamente è pesante da digerire. Viceversa, nel suo secondo libro, “Le nere ali del tempo” la scrittura si presenta breve ed incisiva con paragrafi diretti al punto e chiari ma la trama è opinabile. In poche parole si è invertita la situazione. Se il primo romanzo era interessante dal punto di vista del mistero ma prolisso, il secondo si è dimostrato sterile dal punto di vista del contenuto ed apprezzabile da quello narrativo/stilistico (non a caso la prima parte scorre rapidissima, si perde quando inizia a parlare dell’opificio del lutto e via dicendo, ma questa è un’altra storia..). Il dubbio adesso è: sono io che ho un problema con questa autrice o essendo lei tuttora acerba non ha ancora raggiunto quel livello di narrazione tale da far innamorare qualsiasi lettore? Ai posteri l’ardua sentenza.

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alexmai Opinione inserita da alexmai    12 Dicembre, 2014
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Gemelli inquietanti

Oscuro e inquietante, questo romanzo narra la vicenda di una scrittrice famosissima e misteriosa, un King in gonnella. Ormai anziana, convoca una biografa per scrivere la propria storia. La donna, una libraia appassionata, comincia a scoprire sempre nuovi elementi sul passato della scrittrice... e anche sul proprio. Bella scoperta, sia l'autrice che il romanzo!

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mia77 Opinione inserita da mia77    20 Agosto, 2014
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La tredicesima storia di Diane Setterfield

È un romanzo, a mio avviso, intrigante e misterioso, da leggere di notte - in autunno o inverno - in una giornata uggiosa (non sicuramente sotto l'ombrellone). L'atmosfera che vi si respira è quella dei romanzi inglesi dell'800 o quella gotica dei libri di Zafon. È un libro dove si percepisce l'amore dell'autrice per i libri (e solo per questo sarebbe degno di essere letto). A fare da contorno a tutto questo, però, c'è anche una storia interessante, misteriosa e coinvolgente, raccontata da una scrittura fluida e scorrevole. L'atmosfera è nebbiosa, da campagna inglese e le descrizioni dei luoghi precise e approfondite. Il libro narra la storia di due donne, una giovane e una quasi sul punto di morte, molto diverse fra loro, ma anche molto simili, accomunate dallo stesso ardore e dalla stessa passione. Si tratta di una storia nella storia e non voglio togliervi la suspense raccontandola. Lo consiglio a tutti, anche ai non amanti del genere "mistero", perché è un libro coinvolgente, che merita di essere letto.

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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    17 Luglio, 2014
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Una storia, un mistero

Un libro davvero eccezionale che, non so per quale motivo, è rimasto nella mia libreria per un sacco di tempo prima che, finalmente, decidessi di leggerlo…
Un libro che parla di libri e di scrittura…
Un libro che parla di una scrittrice…
Un libro che parla di una vita che è anche un mistero…

Vida Winter è una scrittrice molto popolare e altrettanto misteriosa. I suoi libri sanno rapirti e trasportarti in un luogo nuovo e diverso, così come le storie che racconta ai molti giornalisti che le chiedono di parlare della sua vita…
Ma, ad un certo punto, la verità spinge per essere raccontata e svelata. Ad un certo punto nessuna storia può paragonarsi alla verità.
E così viene scelta lei, Margaret Lea, una giovane libraria artigiana che, ogni tanto si cimenta con biografie di scrittori lontani nel tempo…
Ma che cosa spinge la famosa scrittrice a scegliere proprio lei e non un più accreditato professionista?

… una storia di gemelle, tra passato e presente…
Esiste davvero quel legame così intenso fra gemelli? Un legame superiore a quello dei fratelli? Un legame che si sente, si percepisce, anche se non si è mai avuta occasione di conoscere l’altra metà?
A questo non so rispondere, ma tutto quello che viene raccontato sull’argomento mi ha molto affascinato.

Lo stile della scrittrice è molto fluido.
Il mistero aleggia ovunque, sia nel passato che nel presente. C’è anche un sentimento di nostalgia e di tristezza che sfocia immancabilmente in un sentimento di malinconia che permea le pagine con il suo sapore dolce-amaro.

Sono sincera, la storia mi ha ricordato “Una lontana follia” di Kate Morton che ho letto tempo fa. Diversa in alcuni punti, simile in altri al punto che, sono sicura, fra qualche tempo le storie si intrecceranno nella mia memoria…
Questo non toglie nulla alla bellezza di questo romanzo. Le parole del libro mi hanno talmente rapita che mi immaginavo anch'io come la protagonista, china sul suo manoscritto a leggere e rileggere la storia di Vida Winter in compagnia del gatto Ombra nell'enorme casa della scrittrice…
… e le ore passavano come fossero secondi…
Non posso chiedere nulla di più ad un libro.

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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    30 Mag, 2014
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Le storie nella storia.

Diane Setterfield è una scrittrice britannica nata nel 1964 e questo è il suo unico romanzo, non a caso ha creato in un colpo solo un best-seller da 1000 copie a settimana vendute. Sulla sua vita non si trova molto quindi passo alla trama del libro che vi metterò qui sotto molto brevemente.
La protagonista è una ragazza, Margaret Lea, una giovane libraia antiquaria che lavora nel negozio del padre ereditando da lui la passione per la letteratura ma, soprattutto, per le biografie. Un giorno viene chiamata per scriverne la biografia dalla leggendaria Vida Winter, una scrittrice famosa quanto misteriosa. Pare che effettivamente non abbia mai detto la verità riguardo alla sua vita ed ogni intervista o dichiarazione contiene sempre fatti diversi, tutti inventati da lei. Margaret accetta un po' titubante e si reca nello Yorkshire dove verrà ospitata dalla stessa Vida. Qui rimarrà come "rapita" dalla complessa storia che interessa la famiglia Angelfield e la sua attenzione verrà catturata, in particolar modo, dal libro che Vida non ha mai voluto pubblicare: La tredicesima storia. Nascerà una profonda amicizia tra le due donne e Margaret scoprirà degli aspetti del suo carattere e della sua vita che senza questa esperienza non avrebbe mai potuto conoscere.

Beh, devo dire che non sapevo cosa aspettarmi da questo libro quando l'ho cominciato a leggere. Non mi pareva un gran che ma appena la storia di Vida Winter ha preso forma, mi sono dovuta ricredere. Trama intrecciata ma non troppo, tutto sommato si rimane confusi per poco poiché le spiegazioni arrivano nel momento giusto senza farti perdere il filo logico che le lega insieme. Scritto con sapienza,anche se ammetto che la nostra Margaret non mi sia risultata particolarmente simpatica. Momenti pieni di emotività si alternano ad attimi di "apatia" e nella ricerca di creare un personaggio più o meno reale, ogni tanto pare che questo intento non ci sia più. Influirà sicuramente il fatto che non mi identifico con lei, quindi tutto ciò che la riguardava ammetto di averlo letto con un certo distacco. Alla fine sì,è un libro così ben scritto e ci si può permettere di provare emozioni per i vari personaggi, tenerezza per Aurelius e un po' di antipatia per Margaret. Ce n'è per tutti.
Detto questo lo consiglio anche ai lettori occasionali ma non troppo, i capitoli sono quasi tutti brevi ma la trama non è delle più semplici e non conviene intervallare troppo le letture. Un linguaggio chiaro e scorrevole, alla portata di tutti.
Buona lettura!

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LunaCalante Opinione inserita da LunaCalante    14 Marzo, 2014
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La tredicesima noia

Avrete notato dalla trama del libro un che di accattivante, misterioso.
Sarò molto breve con la recensione.

Se vi aspettate di leggere un capolavoro in stile Bronte ,Austen o Dickens , come mi aspettavo, siete avvertiti, neanche l'ombra.

E' un mattone di libro che non finisce più, monotono, colpi di scena un po' di qui e di là, appena accennati, a tratti incoerente, per non dire enigmatico.
Si per essere enigmatico lo è parecchio visto che avrò letto almeno 4 e 5 volte il finale della storia e ancora non l'ho capito. L'ho letto e riletto per dare un senso all'acquisto da me effettuato di 13 euro, un numero che decisamente non porta fortuna.

Spoilerando (chi sta leggendo il libro o vuole acquistarlo con i pro e i contro è meglio che non mi legga) posso dire che la protagonista è di una noia mortale.
Va bene essere una giovane libraria antiquaria, capirai è un mestiere affascinante, va bene che si cimenta nelle biografie letterarie di personaggi dimenticati ma illustri, va bene che ama stare sola soletta nella sua amatissima biblioteca immersa in un silenzio tombale che considera il suo paradiso terreno, ma ragazzi, diamoci un taglio con quest'aria da ospizio o peggio ancora da nerd affetto da mutismo intellettuale.

La protagonista,Margaret Lea, non solo ama appassionatamente i libri, tanto che rinchiusa nella sua camera da letto, saltando i pasti, si consuma nella lettura di quasi tutti i libri della vecchia scrittrice Vida Winter, ma mangia perfino la carta con incluso l'inchiostro e saprà dirci addirittura che gusto e retrogusto hanno. Quando ho letto il pezzo di Margaret che manda giù la carta scarabocchiata ho cominciato a perdere i sensi... il proseguo poi è di una lentezza inesorabile, sfiancante,asfissiante.

Immaginate di vedervi un film privo di colpi di scena, di cambiamenti. E' lo stesso del libro che in effetti ha tutta l'aria di essere un movie scadente e quasi privo di collegamenti sensati.

Insomma per farla breve, Margaret è stata assunta da Vida Winter per scrivere la sua biografia prima che la vecchia scrittrice passi a miglior vita.
E da qui inizia il racconto, che a dirla tutta, non è male.
Poi piano piano ecco la noia. Stesse cose, intere mattinate e interi pomeriggi quasi passati a non far nulla, se non quello di chiacchierare con Vida Winter, l'unico personaggio degno di nota.
La storia che ne esce fuori sembra un racconto uscito da un manicomio, tutti i protagonisti di Vida Winter soffrono di serie turbe mentali.

Ripeto, niente colpi di scena, tutto è pervaso da un ambiente asfissiante e ripetitivo.
La fine del libro è un mistero, non si è capito molto.
(Spoiler)Sarei grata se qualcuno rispondesse a questa domanda: Ma quel cuoco alla fine di chi era figlio??? Perché ci sono parecchi dubbi sulla sua vera provenienza,addirittura la scrittrice, intendo Diane Setterfield, si diverte a creare filastrocche e frasi estrapolate dal libro di Jane Eyre, per lasciar indovinare ai poveri e ignari lettori, compresa la sottoscritta, di capire chi cavolo è il tal protagonista.

Cioè Diane Setterfield tu non puoi finire il libro senza dirmi esattamente cosa è successo!
Perché tanti giri di parole e fregature linguistiche? Eh?

Consiglio questo libro? Chiaro che no.

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Solo a chi si vuole veramente annoiare e conoscere la noia PURA e provare a mangiare carta con inchiostro o matita, come preferite.
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Illary Opinione inserita da Illary    22 Febbraio, 2014
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LA TREDICESIMA STORIA

Margaret è una giovane libraia che lavora insieme all'amato padre ed ha un complicato e conflittuale rapporto con la madre.
Quando viene ingaggiata da Vida Winter, una famosa scrittrice nota per la sua riservatezza per scriverne la biografia, si trasferisce a casa sua per alcuni mesi. Dai racconti della scrittrice Margaret imparerà a conoscere i misteri e le follie della famiglia Angelfield; Rapporti fra fratelli, omicidi e l'amore familiare sono al centro di questa storia intrigante ed accattivante.
Nel complesso mi è sembrato un libro ben scritto ed articolato, una lettura piacevole, consigliata agli amanti di Sveva Casati Modignani.

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Sveva Casati Modignani
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Opinione inserita da chiara    05 Giugno, 2012

una scrittrice del passato.

Appena ci si inoltra nella storia, sembra di rivivere le atmosfere dei grandi romanzi dell'800, riprese sapientemente dalla scrittrice, non solo nella ambientazione scelta per il romanzo, ma anche nella narrazione della storia. Non sembra affatto casuale il continuo rimando a Jane Eyre, consapevole scelta di collegare il romanzo a doppa mandata a quello stile ma che pone dubbi sull'originalità.
Il romanzo si presta ad una lettura piacevole, incuriosisce per il vivere perso dei suoi protagonisti e il mistero che li avvolge. Certo ti cattura sino alla fine, ma oltre alla storia raccontata, non lascia una riflessione e i suoi personaggi ti passano nel cuore senza soffermarsi. Il tempo passerà lasciando il ricordo di un buon libro con una trama articolata ben raccontata.

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se vi piacciono i romanzi dell'800
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    10 Aprile, 2012
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peccato!

peccato... l'incipit mi aveva incuriosita. lasciava trasparire forse ciò che avrei voluto trovare in questo racconto e non ho trovato. inutilmente prolisso, sembra prometterti ciò che poi non arriva; e resta come dire inconcludente, perso in spiegazioni inutili e anche poco chiare nonchè noiose. cerca forzatamente di stimolare la curiosità, sbagliatissimo: ciò deve magicamente e spontaneamente nascere in noi quando semplicemente ci appassioniamo alla lettura di un romanzo. un libro "inutile", non toglie e non mette; arrivata finalmente all'ultima pagina l'unica leggerezza è stata pensare: si passa ad altro! e sono andata in libreria!

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Opinione inserita da luana    23 Marzo, 2012

appassionante

Il libro rievoca i vecchi romanzi della letteratura inglese dell' 800 e lo consiglio soprattutto a chi ha letto e a chi si è appassionato alla storia di Jane Eyre e dei fratelli di Cime tempestose: una trama ben intrecciata ricca di colpi di scena, piena di forti emozioni, inquietudine e di un amore viscerale che a volte crea e a volte distrugge. Un po' lento e prolisso nella parte iniziale, ben costruito nella parte centrale e in quella finale.Debole, a mio parere, la speculare storia della narratrice.

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Jane Eyre e Cime Tempestose
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pirata miope Opinione inserita da pirata miope    09 Gennaio, 2012
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SALUTE O MALATTIA?

La verità dei libri non coincide mai con quella della vita? E’ la paradossale premessa del romanzo di Diane Setterfield: Vida Winter, gloria della letteratura contemporanea britannica, affida a Margaret Lea, proprietaria con il padre di una libreria antiquaria, l’incarico di scrivere la sua vera biografia e di sgombrare il campo dalle tante menzogne sul suo conto, fatte circolare ad arte da lei personalmente.. Eppure la cosiddetta verità scaturita dalla voce della anziana scrittrice ha i connotati classici di un romanzo: si racconta di vecchie dimore aristocratiche sperdute nella brughiera, di persone che a cominciare dall’aspetto non hanno nulla di comune, anzi paiono uscite dalle pagine delle sorelle Brontë. Pertanto ne “La tredicisema storia” il lettore si trova immerso in una storia per cosi dire tredicesima dopo altre, ovvero nata dall’intreccio di molte storie romanzesche di cui si recepisce chiaramente l’eco, da “Cime tempestose” a “Jane Eyre” a “Cenerentola”. A tenere insieme il filo della tortuosa vicenda sono la passione fanatica per la lettura di Margaret e della scrittura di Wida: le due coprotagoniste hanno personalità del tutto speculare, la vocazione dell’una non esisterebbe senza la devozione dell’altra. Entrambe sono state irreparabilmente segnate da una lacerazione drammatica: frutto di un parto gemellare, la morte improvvisa le ha divise dalla loro metà. Vivono per questo una condizione di privilegiata emarginazione: non hanno amori, amicizie e neppure interessi, patologicamente consacrate alle loro religione.. La loro stessa esistenza è la brutta copia dei libri prediletti: chissà se le cose raccontate da Vida e trascritte nel taccuino da Lea si sono svolte davvero così o sono una trasfigurazione di eventi insignificanti rimossi? L’attività intellettuale nell’una e nell’altra è una tirannia, capace di escludere ogni altra esperienza e ha radici nei traumi dell’infanzia: si tratta di un processo di compensazione, un surrogato della vita in un “altrove” immaginato nel quale ci si può nello stesso tempo occultare e riconoscere. E’ in questo rapporto ambiguo arte/vita è rintracciabile una chiave di lettura assai meno immediata per un testo che ha l’apparenza di una dozzinale storia gotica di fantasmi orchestrata fra apparizioni misteriose, riconoscimenti tardivi, figli ripudiati, incesti, follia e morti apparenti. La Setterfield, nel rimettere a posto alla fine i tasselli del suo arzigogolato puzzle parrebbe convinta della forza catartica ed ordinatrice della letteratura, ma un lieve malessere smorza fin dall’inizio il godimento in chi legge ed è la contraddizione sempre sottesa e mai risolta: la letteratura è salute o malattia?

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i romanzi delle sorelle Brontë e. Il libro può essere felicemente inserito in un percorso sul rapporto arte vita o sul rapporto malattia/ letteratura.
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patty81 Opinione inserita da patty81    04 Gennaio, 2012
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Il mistero di Angelfield

Chi è in realtà Vida Winter, la più grande scrittrice di lingua inglese ancora vivente?E dove è finito il tredicesimo racconto?

Margaret Lea,una giovane biografa, viene invintata dalla stessa Vida,ormai anziana e gravemente ammalata, ad ascoltare e riportare finalmente per iscritto la sua vera storia,taciuta per anni e fonte di misteri ancora mai risolti.

Tra le due donne si instaura un rapporto di reciproca e silenziosa fiducia,mentre la scrittrice comincia a ritroso un lungo viaggio nel tempo...un viaggio che parla di una passione scabrosa, di pazzia,e di 2 gemelle che vivono in un mondo tutto loro, fatto di linguaggi e suoni segreti e di un legame che va oltre l'umana comprensione.

"Miss Lea, qual è la sua storia?"
"Io non ho una storia"
"Tutti hanno una storia"

Così, mentre Vida Winter riporta alla luce la sua storia,attraverso l'anestetico potere della narrazione, così Margaret deve affrontare anche il dolore di un passato che la tormenta da sempre in maniera subdola e silenziosa.

Una storia nella storia, questo romanzo,popolato da personaggi memorabili come la vecchia governante dell tenuta Angelfield, il giardiniere ,la tata Hester, Isabelle e Charlie, fratello e sorella e forse qualcos'altro, e le due misteriose gemelle March...ma quale filo lega tutti loro a Vida Winter?

Un romanzo indimenticabile, strutturato in maniera esemplare, dove le rivelazioni e i colpi di scena non mancano fino all'ultimo capitolo.

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L'ombra del vento
..a chi ama i libri...e le storie misteriose
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    04 Dicembre, 2011
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C'era una volta...

Margaret Lea è una giovane che conduce una vita tranquilla raccolta, divisa tra la libreria antiquaria del padre, circondata da pagine immortali e volumi sepolti nell’oblio, e la passione per le biografie letterarie.
Un giorno Margaret riceve una misteriosa lettera che la convoca nella residenza di Vida Winter, una delle più grandi scrittrici dell'epoca che arrivata al termine dei suoi giorni, vuole svelare a tutti i segreti del suo passato e sceglie la giovane e inesperta Margaret come sua biografa. Una verità e una storia che è stata custodita gelosamente per anni, allontanando i media e facendo in modo che nessuno la conoscesse per davvero.
Margaret è perplessa: non si sente all’altezza dell’incarico, ma è affascinata dal carisma e dal mistero che avvolge la scrittrice. Superate le incertezze iniziali, ansiosa di scoprire la verità sull’identità della donna e sull’esistenza della tredicesima storia che per tanti anni è stata celata, la giovane biografa si trasferisce nella tenuta dell’anziana signora immersa nella brughiera dello Yorkshire e ne ascolta i lunghi e sofferti racconti. Affiorano così tutti gli episodi sepolti nel profondo della memoria, legati alla complessa famiglia della scrittrice, segnata da tragedie e scomparse, dolori, storie d’amore e inconfessabili segreti.
Un intreccio di vite spiegate con grande lucidità, un romanzo come forse se ne leggevano quando eravamo piccoli, costruite con uno schema preciso dove c’erano la tata e il giardiniere, il gigante buono, la governante severa e il dottore risoluto, e poi “la gente” con l'irrazionale paura per il diverso... Ogni personaggio ha una sua storia che merita di essere conosciuta, perchè aprendo una porta inevitabilmente se ne aprono molte altre e nessuna di queste è mai secondaria.
L'ambientazione evocativa e suggestiva offre un'istantanea dello Yorkshire, il bosco, la casa misteriosa popolata da fantasmi, il giardino dei segreti...

Una sola parola per descrivere ciò che ho letto: AFFASCINANTE. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, da vivere sulla pelle, 553 pagine di colpi di scena ed emozioni che mi hanno tenuta incollata al libro, sulla metro, mentre camminavo per arrivare in università, mentre cucinavo o quando facevo pipì...

"Tutti i bambini mitizzano la loro nascita. è un tratto universale. Volete conoscere qualcuno? Mente, anima e cuore? Chiedetegli di raccontarvi di quando è nato. Ciò che ne ricaverete non sarà la verità; sarà una storia. E niente è più rivelatore di una storia."

BUONA LETTURA A TUTTI!


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kobe Opinione inserita da kobe    20 Ottobre, 2011
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Tutti hanno una storia

Leggere significa custodire.
Tutti hanno una storia.
Al di là della trama, che mi è piaciuta molto, sono queste due apparentemente semplici osservazioni che mi hanno fatto apprezzare maggiormente questo romanzo. È come se fossero due punti di vista con cui leggere un libro: quello della lettrice e quello della scrittrice.

Il punto di vista della lettrice. Margaret è una giovane biografa cresciuta nelle libreria del padre, dove ha imparato ad amare i libri e la lettura. Ciò che mi ha colpito fin dall’inizio è il suo modo di porsi nei loro confronti. C’è un passo che ho trovato molto bello nella sua semplicità: “per quanto il contenuto possa sembrare banale, hanno sempre qualcosa che mi commuove. Perché una persona ormai morta un tempo ha ritenuto quelle parole tanto importanti da metterle nero su bianco”. La morte pone fine alla vita e si porta via la voce, il calore, il sorriso delle persone. Per Margaret a questo naturale corso delle cose fanno eccezione gli scrittori, perché continuano a vivere in ciò che hanno scritto. Ecco perché, in fondo, leggere significa custodire.

Il punto di vista della scrittrice. Vida Winter è una famosissima scrittrice, che ha deciso di far scrivere la propria biografia a Margaret. Il compito è arduo perché la signora Winter è famosa per raccontare storie, non solo nei propri romanzi, ma anche sulla propria vita. Non si contano più le innumerevoli versioni diverse che ha rilasciato ai giornalisti. Ma adesso ha deciso di raccontare la verità. Ed in questo racconto, lungo questo cammino, troviamo il motivo della sua prolificità, che mi piace pensare sia un po’ il filo rosso che unisce la maggior parte degli scrittori: “Ho chiuso la porta del mio studio isolandomi con persone nate nella mia immaginazione....ho vissuto origliando impunemente per sentire la vita di persone che non esistono. Ho sbirciato senza ritegno nel loro cuore…ho guardato come gli amanti amano, gli assassini uccidono e i bambini inscenano le loro fantasie. Prigioni e bordelli, galeoni e carovane hanno aperto le loro porte… . Il mio studio pullula di personaggi che attendono di essere scritti. Persone immaginarie che non vedono l’ora di prender vita, che mi tirano per la manica, urlando “Ora io! Dai! Tocca a me!”
Sono immagini molto intense. Pensare ad uno scrittore come a qualcuno che si fa portavoce di storie e personaggi che lo pregano di essere scritti è molto suggestivo.

Il trait d’union tra questi due punti di vista è la storia stessa del romanzo. Il legame tra la biografa e la scrittrice parte in sordina, l’unica cosa che le unisce sembra essere l’amore per i libri, ma poi la vicenda si arricchisce di personaggi, di sentimenti, di storie che porteranno Margaret a sentirsi legata a Vida in maniera sempre più viscerale…c’è qualcosa che le unisce oltre all’amore per i libri.

Ognuno di noi ha una storia, ognuno di noi può raccontarla.

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    03 Agosto, 2011
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La tredicesima storia

Libro che parte un po' in sordina ma che poi prende come un fiume in piena e trascina in una storia nella storia.
Tutta la trama è avvolta da nebbia che si infittisce con la lettura ad ogni pagina.
Molti, moltissimi misteri i cui indizi vengono disseminati, per una probabile soluzione, durante tutta la storia.
Uno stile narrativo d'altri tempi, l'autrice ti prende per mano e ti conduce in una storia dalla quale non ci si può staccare.
Ricchissimo di riferimenti ai grandi classici della letteratura britannica.
Ogni personaggio è descritto magistralmente ed è collocato nella storia al giusto punto e nel giusto momento, senza anche uno di essi l'opera risulterebbe incompleta, anche per i personaggi secondari.
Apprezzato durante le pagine finali sapere come si sviluppano, alla fine della storia,le vite di tutti ma proprio tutti i personaggi.
Viene consigliato a tutti i tipi di lettore, risulta infarcito abbondantemente di suspance, drammaticità, romanticismo e grande speranza...
La lettura è piacevole, ti avvolge come un mantello che ti protegge dal freddo e dalla pioggia durante un autunno ed un inverno nella brughiera inglese.
Promosso. Buona lettura.
Syd

PS
Per farvi arrabbiare, lo sapete che cenerentola ha una figlia???

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    28 Dicembre, 2010
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Lento ma inesorabile

Una giovane libraia , Margaret, biografa in erba, viene invitata dalla famosissima scrittrice Vida Winter a trascorrere del tempo nella sua magione nella campagna inglese in modo che possa scrivere la sua biografia. Richiesta apparentemente poco giustificata (Margaret è praticamente una sconosciuta)e Vida Winter famosa tanto per i suoi numerosi successi editoriali quanto per le infinite false storie sulla sua vita rifilate ai curiosi nel corso degli anni.
Ci sarebbero molti motivi per rifiutare ma qualcosa nel modo in cui la donna pone la richiesta spinge Margaret a provare. Ne esce una bella storia sul misterioso e complicato rapporto tra gemelli, due storie diverse unite dal dolore, due donne (Vida e Margaret) che convivono ogni giorno con la presenza-assenza di quanto hanno perso. Attraverso la storia di una famiglia ricca ma maledetta, ad un ritmo lento e con atmosfere da storia di fine ottocento , si dipanerà in modo inesorabile la matassa che darà a tante persone il filo in grado di condurli alle risposte che cercano, tra amore, odio, follia , mistero e ricerca della verità .
Decisamente non male.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    10 Novembre, 2010
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inizio centro...fine

Non mi ha appassionato molto, ma non per questo non posso non considerarlo un buon libro.
"..tutte le storie hanno un inizio, un centro e una fine; l'importante però è averle nell'ordine giusto.." ed è per questo che per me stilisticamente il libro funziona bene.
L'inizio dove Margaret giovane donna spinta dal suo amore per i libri e dal suo lavoro si trova, non per caso, a fare da biografa ad una famosissima scrittrice Vida Winter, che ha deciso al culmine della sua vita, di raccontare la " verità".
Il centro dove la storia intricata di Vida si snoda pian piano, pagina dopo pagina. Dove tutte le ombre, i segreti e gli avvenimenti vengono esternati e recepiti da Margaret, che non potendo fare domande ma semplicemente ascoltare, si ritroverà a riordinare ed a comprendere tutti i misteri che avvolgono la vita dell'anziana scrittrice. Margaret all'inizio rimane talmente assorbita dal flusso di racconti e di nozioni che è come se cancellasse per un lasso di tempo il suo io, facendosi trasportare dalla curiosità di capire e di scoprire. La forza di andare a fondo nella vita di Vida le permetterà di andare a fondo anche nella sua di vita.
E la fine dove diversi colpi di scena permetteranno di far luce e di svelare tutti gli enigmi, e dove la vita delle due donne, spettatrici l'una dell'altra, si toccheranno nell'intimo delle loro emozioni.
Una piccola critica legata al frazionamento del libro in molteplici capitoli... troppi, che per un mio limite è come se mi avessero reso meno fluida la lettura

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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    30 Settembre, 2010
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...dimmi la verita'!...

"L'ora e' giunta,Venga lunedi con il treno delle quattro e mezzo.Mandero' una macchina a prenderla alla stazione di Harrogate."Vida Winter.In questo modo la famosa e, ormai anziana scrittrice, si mette in contatto e invita la giovane Margaret a scrivere la sua biografia,dopo mille ripensamenti e dopo a aver letto dozzine di libri delle misteriosa scrittrice,in special modo "Il tredicesimo racconto",la giovane donna non puo' far a meno di sottrarsi a queato strano e misterioso compito. Vida Winter e' una donna dal carattere spigoloso e eccentrico, sta per morire dunque deve racconatre la verita' a stessa,a Margaret,al mondo.L'inizio non e' facile,non e' facile per Margaret credere a tutto cio' che narra...Una storia strana, quella che racconta questa misteriosa donna,una strana e ricca famiglia, due gemelle identiche, una vecchia tata,unl giardiniere,un fantasma...???Una lettura scorrevolissima che cattura sin dalle primissime pagine, bello ...il fascino della campagna inglese avvolge il tutto in modo ancor piu' misterioso,la verita' pian piano viene a galla e il lettore ne e' completamente coinvolto...c'e' qualcosa che unisce le due protagoniste...la verita' di entrambe,due storie,in fondo molto diverse ma nel loro "cuore" e nalla loro sofferenza quasi identiche... nel finale si uniscono e finalmente trovano pace...

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Claire Opinione inserita da Claire    10 Settembre, 2010
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Tante storie in una storia

Questo libro l'ho preso perchè consigliato da un'amica del Forum "Virtual Reading" che me ne ha parlato in maniera molto entusiasta ! E adesso non posso che darle ragione !
"La tredicesima storia " è un libro intenso , che cattura pagina dopo pagina la curiosità del lettore e lo spinge quasi ad una lettura compulsiva. La trama è intricata e piena di misteri che leggendo si risolveranno alla fine e lì dopo mille congetture possibili ad un certo punto la "verità" ti spiazza e se da una parte mi son detta : dall'altra pensi :

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leadger Opinione inserita da leadger    18 Aprile, 2010
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Bello

Ho acquistato questo libro unicamente perché ero attratta dalla copertina! Senza troppe aspettative ho iniziato la mia lettura ma dopo poche pagine mi sono dovuta ricredere, la storia è appassionante! L'ho letto in una giornata non riuscivo più a posare il libro. Molto bello e scorrevole.

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piero70 Opinione inserita da piero70    14 Gennaio, 2010
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Bello e intrigante

Devo ammettere che ho iniziato la lettura di questo libro un po' dubbioso.
Di solito queste storie, dense di descrizioni e pochi dialoghi e azione non mi hanno mai attirato.
Ma il prezzo dell'edizione economica e la mia "fame di leggere" (avevo appena finito un altro libro e non sapevo cosa leggere nella mia ora e mezza di pendolarismo in treno) hanno fatto sì che mi decidessi all'acquisto.
Ma fu più azzeccato. Dopo poche pagine ero già rapito in queste atmosfere dense, a metà tra Agatha Christie e i classici della letteratura inglese dell'800.
Mi sono innamorato subito della protagonista con la quale condivido l'amore viscerale per i libri e la lettura.
L'intreccio, lo sviluppo del rapporto tra Margaret e l'enigmatica scrittrice Vida Winter, cresce e si dipana pagina dopo pagina senza permetterti di staccare il naso dal libro, fino al colpo di scena finale, davvero inaspettato.
Il rapporto tra la vecchia tata e il giardiniere di casa Angelfield è da cinema.
Assolutamente da leggere.

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gracy Opinione inserita da gracy    13 Gennaio, 2010
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C'era una volta...

Ecco una bella storia che ha il gusto di una favola, raccontata con tanta passione, con grazia, forse perchè contiene una formula magica celata capace di incollare il lettore alle pagine del libro ed a lasciarsi trascinare dalla storia stupefacente di miss Vida Winter e della giovane libraria Margaret Lea.

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Zafon
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Opinione inserita da daniela    11 Ottobre, 2009

La tredicesima storia

Ho appena iniziato a leggerlo, consigliata da mia figlia che l'aveva comprato perchè era al mare e non aveva più nulla da leggere, lo credeva un librettino così, tanto per leggere, le è piaciuto tantissimo e ora l'ha prestato a me che me ne sono innamorata, del personaggio di Margaret, del suo modo di descrivere, di sentire, del suo mondo fatto di libri, ed ora sono arrivata all'inizio del suo lavoro di biografa con la scrittrice tanto misteriosa quanto spigolosa; si la storia è interessante ma forse non più di altre simili ma è il modo di scrivere che ti avvince e ti fa sentire quasi un tutt'uno con la protagonista margaret. Insomma mi piace tanto che lo leggerei di continuo ma sono sicuro che mi dispiacerà arrivare alla fine. Spero tanto abbia scritto altri libri nel frattempo...

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Ailith Opinione inserita da Ailith    27 Giugno, 2009
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Echi dalle sorelle Bronte

La tredicesima storia ti trasporta piacevolmente nelle atmosfere delle campagne inglesi con le brughiere e la pioggia tipiche dei romanzi delle Bronte o Austen. Si legge tutto d'un fiato e dispiace uscirne una volta concluso! La scrittrice non si perde in lunghe descrizioni dell'ambiente e dei personaggi ma ha una narrativa molto scorrevole e immediata.

L'unico appunto lo farei sull'intreccio che ricorda moltissimo quello dei romanzi sopra citati e quindi non esattamente originale ma se si rimasti innamorati di Jane Eire risulta un pregio... comunque molto bello nel complesso!

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e apprezzato i romanzi della Austen e delle Bronte!
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Opinione inserita da Chiara    06 Febbraio, 2009

tutto d'un fiato

Un romanzo ricco di ingredienti: dall'introspezione della protagonista, all'atmosfera gotica e misteriosa dei classici inglesi, la curiosità che spinge ad intrufolarsi in un passato davvero misterioso. Un intreccio appassionante, ricco di personaggi riusciti che si muovono in ambienti descritti con minuzia. Due donne molto diverse per età e carattere che però scoprono di avere molto in comune.

Un piccolo capolavoro, adatto soprattutto alle lettrici.

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Frankenstein di Mary Shelley e i classici dell'800 britannico
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Opinione inserita da Brelys    26 Gennaio, 2009

La tredicesima storia

"Il silenzio non è l'ambiente naturale per le storie" mi ha detto una volta Miss Winter. "Le storie hanno bisogno di parole. Altrimenti impallidiscono, si ammalano e muoiono. E poi ti ossessionano". E' verissimo. Perciò ecco la mia storia.Avevo dieci anni quando scoprii il segreto tenuto in serbo da mia madre. E' importante perchè non spettava a lei serbare quel segreto. Spettava a me. (...)

Per me vedere significa leggere. E' sempre stato così. Scorsi quei documenti (...) perchè mai avevo due certificati di nascita?

Avevo una gemella

(...) Un certificato di morte.

La mia gemella era morta.



Questo, più o meno, è il modo in cui si presenta Miss Margaret Lea nelle prime pagine del romanzo. Una vita all'apparenza priva di scossoni scorre placidamente all'ombra di una biblioteca/libreria paterna, finchè l'Io narrativo mette un punto d'arresto. Fermati lettore, perchè non è tutto oro quello che luccica. C'è un motivo per il mio amore per i libri,c'è la fuga che cerco da un dolore che non mi abbandona. La vita di una giovane donna che sente bruciante la perdita della sorella e della madre (anche se ad un livello diverso ma non meno doloroso) viene investita di una nuova possibilità. Svelare la verità biografica di una famosa autrice di bestsellers a lei contemporanea. Il bagaglio di amozioni e il delicato intreccio di storie di cui Margaret diviene fidata depositaria, si allacciano alla vicenda privata. Una storia di gemelle si avvicina ad un'altra storia di gemelle. Un fantasma a lungo desiderato incontrerà forse altri fantasmi, veri o presunti che siano.

Un libro che si legge tutto d'un fiato, semplice nello stile e avvincente nella trama. Un piccolo gioiello che mi ha trovata,ancora una volta, piuttosto che farsi trovare. Uno di quei tesori per cui vale la pena di curiosare in libreria, anche quando entri dicendo tra te e te " Solo un'occhiata...non compro niente stavolta..".

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Opinione inserita da Abacus    09 Gennaio, 2009

Deludente

Margaret, giovane figlia di un libraio, si trova ( chissà perchè proprio lei ) ad essere chiamata a scrivere la biografia ufficiale di una grande scrittrice. Dal racconto ( la tredicesima storia, appunto ) che la scrittrice non ha mai pubblicato scaturiscono avvenimenti e scoperte che l'autrice diluisce in una lunga dissertazione, pesante, gotica, noiosa. Descrizioni troppo minuziose di particolari assolutamente estranei agli avvenimenti rendono difficile la lettura, a tratti farraginosa, mai brillante. Una storia del genere in mano a Zafon sarebbe diventata l'ennesimo capolavoro, ma in mano a Diane Setterfield... è diventata un qualcosa di indefinito. Troppa inutile pubblicità per un romanzo che a mio giudizio - concordo con quelli che hanno scritto poco prima di me - non vale.

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Megalis Opinione inserita da Megalis    26 Settembre, 2008
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Emozionante

Si legge d'un fiato, caratteristica apprezzabile soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro.
Intrighi ed atmosfere ispirate ai romanzi ottocenteschi: immagini forti e sentimenti disarmanti che riportano alla mente lo stile gotico di alcuni manga giapponesi.
Il finale simpatico mi ha lasciato un sorriso e la sensazione che nonostante tutto la vita ci riservi piacevoli sorprese.
Non sempre in un libro si cerca alta letteratura a volte compagnia, altre risposte. Provaci ancora Diane!

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Il dio dei boschi
Tatà
La prova della mia innocenza
La città e le sue mura incerte
Per sempre
La terra d'ombra
In questo piccolo mondo
Lo spirito bambino
Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera