Il muro invisibile
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'Arry, Lily, Arthur..
Primo capitolo della trilogia che rappresenta l’autobiografia di Harry Bernstein, britannico naturalizzato statunitense classe 1910 e che è composta dai successivi due romanzi intitolati “Il sogno infinito” e “Il giardino dorato”, “Il muro invisibile” racconta le vicende dell’autore, un bambino ebreo che vive con la madre fortemente devota alla religione, un padre violento, Jack, rude e bevitore e i cinque fratelli, in quel di un quartiere operaio di Lancashire. Non è una realtà semplice quella in cui cresce il protagonista essendo la sua vita divisa sempre e comunque dal quel muro invisibile che separa la sua popolazione da quella cristiana risiedente, appunto, sull’altro lato della via. Povertà e penuria sono all’ordine del giorno per la famiglia; la madre è oberata dalle faccende domestiche e dalla crescita della prole, soltanto con il discorrere degli anni riesce ad aprire una piccola attività di vendita diretta di beni ortofrutticoli nel proprio salotto mentre il marito lavora in una sartoria ma spende tutto quel che guadagna in alcol e nel gioco. Le relazioni tra cristiani e ebrei non sono ben viste, in particolare questi ultimi ritengono che nel momento in cui viene intrapreso un rapporto con i primi non vi è altro che la morte: chi materialmente ha intavolato suddetto legame, viene considerato deceduto da parte dell’intero nucleo familiare di appartenenza che pertanto ne celebra il funerale. E questo è proprio quel che succede a Sarah, ebrea, e Freddy, cristiano, due ragazzi che scoperti nel loro amore vengono brutalmente separati per poi, essere considerata, la giovane, appunto, non più in vita. I basetemas, altresì, non sono particolarmente riguardosi con i giudei tanto che le vessazioni non mancano di essere protagoniste nelle giornate scolastiche. In aiuto dei piccoli Bernstein accorre sempre più frequentemente Arthur Forshaw, cristiano, che dalla sua postazione sugli “Scalini del Diavolo” li attende e scorta sino all’inizio della strada di casa. Lustro dopo lustro, vicissitudine dopo vicissitudine, il ragazzo e Lily, la sorella maggiore di ‘Arry, finiscono con l’innamorarsi. Riusciranno a coronare il loro sentimento? E quale ruolo avrà il fratellino nella loro storia? Quali sorti riserverà il futuro per i familiari del compositore?
Con una penna semplice, fluente, poco impegnativa e chiara l'ideatore crea un romanzo che riesce non solo a toccare il cuore dei lettori ma anche a far rivivere quelli che sono stati alcuni gli anni più duri e bui della nostra storia. Mediante la sua poetica riusciamo concretamente a riassaporare usi e costumi del tempo, conosciamo e approfondiamo aspetti della religione ebraica non così consueti e ancora otteniamo un quadro completo di quella che era la situazione socio-economica del primo 1900. Una panoramica, a 360 gradi.
Non solo. Bernstein riesce a far commuovere, a far sorridere, a far sperare e a ricordare che non sempre nell’esistenza le cose vanno come vorremmo. Battuta dopo battuta è impensabile non restare affascinati da quel che accade, non tifare per un amore contrastato da tradizioni e religioni, non condividere le speranze per un futuro migliore, non fermarsi a riflettere sul quanto la vita possa essere meravigliosa e ingiusta al contempo.
«Non c’è eroismo. Qui c’è solo sporcizia e fango e freddo e umidità, e uomini che piangono come bambini e facce di morti che ti fissano e corpi che giacciono ammucchiati e in silenzio e odore di morte tutt’intorno, e crepitio di fucili, e lampeggiare di spari che portano alla morte. E non c’è nemmeno valore. Gli uomini devono essere spinti di forza all’attacco, pungolati con il calcio dei fucili, minacciati con le pistole dagli ufficiali, mentre i soldati tremano dalla paura, e qualche volta piangono anche, e vanno alla cieca, come pecore terrorizzate, spinte al macello. Qualche volta mi domando come gli uomini possano aver mai scritto della gloria della guerra e dipinto quadri che rappresentano questa gloria. La realtà è tutto il contrario. L’ho imparato sulla mia pelle e non penso che potrei continuare ad andare avanti se non sapessi per quale motivo combattiamo, poiché questa potrebbe essere veramente la guerra che mette fine a tutte le guerre. E’ quello che mi tiene in vita e mi fa andare avanti, il pensiero del mondo nuovo che questa guerra porterà con sé. Metterà fine a molta della miseria che c’era prima, alla povertà tanto per cominciare, io spero, e in particolare alle differenze che hanno sempre separato le persone l’una dall’altra… [..] Come le religioni, tanto per cominciare. Lo vediamo tanto chiaramente nella nostra strada, non è vero Lily? E’ come se ogni lato appartenesse a un mondo diverso, eppure sappiamo bene che non è vero, che siamo tutti uguali e facciamo tutti parte dello stesso mondo. Spero che, quando farò ritorno – se farò ritorno (abbiamo tutti la credenza superstiziosa che, se esprimiamo questo dubbio, le nostre probabilità di sopravvivenza saranno maggiori. E’ un po’ infantile, ma lo dico comunque) – se farò ritorno tutto questo sarà spazzato via, e non ci sarà più un muro tra i due lati della strada. Ma questo non è che un esempio, una metafora. I miei orizzonti sono più ampi della nostra strada. Sto pensando al mondo intero. Al mondo nuovo che verrà dopo la carneficina..» pp. 192/193
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Il muro invisibile.
"Non so cosa le passasse per la mente. Doveva essere molto confusa, dibattuta tra la rigidità della fede e la voce del sangue che le gridava dentro."
"Harry, non so dirti quanto sia felice oggi, e come tutto mi sembri bello e giusto. Ma credo che a te, invece, tutto appaia strano e incomprensibile. Ed è naturale, per un ragazzo come te, che viene dalla nostra strada, dove tutti da una parte si ritengono diversi da quelli dell'altra. Ci hanno fatto crescere così, non è vero? E così ero convinto anch'io, quando avevo la tua età. E invece è tutto sbagliato. Non è così per niente. Non siamo molto diversi uno dall'altro, anzi, nella realtà, non siamo diversi affatto. Siamo tutti essere umani, con gli stessi bisogni, gli stessi desideri, gli stessi sentimenti. E' una bugia quella che non ci vuole uguali. E' qualcosa che hanno escogitato per farci combattere l'uno contro l'altro invece che contro di loro, quelli che ci sottomettono e che si arricchiscono col nostro lavoro, gli stessi che ci mandano alla guerra, quando la logica li mette in contrasto. Lo scoprirai un giorno, loro ti chiameranno per andare alla guerra al posto loro, ne puoi essere certo, perché in futuro ci saranno molte altre guerre. Ci sono passato anch'io in una guerra, e ho visto come gli uomini vengono uccisi e feriti e mutilati, e devo aver ucciso anch'io qualcuno, e ogni volta che ci penso sto male. Perché ci combattevamo l'uno contro l'altro, invece di rivoltarsi contro quelli che ci avevano mandato alla guerra. Eh, ma sono astuti questi capitalisti. E' difficile batterli al loro gioco. Ci hanno imbrogliato con parole come patriottismo, e dovere, e onore, e ci hanno diviso in classi sociali e in religioni, così che ognuno pensa di essere migliore dell'altro. Ma tutto questo cambierà, Harry. Credimi, tutto cambierà. La gente diventerà più accorta. Il cervello umano tende a svilupparsi. Un giorno tutti saranno così evoluti da vedere e capire la verità, e non si comporteranno più come un branco di pecore. Allora, quel muro che separa i due lati della nostra strada crollerà, proprio come le mura di Gerico. Forse, io e Lily, oggi, abbiamo dato una piccola spallata. Ma un giorno sentirai risuonare una tromba e tutto svanirà. Oh, sì, Harry, avremo un mondo migliore."
Questo brano racchiude esattamente l'essenza e la bellezza di questo libro. Lo scrittore, Harry, ci racconta la sua storia, lui nato nei sobborghi di Londra, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, in una strada dove da un lato vivono famiglie ebree e dall'altra famiglie cristiane, la strada è divisa da un muro invisibile, la religione divide gli uomini e le donne, ai bambini viene insegnato fin da piccoli a non mischiarsi gli uni con gli altri, Lily, la sorella di Harry, ebrea, si innamora di Arthur, cristiano ed insieme, ribellandosi a tutto e tutti si sposano, cercando di abbattere con la forza dell'amore quei pregiudizi e preconcetti radicati da secoli e secoli.
Il libro è anche un dolcissimo, delicato e meraviglioso omaggio alla madre dello scrittore, una donna forte che ha lottato per i suoi figli, ogni giorno per farli crescere e studiare, era difficile vivere in tutta quella povertà, ma lei trasmetteva loro tutto l'amore di cui era capace.
Un bellissimo libro da leggere assolutamente, Harry, cerca di far capire al lettore quanto possano allontanarci le credenze, le religioni e i pregiudizi,il brano sopra riportato si conclude con la speranza di un mondo migliore, ma purtroppo ancora oggi le distanze che separano le varie razze e i vari popoli sono elevatissime e sotto gli occhi di tutti noi. Avremo mai un mondo migliore? Si dice che la Speranza è l'ultima a morire....continuiamo a sperare allora!
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UN MURO TRA EBREI E CRISTIANI
Non ho parole per descrivere questo libro.
Non è certo un libro pieno d'azione...certo che no......
Ma ho ancora dentro di me le emozioni che ho provato leggendo pagina per pagina: ho pianto
e ho riso, ho provato rabbia e la voglia di abbracciare i personaggi a me più cari.
Questo libro mi ha aperto sugli occhi non tanto sulla guerra (di cui si fa solo accenno),
ma bensì sulle differenze che vi erano tra ebrei e cristiani, pur abitando vicini,
le tradizioni che faticavano a sparire e le persone bigotte che credevano addirittura che
sposando un cristiano si poteva morire. Ho provato tanta compassione per una mamma che cercava di dare tutto ai suoi figli, nonostante la povertà che li circondava e che era sposata con un uomo menefreghista e ubriacone.
Ma, questo sentimento, alle volte, era sostituito dall'odio e dal disprezzo che mi dava la sua figura.
Pur di mettere in salvo i suoi figli, pur di dare loro tutto,era disposta a tenersi dentro anche
le lacrime, ma ahimè non era capace di aprire la mente... e questo era un grande difetto secondo me..
Era comunque succube di ciò che divevano gli altri e sopratutto aveva paura di ciò che le persone dicevano di lei e della sua famiglia.
E questo rendeva comunque infelici i figli. "Arry è il bambino più piccolo, il protagonista
del libro che racconta la sua vita (raccontata da Harry in persona, un novantatreenne
con un modo di scrivere che incanta il lettore), ed è l'unico che cercava ai tempi di capire
sopratutto sua madre e comunque il comportamento di tutti quelli che lo circondavano.
Nonostante poi la guerra finì e gli ebrei vinsero, la differenza tra le due popolazioni
non sembrava cessare e chiaramente non tutti erano d'accordo, sopratutto i giovani amanti, costretti
a nscondersi sempre e dovunque per non essere incriminati e separati.
"Non siamo diversi l'uno dall'altro, anzi in realtà non siamo diversi affatto.
Siamo tutti essere umani, con gli stessi bisogni, gli stessi desideri, gli stessi sentimenti.
E' una bugia che non ci vuole uguali. E' qualcosa che hanno escogitato per farci combattere l'uno con l'altro invece che contro di loro, quelli che ci sottomettono e che si arricchiscono col nostro lavoro,
gli stessi che ci mandano alla guerra, quando la logica del profitto li mette in contrasto.
Lo scoprirai un giorno, ti chiameranno per andare alla guerra al posto loro, ne puoi
essere certo, perchè in futuro ci saranno molte altre guerre".
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Scrittore a 90 anni
Harry scrive questo romanzo a 90 anni per superare la nostalgia della perdita dell'amata moglie. E' un giornalista e, saperlo, farà al lettore un grande piacere soprattutto dopo aver letto la sua biografia in cui ci racconta del peggior destino dei suoi fratelli. Lo stile della sua scrittura non colpisce subito. Non usa le parole in modo da evocare musica o immagini. Non c'è nessuna ricerca stilistica tra le sue righe. Ha un modo di comporre le pagine nitido, chiaro, efficace da giornalista. Ma molto presto l'efficacia e la pulizia della scrittura e la profonda umanità dei ricordi, la capacità di Harry di far rivivere per noi i suoi fratelli e sorelle e l'amata madre inchiodano il lettore al libro. La sorella Lily e la madre sono vive nelle pagine del romanzo. I ricordi tristi o divertenti e la quotidianità sono rievocati con eccezionale efficacia.
Anche nei suoi ricordi, come nelle pagine di Singer, Malamud e altri, colpisce constatare che già ai tempi della I guerra e in Inghilterra l'antisemitismo era diffuso ovunque. Ma affascina anche il modo positivo di Harry di guardare il mondo con la fiducia che l'incontro tra le persone avrà la meglio sui pregiudizi, che il muro che esiste tra religioni diverse si possa alla fine abbattere. Alcuni personaggi sono dei giganti come Lily, Arthur, sua madre, la madre di Harry. Sono bellissime persone ed è un piacere e una consolazione anche solo sapere che da qualche parte nel mondo è vissuta gente così, ebrea o cristiana che fosse.
E' anche bello sapere che non è mai troppo tardi per scrivere un buon romanzo. Harry pare ne abbia scritti tre dopo i 90!
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L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI
Nel mondo siamo quasi sette miliardi di persone e ognuno di noi ha la possibilità di conoscere solo un’esigua parte delle teste e le anime che lo popolano. Perciò trovo alquanto singolare e curioso di come un libro possa permetterci di avere il ricordo di qualcuno che non abbiamo mai incontrato, di cui non abbiamo mai udito la voce, visto gli occhi e di farcelo sentire vicino come un amico.
“Il muro invisibile” è uno di quei libri che racchiude in se questa straordinaria capacità.
Harry Bernstein all’età di 92 anni decide di lasciare ai suoi posteri il più originale dei testamenti, la più preziosa delle eredità: la sua memoria.
Me lo sono immaginato seduto su una sedia a dondolo, avvolto in una coperta con gli occhi chiusi e la testa pigramente adagiata sullo schienale, mentre la sua mente senile rievoca il ricordo di un bambino. Un bambino che corre per la strada dove abita, che rannicchiato nel suo letto ascolta i rumori che la animano: gli zoccoli degli operai che calpestano il sentiero che li conduce alle fabbriche dove lavorano, le risate dei bambini che giocano, l’arrivo dei venditori ambulanti.
Una memoria dalla quale Harry fa riaffiorare la sua vita: lui il più piccolo di cinque fratelli, una madre tuttofare col sogno di andare in America perché pensa che là vivranno meglio e un padre alcolizzato che come tale mai si comporterà. E insieme alla sua riaffioreranno le vite di molte altre famiglie sue conoscenti.
I ricordi, custoditi nel cassetto di un passato lontano, vengono regalati al lettore che si troverà a percorrere, nell’atmosfera uggiosa e grigia di un quartiere operaio del Lancashire, una strada in apparenza come tante, due fila di case sui lati opposti. Mattoni e quotidianità distanti pochi metri gli uni dagli altri ma separati da un abisso di usi, credenze e abitudini differenti. Da un lato i cristiani dall’altro gli ebrei. Ed è attraverso i ricordi di Harry che il lettore percepirà quel muro invisibile che nessuno può vedere ma che fu in grado di cambiare il corso della vita della sua famiglia e di molte altre.
Un romanzo malinconico che attinge nel pozzo della storia un tempo remoto e perduto, dove la miseria delle condizioni di vita, la disperazione di una guerra, le convinzioni radicate di due religioni diverse ma anche il coraggio e l’amore di due ragazzi, l’uno cristiano l’altra ebrea, che dimostreranno che se si vuole e si crede anche il più alto muro invisibile può essere abbattuto, saranno l’ossatura del racconto.
Harry Bernstein narra con mano ferma una storia toccante, vera e genuina, permettendoci di conoscere lui, la sua famiglia e uno spaccato di vita e società perse negli albori del secolo scorso. Una solida trama che poggia saldamente sulle palafitte dei ricordi, circondata dalle acque di un vissuto carico di pregiudizi, di ataviche convinzioni, di ingiustizie ma anche di tanta speranza di voglia di cambiare e andare avanti.
Quella strada oggi non esiste più, rasa al suolo per costruire un quartiere popolare così come le fabbriche ebree distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, eppure io quella strada l’ho vista, ci sono stata con Harry, ho sentito la pioggia pizzicarmi il viso, mi sono seduta alla loro tavola, sono scivolata sui lastricati ghiacciati, corsa sugli scalini del diavolo, mi sono rattristata e sono stata contenta con loro e questo perché Bernstein ha avuto il coraggio di donarmi i suoi ricordi. Spesso le cose importanti, quelle essenziali che possono segnare il percorso della vita non si vedono con gli occhi ma si percepiscono sulla pelle e nel cuore, come il bene e il male che nella vita di ognuno passano accanto senza essere visti ma solo “sentiti”.
Buona lettura
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“Vorrei poter essere tuo fratello anch’io.”
Quando ho girato l'ultima pagina di questo racconto, anche la mia mente è volata ai ricordi di quando ero bambina, agli odori, ai colori, ai sapori, che, dopo anni sopiti nella memoria, riprendono così improvvisamente vita.
Ambientato in un quartiere operaio di una città industriale del Lancashire, a ridosso della prima guerra mondiale, si raccontano le vite e le vicissitudini delle famiglie di un ghetto in miniatura, che un muro invisibile divide due parti, in cui gli ebrei vivono da una parte e i cristiani dall'altra.
Seguiamo la storia vissuta e raccontata dal piccolo Harry, quattro anni; lo seguiamo durante la sua infanzia, seguiamo la sua crescita e la sua maturità; e quando di se stesso egli parlerà come di uno ormai grande, tanto da poter guardare in faccia sua madre non dovendo più alzare la testa, e potendola seguire per strada non dovendole più trotterellare con fatica accanto dandole la mano, ma anzi, sostenendola lui, nei percorsi più accidentati, Harry ha 11 anni. Non sembra più un bambino. Ma lo è. Sembra passata una vita.
Racconta con occhi e voce di bambino che la morte è tenebra. Ma si può celebrare anche la morte dei vivi, se le scelte fatte sono quelle sbagliate.
E di quella cortina di gelo che torna a calare sui lati della strada, a dividere ciò che sembrava potesse finalmente unirsi. E del problema che incombe in casa: è venerdì, c'è il Shabbat, la signora Green verrà ad accenderci il fuoco e togliere la pentola dal camino per impedirci di peccare? No, non verrà! Ma qualcosa di nuovo accade. Quello spontaneo offrirsi da parte della signora Forshaw, che verrebbe volentieri nella nostra casa a farlo per noi, per non farci peccare, se nostra madre accettasse. E il farlo gratuitamente, come autentico gentile gesto, probabilmente è ciò che inizia a incrinare le ataviche certezze di nostra madre.
Poi altre cose accadono, e tutti si riuniscono, e tutti festeggiano come se non ci dovessero essere più distinzioni, addirittura le acerrime nemiche brindano insieme.
Si, questi fatti accaddero nel corso di quegli anni che a me che leggo apparvero lunghissimi, ma furono invece davvero pochi.
“Hai intenzione di farlo circoncidere?” chiese.
“Mio padre mi ha fatto la stessa domanda” rispose. “Non proprio la stessa, ma simile. Voleva sapere se e quando avremmo avuto un battesimo.”
…
“Suppongo che lei non sappia che cosa sia un battesimo. In un certo senso è molto simile alla circoncisione. Fa entrare un bambino nella sua religione. Il sacerdote spruzza quella che si ritiene acqua santa sulla fronte del bambino, ed è questo rituale a farlo diventare un cristiano.”
L'adulto Harry ha sempre avuto quella strada nel cuore, e quarant’anni dopo con la moglie Ruby ci è tornato. Molte cose sono cambiate e si sono modernizzate. Ma la strada e la casa dove era vissuto con la sua famiglia è ancora lì, vuota e sbarrata, come tutte le altre, perché da abbattere. Tutte tranne una, quella dei Green, dove ritrova una conoscenza di quarant'anni prima, che da lì non si è mai mossa. Ed entrando in quella casa riconosce la sua casa come allora, uguale, e viene sopraffatto dalla nostalgia, perché le stanze sono identiche a quelle in cui un tempo ha vissuto: la stessa carta da parati a quadri, la mobilia trasandata e il camino annerito che occupava gran parte della parete, e il fuoco acceso. L’unica differenza tra quella casa e la sua era il grande crocifisso al muro.
“Ma la strada era ancora lì, viva nella memoria, e io sentii i suoni che ero abituato ad ascoltare all'alba, quando ero un bambino e me ne stavo disteso a letto, nella stanza al primo piano della nostra casa. Era il rumore degli zoccoli di legno che marciavano. Tutto iniziò in modo piuttosto sommesso, quando le prime sparute paia di zoccoli uscirono di casa. Poi il rumore si fece più forte, a mano a mano che la gente confluiva nella strada, fino a diventare simile al movimento di una sinfonia che tocca il suo apice, un crescendo accompagnato dalla simultanea raffica delle sirene che si levavano da tutte le fabbriche. Poi fu silenzio e i miei occhi si chiusero nel sonno”.
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Nostalgico...
Ho letto questo libro dopo aver letto le recensioni degli altri utenti, l ho letto in due giorni, e un libro che ti prende da subito.
Ti senti parte della storia grazie alla voce narrante di ' arry che ti sembra quasi di conoscere da sempre, e un libro pieno di amore e sofferenza, focalizzato anche sulla cultura ebraica.
Quando lo finisci hai vogla di scoprire di più sull argomento" religione" perché tante cose che vengono spiegate meriterebbero di avere più spazio, ma il libro e una storia che ti accompagna con malinconia e nostalgia fino alla fine
Libro da leggere e forse ripeto bien voglia di approfondire alcuni argomenti!
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Lettura consigliata
Ho appena finito di leggerlo e la prima parola che mi viene in mente per descrivere quello che mi rimane dentro di questo libro è NOSTALGIA...
Nostalgia per un tempo passato che è totalmente diverso dal nostro ma che per tanti aspetti forse era più affascinante... dove i bambini erano BAMBINI e non per forza piccoli geni o piccole modelle che non possono correre per non sporcarsi i vestiti.... Sicuramente un periodo più difficile a causa della miseria che regnava incontrastata, di pregiudizi molto forti e superstizioni radicate nei secoli... Ma la cosa che mi ha colpito molto è che quando accadeva qualche disgrazia, non c'era muro che fosse invalicabile e tutti si ritrovavano dalla stessa parte della strada....
Sicuramente la figura di questa madre coraggiosa e instancabile che alla fine scende a patti con le sue credenze, per amore di sua figlia, mi ha molto colpito.
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Toccante
Il muro invisibile è una storia vera, toccante che non può non invitare alla riflessione.
Siamo nei primi anni del Novecento in una cittadina inglese, due diverse comunità ( una ebrea e una cristiana) devono convivere l'una di fronte all'altra, in comune hanno la miseria e la povertà.
Qui vive il piccolo Harry, il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando quasi tutto il suo salario nei pub, la madre manda avanti la famiglia come può.
Mi ha commosso la figura di questa donna che stoicamente e con grande dignità cerca di dare un futuro ai propri figli e che sogna l'America come la panacea.
Essenziale per la dinamica del romanzo è inoltre la storia d'amore tra Lily e Arthur, allora come oggi, quel muro invisibile che ha diviso e che sempre dividerà, può essere scardinato soltanto dalla forza dirompente dell' amore.
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Lascia il segno
Definirlo un romanzo penso sia un'offesa. L'autore narra in modo sorprendente la storia della sua infanzia e adolescenza trascorse nei sobborghi di Manchester, dove un muro divide ebrei e cristiani.
Il linguaggio è semplice e le pagine scorrono veloci,tuttavia il pathos è quasi tangibile. Il racconto emoziona talmente che ti senti all'interno della casa di Harry e tutte le vicende della famiglia ti commuovono nel profondo.
Ecco finalmente un libro che ti lascia il segno.
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L'età del ricordo
L’autore di questo libro, nato nel 1910 vicino a Manchester, ha sempre avuto a che fare con la scrittura durante la sua attiva vita. Ha lavorato a lungo come redattore e selezionatore di sceneggiature cinematografiche e ha scritto inoltre numerosi articoli su vari giornali come giornalista freelance. Nel 2002, alla veneranda età di 92 anni, dopo la morte dell’adorata moglie Ruby, per vincere il totale sconforto che lo assale e che gli impedisce di sentirsi vivere nel presente e di proiettarsi nel futuro, facendogli pensare addirittura al suicidio, decide di volgere uno sguardo al passato scrivendo la sua storia e quella della sua famiglia. Nasce così questo bellissimo libro “ Il muro invisibile” in cui ripercorre la sua infanzia vissuta nel Lancashire, in un piccolo villaggio industriale dell’Inghilterra del Nord, nel periodo della Prima Guerra Mondiale. Ultimo di cinque fratelli, il piccolo Harry vive in una povera casa, in una strada acciottolata abitata da un lato solo da ebrei e dal lato opposto solo da cristiani, come se fosse attraversata da un muro invisibile che divide i suoi abitanti secondo il loro credo religioso. L’unica cosa che li accomuna è l’estrema povertà contro la quale, entrambe le parti, combattono faticosamente. Il padre di Harry, un uomo alcolizzato, aggressivo e totalmente sopraffatto dalla forza della medesima brutalità che impregnò la sua stessa infelice infanzia, scarsamente si occupa della famiglia, spendendo nei pub quel poco che guadagna nella fabbrica di cucito. Il compito di mandare avanti la casa e di arrangiarsi come può nell’allevare i figli grava tutto sulle spalle della madre, una donna eccezionale che riesce a cavalcare l’onda delle difficoltà del sopravvivere senza rinunciare ai sogni, che le permetteranno sempre di guardare avanti e di conservare intatto, in lei e nei suoi figli, il sentimento salvifico della speranza di una vita migliore. Il lettore, coinvolto totalmente dalle vicende raccontate, diventa egli stesso un abitante della strada, trascinato in questo appassionato e frenetico microcosmo dove si alternano illusioni e inganni, attese e drammi, amore e dolore, nell’intricata complessità di sentimenti nascosti, dietro una vita solo apparentemente proiettata a fronteggiare la quotidianità. Ma spesso i grandi eventi storici come la guerra, eventi capaci di generare immani dolori, così come la felicità semplice dell’accoglienza di una nuova vita, saranno capaci di incrinare quel muro invisibile, ottuso e ostile, asserragliante ed amaro, lasciando filtrare l’alito di una forza fiduciosa di distensione e cambiamento. La spietatezza dei fatti storici successivi, sovrasterà ogni costruttiva trasformazione erigendo muri ancora più alti e solidi, alla base dei quali morirà ogni forma di tolleranza e pacifica convivenza, ogni riscatto, ogni desiderio, ogni felice percezione dell’esistenza. Ma l’infanzia di Harry, grazie agli insegnamenti di una madre meravigliosa, non spegnerà la speranza e questo incantevole libro, intenso, semplice ed emozionante è un inno alla gioia del vivere, l’unica capace, nell’accettazione totale delle miserie e delle grandiosità umane, di entrare profondamente nel cuore.
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Complimenti Harry
Nel leggere il risvolto di copertina non si può non pensare a “Chiamalo sonno” capolavoro assoluto di Hanry Roth che lo scrisse nel 1934 e che non può mancare nelle librerie, non solo degli appassionati del genere, ma neanche in quelle di chi ama la buona scrittura. La foto invece fa venire in mente un altro ottimo e avvincente romanzo: “Le ceneri di Angela” di Frank McCourt. Ma sono qui per parlarvi dell’opera prima di Hanry Bernstein che, a dir la verità, non mi ha entusiasmato più di quel tanto. Certo è carino, a volte si ride e si rimane coinvolti nelle vicende, nelle beghe, nei pettegolezzi degli abitanti di questa strada di un povero quartiere di questa città industriale inglese. L’ostilità, che non sfocia quasi mai in violenza, tra le due comunità è palese ma quello che più risalta e che nei veri momenti di difficoltà gli abitanti si trovano uniti e compatti. Non traspare, per fortuna, una chiara connotazione di odio razziale nei confronti della comunità ebraica da parte di quella cristiana e viceversa. Non necessariamente bisogna appartenere a due diverse comunità perché si possano creare incomprensioni, disaccordi, litigi, dispetti, ripicche e quant’altro tra persone e famiglie che abitano in una stessa strada. Forse è nella natura dell’uomo cercare ad ogni costo lo scontro: ma questo è un altro discorso. Forse, anche se so che non bisognerebbe farlo, condizionato dai due romanzi di cui vi ho accennato all’inizio, assegno un voto medio che aumento di una tacca in considerazione della “giovanissima” età dell’autore. Complimenti Harry!
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Le ceneri di Angela
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