Il profumo delle foglie di limone Il profumo delle foglie di limone

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Giulian Opinione inserita da Giulian    03 Agosto, 2011
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Appassionante

Ho trovato questo libro molto appassionante. La narrazione affidata a turno ai due protagonisti rende la lettura più movimentata e sfaccettata, e il fatto che uno dei due narratori sia un anziano (con i suoi acciacchi, le sue fissazioni, il suo mondo di memoria, la sua pazienza, i suoi disinganni, la sua consapevolezza circa il proprio futuro) è un valore aggiunto che conferisce una patina speciale alla scena (personalmente, benché non sia così anziano, ho condiviso con Julián alcuni stati d’animo, e non perché mi chiamo come lui).
Alcuni elementi della storia sono certamente carenti (trovo poco approfondito il rapporto di Sandra con la propria maternità e un po’ approssimativo e posticcio l’innamoramento con l’ “Anguilla”); nel complesso però il racconto è originale, ricco di suspense, capace di far riflettere. Uno dei recenti successi editoriali che mi sento di consigliare.

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ahab Opinione inserita da ahab    21 Luglio, 2011
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Il profumo delle foglie di limone

Il racconto vuole trattare temi impegnativi ma senza esserne all’altezza. Non tanto per l’idea (una giovane donna che scopre in Spagna, a Costa Blanca, un covo di neonazisti ed ex-nazisti), quanto per la poca credibilità e per l’evolversi delle vicende.
Una trentenne, Sandra, in crisi con la sua famiglia e, per di più, in cinta di un uomo forse mai amato, incontra due vecchietti, Fredrik e Karin, che si riveleranno essere due criminali nazisti. La loro identità le viene rivelata da un uomo ormai anziano scampato al campo di concentramento di Mathausen, Julian, per il poco tempo che gli rimane, ancora a caccia di criminali di guerra in incognito. Julian e Sandra rischieranno grosso. Alla fine… Non rivelo l’epilogo, naturalmente, per non togliere il piacere del finale di un libro del quale, pur non avendolo apprezzato, non mi sento di sconsigliare la lettura. Non lo farei per nessun libro.
Ma torniamo al libro della Sanchez.
La trama sembra alquanto forzata, con una ragazza in cinta che gira con facilità in motorino, si arrampica a una finestra per sbirciare l’interno di una villa… Ma pur accettando queste possibili incongruenze, si fa difficoltà ad immaginare un gruppo di nazisti, una setta più precisamente, che non si accorge di essere “controllata”.
Accettando lo stesso la trama, ciò che mi porta a non esprimere un buon giudizio è la scrittura e la mancanza di “voci” differenti tra i personaggi. La lettura è scorrevole perché la scrittura procede alquanto piatta, senza particolari momenti di intensità narrativa nemmeno quando le circostanze lo imporrebbero. Le voci dei protagonisti, poi, non si distinguono le une dalle altre: Sandra parla come Julian (in alcuni punti usando addirittura gli stessi intercalari) e lo stesso capita per gli altri personaggi.
Forse è mancato l’editor, forse sarebbe stato necessario più tempo per rivedere meglio la storia. Peccato che temi come la giustizia storica, la caccia al male, il male senza colpa, (sebbene dello stesso genere c’è altra narrativa) siano stati gestiti con superficialità e con poche pretese. Ma forse era proprio questa l’intenzione dell’autrice: temi difficili trattati in maniera semplice.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    12 Luglio, 2011
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Bigiotteria

Tra tanti romanzi che raccontano dei campi di sterminio o di quello che tali atrocità hanno lasciato dentro i sopravvissuti e che sono autentici gioielli, c'è questo finto giallo che inizia discretamente ma ben presto si perde in una storia piatta e scialba, che è bigiotteria. I carnefici ora nascosti dietro false identità per sfuggire alla giusta condanna sono vecchi patetici che formano una sorta di confraternita con lo scopo di proteggersi a vicenda, ma ormai non fanno più paura a nessuno, il cacciatore di criminali nazisti manifesta un rancore a tratti ridicolo , il personaggio di Sandra era l'unico un minimo ben riuscito fino a quando non bacia Alberto innamorandosene all'istante quando fino a 3 secondi prima le faceva ribrezzo , scena da olimpiadi dell'inverosimile (ma forse l'autrice si è dimenticata di dirci che Sandra fa uso di sostanze stupefacenti...). Insomma l'argomento è sicuramente "spesso" , l'autrice aveva anche trovato degli spunti intriganti ma non li ha saputi assolutamente svilluppare ed approfondire. Anche i personaggi sono tratteggiati con molta approssimazione , i vecchi nazisti sembrano cartoline ingiallite , l'ideologia malata è appena accennata, il pentimento non esiste, la vendetta si ferma nei "pannoloni" all'ospizio, no , mi spiace ma un tema così meritava una penna migliore. Peccato.

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Opinione inserita da Chiara    20 Giugno, 2011

La vendetta è un piatto che va consumato freddo...

Salvador è un sopravvissuto a Mauthausen diventato cacciatore di nazisti subito dopo la liberazione del campo. Ormai anziano e malato muore, lasciando a Juliàn, il suo migliore amico fin dai tempi della prigionia, il compito di portare a termine la sua ultima "caccia":
nel paesino di Dianium, sulla costa spagnola, vive una confraternita di vecchi gerarchi colpevoli di crimini terribili, che dopo essere sfuggiti al processo di Norimberga, sono rimasti nell'ombra per oltre 60 anni, facendo della loro vecchiaia una maschera, dietro alla quale celare un fanatismo tutt'altro che sopito.
Anche Juliàn è anziano e malato, ma l'esperienza e la fortuna lo aiuteranno ad affrontare l'indagine: durante un appostamento si imbatte nella giovane Sandra che, completamente ignara della vera identità dei coniugi Christensen, li crede solo una coppia di amorevoli anziani desiderosi di compagnia. Infatti, dopo averla soccorsa da un malore causato dalla gravidanza, viene invitata da Karin e Fredrik a trascorrere l'inverno nella loro villa, in una sorta di simbiosi da cui ognuno avrebbe tratto cure e compagnia. La ragazza accetta, ma il racconto di Juliàn instilla in lei il germe del sospetto. Sandra inizia così la sua vita da doppiogiochista, che la porterà a svelare inquietanti segreti sepolti sotto decenni di apparente normalità. Finchè non viene scoperta,sequestrata e costretta ad un'evasione roccambolesca.
Resterà Juliàn a cercare di farsi vendetta, ma non nel modo feroce che tutti ci aspettiamo, bensì facendo vacillare le certezze dei suoi vecchi aguzzini, alterandone il quotidiano, spostando i loro oggetti personali, costringendoli a capire che qualcuno è tornato dal passato per svelare al mondo il loro lato crudele e sadico, rovinando per sempre la loro esistenza. Ma alla fine Juliàn cederà: dopo averli costretti alla fuga, lascerà che siano altri a portare avanti la caccia alla confraternita del Sole Nero, ritirandosi nello stesso ospizio in cui risiedeva l'amico Salvador.

Nulla a che spartire con il cacciatore di nazisti nato dalla penna di Paolo Maurensig ne "La variante di Luneburgh", il protagonista affronta la situazione in modo tutt'altro che combattivo, mentre Sandra riscopre il significato della propria vita e il valore della famiglia, quella vera. Chi si aspetta un finale "giusto" rimarrà deluso: la sensazione è quella di un romanzo troncato dalla convinzione che il male vinca sempre, che i buoni possano solo confidare nella giustizia divina, sempre che, dopo aver vissuto l'orrore dell'Olocausto, riescano ancora a credere in Dio.

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Opinione inserita da supersimo    14 Giugno, 2011

...e alla fine?

L'inizio del romanzo è piacevole, e riempie di giuste aspettative, ma con lo scorrere della lettura ci si accorge che le pagine per un eventuale colpo di scena si assottigliano sempre di più... Così rimane l'impressione di un'occasione persa, di un finale che non c'è, di un accontentarsi di sistemare frettolosamente nelle ultime dieci pagine buona parte dei personaggi (Alberto-Anguilla, un intero manipolo di efferati nazisti, la relazione Sandra-Santi), un po' come si fa nelle soap opera quando, per eliminare un attore sgradito, si fa morire in un incidente o partire per una missione in Papuasia... peccato, perchè lo stile e la narrazione sono piuttosto piacevoli, e la lettura fila liscia.

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Opinione inserita da monica nottoli    08 Giugno, 2011

io adoro il profumo delle foglie di limone

Forse è perchè ho sempre adorato il profumo delle foglie di limone che sono stata indotta a leggere la trama e dopo di che anche ad acquistare il libro.

Mi è piaciuto molto perchè affronta un argomento molto drammatico ma non in maniera angosciante ma con la speranza di una giustizia. La lettura scorre piacevole e la trama è accattivante. I due personaggi principali Sandra e Julian sono diversi ma si integrano e si capiscono alla perfezione e si aiuteranno ad affrontare ognuno le proprie fragilità e paure.
Il male è descritto attraverso i due anziani ed all'apparenza amabili ex nazisti con la "normalita" agghiacciante di chi lo compie senza provare alcun minimo rimorso.
Lettura scorrevole e piacevole nonostante il tristissimo argomento dei campi di concentramento che vale però la pena di non dimenticare MAI!

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mixo Opinione inserita da mixo    06 Giugno, 2011
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uno strano profumo

Devo ammettere che ancora una volta ho acquistato il libro incuriosito dalla presentazione che lo descrive come un capolavoro e dal titolo che rende la trama assolutamente intrigante. Nella realtà non ne sono stato affascinato ma neppure troppo deluso.
La storia è ben costruita e l’argomento sicuramente interessante. Il libro è ambientato nella Spagna di oggi dove i protagonisti, Sandra e Jiulian si conoscono, si affezionano e si alleano per combattere il male.
Lei è una giovane in attesa di un figlio, che sta fuggendo dal giudizio dei genitori e dalle aspettative di un uomo che non ama. Una ragazza come tante, moderna, stravagante, un po’ immatura e molto confusa.
Lui è un anziano ebreo venuto da Buenos Aires a trovare un vecchio amico, con cui ha diviso il lungo periodo dell’internamento in campo di concentramento e che dopo la guerra ha dedicato la vita alla ricerca dei criminali nazisti.
Sandra conoscerà per caso due amabili vecchietti, Jiulian scoprirà che in realtà sono due ex nazisti. Dopo una breve esitazione iniziale che metterà Sandra di fronte al dubbio se credere a Jiulian o ai cari nonnetti, i due uniranno le forze e scopriranno tassello dopo tassello che l’amena località balneare è il rifugio di un nutrito gruppo di ex Nazisti che hanno costituito una vera e propria comunità .
Gli ingredienti per un bel romanzo ci sono tutti, peccato che i personaggi in realtà rimangano un pochino abbozzati e che la narrazione risulti appesantita dalla doppia descrizione delle situazioni. Sicuramente descrivere passo dopo passo gli eventi visti da due punti di vista molto lontani per substrato ed esperienza di vita ha permesso di costruire un legame fra due mondi dove valori quali il bene ed il male sono rimasti invariati, ma ne è cambiata la personificazione .
Alla fine entrambi i personaggi troveranno la loro strada e forse l’ombra di tristezza che rimane altro non vuole essere se non una sorta di monito a ricordo del fatto che il male non si sconfigge gratuitamente.

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crisk Opinione inserita da crisk    27 Mag, 2011
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"il profumo delle foglie di limone"

Il racconto narra le vicende di due personaggi, lontani per età, ed esperienza di vita. Jiulian, un ottantenne scampato ai campi di concentramento, Sandra una ragazzina ingenua e confusa che si rifugia nella casetta al mare della sorella per meditare le decisioni che dovrà prendere nella sua vita. Casualmente le storie di questi personaggi si intrecciano dando vita ad un romanzo intenso e travolgente. La trama per nulla banale, l’epilogo dolce e amaro allo stesso tempo, lo rende ancora più struggente e commovente, lasciando delle emozioni piacevoli e spingendo alla riflessione. “Si conoscono veramente le persone a noi così vicine?”. Una lettura semplice e scorrevole, che mescola avvenimenti storici personaggi realmente esistiti, con la fantasia della scrittrice creando suspance e forti emozioni.

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katia 73 Opinione inserita da katia 73    02 Aprile, 2011
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Il profumo delle foglie di limone

E già stato detto molto di questo libro e in parte concordo con le recensioni scritte, per dare l’idea di quello che penso forse potrei dire “è bello ma non balla”, non so se si capisce …
Una lettura piacevole, l’ho finito in poche sere, un libro che ti tiene abbastanza incollato,l’argomento è interessante : la caccia a un gruppo di ex nazisti delle SS da parte di un ex deportato di un campo di concentramento in cerca di giustizia più che vendetta. Nella sua caccia Jiulian si imbatte in Sandra, giovane donna incinta che è arrivata in Spagna per passare un po’ di tempo da sola e riflettere sul rapporto e sui sentimenti che la legano al padre del suo bambino. Sandra incontra questi arzilli vecchietti in spiaggia, e, ignara della loro identità stringe amicizia con loro e, in seguito, con la loro cerchia di amici.
Lo stile di scrittura è apprezzabile, solo a tratti perde un po’ di fluidità essendo che le stesse situazioni vengono descritte da entrambi le voci narranti cioè Jiulian e Sandra.
Quello che non ho amato molto di questo libro è che ho trovato i personaggi un po’ inverosimili e non sono riuscita a provare delle grandi emozioni, nel bene o nel male. L’unico che mi incuriosiva veramente era Alberto e a lui l’autrice non ha dato molto spazio, appariva un attimo ma poi non lo trovavi più per pagine e pagine.

E un libro che consiglio anche se non giustifico del tutto la pubblicità che gli è stata fatta, crea grandi aspettative e poi è più facile rimanere un po’ delusi.

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Debs Opinione inserita da Debs    01 Aprile, 2011
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Una nuova sfaciettatura del periodo nazista

Come spesso accade, i trafiletti e le recensioni che si leggono fomentano le aspettative. E questo ne è un pò l'esempio. Trovo questo successo della Sanchez forse un po' forzato. Ammetto che la tematica ha sempre il suo fascino, connotato dagli aspetti crudi di un periodo drammatico della storia del 900. E ammetto anche che questa volta la vita nei campi nazisti ci viene proposta da un punto, anzi due punti di vista differenti. C'è l'odio e la rabbia di chi, sopravvissuto alle tremende atrocità dei campi di concentramento, ricerca i suoi carnefici, ormai degli anziani che si aggrappano agli ultimi momenti per far valere ancora la loro superiorità razziale. C'è chi dall'altro lato si accosta inaspettatamente a questo mondo che sembra assolutamente lontano, appartenente solo alla realtà dei libri di storia e ai giorni di rievocazione. Il romanzo si innalza su questo confronto dialettico, permeato dalla paura di essere scoperti, ma contemporaneamente dalla voglia di scoprire e riscattarsi. E' sicuramente un libro da leggere, forse un po' noioso nelle prima 70/80 pagine dove la narrazione è piuttosto lenta e ripetitiva, ma poi una volta sbloccatasi, il volano della narrazione sa coinvolgere, anche se a tratti sembra che l'autrice sembra aver perso il bandolo della storia. Ma rimane comunque sempre un buon libro per non dimenticare.

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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    23 Marzo, 2011
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profumi e volti ingannevoli...----

Sandra,giovane donna incinta,senza lavoro,in conflitto con se stessa e insicura dei sentimenti che prova verso il padre della creatura che porta in grembo,per far chiarezza con se stessa si trasfersisce per un periodo di tempo nella villetta estiva della sorella in Costa Blanca,dove il sole dona ancora il calore,ignaro delle oscure ombre che portano addosso alcuni mostri a cui regala il proprio splendore,nascosti dietro maschere di comprensione e benevolezza.
Proprio per merito del clima paradisiaco Sandra potrà permettersi di godersi delle lunghe giornate sulla spiaggia,cullata dalle onde del mare...proprio qui avverrà l'incontro con con Fredrik e Karin,due anzian norvegesii,criminali nazisti impuniti,feroci,convinti di aver svolto solo il LORO DOVERE,le loro anime non portano nemmeno la più lieve ombra del pentimento anzi..., grazie alla collaborazione di altri potenti MOSTRI,in segreto,portano avanti la loro "missione"...
La giovane protagonista cadrà rapidamente nelle loro trappola.
Con lo squisito candore che sovente ricopre,ma in questo caso più precisamente "maschera" il volto degli anziani,i due norvegesi si prenderanno amorevolmente cura di Sandra,senza esprimere di fronte ad essa alcun giudizio ,ricoprendo il ruolo di due cari nonni,essa trova in loro ciò di cui ha esattamente bisogno:un po' di cure,di pace,di calore,cullata dal profumo delle piante di limone che avvolge la splendida villa dei cari nonni adottivi...

Sotto lo stesso cielo compare presto Julian,ebreo scampato al campo di concentramento di Mauthausen.
Julian è ormai anziano,la sua vita,dopo il campo di concentramente è solo "apparentemente" proseguita,le cicatrici di ciò che subito non hanno mai smesso di bruciare,l'odio e il desiderio di una giusta vendetta non si sono mai placati.
Sarà la lettera di un caro compagno "dell'inferno" che lo porterà a Costa Blanca all'insegiumento dei due norvegesi e dei loro alleati.
Mettendosi sulle loro tracce scoprirà presto l'esistenza di Sandra ed immediatamente intuirà l'enorme pericolo alla quale la giovane donna sta andando incontro.
Non sarà subito facile convincerla di ciò chi sono VERAMENTE i due "adorabili" vecchietti ma...dopo alcuni strani episodi e orribili scoperte,prenderà anch'essa coscenza di ciò che essi e gli stravaganti amici che li circondano nascondono...

Nel cuore e nella mente della giovane madre avverrà un cambiamento totale:non si tratterà solo di salvare se stessa ma sentirà ancora ancor più forte la responsabilità per la vita che porta dentro di se ed il pericolo che la piccola creatura rischierà di correre quando verrà alla luce se lei non agirà con prudenza.
La conoscenza con Julian,il mondo dell'olocausto,delle atrocità del nazismo,fino a poco prima,per lei erano "solo" cosa che appartenevano al mondo dei documentari,ma..."toccando" tutto questo con mano nascerà anche per lei il desiderio di vendicare,di ribellarsi all'ingiustizia di un mondo dove i malvagi riescono sempre a vincere,a nascondesrsi e a godersi la vita nel lusso e soprattutto facendo tutto ciò serenamente, chi ha subito contiunua a subire portando per sempre dentro di se l'ORRORE di ciò che ha sofferto...

I temi che l'autrice,Clara Sànchez,ci propone in questo romanzo di fantasia e (ahimè) verità,attraggono l'attenzione dell'autore,riuscendo comunque a coinvolgerlo e a tenerlo, con il fiato sospeso, nonostante,in alcuni punti lo stile descrittivo "ceda",i periodi divengono troppi lunghi e non si trova una profonda "empatia" tra stile e personaggi,come se la costruzione dell'anino dei protagonisti fosse ben chiara nella mente di chi scrive ma la sua mano non riuscisse a condurla fino in fondo al cuore al lettore...
Nell'insieme è un romanzo che, a mio avviso,al di là della riseve che ho espresso,merita di essere letto,cercando di calarsi nella vicende narrate,meditando sull'ingiustizia,sui mostri impuniti,sulle nostre paure,sulle maschere del apparenze,su come noi persone "normali" riponiamo la nostra attenzione su folli criminali,un'esame di coscenza che ci spinge ad analizzare in che modo NOI guardiamo al male più folle,più crudele,più inspiegabile e ...uno sguardo verso l'amore che getta una luce di ottimismo,di umanità,di speranza e VITA!

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Marzo, 2011
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Un'occasione persa

Agevolato dal successo clamoroso avuto in patria nonché dalla vittoria del premio Nadal, arriva in Italia questo romanzo, preceduto dal battage pubblicitario che solo il passaparola mediatico può dare.
Spagna, Costa Blanca. Sandra è una ragazza poco più che ventenne ed è incinta di un uomo che non ama. Sola, a fine estate, decide di trovare rifugio nella casa che sua sorella affitta per le vacanze.
Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti che si prendono cura di lei come i nonni che non ha mai avuto. Ma non tutto ciò che luccica è oro.
Poi c'è Julian, vecchietto pieno di acciacchi e ricordi (ma anche di rimorsi) scampato al campo di concentramento di Mathausen, che in viaggio da Buenos Aires sulle tracce di un vecchio amico da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Già, perché i vecchietti amabili sono ex nazisti e Julian gli dà la caccia. E Sandra?
Questo in sintesi la storia, narrata a due voci da Julian e Sandra. I presupposti per un romanzo interessante sembrano esserci tutti, ma non è così.
La narrazione è veloce e godibile, ma i personaggi non convincono. La storia non ha pathos, non stringe il cuore, non fa innamorare dei suoi personaggi. Sia Julian che Sandra sembrano piccoli stereotipi di un mondo fatto di figurine di carta, senza spessore. Non riescono a creare empatia nel lettore e Alberto, l’unico personaggio che crea curiosità, è appena abbozzato. I nazisti poi son personaggi da operetta, sincopati e incartapecoriti nella loro vecchiaia dorata e pacifica, ma senza futuro e prospettiva. un po' come Julian che ha già rinunciato a tutto e che vede questo viaggio come il viaggio dell'elefante verso la morte.
Peccato, poteva essere diverso.

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...se cercate un libro da ombrellone.
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sabrinat2601 Opinione inserita da sabrinat2601    19 Febbraio, 2011
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Il profumo dell'odio.

Lettura molto interessante. A dispetto del titolo e della copertina che lasciavano presagire un romanzo rosa, l'autrice racconta una storia d'odio, di caccia, vendetta, abusi e intolleranza.
Siamo in Costa Blanca. Una giovane donna, Sandra, sta trascorrendo un periodo di riflessione per decidere che fare della sua vita e del bimbo che tiene in grembo.
Conosce due anziani norvegesi che la accolgono nelle loro vite quasi come fossero dei nonni adottivi.
Tutto cambia quando un altro uomo, Julian, un sopravvissuto dei campi di sterminio tedeschi, si inserisce nella storia. Julian è un cacciatore di nazisti. Si scopre così che i due amabili vecchietti, e la loro congrega di amici, sono degli ex gerarchi che impuniti trascorrono gli ultimi anni della loro vita al sole e nella tranquillità della costa spagnola.
Un romanzo originale che fa rivivere i drammi della seconda guerra mondiale, parla di amore e odio, diffidenza e fiducia.
Consigliato.

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Stefp Opinione inserita da Stefp    27 Gennaio, 2011
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Il profumo delle foglie di limone

In Spagna, in Costa Blanca, due mondi lontanissimi entrano a contatto, casualmente; Sandra, una giovane incinta che cerca, in quel posto tranquillo di capire cosa vuole dalla vita e che futuro dare al figlio che partorirà e Karin e Fredrik, due agiati pensionati norvegesi, due anziani molto distinti che l'aiutano e le fanno sentire le cure di due nonni che Sandra non ha. Ma come spesso accade, la verità è molto diversa; i due anziani coniugi, i Christensen, sono due ex SS, lui decorato con la Croce d'Oro, criminali nazisti dediti, a suo tempo ad esperimenti medici sui prigionieri ebrei.
Juliàn, un ebreo sopravvissuto a Mauthausen, che come tanti, non ha potuto dimenticare mai e che ha dedicato la vita, dopo il campo di sterminio, alla ricerca dei criminali nazisti, l'avvicina e la mette in guardia, facendole sapere chi sono in verità i suoi “nonni adottivi”.
Non sarà facile per Sandra, che del nazismo non si è mai interessata, ma sentirà che è giusto, per le vittime, ma anche per lei, per suo figlio che sarà e inizierà una collaborazione con Juliàn per raccogliere prove per incastrare i criminali che non sono però soli; hanno formato qui una Confraternità, con altri ex SS, una piccola comunità nascosta, pericolosissima, aiutati da giovani neonazisti.
Il tema è interessantissimo. Sconvolgente pensare in quanti hanno trascorso una vita serena, senza rimorsi, senza giusta punizione per le cose orribili ed inenarrabili che hanno commesso, ignorati, volutamente o no, da governi e società compiacenti e complici. La vita che non è stata concessa alle loro vittime, sopravvissute o no.
Il romanzo di Clara Sanchez è raccontato in prima persona, alternativamente, da Sandra e Juliàn; non mi piacciono i romanzi narrati dai protagonisti e in questo caso, a volte la lettura si appensantisce perché lo stesso episodio è narrato due volte, da due punti di vista. Pur non essendoci i classici ingredienti del thriller, il racconto dona molta suspense, poi però si impantana non poco per poi terminare in un finale coinvolgente. Una storia di amore, odio, dignità, coraggio, colpe e memoria.

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La mano dell'orologiaio
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