Il seggio vacante Il seggio vacante

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Gabriele_Romanutti Opinione inserita da Gabriele_Romanutti    04 Dicembre, 2018
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Un realismo graffiante

J.k Rowling ci ha abituato alla perfetta e coinvolgente creazione di mondi e di storie. Non serve citare i vari libri di Harry Potter per capire il livello che questa scrittrice ha raggiunto. Utilizza un vastissimo vocabolario, scrive storie che ti avvolgono e convincono, di cui poi riesci difficilmente a fare a meno quando leggi l'ultima parola del libro. Con il Seggio Vacante J.K.Rowling esprime il proprio talento trascinandoci nella vita quotidiana di un paesotto di nome Pagford e delle varie peripezie con la vicina cittadina di Yarvil che saranno il filo conduttore di tutto il libro. In questo romanzo si passa velocemente dalla dolce melodia della solare Pagford con il calore e la rusticità che la contraddistingue alla vita dei suoi abitanti con i loro intrighi e i loro modi d'essere. Grande conoscitrice delle persone, la Rowling ci fa precipitare nell'animo umano mettendo a nudo le sue peculiarità e le costanti vicende reali e mentali che ogni persona vive nella sua vita, con tutto ciò che poi ne consegue. Con una descrizione a volte violenta e senza mezzi termini della società nella quale viviamo, l'autrice ha saputo ricreare nei confini di Pagford le problematiche e le parti più volutamente nascoste di una società intera e farci rendere conto di quanto ciò che descrive possiamo ritrovare quotidianamente nel nostro mondo. Questo libro mette i personaggi di fronte alle conseguenze delle proprie azioni perché prima o poi tutto torna e ognuno deve fare i conti con il proprio passato. Una vicenda struggente e coinvolgente che ti tiene incollato al libro come d'altronde succede sempre con questa autrice, lo abbiamo potuto apprezzare anche nei recenti libri basati sul mondo reale scritti con lo pseudonimo di Robert Galbraith.
Passioni violente, vergogna, disprezzo, amore e cattiveria, intimità e impudicità, invidia e malattia si susseguono in questo romanzo per poi arrivare al culmine nelle ultime pagine che vedono il susseguirsi di diversi colpi di scena che completano tutte le trame e i fili tessuti durante il romanzo. Un epilogo completo e dalle diverse sfaccettature che coronano un romanzo avvincente e interessante, un altra prova della bravura della scrittrice che risulta convincente e talentuosa anche al di fuori delle pagine “fantasy” del mago dagli occhi verdi.

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GiuliReader Opinione inserita da GiuliReader    01 Settembre, 2017
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DANNATAMENTE REALISTICO

J.K. Rowling torna nelle librerie, dopo il colossale successo della saga di Harry Potter, con un romanzo per adulti con un impronta totalmente diversa. Stiamo parlando de Il Seggio Vacante.
Siamo a Pagford, una piccola cittadina inglese immersa nelle colline, sembrerebbe il posto perfetto dove vivere con le sue villette ordinate e i prati perfettamente falciati, ma in realtà, tra i cittadini di questo apparentemente tranquillo paesino si nascondono storie di ipocrisia, rancori, tradimenti, bullismo e sofferenza tutte con un unico filo conduttore ad unirle.

Ai molti fan "Potteriani" questo nuovo lavoro della Rowling non è piaciuto, forse perchè lontano anni luce dagli ambienti fatati di Hogwarts, dato che Il Seggio Vacante è un romanzo che descrive in modo crudo e spietatamente onesto le turbe della società moderna sottolineate ancora di più dal linguaggio tagliente e per niente infiocchettato che l'autrice ha scelto per i dialoghi dei personaggi.
Personalmente l'ho amato proprio per questo: perchè sono storie che sono assolutamente odierne, corrispondenti alla realtà.
Non è il classico romanzo dove i protagonisti hanno una vita meravigliosa circondati da persone altrettanto meravigliose e dove le peripezie finiscono sempre con un lieto fine (non aspettatevi il lieto fine perchè vi dico già che non lo troverete).
La trama è articolata e, di primo acchito, non semplice da seguire dato che la storia viene raccontata attraverso i vari punti di vista dei personaggi (e i personaggi principali sono tanti, forse troppi) perciò è inevitabile trovare qualche difficoltà nel cercare di capire come dipanare la matassa già dalle prime pagine; ed è per questo motivo che a mio parere merita una lettura costante ed attenta.
Nonostante ciò lo stile di lettura rimane quello tipico della Rowling: leggero, scorrevole e coinvolgente.
E' a tutti gli effetti un libro "che prende" e che stimola ad andare avanti con la lettura malgrado qualche lapsus di troppo riguardante la traduzione che purtroppo incespica di frequente nell'ortografia.
Anche il finale meritava forse un pò più di cura da parte dell'autrice che dopo più di 500 pagine sembra avere fretta di concludere; difatti si rimane un pò "appesi" poichè alcuni personaggi vengono lasciati come sospesi nel tempo senza dare modo al lettore di capire, o quantomeno intuire, cosa ne sarà di loro dopo un determinato evento.

Lo consiglierei? Sì, se si è stanchi del solito lieto fine e si desidera leggere qualcosa di un pò più realistico, conforme a quelle che sono davvero le vere "disavventure" della vita e se non vi turbano parolacce e descrizioni forti.

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fraghi88 Opinione inserita da fraghi88    30 Luglio, 2015
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Un buon libro


Il verme dell’invidia, dell’antagonismo e della diversità. Il benestante contro l’emarginato.
Uno sguardo alla sua parte storica e uno alla parte urbanizzata, due facce che nascondono le vere problematiche legate ad una piccola ed amabile cittadina, come Pagford.
A volte l’apparenza può ingannare e la ‘falsa’ tranquillità della società che vi vive, può sfociare improvvisamente in una guerra quotidiana.
Una battaglia psicologica e materiale che da individuale può diventare collettiva.
Sarà la morte del più amato e odiato consigliere cittadino, Fairbrother, a incendiare gli animi di tutti. I più ricchi e i più poveri si batteranno per conquistare il suo amato posto nell’amministrazione locale. Una profonda voragine che scava dentro la malata anima dei suoi abitanti. Pagford non ha più il cuore puro che aveva mostrato in apparenza, ma adesso vedrà la sua serenità sbriciolarsi fra sordide alleanze e perfidi antagonismi.
L’autrice attraverso la sua opera sembra voler rispecchiare l’odierna faccia della crisi economica con quella di una libresca faida sociale. Dal suo fantastico ed eroico Harry Potter passa ad una attuale e valida argomentazione. Chi meglio di un romanzo può raccontare la vera sete di potere che si nasconde nel cuore di ogni uomo?
Dalle pagine si riscatta una crisi interiore che mostra la vera causa di una società dai toni aspri, la stessa in cui viviamo ogni giorno.
Una storia che presenta i suoi personaggi con il chiaro intento di raccontare i ricchi per quello sono e gli emarginati per quello che vorrebbero essere.
In fondo, tutti vorrebbero nella loro vita un ‘seggio vacante’, senza essere completamente consapevoli, che è proprio quel misterioso desiderio di potere a sconvolgerci la coscienza e a renderci sempre meno sensibili ai veri valori della vita.

Francesca Ghiribelli

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Consigliato a chi ama l'autrice di Harry Potter per scoprirne un altro nuovo talento.
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Erica Gatti Opinione inserita da Erica Gatti    12 Febbraio, 2015
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La Rowling vacante.

Ho ritenuto per me un dovere leggere questo libro, poiché J. K. Rowling ha formato la mia infanzia con i suoi personaggi pieni di sfumature nella celeberrima saga di Harry Potter.
Sapevo benissimo a cosa andavo incontro leggendo Il seggio vacante: un'altra storia, altri personaggi, temi e situazioni ben lontani da quelli che facevano da sfondo alle vicende di Harry. Per un maggiore distacco, non comprai né lessi il libro appena uscito, riducendo così anche le mie aspettative al minimo.

La prima cosa che ho notato, leggendo questo romanzo, è un posto vacante. E come Barry Fairbrother ha lasciato il suo seggio in pasto a una concorrenza ben poco leale tra le fazioni politiche del suo paese, la Rowling ha lasciato il suo posto andandosi a sedere da qualche altra parte, evidentemente.
Infatti nello stile e nell'impostazione della narrazione ho trovato ben poco di quel modo accattivante che mi aveva entusiasmato nei suoi libri: mi è sembrato che la scrittrice abbia cercato di distanziarsi il più possibile dallo stile che aveva utilizzato nel raccontare Harry Potter, avvicinandosi invece a un modo di narrazione tipico di altri scrittori - è stato fin troppo semplice riconoscere, per me, un'impostazione alla Stephen King nella trattazione dei personaggi, sempre in continuo ripercorrere il proprio passato senza mai dare una spiegazione totale ad alcuni loro pensieri. (Ma mentre ho sempre trovato lo stile di King ammirabile e gestito alla perfezione, qui non ho potuto fare a meno di notare come questa trattazione rendesse la lettura pesante, in un continuo via vai di personaggi che, specialmente all'inizio, non riuscivo bene a identificare.) Forse questa scelta è dovuta alla lontananza dei temi trattati rispetto a quelli del maghetto con gli occhiali, ma ritengo che, nel tentativo di distinguersi dalle vesti che aveva assunto, la Rowling abbia peccato di eccesso nel lato opposto, finendo per non essere più se stessa.
La lettura di questo romanzo mi è durata per mesi, fino a quando in questi ultimi giorni mi sono quasi costretta a terminarlo. Purtroppo non è stato così accattivante come avevo sperato.
A un certo punto, circa a metà libro, ho trovato la narrazione più intrigante: forse perché avevo finalmente fissato bene tutti i personaggi e tutte le loro parentele, forse perché alcune cose avevano iniziato a farsi più chiare, forse perché mi ero abituata (e arresa) allo stile che mi trovavo di fronte, dal primo post sul blog del Consiglio Comunale - non dirò di più per evitare spoiler - ho ritrovato il gusto della lettura e la curiosità di vedere quali conseguenze avrebbe avuto sul carattere dei personaggi, sulle loro vicende, sulle loro presunzioni e (in)sicurezze.
Personaggi che, spezziamo una lancia a favore della scrittrice, sono comunque trattati con una grande prospettiva psicologica e analizzati in ogni punto. Non sembrano per niente stereotipati, ma lasciano la sensazione di essere veri in ogni gesto: ed è questo ciò che ho sempre amato della Rowling e ciò che mi ha fatto in fondo apprezzare comunque la lettura.
Da Simon Price, uomo violento e insano, a Colin Wall, insicuro e malato; da Parminder Jawanda, medico sicuro di sé e pretenzioso, a Samantha Mollison, donna ottemperata dal terrore della sua vecchiaia imminente; da Gaia, ragazzina sicura di sé e a volte spregiudicata, a Robbie, un povero bambino di appena tre anni e mezzo costretto a vivere in un pessimo ambiente familiare... Qui tutti i personaggi - e sono molti, molti più di quelli che ho elencato - vengono delineati con minuzia e profondità tali da riuscire a vederli quasi materializzarsi di fronte a te.
Personaggi che ruotano attorno a una campagna elettorale per riempire il seggio vacante di Barry Fairbrother, per decidere se chiudere un centro di tossicodipendenza e per cercare di ristabilire dei confini del paese fuori o dentro le case popolari dei Fields. Temi scottanti, realtà molto sincere, una serie di comportamenti immorali che viaggiano attorno alla politica: temi veri, esattamente come i personaggi.

In definitiva: ho trovato buona l'idea, ottimi i personaggi, ma non ho trovato la Rowling che, forse, troppo impegnata a far combattere i suoi personaggi per il seggio vacante, si è scordata del posto che doveva ricoprire anche lei.

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Liponi Opinione inserita da Liponi    04 Gennaio, 2015
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Uno spiraglio di luce dalla tragedia

Di primo acchito, anche per l’aspetto esterno, un libro rilegato con sovraccoperta a colori sgargianti, le numerose pagine scritte a caratteri piuttosto grandi, sembra una prosecuzione per adulti del ciclo di Harry Potter, dove non manca un pizzico di horror (vedi soprattutto la scena iniziale, in cui viene descritta la morte di Barry Fairbrother), ma anche di sesso esplicito (nel ciclo di Harry Potter assente o implicito). Il tocco narrativo è leggero e sciolto: i numerosi personaggi sono ritratti a tutto tondo, ma con tratti rapidi e prevalentemente attraverso i dialoghi. Anche qui, come in Harry Potter, c’è una netta distinzione tra mondo degli adulti e mondo dei ragazzi (qui adolescenti), visti spesso in contrapposizione, salvo qualche rara eccezione (e il morto che lascia vacante il seggio nel Consiglio locale del piccolo centro di Pagford è una di queste); ma pochi sembrano salvarsi, sia tra gli adulti che tra i giovani, da un giudizio morale negativo. Ben presto si delinea la contesa tra gli adulti, gli uni (la maggioranza) favorevoli a passare il quartiere popolare dei Fields, un quartiere degradato che squalifica le linde casette dei quartieri “alti”, al comune vicino, in modo da scaricare ad esso tutte le incombenze legate al disagio degli abitanti, poveri, disoccupati, drogati, alcolizzati. Barry Fairbrother proveniva dai Fields, ma aveva fatto fortuna ed era andato ad abitare in una villetta di Pagford: per questo si batteva per mantenere il legame con il quartiere popolare e per favorire il riscatto dei giovani dalla loro condizione di emarginazione. Quindi, mentre per il presidente del Consiglio Locale, un grasso bottegaio, la morte di Barry è un colpo di fortuna, che gli consente di realizzare il suo sogno di liberare Pagford dal peso dei Fields, per Krystal, una ragazza povera, emarginata, dal temperamento asociale, quella morte significa la perdita di ogni speranza di riscatto. Proprio Kristal, assieme a Sukhvinder, una ragazza vittima del bullismo dei compagni, risultano essere i personaggi più positivi di questo ambiente, dove prevale, sia nei ricchi che nei poveri, l’egoismo e la mancanza di qualunque valore autentico.
Ma Krystal morirà, alla fine, per la disperazione di non essere riuscita a salvarsi e a salvare il fratellino di due anni e Sukhvinder riuscirà a ottenere per lei e per il fratellino un bel funerale, in cui finalmente le due parti del paese si ritrovano, accomunate – e in parte riscattate - dal dolore.
Le cose migliori del romanzo si vedono proprio quando vengono messe alla luce le personalità tormentate di Krystal e Sukhwinder e il loro conflitto con il resto del mondo, sia con gli adulti, sia con i coetanei. Di qui emerge anche un’altra somiglianza con il ciclo di Harry Potter: anche il maghetto era emarginato, soprattutto nell’ambiente familiare, ed incompreso; ma aveva la magia a riscattarlo. Qui, invece, la diseredata Krystal si riscatta solo con la morte.
Di questo romanzo ricordo soprattutto la difficoltà ad appassionarmi alla vicenda, a coinvolgermi. Le prime pagine mi sembravano abbastanza superficiali, soprattutto a confronto con la prosa degli israeliani Yehoshua e Grossman, che sono quelli che ultimamente mi hanno più appassionato. Poi però mi sono lasciato sedurre da questo quadro spietato della società e, soprattutto, del mondo degli adolescenti, con le loro assurde pose, il loro bullismo, le loro sofferenze segrete e la loro volontà di riscatto. Alla fine, una fine tragica, uno spiraglio di luce.

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MATIK Opinione inserita da MATIK    19 Settembre, 2014
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Il seggio vacante.

"La vecchia città è ancora la stessa, quando scendo dal treno...."
Faccio una premessa, io non ho ancora letto nessun libro della saga di Harry Potter, questo è la mia prima esperienza con la grande scrittrice J.K.Rowling, ho visto tutti i film, ma so anche che i film non sono la stessa cosa rispetto ai libri, mi sono ripromessa che tra le mie prossime letture il maghetto ci sarà e mi trascinerà in una splendida avventura!
Posso certamente dire che leggere questo libro è stato molto, molto affascinante, la Rowling scrive veramente bene, ma non c'è bisogno che questo lo debba dire io, mi ha colpito la bravura di come riesce a far prender vita ai vari personaggi, non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto di quello caratteriale, c'è l'insoddisfatto, il debole, l'ambizioso, il codardo, il disonesto, l'arrivista ecc., c'è chi vive per la sete di potere e che schiaccia senza remore i più deboli che giudica non persone che vivono e soffrono, ma come un peso e un'onta per la splendida e perfetta cittadina di Pagford e dalla quale è necessario allontanarli.
Pagford è una cittadina nella quale i loro abitanti sguazzano costantemente nel pettegolezzo, ci sono alleanze e schieramenti, c'è chi vuole il potere e chi il bene e l'aiuto per i meno fortunati, ma tutti, tutti quanti sono accomunati dalla stessa paura quella che l'altro venga a sapere i piccoli e i grandi segreti che si celano nel vissuto di ogni persona o famiglia, è tutto questo che mi ha fatto trovare eccellente e brillante il libro, che me lo fatto amare, io che abito in un piccolo paesino, ho scorto tante somiglianze e affinità con la storia, con il modo di comportarsi e di agire dei vari personaggi rispetto alla realtà che mi circonda.
"Shirley sentiva un'affinità segreta e speciale con il Fantasma. Lui aveva scelto il suo sito per smascherare l'ipocrisia degli avversari simile a quello del naturalista che costruisce un habitat in cui le specie rare si degnano di fare il nido. Ma c'era di più. Shirley fremeva di ammirazione, di fronte alla rabbia del Fantasma, alla sua crudeltà, alla sua audacia. Si chiedeva chi potesse essere e immaginava un uomo forte e tenebroso alle sue spalle e di Howard o al loro fianco, che aspira loro la strada tra avversari che si accasciavano falciati dalle loro stesse orrende verità."

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pupa Opinione inserita da pupa    18 Agosto, 2014
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I conflitti generazionali

Un’elegante e sciccosa cittadina immersa in una campagna inglese, tra verdi colline e un’abazia antica è l’idilliaca Pagford con un centro signorile lastricato di ciottoli e casette con prati mantenuti bene. La morte casuale di uno dei consiglieri comunali è lo spunto di una guerra epidermica, perfida e ipocrita, piena d’intrighi e colpi bassi, rancori e tradimenti, in cui tutto il marciume di una comunità viene a galla per “l’accidentale vacanza” in quell’amministrazione comunale. Gli abitanti conducono silenziose ma determinate battaglie quotidiane l'uno contro l'altro per ottenere la supremazia in faccende spesso meschine e futili. I ricchi vorrebbero vedere sparire i poveri, figli e genitori si torturano nel disprezzo e nell'incomprensione reciproca, gli adulti superano i ragazzi in gare di bullismo mentre drammi sociali si consumano sotto i loro occhi nell'indifferenza generale. Maltrattamenti, amicizie che si sgretolano, storie di droga, segreti, frustrazioni e razzismo strisciante sono descritti in maniera precisa e diretta, quasi impietosa: nessuno dei personaggi appare simpatico e completamente positivo anche quando taluno cerca il riscatto la maniera proposta è vissuta in modo tragico. I conflitti generazionali (motivo preponderante del romanzo) e le riscosse fanno sì che le trame s’intreccino e s’infittiscano dai protagonisti che rimangano impressi come un marchio a fuoco. Libro interessante, con uno stile semplice ma efficace da parte della Rowling, che le permette di svelare l'animo dei suoi personaggi con naturalezza e realismo, qualità già incontrate e alle quali ci ha ampliamente abituati anche se ho trovato il finale un po' scontato e sottotono, nella sua drammaticità.

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alxeimon Opinione inserita da alxeimon    22 Luglio, 2014
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Sfacciato, determinato ed incredibilmente realista

Ecco come descrivere questo libro di J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter, che ha fatto sognare le ultime generazioni.

“Il seggio vacante” si presenta subito per quel che è: un libro senza pretese, una sperimentazione modesta senza alcun impegno, che funge da “depuratore” dalla magica saga. Nonostante ciò, nel nuovo romanzo, la scrittrice si difende benissimo dal passaggio cruciale, raccontando una realtà assolutamente disincantata, in cui focalizza la sua attenzione su ognuno dei personaggi, che vengono messi a nudo grazie alla capacità straordinaria con cui la scrittrice riesce a rendere importante ogni minimo dettaglio della narrazione.

Si tratta della storia del piccolo borgo di Pagford, caratterizzata da costanti lotte di fazioni interne, che trovano sbocco dopo anni di silenzio ed equilibrio, una storia raccontata attraverso un intreccio particolare e avvincente. La realtà di Pagford è dominata dal classismo, dai pettegolezzi, dalle invidie dei cittadini più ambiziosi, dai problemi familiari, dai litigi fra marito e moglie, fra amici e vicini di casa, dalle problematiche adolescenziali: leggendo, ci si ritroverà catapultati nell’universo pungente del paese che, alla fine del romanzo, lascerà senza fiato.

“Il seggio vacante” è indubbiamente un libro sincero, un’opera commovente che cerca di evidenziare gli aspetti più realisti e, allo stesso tempo, più drammatici della società contemporanea, caratterizzata dall’ipocrisia, dalla vergogna e dall’incapacità dell’uomo di essere altruista: un libro crudo che fa discutere, ma che di certo non passa inosservato.


PS: Colgo l'occasione per riportarne un piccolo passo:
«Colin aveva il brutto vizio di dare giudizi affrettati, fondati sulla prima impressione, su un unico episodio. Non riusciva mai a cogliere l'immensa mutevolezza della natura umana, né che dietro ogni faccia, anche la più anonima, si nascondeva un mondo unico e in continuo fermento esattamente come il suo.»

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Consigliato a chi è solito leggere classici e che, coraggiosamente, ha bisogno di uno "scossone" alle proprie letture, senza prendersi la briga di guardare dall'alto un'autrice così discussa.
Sconsigliato a chi si aspetta qualcosa di simile alla saga potteriana o con qualche strascico fantasy: il taglio rispetto al passato è netto ed invalicabile.
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AlexisKami Opinione inserita da AlexisKami    28 Aprile, 2014
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Seggio vacillante

Anche io da fan di Harry Potter come molti altri, sono rimasta delusa da questo libro.
L'impressione che ho avuto è che la Rowling, per differenziarsi dalla saga e per scrivere un libro "per adulti", abbia pensato che bastasse mettere parolacce a non finire. Sarà anche vero che la società è così, che il mondo non è in stile Disney, ma non è bello leggere ogni quattro righe delle parolacce.
La storia è molto cruda, molti dei personaggi sono davvero odiosi e detestabili, e la fine mi ha lasciata sbigottita.
Non mi sento di consigliarlo, soprattutto a chi ama Harry Potter, altrimenti rimarrà deluso.
Ho trovato moltissimi errori di battitura e le parentesi infinite...un po' va bene ma così è davvero esagerato.

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Opinione inserita da Chiara    16 Febbraio, 2014

Uno sguardo arguto sulla società inglese

A parte qualche sbavatura di traduzione (parlare di vacanza per tradurre un posto vacante crea ambiguità) ho trovato la descrizione della vita di provincia inglese puntuale, acuta, tagliente e molto verosimile.
I personaggi sono quasi tutti meschini ma realistici, tutti focalizzati a preservare con ogni mezzo il loro mondo in nome di un finto perbenismo. Sono descritti con acume i rapporti tra parenti e quelli tra adolescenti.
La narrazione è scorrevole e accattivante.
E' un libro che fa ridere, riflettere e piangere.

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gIANlu Opinione inserita da gIANlu    19 Gennaio, 2014
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OLTRE OGNI PREVISIONE (CIT.)

Una nuova sfida vinta da una scrittrice che sa emozionare come pochi altri,
ed ha dimostrato di poterlo fare con i bambini come con gli adolescenti,
fino ad arrivare agli adulti. La realtà di Pagford è dura da accettare, con
tutti i suoi lati negativi e tutte le storie tristi e l'impressione è che
non ci sia un personaggio che possa essere un modello per gli altri, in
quanto ognuno possiede un lato oscuro che la scrittrice si impegna ad
evidenziare, a discapito del lato migliore del personaggio. Per certi versi può sembrare esagerata la tendenza a descrivere
ogni famiglia in modo simile, dove la costante è rappresentata dalla
mancanza di rispetto dei figli nei confronti dei genitori, e dal rapporto
mai facile tra i coniugi. Detto questo, i temi sviluppati sono perfettamente
attuali, e sviluppati con una tecnica di scrittura del tutto nuova per la
Rowling, abituata a focalizzarsi sempre, o quasi, su un solo personaggio.
Insomma, di novità se ne sono viste molte, rispetto alla saga che l'ha resa
famosa in ogni angolo del mondo, ma ciò che è rimasto invariato, almeno per
quanto mi riguarda, è l'impossibilità di smettere di leggere, oltre alle
lacrime versate al termine del libro. Joanne, l'hai rifatto, e spero lo
rifarai ancora!

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DarioDelMo Opinione inserita da DarioDelMo    07 Dicembre, 2013
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Rowling cambia il suo vestito migliore

Principalmente questo romanzo mi è piaciuto moltissimo!
Dimentichiamo il grande Harry Potter e mettiamo da parte la saga del maghetto piu' famoso al mondo.
La Rowling scrive un romanzo fuori dagli schemi e lo fa egregiamente, mettendo a nudo il cinismo e la falsita' dei protagonisti di questo romanzo.Il Seggio Vacante e' un romanzo di intrighi, gelosia e doppi giochi che vede protagonista la piccola comunità di Pagford e i suoi cittadini in lotta tra loro per accaparrarsi il posto vacante nel Seggio Comunale.
Leggetelo.

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Don Luca Opinione inserita da Don Luca    28 Ottobre, 2013
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NON CI SIAMO.

Immaginate l'intera saga di Harry Potter letta nel giro di sei mesi. Immaginate l'affiatamento, l'approccio con cui si è arrivati all'ultima pagina dei sette volumi. E infine, immaginate una pugnalata allo stomaco una volta iniziato a leggere il nuovo romanzo della stessa autrice che porta il nome de "Il Seggio Vacante".

Beh, ero consapevole del fatto che ovviamente la trama non c'entrasse assolutamente niente con Harry Potter, ma di certo non mi aspettavo un cambiamento così radicale nell'ambito della scrittura.
Se Harry Potter era scorrevole e coinvolgente nonostante la differenza di genere, Il Seggio Vacante è una continua scopiazzatura narrativa d Stephen King (che già non sopportavo) tra un via e vai di una ventina di personaggi di cui la scrittrice non da nemmeno il tempo di conoscerli e distinguerli da gli altri e una romanzata irritante che è facilmente scambiabile con un libro di storia.

Ma quale Pagford? A me sembra di essere a Castle Rock.

Non so quanto questa recensione vi possa tornare utile dal momento che il romanzo in questione non l'ho nemmeno finito di leggere.
Non me ne vogliate fan della Rowling, ma io sconsiglio la lettura.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    16 Agosto, 2013
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Ipocrisie, segreti e indifferenza da adulti

Un libro che non lascia indifferenti, nel quale si provano tutte le emozioni, dalle risate alle lacrime, dalla riflessione esistenziale profonda al pensiero più frivolo e di basso livello. Forse c’è un po’ troppo.
Il seggio vacante rappresenta perfettamente la società e gli individui del mondo contemporaneo, non soltanto inglese. Le situazioni narrate potrebbero adattarsi o potersi riscontrare in qualsiasi società, in qualsiasi, piccolo o grande, centro abitato.
Gli esseri umani sono esattamente come li descrive J. K. Rowling.
Tantissimi personaggi vivono nelle pagine del romanzo, che in svariate parti riassume gli elementi essenziali di una soap opera. L’idillica cittadina inglese di Pagford è totalmente diversa da come appare nelle prime pagine. La cordialità e l’affiatamento fra concittadini lasciano progressivamente il posto al cinismo e alla totale indifferenza. Vince l’egoismo, quando ci sono di mezzo determinati interessi e l’idillica situazione iniziale non può reggere. Pettegolezzi, gelosie, tradimenti e politica fanno intrecciare le vite di tutti i personaggi e le loro vicende, orientate da desideri, sogni e speranze.
Una morte improvvisa lascia vacante un seggio all’interno del consiglio cittadino di Pagford e subito il paese inizia a manifestare il suo vero volto.
Accantonato Harry Potter, la Rowling cambia totalmente registro in un romanzo per adulti che, però, non mi ha convinta totalmente. Forse per via dei troppi personaggi in cui non mi sono immedesimata. Forse per alcune scene troppo lunghe, che avrei preferito più concise e sintetiche. Forse per quei frequenti e lunghi incisi, racchiusi tra parentesi, che mi hanno fatto perdere il filo del discorso anziché chiarirlo.
È migliorato nel finale, ma non si è salvato totalmente.

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Athar Neimhidh Opinione inserita da Athar Neimhidh    16 Luglio, 2013
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Eccessivo

ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER.

Inizio con le critiche: a mio parere bisogna partire dal presupposto che l'autrice non sia la stessa di Harry Potter, dato che leggendolo si ha l'impressione che l'abbia scritto chissà chi altro (a me ha ricordato molto Stephen King, ma ho letto solo tre romanzi del Re, quindi la mia supposizione può essere fallace): è un libro, forte, crudo, graffiante, ma che alla fine, secondo me, cade nell'eccesso.
Sembra che a Pagford, Yarvil e dintorni non esista una persona definibile "normale", senza trascorsi burrascosi o problemi psicologici (abbiamo, per citare gli esempi più lampanti, la tossicodipendente, il violento, l'adultero, la ragazzina facile e l'autolesionista), trasformando le cittadine in un calderone di gente problematica: più che due città, a me hanno ricordato un gigantesco centro di recupero. In particolare, se si esclude la famiglia Weedon che è l'emblema del degrado familiare, ho trovato assurda la famiglia Wall.
Il lessico, per quanto io sia una persona grezza e poco raffinata, l'ho trovato eccessivamente volgare: la Rowling si è lasciata andare anche durante descrizioni scritte dal narratore esterno, e questo lo reputo abbastanza fastidioso. Capisco la caratterizzazione della crudezza anche nel linguaggio, ma trovo che il narratore dovrebbe essere superiore a questo e non "abbassarsi" ai personaggi.
-------SPOILER-------
Il finale, poi, mi ha delusa profondamente: speravo che almeno una delle sottotrame si chiudesse in modo concreto ma, al di fuori del decesso dei fratelli Weedon, credo si sia conclusa solo la storia di Sukhvinder, per il resto l'ho trovato troppo aperto.

Ora passiamo alle lodi: il libro, per quanto spropositato, è ben scritto, dato che lo stile della Rowling è come sempre accattivante e accalappiante, e il libro scorre via in fretta, forse anche per il cambiamento di traduttrice. Il lettore finisce per conoscere i personaggi e appassionarsi alle loro storie e, a differenza di alcuni che li ritengono descritti in modo superficiale, trovo che siano molto ben caratterizzati e che il lettore possa empatizzare con loro facilmente. La trama, per quanto semplice, a parer mio non è scontata, è interessante vedere i dissapori tra i vari cittadini, le indifferenze e i loro "deliri" personali: ritengo che un'ottimo scenario sia la riunione a casa Wall, dove viene illustrata l'ottica di ognuno dei presenti con abili cambi di personaggio.

In conclusione, io l'ho trovato un buon libro: forse non ottimo e sicuramente non magico come la saga che ha consacrato J.K. Rowling, ma comunque degno di nota.

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Non la saga di Harry Potter
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LolloP Opinione inserita da LolloP    10 Luglio, 2013
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L'ipocrisia del quotidiano.

Era ovvio, non appena JK Rowling annunciò un anno fa l'uscita del suo primo libro non riguardante Harry Potter, che si sarebbe attirata addosso numerose critiche ed inevitabili confronti con la saga più letta al mondo.
Io credo che nel leggere " Il seggio Vacante" sia necessario accettare che qui Harry non c'è. L ' autrice vuole parlare di qualcosa di totalmente diverso e non c' è possibilità di operare alcun confronto con il passato, nè in positivo nè in negativo . JK Rowling si è voluta dedicare ad un romanzo dal sapore amaro, controverso ed estremamente moderno, in cui le atmosfere oscure ed avvincenti a cui ci aveva abituati non trovano più alcuno spazio.
A me, a dispetto di quanti lo hanno denigrato, il romanzo è piaciuto, e molto.
In primo luogo la trama è costruita con una maestria unica, questa sì già ampiamente dimostrata nella saga di Harry. I numerosi personaggi si muovono , diretti da una regia eccelsa, sullo sfondo della cittadina di Pagford intessendo alleanze, entrando in conflitto l'uno con l'altro, mentendo e perseguendo in modo meschino i propri interessi.
Stride la quotidianità idilliaca del villaggio con il coacervo di sentimenti negativi che in realtà si nascondo dietro ogni abitazione, dietro ogni gesto e sorriso.
Crudeltà, egoismo, superficialità ed ignoranza sono gli ingredienti base di questo romanzo.
Ciò che più mi ha colpito è l'assenza di un personaggio positivo, di un eroe, di un qualcuno che dia un senso alla vita disincantata e profondamente triste che la Rowling ha voluto narrare. Forse un personaggio del genere c'è nelle pagine dell'opera, o meglio, c'è la sua presenza. Si tratta di Barry Fairbrother, l'uomo che muore nelle primissime pagine e la cui scomparsa fa emergere quanto di peggio ci sia nelle persone affianco alle quali ha sempre vissuto.
La sua ombra, il suo " fantasma ", è costantemente presente ma quanto egli di buono avesse cercato di fare per i propri amici e familiari finisce con l'essere schiacciato e distrutto dagli eventi che la sua stessa morte ha causato.
Il climax di avvenimenti su cui il romanzo è intessuto raggiunge il culmine proprio nel finale, un finale che ho trovato incredibilmente spiazzante.
Credo si tratti di un romanzo che valga la pena leggere, dovrebbe far riflettere ma soprattutto far sperare che la realtà non sia così perversa e meschina come quella qui tratteggiata. La Rowling , per stile ed originalità, si conferma, a parer mio, come una delle più grandi scrittrici contemporanee.

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maria68 Opinione inserita da maria68    06 Giugno, 2013
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...e ora dico la mia


Un buon cuoco sa che gli ingredienti utilizzati per realizzare una qualsiasi pietanza devono essere dosati con un certo equilibrio.  
Questa regola fondamentale, a mio avviso, dev'essere applicata per qualsiasi cosa in cui ci cimentiamo.
La Rowling a mio avviso non è riuscita nell'intento: la narrazione non risulta fluida utilizzando alle volte un linguaggio alquanto scurrile; più volte sono stata sul punto di abbandonare l'impresa.
I personaggi che si avvicendano seppur eterogenei non mi hanno conquistato anzi la loro  mancanza di valori mi ha molto disturbato, nonostante la mia apertura mentale.
Questa volta la scrittrice  di Harry Potter ha voluto  raccontare episodi di vita familiare estremizzandoli all'ennesima potenza. Se da un lato assistiamo increduli alla vendetta dei figli verso i genitori dall'altro ancora increduli si assiste all'assenza della figura genitoriale e non, che possa fare da guida.  
La storia risulta debole e in alcuni tratti inverosimile;  secondo voi è mai possibile che una madre senza pensarci due volte si trasferisce in un'altra città per seguire un uomo conosciuto da pochissimo ed è talmente sprovveduta da lasciare i preservativi sul comodino incurante di avere una figlia adolescente?
E ancora di una moglie che per colmare la sua frustrazione si innamora del cantante di una band per ragazzini; comportandosi come un'adolescente!?!.
O di quella madre che pur di non contraddire il marito, ladro di nascita, permette che i suoi figli vengono umiliati, picchiati e apostrofati con qualsiasi parola...  
Poiché sono un'inguaribile ottimista, non credo che una qualsiasi società sia abitata solo da persone egoiste, cattive e pronte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi.

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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    03 Mag, 2013
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J.K. Ma perchè?

J.K. ma perchè? Posso capire che dopo più di un decennio passato tra maghetti adolescenti e fan accaniti avessi voglia di un radicale cambiamento, posso capire che tu abbia deciso di raccontare una quotidianità ordinaria in totale assenza di buonismo ed incantesimi, posso cercare di sforzarmi di capire...ma alla fine rimane solo una domanda: perchè?
Probabilmente la mia delusione è direttamente proporzionale alle aspettative che avevo.
“il seggio vacante” è un romanzo cupo, crudo e che lascia l’amaro in bocca e negli occhi, è la cronaca di una comunità, Pagford, scossa dalla morte dell’unico cittadino di indole positiva e che dopo la di lui dipartita tira fuori il peggio di sé. Una carrellata di personaggi appena drappeggiati ci coinvolgerà nelle sordide meschinità di una collettività malata di egoismo e menefreghismo, impregnata d’odio e di discriminazioni. C’è di tutto, dal salumiere che si crede Dio e che viscidamente tira le fila del consiglio comunale, la moglie arpia e primadonna, la coppia in crisi, l’uomo che non riesce a prendersi delle responsabilità, la drogata, la prostituta, la santa, l’odio tra genitori e figli, la madre autorevole, il padre padrone violento, quello assente….e via di seguito fino a creare il “peggio” della società civile di oggigiorno.
Stile poco frizzante, ricco di lunghi periodi tra parentesi (era proprio necessario?), traduzione un po’ sopra le righe soprattutto nei primi capitoli.
Lento, noioso e pesante…insomma proprio non mi è piaciuto.

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Opinione inserita da Cla    22 Aprile, 2013

"La gente qui è completamente fuori di testa"

Da grande appassionata della saga di Harry Potter non potevo non leggere il nuovo libro della Rowling, anche solo per la curiostià di vederla cimentarsi in un genere completamente diverso.
Nonostante l'inizio del libro sia piuttosto caotico, a causa del numero eccessivo di personaggi e alla conseguente difficoltà di riuscire a seguirli tutti, con "Il seggio vacante", l'autrice della saga più famosa del mondo, riesce a confermarsi un'ottima autrice capace di creare intrecci letterari pieni di colpi di scena e di fiati sospesi. Benché la storia sembri girare sempre intorno alla stessa figura, Kristal, una ragazza di sedici anni cresciuta in un ambiente poco accogliente, tutti gli altri personaggi le ruota intorno trovando il loro giusto ruolo.
Gli abitanti di Pagford sono l'esatta rappresentazione di quanto, a volte, le persone siano l'opposto di quello che danno a vedere. Chi sembra rispettabile si rivela di poco valore, chi, invece, agli occhi di tutti, è da evitare come la peste diventa una delle poche persone veramente di cuore.

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chicca Opinione inserita da chicca    23 Febbraio, 2013
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il seggio vacante

La Rowling in questo romanzo descrive la vita di una cittadina inglese apparentemente tranquilla e serena ma che nasconde dentro di sè meschinità, rancori e invidie. La cornice idilliaca dentro la quale si muovono i personaggi va in frantumi nel momento in cui muore Barry Fairbrother, leader di una fazione del consiglio locale.
I personaggi a mio avviso sono troppi e descritti in modo superficiale.
La Rowling si limita a fotografare una realtà che tutti conosciamo, non aggiunge nulla, osserva con occhio da cronista e direi utilizzando delle lenti permeate di pessimismo.
Neanche la scrittura mi è piaciuta, sono arrivata alla pag 230 e ancora mi chiedevo chi fosse il tizio di cui stava parlando, sarò tarda io, ma così mi annoio.
E poi non capisco l' uso di tutte quelle parentesi, che bisogno c'è ogni volta di aprire parentesi interminabili, anche di una pagina intera...

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Opinione inserita da elena    16 Febbraio, 2013

una questione di stile

l'idea è interessante poichè un testo che parli della storia di un paese e dei suoi abitanti è molto originale e poco vista in commercio. i personaggi e le loro psicologie sono ben studiate, la rowling si dimostra una buonissima osservatrice nonchè conoscitrice della realtà e delle dinamiche famigliari non solo una scrittrice capace di inventare mondi fantastici. tuttavia non apprezzo lo stile! volgare e troppo basso

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AndCor Opinione inserita da AndCor    30 Gennaio, 2013
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Una nuova J.K. Rowling, che non delude affatto

Fa davvero effetto leggere un romanzo della Rowling che non tratti di magia, di Hogwarts e di Babbani. Ed è davvero difficile recensire questo libro cercando di non lasciarsi influenzare dai fasti che la scrittrice britannica ha raggiunto grazie a una delle saghe fantasy più famose in tutto il mondo... ma tant'è, ci proverò.

Le prime pagine sono le uniche a possedere una trama vera e propria, finché non si arriva poco dopo la metà del libro e ci si domandi: come, perché la Rowling abbia deciso di pubblicare questo flop?
Un'opera monca, priva di filo conduttore, con personaggi surreali, vicende difficili da decifrare in un contesto razionale e una lettura enormemente appesantita dall'utilizzo smodato di digressioni.

Poi leggi il finale e finalmente capisci. Capisci di come tu abbia giudicato prematuramente tutte le pagine lette e, mentre completi il puzzle con l'ultima tessera, capisci che la nuova veste della Rowling ha prodotto comunque un capolavoro che non si può e non si deve paragonare a Harry Potter.
Sebbene lo stile manchi di efficacia, lo spaccato della cittadina di Pagford e il linguaggio tagliente e indispettito sferrano colpi violentissimi al mondo moderno, ipocrita e opportunista, e alla natura umana, innatamente egoista.

Banale e noioso in apparenza, romanzo d'altri tempi in sostanza.

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Opinione inserita da Giancarlo    28 Gennaio, 2013

Scrivere bene non basta senza una bella storia

Vorrei premettere che lavoro con minori identici a Kristal (la protagonista del libro) e che di madri come la sua ne ho incontrate tante. Adoro la rowling, ho riletto gli harry potter tutti per almeno due volte, ma in questo libro l'ho trovata letteralmente irriconoscibile. Una lettura inutilmente pesante, che in certi momenti mi ha ricordato il film "Magnolia", con la differenza che lì il regista riusciva a inserire dei momenti di humor tra un pugno allo stomaco e l'altro, mentre qui tutto procede in maniera tragica e nel contempo noiosa verso un finale del tutto scontato. Come sempre lo stile della Rowling è accattivante, ma la storia non sta in piedi, non racconta nulla di nuovo e i personaggi sono comunque descritti in maniera superficiale. Ho trovato inoltre odioso l'utilizzo continuo di periodi incidentali/descrittivi, inseriti all'interno di parentesi infinite (cos'è, una licenza poetica?). Francamente è un libro che non mi sentirei di consigliare a nessuno e mi auguro che in futuro la Rowling possa tornare a scrivere capolavori per young adult (come harry potter), immersi nel mondo della fantasia, perchè, ad occhio e croce, direi che con la realtà non se la cava molto bene.

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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    22 Gennaio, 2013
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Alla stregua della banalità...

Un libro alla stregua della banalità più trita..che nonostante tutta la mia buona volontà non sono riuscita a terminare...
Tendo a precisare che stimo moltissimo questa autrice che con la saga di Harry Potter ci ha regalato, storie indimenticabili magiche e insolite che hanno visto la luce anche sugli schermi del cinema.
Se questo libro fosse stato scritto prima di Harry Potter, probabilmente lo avrei tollerato...
Ma da questa autrice, sinceramente mi attendevo qualcosa di più...
Le aspettative, si sa sono pretenziose e schizzinose, specialmente per chi come me ama le emozioni forti, in quanto a letture...
La descrizione di una cittadina con i suoi abitanti e gli intrighi che nascono con la forzata e inusuale convivenza...
Il terremoto? Quanti terremoti hanno disastrato la nostra incantevole Italia?
Gli intrighi, le bugie, le maldicenze?
Oh, sapete quante ne ho viste nella mia permanenza nel mio luogo di lavoro...
Gente che si picchiava, mobbing, molestie e chi più ne ha più ne metta.
L'autrice non mi racconta nulla di nuovo....e questa quotidianità che io anche in forme diverse ho vissuto, non mi emoziona per nulla.
Chiedo scusa agli altri utenti e so che probabilmente mi attirerò le antipatie di tutti, anche perchè la mia è una voce fuori dal coro.
Probabilmente il libro non è adatto a me...o forse per essere precisi...
Io non sono adatta al libro.
Vedete un po' voi.
Io non mi sento in coscienza di consigliarlo...visto che mi sono annoiata.
Saluti.
Ginseng666

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Maybe Opinione inserita da Maybe    18 Gennaio, 2013
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Nuovamente brava

Prima di acquistarlo ero piuttosto scettica a riguardo, ero convinta che la Rowling non sarebbe riuscita a catturarmi con una storia che non comprendesse le tanto amate vicissitudini di Harry e compagnia e invece la scrittrice mi ha fatta cadere nella sua trappola un'altra volta.
Superfluo elencare le sue qualità come autrice di romanzi e di colpi di scena.

"Il seggio vacante" non è una storia completa è piuttosto uno scorrere di eventi che visti da fuori non dicono un granché. Vite piatte e monotone che proseguono a rilento sullo sfondo di una cittadina banale. Che è un po' quella città in cui tutti abbiamo vissuto. Un posto apparentemente idilliaco ed ospitale, pronto a trasformarsi in un teatro di infelicità e rancore. I personaggi sono tutti ben delineati, inizialmente temevo che vi avrei trovato solo semplici stereotipi buttati li' e invece nuovamente mi sbagliavo. Risulta facile immedesimarsi in ognuno di loro. Gli emarginati, i vincenti, i falliti, i miserabili, i belli, i più disagiati. Un mix di personalità estrose, appariscenti, nascoste, riservate. Un romanzo che procede impetuoso che fa riflettere sulle azioni che compiamo, sulle conseguenze che esse portano. Un libro che porta alla luce la meschinità che caratterizza a volte ciascuno di noi, le piccole gioie quotidiane, l'imbarazzo, la paura. Un finale che non mi sarei aspettata di trovare. Il romanzo è piacevole, ben fatto, scorrevole. E di nuovo devo dare merito a quest'autrice di essere riuscita a farmi attaccare morbosamente ai suoi burattini, alla gente che descrive così bene. Un libro che parla un po' di tutti noi e per questo si fa amare così tanto.

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Opinione inserita da laura G.    28 Dicembre, 2012

Aria di casa nel nuovo romanzo della Rowling

Con questo nuovo e inaspettato romanzo la scrittrice smonta alcuni miei pregiudizi (sul fatto che fosse veramente lei a scrivere i romanzi di Potter, vista la svolta notevole dal terzo al quarto libro della saga del maghetto: sono ancora, ma poco, persuasa che avesse un editor con i controfiocchi...) e sviluppa temi e personaggi che nei romanzi precedenti hanno fatto solo da sfondo e qui diventano invece protagonisti, rivelando la genialità e l'acutezza della Rowling, e non ultimo il fatto di essere mamma di ragazzi grandicelli ornai :)
Nei cittadini di Pagford si distinguono zia Petunia, zio Vernon, la famiglia triste e violenta del professor Piton, l'ipocrisia dei Malfoy e delle famiglie purosangue, la pochezza umana e politica dei primo ministro Caramel. Ed è sempre bello trovare aria di casa in un romanzo così crudele e toccante. Da leggere, assolutamente.

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ogni libro in circolazione ma non la rowling perchè "scrive per i ragazzini"...
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Minuscola Opinione inserita da Minuscola    22 Dicembre, 2012
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Seggio Vacante

Ero un scettica nell'avvicinarmi a questo libro; dopo la magia di Harry Potter, mi chiedevo come l'autrice si potesse cimentare in un genere così diverso. Mi ha sorpreso, è stata brava nell'accalappiarmi anche in questa "magia". E questo l'ho compreso quando non vedevo l'ora di tornare a casa e leggerlo ed immergermi ancora nel paese inglese Pagford e camminare tra i suoi abitanti,
Un buon lavoro, intriso di verità e sotterfugi e imbrogli e brogli.
Per verità intendo la descrizione della società falsa che ne esce dal racconto che potrebbe benissimo rispecchiarsi in qualsiasi altro paese o nazione.
Pagford, un paese ove tutti si conoscono, ove tutti non si amano o fingono di amarsi, ma non si vogliono bene, perchè non pensano a migliorare il luogo, bensì a lottare per un posto nel consiglio comunale che si è reso libro dalla morte improvvisa di un consigliere: Barry Fairbrother.
Personaggio amato e odiato, invidiato e preteso.
E' un quadro di una società che si può postporre ad un'altra, qualsiasi. Questo mi è piaciuto: il modo di descrivere il pensiero delle persone, della gente comune e no.
Ho dato un voto basso al contenuto perchè alla fine mi ha un po' stufato questo tirare per le lunghe la storia, il libro è lungo e alcune parti, a mio modesto avviso, avrebbero potuto essere saltate, era un di più, che non ha spiegato altre cose. Nel complesso devo ammettere: un buon libro, ben tradotto e che fa riflettere.

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Maso Opinione inserita da Maso    18 Dicembre, 2012
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La Rowling tra analogie e nuove premesse

Sono pienamente convinto di non dover partire, parlando della Rowling, nominando Harry Potter. E invece, guarda caso, l’ho appena fatto e non credo di riuscire ad esimermi. Il confronto con i trascorsi letterari dell’autrice mi è assolutamente inevitabile, al di là che sia giusto o meno, trattandosi di ambiti, per così dire, differenti. E quindi devo partire dicendo che sono stato e rimango fieramente un accanitissimo fan dell’immensa saga potteriana. Ci sono veramente cresciuto. Suona lezioso ma è proprio così. Come la generazione cui appartengo sono sempre stato contemporaneo e coetaneo di Harry, ho letto le avventure di un ragazzino della mia età, ho imparato con lui la magia, dal Lumos, il più semplice incantesimo per illuminare il cammino alla definitiva sconfitta di uno dei personaggi antagonisti più interessanti di tutti i tempi. Ho visitato un mondo, ne sono rimasto intrappolato, ne porto sempre con me una parte e non ho mai pensato di ripartire da capo per non compromettere in alcun modo il ricordo di attimi di meravigliosa comunione che ho provato leggendo Harry Potter.
Questa piccola premessa serve a far comprendere le mie aspettative riguardo al nuovo romanzo di un’autrice che mi ha regalato una seconda vita, una proiezione immaginaria di me in un universo parallelo in cui esiste una affollata Diagon Alley traboccante di cappelli a punta e calderoni. Aspettative non deluse, devo ammettere con gioia.
La Rowling si cimenta con la letteratura contemporanea, e per contemporanea, in questo caso, intendo reale, verosimile e ambientata nell’odierna Inghilterra, sempre descritta con qualche atmosfera fiabesca, forse intrinseca agli ameni paesini della campagna inglese. La trama è composta da un fitto intreccio di personaggi, suddivisi in due fazioni, che mirano entrambi ad eleggere un proprio componente nel Consiglio locale della cittadina di Pagford, dopo la prematura scomparsa di un consigliere molto amato. Tutto qua. Il piacevole intrattenimento letterario deriva, vista la trama sostanzialmente modesta, ma non per questo elemento invalidante, dalla maestria con cui l’autrice interseca le vite dei numerosi personaggi, con i propri segreti, le proprie abitudini, i propri desideri e aspirazioni. La Rowling delinea caratteri forti, irascibili, deboli, ambiziosi, emblematici e vari quasi in una galleria che mette in mostra i moti dell’animo e l’agire delle persone. Riesce, ancora una volta ma in termini differenti, a creare un affresco della società contemporanea, metaforicamente interpretata dalla comunità di un piccolo paese, in cui tutti si conoscono, ma in cui non tutti si sono necessariamente, idilliacamente, simpatici ed affini e in cui le voci e i pettegolezzi si spandono più veloci di quanto non si possa prevedere. Un libro che mette in mostra la voglia della Rowling di apparire un po’ diversa, di fare esplodere un diverso potenziale, non necessariamente e doverosamente “censurato” a beneficio di un target adolescenziale. Questo la porta all’utilizzo di un linguaggio meno legato a convenzioni, punteggiato di imprecazioni e parolacce, per così dire, che risultano estremamente divertenti, colloquiali e vicine al modo di pensare e parlare di tutti. È proprio questo rinnovato linguaggio, più di tutto il resto, a dare quello straordinario senso di verosimiglianza ad ogni personaggio del romanzo. Un linguaggio, tra l’altro, gestito con grande raffinatezza, per quanto possibile, nel quale i numerosissimi “vaffanculo” non suonano mai volgari, ma anzi appropriati.
Consiglio la lettura de “Il seggio vacante”, anche solo per osservare i passi sicuri che la Rowling compie in direzioni letterarie nuove e promettenti. In ultimo, sottolineo con un po’ di malinconia una caratteristica di questo romanzo che tutti gli amanti di H.P. noteranno sicuramente e troveranno familiare: l’inizio lentissimo. Come tantissime volte abbiamo penato nel dover leggere i primi due capitoli ambientati nella stupida atmosfera perbenista di casa Dursley, scalpitanti nel voler tornare a Hogwarts il più presto possibile, così qui ritroviamo un inizio lento e graduale, che, però, invece di essere un difetto, serve solo, ancora una volta, prolungare il piacere della lettura.

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Aspasia1989 Opinione inserita da Aspasia1989    12 Dicembre, 2012
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Addio Harry, mamma cambia aria!

Il nuovo, ultimo romanzo di J.K.Rowling è ambientato in una cittadina inglese, Pagford, dove i cittadini benpensanti si conoscono un po’ tutti e le notizie, dalle più sciocche alle più importanti, volano di sussurro in sussurro alla velocità della luce, come succede in tutti i paesi con un numero ristretto di abitanti. La calma del paesino viene sconvolta dalla morte di Barry Fairbrother a causa di un aneurisma celebrale; ogni pagfordiano reagisce in modo diverso e l’intera cittadinanza diventa la vera protagonista della vicenda, con i suoi vizi, le sue virtù e soprattutto con le sue opinioni sul decesso, calate nel contesto delle loro vite.
Barry Fairbrother infatti non era un cittadino comune, presiedeva il Consiglio cittadino promuovendo il recupero della zona più degradata, i Fields, scambiata come una patata bollente tra Pagford e la vicina Yarvil; la sua morte lascia quindi in sospeso molte questioni, come reagiranno i pagfordiani al seggio lasciato vuoto?
La Rowling è stata definita più volte uno degli autori più importanti del secolo scorso: milioni di adolescenti sono stati introdotti alla lettura grazie alle vicende del piccolo maghetto inglese, innamorati delle atmosfere magiche, tutte nuove, che l’autrice è riuscita a costruire col solo aiuto di parole e immaginazione: ma cosa è cambiato dalla saga di Harry Potter a “Il seggio vacante”?
Innanzitutto il protagonista, che in quest’ultimo romanzo non è unico: la Rowling infatti riporta stralci di vita di alcuni tra i cittadini più in vista, a partire dai giovani studenti fino ad arrivare al sindaco, calando i lettori nella loro psiche con poche pagine.
Seguono poi tematiche tutte nuove: la magia, la lotta tra il bene e il male hanno lasciato spazio a temi ben più concreti ed attuali quali la lotta per il potere, l’importanza del bene comune sul proprio, l’eterna lotta tra genitori e figli, tra benestanti e poco abbienti, l’unione della comunità per far fronte ad un problema comune.
È rimasta fortunatamente invariata la rara capacità che ha l’autrice di raccontare le vite dei suoi personaggi al punto da farci provare empatia, facendoci sommergere dagli ambienti da lei descritti tanto da domandarci se questi siano effettivamente veri o frutto della sua sfrenata fantasia.
J.K.Rowling ha quindi definitivamente voltato pagina, invitando tutti noi lettori a fare lo stesso.

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Ovviamente tutti i libri della saga di Harry Potter
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Opinione inserita da Luca    28 Novembre, 2012

La magia della Rowling

Ho appena concluso la lettura dell'edizione inglese. Premetto che sono un fan della Rowling, che non ringrazierò mai abbastanza per aver scritto la saga di Harry Potter; è con grande trepidazione che, non riuscendo ad aspettare i mesi di ritardo necessari per avere la traduzione italiana di Salani, ho acquistato il romanzo in lingua originale.
Il libro non è privo di difetti. Va detto subito, lo stile sembra carente in più di un'occasione, alcuni passaggi a mio avviso testimoniano uno scarso lavoro di revisione, sicuramente l'editore era in soggezione di fronte all'autrice e non hanno avuto il coraggio di fare un lavoro di editing normale...
Nondimeno, la Rowling ha la fastidiosa tendenza ed esprimere intere frasi dentro alle parentesi, usanza stilistica molto ma molto discutibile.
Ma credo che questi siano poco più di dettagli. L'impatto della lettura è forte, il messaggio arriva chiaro. Anche se i personaggi suscitano poca empatia, la scrittura ti coinvolge e non riesci a smettere fino al termine della vicenda.
Una conclusione desolante, una visione chiaramente critica della nostra società, non aspettatevi nessuna magia ma un cinico realismo senza troppi fronzoli.
Brava Rowling, ancora una volta.

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