Il palazzo della mezzanotte
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I demoni di Zafon agli esordi
E’ sempre brutto stroncare un libro. Ma la c.d. “Trilogia della nebbia” di Zafon comprende un libro peggiore dell’altro e, forse, quello più salvabile è “Il palazzo della mezzanotte” che, quantomeno, ti porta a Calcutta con una banda di ragazzini, costituitisi in una raffazzonata compagnia in lotta contro un demone tornato dal passato per riprendere ciò che crede sia suo.
Il brutto è che nella trilogia c’è sempre un demone, spesso poco credibile, che si palesa subito e non ti lascia nemmeno il tempo di immaginare o supporre che ci sia dell’altro. Diverso è il capolavoro “L’ombra del vento” ma qui, davvero, siamo appena sul livello della sufficienza.
In breve: un uomo in fuga consegna due gemelli alla loro anziana nonna; entrambi sanno che un feroce personaggio è sulle loro tracce, così la nonna affida il maschietto Ben ad un orfanotrofio e tiene con sé la femminuccia, Sheere. Separarli vuol dire proteggerli. Ma 16 anni dopo, quando Ben potrà lasciare la struttura che lo ha accolto e fatto crescere, il passato tornerà a farsi vivo (o “non-morto”, direi!). Di nuovo, i gemelli saranno in pericolo ma la società segreta costituitasi nell’orfanotrofio cercherà in ogni modo di salvarli… e salvarsi. Tra indagini al catasto, nelle vecchie prigioni, in biblioteca, nella stazione bruciata di tanto tempo fa, il destino verrà inesorabilmente incontro, purtroppo senza colpi di scena.
Aspetti piacevoli: rispetto al solito, tutti i ragazzini della Chowbar Society sono ugualmente importanti e ognuno avrà un suo ruolo nello svolgimento del racconto. Lo stile è abbastanza scorrevole, in alcune parti ironico, in altre l’atmosfera diventa quasi piacevolmente gotica. L’idea di dar voce a un personaggio (minore) per raccontare la trama è tutto sommato una variante, che aggiunge qualcosa al grigiore imperante. Un paio di pagine salgono di livello, per il resto siamo al puro “esercizio di stile”.
Aspetti negativi: c’è il solito demone coi superpoteri, sembra una copia (poco) meglio riuscita del “Principe della nebbia”, il romanzo precedente. La descrizione della stazione non è sempre chiara, tra un cunicolo e l’altro ci si perde un po’ anche noi lettori. Calcutta non mi ha entusiasmato granché, altri autori l’hanno descritta meglio, portandoci veramente nelle sue atmosfere polverose, tra anime derelitte: qui, stare a Calcutta o in un sobborgo londinese avrebbe fatto poca differenza.
Zafon aveva intenzione di scrivere libri per ragazzi, della serie “piccoli brividi”: in questo c’è riuscito, ma all’occhio di un adulto, abituato a ben altro, il libro è leggero nello stile e nei contenuti, talmente evanescente di significato che non si vede l’ora di arrivare allo (scontato) epilogo.
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Una trama da scoprire
Un’altra perla di Zafòn che ci conduce in un’ambientazione insolita e diversa. Non meno affascinante, perché ogni volta l’autore attraverso gli occhi di una dimensione apparentemente magica e fantasiosa, ci fa scoprire la realtà della vita e di quanto essa sia imprevedibile.
Lo scrittore nasce come ideatore di storie per ragazzi, ma proprio, come afferma sovente nelle sue introduzioni,riesce sempre a far diventare il suo genere di scrittura, un genere per grandi e piccini.
Anche stavolta, la storia vede protagonisti dei ragazzi, che alla fine saranno tutti ugualmente importanti e fondamentali nello svolgimento della trama.
La narrazione è ricca di fascino e misteriosa magia, che dona anima ad una Calcutta a tinte gotiche.
Una sintassi semplice che incontra nelle descrizioni un’estrosa ebbrezza poetica, la quale denuda gli animi dei suoi personaggi nei loro pregi e difetti.
Roshan, Isobel, Siraj, Seth, Michael, Ian e Ben: sono i membri della Chowbar Society e ospiti dell’orfanotrofio Saint Patrick. Orfani di vita, si imparano a conoscere dentro all’istituto, che li ha accolti, facendo nascere fra di loro una profonda amicizia e soprattutto il bisogno di un’unica missione, quella di affrontare il pericolo sempre insieme.
In tutti quegli anni, non hanno fatto altro, che riunirsi di notte all’interno di un edificio abbandonato chiamato ‘Il Palazzo della Mezzanotte’, per raccontarsi a vicenda le storie di fantasmi, che la città nera di Calcutta nasconde.
La storia, però comincia con la narrazione di Ian, già adulto, che ormai da anni vive in Inghilterra e lavora come medico. Sarà proprio lui a sfogliare tra i ricordi la cara amicizia, che lo ha sempre legato a quei ragazzi portando a galla la verità sulla storia del suo migliore amico, Ben.
Successe tutto nel 1932, l’anno in cui tutti gli ospiti del Saint Patrick avrebbero dovuto lasciare l’orfanotrofio compiendo sedici anni; proprio l’ultima notte, in cui la società segreta si sarebbe sciolta, si presentano davanti all’edificio una donna anziana, Aryami Bose e sua nipote Sheere.
Il direttore dell’istituto, si ricorda di aver già incontrato la donna. La stessa persona che sedici anni prima le aveva affidato un piccolo neonato insieme ad un medaglione raffigurante un sole. L’uomo si era preso cura del bambino, quello stesso bambino che aveva chiamato Ben.
Ora la ragazza, che vedeva al fianco di quella signora, era la gemella di Ben, anche lei riuscita a scappare dalla furia omicida di un pazzo criminale. Questo era ciò, che le aveva raccontato la donna da sempre. Il direttore era sempre stato scettico nel crederle, ma aveva mantenuto fede alla promessa di proteggere il ragazzino. Ora, le vite in pericolo erano due e Aryami Bose avrebbe fatto qualunque cosa per salvare i suoi nipoti, ma la donna sapeva molte più cose di quanto faceva credere.
Quale era il motivo per cui qualcuno voleva far fuori i due gemelli?
Gli indizi si affiancheranno pagina dopo pagina nella mente del lettore scatenando l’emozione di un’egregia partita a scacchi fra menzogne, rivelazioni e stupore.
Il gruppo dei protagonisti si dividerà fra di loro per scoprire sempre più dettagli sulla storia di Ben e Sheere, senza spezzare mai la promessa della Chowbar Society.
Soltanto in seguito si apprenderà dell’esistenza di Chandra Chatterghee, padre dei gemelli, e della creazione di Jheeter’s Gate, una stazione abbandonata e distrutta da un incendio nel 1916.
Sarà proprio la scoperta di quel tragico avvenimento a riunire ogni pezzo dell’intricato puzzle. Un potente incendio che cancellò la creazione della prima grande stazione ferroviaria indiana, portando la morte della giovane madre dei gemelli e dei trecento orfani che si trovavano sul treno, avvolto inspiegabilmente dalle fiamme. I due fratelli e i ragazzi del Palazzo della Mezzanotte riusciranno a scoprire l’amara verità soltanto trascorrendo alcuni giorni all’interno di quell’infernale stazione.
Una pericolosa anima di fiamme risorgerà dalle sue ceneri, proprio come un Uccello di Fuoco, e soltanto una candida ed improvvisa neve riuscirà a sciogliere ogni mistero della città nera, seppellendo una volta per tutte le ombre del passato.
Francesca Ghiribelli.
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CALCUTTA NELLA SUA DEVASTAZIONE
3,4,5. I voti che sento di dare a questo romanzo, rispettivamente a Contenuto, Piacevolezza e Stile. Con 'Il palazzo della mezzanotte' ho deciso di buttarmi nella trilogia della Nebbia dopo aver già concluso i tre romanzi della quadrilogia, non ancora completa, del Cimitero dei Libri Dimenticati. Se dovessi dare un giudizio complessivo opterei per un 4-, per una serie di lunghe ragioni che mi sono ordinatamente appuntata su un taccuino.
1. Innanzitutto, tale romanzo non raggiunge e non raggiungerà mai i livelli della serie di libri già elencata. Manca quel brivido nella storia di Ben e Sheere che non porta ad un coinvolgimento pieno e totale come mi è già successo per la storia di Daniel.
2. Di tutti i personaggi elencati, in nessuno mi sono particolarmente immedesimata; ho trovato anzi essere il più interessante quello a cui è stato concesso meno spazio all'interno della narrazione: Michael. Mi è piaciuta tantissimo la sua fantasia tramutatasi in silenzio e le sue poche parole atte a dimostrare, se dette, qualcosa di meraviglioso e di concreto.
3. Il nemico, l'"Antagonista", chiamatelo un po' come volete, non mi ha detto granché. Se devo essere sincera avevo già intuito ciò che era intuibile dall'inizio del romanzo. Insomma, ci si arriva un po' tutti, a meno che non ci si voglia arrivare.
4. Ho apprezzato lo scenario. Ho trovato frizzante la scelta di Zafon di ambientare gran parte della vicenda in una vecchia stazione abbandonata..e l'orologio, poi..è forse ciò che mi è piaciuto di più.
5. Si sente, proseguendo nella lettura, quanto la scrittura dell'autore fosse più primitiva rispetto ai livelli raggiunti ne "L'ombra del vento" o "Il gioco dell'angelo".
Fatta questa breve lista, non mi soffermerò su dettagli inutili e di poca rilevanza. In fondo lo stesso scrittore nella prefazione preannuncia la sua volontà di cimentarsi in un libro per ragazzi che possa allo stesso tempo interessare un pubblico più maturo. Da leggere, ma senza enormi aspettative. Diciamo che letta la quadrilogia di Sempere, tale lettura non risulta essere più così indispensabile.
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a Calcutta con zafòn
Letto in pochissimo tempo, come del resto gli altri libri di Zafòn, posso assolutamente rinnovare il mio amore per questo autore, che con semplicità e una scrittura scorrevole riesce a coinvolgerti e a farti sentire parte della sua storia.
Mi sono ritrovata da un giorno all'altro a Calcutta, ne ho respirato l'odore e soprattutto ho vissuto quest'avventura al fianco di nuovi amici.... che ho scoperto essere molto coraggiosi.
E' vero i libri di Zafon a parte la trilogia dell'Ombra del Vento sono libri nati per far parte di una collana per ragazzi, ma come lui stesso ha scritto, sono storie che si rivolgono ad un pubblico giovane ed anche meno e vi assicuro che è così.
La trama è avvincente, anche se anch'io, come qualcun'altro ha già commentato trovo che il finale sia un po' scontato. Diciamo che, avendo letto tutti gli altri suoi libri, un po, imparando a conoscerlo, me lo immaginavo...
Un grazie a Zafon, perchè comunque sia ogni suo libro resta un grande regalo.
Ora, resto in attesa, di una nuova avventura...
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Mi ha fatta ricredere!
Dopo aver letto "le luci di settembre" stavo già per etichettare i libri per ragazzi di Zafòn come storielle semplici e un pò fiappe... questo invece mi ha fatta ricredere e mi ha presa già dalla seconda pagina! L'unica cosa a lasciarmi un pò delusa è stato il finale. La storia c'era, carina e costruita bene, la suspance pure, negli ultimi capitoli sono rimasta letteralmente incollata al libro..... le ultime pagine però, boh, immaginavo di meglio! comunque sia sempre un buon lavoro, scrive in maniera divina! In cuor mio però spero sempre che lasci da parte i libri per ragazzi e si dedichi a capolavori al pari della trilogia dell'ombra del vento..
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Piacevole lettura
La vera protagonista del romanzo è la città di Calcutta descritta meravigliosamente dall'abilità di Zafon il quale trasporta il lettore in un mondo dove l'impossibile diventa la realtà e dove solo la ricerca della verità può dare senso a ciò che il passato ha cercato di seppellire sotto le sabbie del tempo.
Un antagonista affascinante e impalpabile come il fumo che si leva alto dalle fiamme di un incendio rende il romanzo non banale e ricco di suspance e ci fa dimenticare alcune cadute di tono come la chowbar society,nome che riporta alla mente una famosa cioccolata in tazza e che ben poco potrebbe avere a cha fare con una società segreta,seppur di ragazzini.
La lettura è comunque piacevole e veloce e se ci si lascia alle spalle il cinismo adulto e si entra nella fantasia infantile allora il mondo di Zafon non può che diventare il nostro
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L'ombra del vento è un'altra cosa...
Ruiz Zafon è sempre Ruiz Zafon ma con questo libro siamo distanti anni luce da capolavori assoluti come Il gioco dell'angelo o, soprattutto, L'ombra del vento, che reputo il miglior libro che abbia mai letto. Gli elementi latamente fantasy in quest'opera assumono il comando, fino a soffocare la tinteggiatura dei personaggi che, a mio avviso, è la vera marcia in più dell'autore spagnolo.
In breve: Il palazzo della mezzanotte è un libro che consiglierei a un lettore adolescente, gli altri sopra citati sono per un pubblico universale.
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il treno infuocato
Zafon è un'ottimo scrittore... scrive in maniera incredibilmente colta anche una storia quasi horror forse per ragazzi ma anche per chi vuole fare una buona lettura estiva ( e autunnale...): è un'abilità credo che gli vada riconosciuta a prescindere se il libro è piaciuto o meno. Premetto che il libro non mi è piaciuto un granche'... ho visto alcune analogie con un capolavoro come 'It' di King ossia la storia di una profonda amicizia di un gruppo di ragazzi che assieme cercano di sconfiggere un'entità malvagia: non c'è un lieto fine assoluto ma manca il pathos kingiano. Potrebbe essere un horror ma non lo è completamente, l'azione c'è a metà (forse la parte più bella è l'inseguimento iniziale tra il tenete e i sicari) e mancano i sentimenti forti (a parte l'amicizia sopracitata)... Insomma mi sembra un'esercizio non riuscito completamente e non all'altezza della mia lettura precedente (Marina)... però lo stile è da 5 stelline.... Consiglio la lettura comunque magari ai ragazzi più giovani
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Zafon...a mezzanotte!
Libro sottovalutato. Che però è davvero molto interessante. Ottima trama, un mix tra fantasy e thriller. Personaggi sempre molto curati da zafon, libro dopo libro continuo ad essere certo del talento si questo favoloso scrittore che ha iniziato con racconti per adolescenti e che ora sta conquistando libro dopo libro i lettori di tutto il mondo! Meno intenso di altri sui libri ma comunque ottimo.
Concordo con un'altro utente che dice che se dovesse volere il talento di uno scrittore senza dubbio lo ruberebbe proprio allo scrittore spagnolo. Oh si!
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"Sta nevicando a Calcutta"
Ah Zafon...Zafon!Lo ammetto,se arrivasse un genio della lampada a chiedermi di chi vorrei avere il talento risponderei senza alcun tentennamento:Carlos Ruiz Zafon!
L'ombra del vento mi ha lasciata a bocca aperta, non tanto per la storia in se,quanto per la talentuosissima scrittura.
Il palazzo della mezzanotte è la seconda opera e mentre leggevo mi chiedevo a chi il caro Carlos abbia venduto l’anima per riuscire a trasformare cosi sorprendentemente le sue doti di scrittore!
In questo libro non ho trovato traccia delle potenzialità che ha poi messo in atto,tanto che se lo avessi letto senza sapere che era suo mai avrei potuto immaginarlo.
Certo come negli altri volumi c’è un pò di fantasy,un pò di noir e anche un pò di giallognolo....ma a parte questo nessun’altra affinità.
Qui siamo nella misteriosa Calcutta degli anni '30 dove in un orfanotrofio si è creata la Chowbar society(il nome fa un pò tazza di cioccolato istantaneo).
Sette sono i giovani membri che ne fanno parte e si sono giurati amicizia,fedeltà e aiuto eterni.
Tra di loro Ben separato alla nascita dalla gemella Sheere.Su entrambi l’ombra di Jawhal nemico dei genitori dei due, che ha deciso di vendicarsi su questi ultimi il giorno in cui compiranno sedici anni.
Il giorno fatidico arriva e con esso giungono anche apparizioni,treni infuocati portatori di morte,fantocci dai denti digrignati,lingue di fuoco,artigli neri,spettri,serpenti velenosi e un po' di misteri.
Ma arriva anche tantissimo coraggio,figlio dell’amore che i sette provano l’uno per l’altro....e l’amicizia diventa un valente sostituto della famiglia.
«Ci sono due cose nella vita che non puoi sceglierti,Ben.
La prima sono i tuoi nemici. La seconda, la tua famiglia.
A volte la differenza tra gli uni e l'altra è difficile da cogliere, ma il tempo insegna che, in fin dei conti, le tue carte avrebbero sempre potuto essere peggiori.»
Zafon nella premessa dichiara che il libro vuole essere per tutte le età.
Io dico (ma non avvisatelo che lo sto contraddicendo)che è una bella storia...per adolescenti.
Non ho amato Il palazzo della mezzanotte perché non amo il genere ma vale la pena sfogliarlo solo per constatare il “miracolo”del mutamento nella scrittura di Zafon.Se non volete assistere al suddetto miracolo….lasciatelo serenamente restare sullo scaffale in libreria.
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- sì
- no
zafon a calcutta
io lo trovato molto intrigante.anche se spesso i libri di zafon si somigliano,li trovo sempre scorrevoli e piacevoli da leggere,io sono un'amante della sua scrittura e lo consiglio a tutti perche riesce a coinvolgerti anche se scritto in modo semplice e non pomposo.
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Un Zafòn diverso ma apprezzabile
E' una delle opere giovanili di Zafòn, arrivata nelle librerie dopo il successo dell'ombra del vento. E' più un libro per ragazzi che per adulti, anche se contiene note inquietanti, su cui Zafòn ha probabilmente lavorato per anni, prima di arrivare a essere un talento letterario. L'avventura è ben scritta e ben sviluppata nel tempo: ti coinvolge, ti porta a immedesimarti nei personaggi e ti porta a vedere ciò che lui descrive, così come se tu fossi lì con loro, a provare quello che provano loro. Anche, soprattutto, i sentimenti di paura.
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Calcutta di fuoco....
Premesso che sono un'ammiratore dei romanzi di questo autore, ho letto con molto piacere questo suo vecchio libro, scritto nel 1994 ma pubblicato in Italia l'anno scorso. E' noto che Zafon inizialmente è stato classificato come uno scrittore di romanzi per ragazzi e questo libro ne è l'evidente dimostrazione. Lo stile narrativo, la capacità descrittiva di luoghi ed emozioni dei personaggi ed il ritmo incalzante che tiene incollato il lettore alle pagine è il medesimo del suo romanzo più famoso, "L'ombra del vento", ma il "filo" che tiene unite le vicende e le azioni dei protagonisti è effettivamente esile...ovvero è un filo adatto per un lettore meno smaliziato, appunto per dei ragazzi. Questo non toglie quasi nulla al piacere della lettura, che scorre rapida per chiarire il mistero che lega il destino di Ben, della sorella Sheere e dei loro genitori ad un inesorabile tragico destino che sembra inevitabile. Lo schema della vicenda è stata ripresa e perfezionata nei suoi romanzi successivi (il passato che inesorabilmente ritorna a tormentare i protagonisti, i profondi legami di amicizia come unica e vera ancora di salvezza al dolore ed al male che viene provocato, elementi fantastici che rendono irreale ma affascinante la storia e via dicendo), ma qui alcuni passaggi risultano un pò forzati ed a volte privi di logica. Va benissimo come lettura sia per ragazzi che per adulti, se però questi ultimi lasciano correre alcuni snodi narrativi e ci si fa catturare invece dalla notevole capacità descrittiva dell'autore.
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Il Palazzo della Mezzanotte
Se credete di trovarvi dinanzi ad un romanzo come “L’ombra del vento” allora non abbiate alcuna esitazione a cambiare romanzo.
Il palazzo della mezzanotte, abbastanza pubblicizzato dalla casa editrice è decisamente (a mio modesto avviso) un romanzo per ragazzi e di quelli non esigenti perché ancora poco avvezzi alla lettura! D’altronde Zafòn è anche uno scrittore per ragazzi.
Lo stile letterario è quello solito lineare e scorrevole; ma la trama è in alcuni momenti estremamente prevedibile ed ancora non mi sembra particolarmente originale: due fratelli gemelli che sono separati per sfuggire ad un tragico destino ed un associazione segreta di ragazzi che cerca di svelare un mistero (che da una parte vuole essere fantastico dall' altra è assolutamente prevedibile nel suo svilupparsi).
Mi ha deluso anche la descrizione che Zafòn fà della città di Calcutta è troppo superficiale ed approssimativa e non rende giustizia alla storia, all’atmosfera e alla magia che si respira in questa città; un vero peccato se consideriamo l’abilità che Zafòn ha nelle descrizioni: sono quasi fotografie!!!
Terminato da poco; ho fatto fatica a leggere questo romanzo e non certo per i suoi contenuti, ma perché la trama nonostante il suo intreccio manca di ritmo, non coinvolge, non trascina all’interno della storia; lascia il lettore in disparte. Peccato!
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Nulla di nuovo
-Autore: Carlos Ruiz Zafòn
-Titolo: Il palazzo della mezzanotte
-Editore: Mondadori
-Riassunto della vicenda:
Il romanzo è ambientato a Calcutta, nei primi decenni del '900.
Ben è il protagonista, legato dal destino alla sorella gemella; è un giovane ragazzo che all'età di 16 anni dovrà lasciare il colleggio dove è cresciuto, la sua dimora durante l'adolescenza ma sarà costretto a festeggiare l'addio alla Chowbar Society, un'associazione segreta composta da 7 ragazzi che si ritrovano ogni sera, alla scoccare della mezzanotte nei pressi di un antico edificio, "Il palazzo della Mezzanotte".
La trama entra nel vivo non appena, la sera stessa dei festeggiamenti del sedicesimo compleanno del protagonista, comparirà improvvisamente Sheere, sorella gemella; la giovane protagonista coinvolgerà il gruppo in una misteriosa storia che spingerà i componenti della Chowbar Society ad approfondire la storia che lega i due gemelli.
Qualcuno desidera solo la morte dei due gemelli, questo renderà il gruppo maggiormente coeso per far fronte alla minaccia...la candida neve tornerà a cadere su Calcutta.
Considerazioni personali:
Sono un appassionato di Zafon, leggo con piacere i suoi libri ma difficilmente i nuovi hanno superato l'Ombra del Vento.
Il solito mistero spinge il lettore a divorare pagine, una dietro l'altra, ma non c'è nulla di nuovo; consiglio ovviamente di leggere il libro, è sempre interessante immergersi nelle trame dello scrittore spagnolo.
Inoltre, anche qui il finale, per i miei gusti, poco appassionante, come in Marina, pieno di colpi di scena ma privo di entusiasmo.
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Un bel romanzo
Un libro davvero carino! Si termina in fretta perchè dal punto di vista contenutistico non ci sono concetti troppo complicati su cui riflettere! La parte finale può fungere da morale! Da leggere nel tempo libero per svagarsi. Molto bella ed efficace l'ambientazione a Calcutta. Bravo Zafon
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Ritmo e scorrevolezza
Lettura indubbiamente scorrevole: essendo stato scritto prima de "L'ombra del vento", anticipa tutti i punti di forza e i pregi dello scrittore. Dalla prima pagina si vola rapidi, senza riuscire a staccare gli occhi o a distrarre la mente. Ci si trova immersi nella Calcutta dei palazzi e dei misteri, ben desritta dalla scrittura fotografica di Zafon. Una bella storia di amicizia, che lascia però un sensazione di insoddisfazione. E se anche in alcuni momenti si riesce a prevedere quel che accadrà, ciò che, a mio modesto parere e secondo il mio gusto, stona è l'eccesso di irrealtà che sembra dare un senso di assurdità alla vicenda.
Un libro che consiglio, comunque, perchè Zafon resta un maestro di una scrittura visiva e ritmata.
Possibilmente da leggersi prima de "L'ombra del vento"... forse lo si apprezza di più.
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Scorrevole
E' il terzo libro che leggo di Zafon e ancora una volta mi sono trovata tra le mani un testo piacevolmente scorrevole. Il mistero che avvolge la città di Calcutta avvolge anche il lettore che non può fare a meno di seguire le avventure dei protagonisti.
Buona lettura!
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Amara delusione
Un buonissimo incipit che incuriosisce dalle prime pagine. Il mistero, la buona scrittura e il ritmo incalzante rievocano inizialmente le sfumature gotiche dell' "Ombra del vento". A mio avviso l'inserimento di fantasmi e presenze oscure ho banalizzato una storia che, se rimaneva su elementi concreti, possedeva tutti i presupposti per essere un thriller vincente. Sicuramente per i ragazzi è una lettura discretamente coinvolgente, un lettore adulto la può trovare a tratti banale e dal finale abbastanza ovvio e trascinato.
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Piacevole
Non avevo mai letto niente di questo autore e ho preso questo libro consigliata da un amico, e, anche se non è il mio genere di lettura preferita l'ho letto in poche sere.
La trama è da subito coinvolgente, e ti incuriosisce, ma quello che più mi ha spinto a proseguire questa che per me era una nuova avventura è il fatto che è scritto veramente bene, leggerò altri libri di questo autore.
Ho trovato il finale un pò prolisso, diciamo che avrei "tagliato" qualche paginetta, ma apparte questo lo consiglio perchè è si un libro per ragazzi ma può essere apprezzato da tutti.
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non ne vale la pena
Un libro per ragazzi.... che possa piacere anche agli adulti è da vedere. Un mix di fantasy, con un pizzico di horror, un pò di surreale, un che di romanzo gotico, ma alla fine la ricetta non soddisfa il palato. Letto tutto di un fiato ma solo per poter passare ad altro. Lo stile è piacevole, niente da dire, però mi sembra eccessivo inneggiare ad un manoscritto ripescato nei cassetti giovanili e inneggiarvi solo perché Zafon è Zafon.
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Acerbo
Opera giovanile di Zafon (è del 1994) , nelle intenzioni era un libro per ragazzi che potesse piacere anche agli adulti.
Obiettivo centrato con tutti i pregi e tutti i limiti che ne conseguono.
Si vede già che Zafon scrive bene come pochi , ma lo "spessore" della storia è ancora acerbo non so quanto per scelta e quanto perchè lo era l'autore stesso...
Già si vede il gusto per il surreale di Zafon anche se l'ambientazione non è l'amatissima Barcellona ma Calcutta che comunque si presta decisamente bene come ambientazione.
Una lettura piacevole che file via come il treno in copertina...già "Marina" è qualitativamente un paio di gradini al di sopra però...
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il buon giorno si vede dal mattino
Considero Zafon uno dei migliori scrittori contemporanei per la capacità di descrivere in modo quasi fotografico le sue storie e di renderle assolutamente affascinanti anche quando la trama è decisamente surreale. I palazzo della mezzanotte è uno scritto giovanile in cui l'autore, anche se ancora acerbo, riesce comunque a coinvolgere il lettore portandolo in un mondo ricco di pathos. ritengo che Zafon abbia saputo dare nuovo smalto allo stile noir e che il suo tentativo di scrivere i romanzi che da ragazzo avrebbe voluto leggere, sia perfettamente riuscito.
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Mah...
Che Zafon scriva benissimo credo sia universalmente riconosciuto, ma questo suo volume scritto in età giovanile non solo risente di una trama per lo meno "forzata" e prevedibile (nulla a che vedere con Marina, dove le atmosfere erano le stesse la storia era persin credibile, commovente) ma anche di un finale noiso, stiracchiato, che si sarebbe potuto risolvere in 3 pagine con buona pace del lettore.
Insomma se tanto mi da tanto la prossima uscita sara' qualche collezione di fiabe per ragazzi scritta da ragazzino dallo Zafon, che siccome è Zafon tutti correremmo a comprare per poi dire... si vabbhe e' un prima maniera ma si risente già la mano del grande artista etc etc.
Ma dai, se il palazzo della mezzanotte lo avesse scritto un perfetto sconosciuto lo avremmo letto in 3 e tutti 3 forse non consiglieremmo neanche di comprarlo.
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Zafon è Zafon.
Concordo con chi ha detto che questo romanzo di Zafon si avvicina di più a "Marina" che a "L'ombra del vento". Forse in assoluto quello cui si avvicina di più è "Il principe della nebbia". Quello che intendo è che ci si trova senz'altro di fronte ad una storia più orientata verso un pubblico di ragazzi ma che però grazie alla maestria di Zafon e alla sua innata capacità di rendere luoghi e atmosfere noir, cupe e ricche di pathos, questo romanzo ha la forza per far breccia anche nel cuore degli adulti. Come potete capire da quanto ho scritto io amo particolarmente questo autore e non è importante per me che le storie siano ambientate a Barcellona piuttosto che a Calcutta perchè ogni luogo che ha la "fortuna" di passare per le sue sapienti mani ne esce con un fascino veramente particolare. Non vi aspettate di affrontare niente di articolato o impegnativo ma comunque leggete anche questa opera del grande scrittore spagnolo.
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Il passato che influenza la vita...
Mi piace molto questo scrittore. Mi piacciono le sue ambientazioni cupe, i suoi personaggi, l' questa eterna lotta tra bene e male e passato e presente.
Una lettura molto scorrevole.
Un libro per ragazzi ma una piacevole lettura anche per noi adulti.
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Un passato pieno di misteri.....
Per caso ho conosciuto Zafòn in libreria, su consiglio di un venditore che mi parlò molto bene dell'ombra del vento.... Io molto dubbioso decisi di lasciarmi trasportare da quel consiglio.... Da quel giorno in poi mi sono innamorato di tutti i sui romanzi e del suo stile travolgente e folgorante.
Che dire del palazzo della mezzanotte, sicuramente non all'altezza dell'ombra del vento ma questo era più che prevedibile visto che fa parte di una collana per ragazzi che Zafòn scrisse prima del famoso best-seller. Kmq tutto sommato una lettura divertente che ci porta alla scoperta di una Calcutta magica popolata da ombre misteriose di un passato triste e sconvolgente..
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Il palazzo della mezzanotte
Sicuramente più vicino a "Marina" che a "L'ombra del vento", essendo anche questo parte di quei libri "per ragazzi" che hanno preceduto il successone planetario di Sempere e compagnia, "Il palazzo della mezzanotte" è l'avventurosa storia di un gruppo di amici affiatatissimi, che sullo scenario di una Calcutta decadente ma brulicante di vita e misteri si imbattono in un' entità magica e malefica dagli occhi di brace... Come per gli altri libri, personalmente non lo trovo all'altezza de "L'ombra del vento", ma io amo sempre e comunque questo scrittore, capace di rendere sulla carta le immagini che descrive con la stessa efficacia di un film... Bravo, come sempre!!!!!
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