Il libraio
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Favola per adulti
Il libraio è la storia, appunto, di un libraio, che vive la vita ancorato alla sua libreria, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, nutrendosi solo di tisane e libri.
Il libraio è una fiaba, poetica, quasi eterea, ma di cui non mi è rimasto niente.
Il racconto semplicemente scivola via sotto gli occhi, lancia qualche spunto di riflessione e subito dopo ritorna ai suoi toni favoleggianti che ricordano un libro per bambini.
La figura del libraio, che può apparire romantica per certi versi, in realtà alla fine mi ha fatto molta tristezza: è un uomo che si rifugia nei libri al punto tale da smettere di vivere la vita vera.
Non so se è un libro con un messaggio che non sono riuscita a carpire, o se semplicemente erano tante belle parole messe insieme.
Morale: si può sfruttare il proprio tempo per leggere qualcos'altro.
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Ma che libro è?
L'ho letto in un ora e mezza, mi ha preso, immerso in questo mondo assurdo fatto di frasi buttate li, senza un reale significato o forse senza che io lo trovassi.
Mi ha lasciato basita, sono andata a letto con mille punti interrogativi:
Cosa voleva dirmi?
Qual'era il messaggio che voleva lasciare?
Perchè mi ha incuriosita così tanto?
Che corde ha toccato?
Voleva fare l'alternativo?
Essere il nuovo Antoine de Saint-Exupéry?
Mi ha lasciato una malinconia assurda, certi momenti mi ha fatto sorridere, altre volte pernsare ma adesso a distanza di un giorno mi domando se ha effettivamente lasciato qualcosa.
Non lo trovo geniale, tantomeno surreale o assolutamente fantastico.
Mi sembra di non averlo letto nonostante la scrittura semplice e immediata, com molti dialoghi e frasi brevi.
Mi sembra di averlo già dimenticato.
Non lo consiglio.
P.s.: ho sbagliato a mettere voto 2 su tutte e tre le sezioni, ovviamente volevo mettere 1 ma non riesco più a modificarlo!!! Scusate!
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Un libro mai letto
Lui è "un libraio molto malinconico" che "non aveva amici...era pittosto alto, rosbusto...ed assomigliava ad un libro." Il libraio "non lasciava mai la sua libreria perché questa non chiudeva o forse era la libreria del libraio che non chiudeva perché lui non la lasciva mai." Iniza così il processo di identificazione tra il libraio e la sua libreria, luogo d'incontri e di riflessioni. "Quando il libraio leggeva un libro aveva l'impressione di essere amato...quando la pagina di un libro gli ricordava il suo amor perduto, l'uno o l'altra delle tre donne della vita o tutte e tre insieme, il libraio, imparava a memoria la pagina pensando che un giorno, forse, avrebbe avuto la possibilità, nel mondo visibile o in quello invisibile di recitargliela, trasmettergliela e fargliela pervenire in qualche modo." E così " si era trasformato in una raccolta di pagine per il suo amor perduto, pagine...la cui bellezza, man mano che le raccoglieva abbelliva senza che se ne rendesse conto."
Credo che ognuno di noi porti nel cuore il suo "libraio" che ama i libri perchè si sente amato. Nel romanzo la forza evocativa delle parole si materializza nelle pagine imparate a memoria e la vita del malinconico libraio si identifica nella diemensione spazio/temporale della sua libreria. Qui sembra quasi che il genere umano gli faccia visita... anche Dio gli si avvicina e lo aiuta a riaprire il suo libro interiore guidandolo fino all'ultima pagina. Nel romanzo emerge una delicata dimensione metafisica che accompagna il nostro libraio che aspetta sempre qualcuno o qualcosa che solo i libri gli hanno saputo regalare. Forse al libraio manca la forza interiore di cogliere l'essenza della vita perchè non esce mai dalla sua libreria, non corre incontro al mondo ma è il mondo che gli fa visita.
" Un' immensa tristezza ogni giorno s'impossessava di lui. Solo i libri sentivano il suo dolore, lobisbigliavano e si stringevano per sostenerlo." E' la tristezza di chi si lascia vivere dimenticandosi che la vita si vive perchè è stata donata ad ogni essere speciale che è in noi! E' "il libro della vita" quello che il nostro libraio non ha mai avuto il coraggio di leggere fino in fondo!
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Carta velina
Alla fiera del libro lo stand vicino al mio era quello dell’ Aìsara e le coloratissime copertine dei loro libri hanno attirato la mia attenzione. Così ho deciso di comprarne uno e la signorina dello stand ha strappato la pagina di un altro libro, l’ha infilata in quello appena acquistato, e mi ha detto che era un “assaggio”. Io, stupita e un po’ inorridita, sono tornata al mio stand, pensando che forse non era una cattiva idea per farsi pubblicità. In seguito ho comprato anche il libro della pagina strappata e quando l’ho letto ho capito il motivo di quel gesto. Lascio ai lettori il piacere di scoprire il significato di questo gesto.
Il libro in questione è “Il Libraio” di Régis de Sá Moreira, edito da Aìsara.
Sono tantissimi i libri dedicati ai librai, ma questo è davvero diverso. Leggero e delicato come un foglio di carta velina, ha come protagonista, inutile sottolinearlo, un libraio. Non troppo giovane né tanto vecchio, il libraio non ha un nome né una descrizione fisica precisa. Ci è dato di sapere che è abbastanza alto e robusto e vive nella sua libreria insieme ai suoi adorati libri, nutrendosi solo di tisane di cui non ricorda mai né il nome né il sapore per cui è sempre costretto a provarle e riprovarle,ascoltando la musica di Mozart e a volte parlando con Dio. Tutto il suo mondo è la libreria, che non chiude mai e da cui non esce mai.
Il libro è piacevole, scorrevole e mai banale. È anche un po’ ironico perché di librai così credo ne siano rimasti davvero pochi. Librai che leggono, voglio dire, non che si limitano a leggere la scheda fornita dalla casa editrice. Librai che sanno consigliare il libro chiedendoti a chi è destinato, quali sono i gusti del lettore, cosa lo appassiona.
Questo libraio è così, legge tutti i suoi libri, ogni tanto ne vende qualcuno, ma solo a chi gli fa simpatia.
Difficile da credere!
Regis de Sá Moreira, scrittore franco-brasiliano, scrive con delicatezza queste pagine senza mai calcare la mano, come se a vergare i fogli di carta velina fosse una vecchia penna a inchiostro, con uno stile leggero e ironico, a volte con riflessioni più profonde. Il libro, in questa libreria, diventa un’entità che vive di vita propria e la libreria stessa una corazza che lo protegge dal mondo. Ma come dice Daniel Pennac , (Come un romanzo, 1992) “Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.) Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.” E allora, forse, ogni tanto dovremmo appendere alla porta un cartello con su scritto “chiuso per ferie”, fare suonare il campanellino di entrata,“Pudupudupudù”, e uscire fuori. Perché la vita è lì che ci aspetta e bisogna viverla per raccontarla.
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E quindi?
Banale in un modo assoluto,squisito e disarmante.
Non lo consiglio a nessuno e allo stesso tempo lo consiglio a tutti.
Praticamente l'ho divorato ed è come se non l'avessi letto.Ed ora mi viene il dubbio che lo scopo dell'autore fosse proprio questo:un libro in cui accade di tutto e assolutamente niente nello stesso tempo.
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- sì
- no
Un incubo?
Confesso che nessun libro mi aveva mai lasciato così perplesso.
Non ha un senso. Nè un verso o una direzione.
E' un sogno, o meglio, un incubo di chi l'ha scritto. Sospetto anche un briciolo di sarcasmo e senso dell'umorismo.
Che abbia voluto prendere in giro il lettore?
La dimensione onirica è certa. Sembra di assistere a una di quelle tragedie greche dove, nel rigido rispetto dell'unità di spazio e di tempo, il protagonista si muove solitario sul palco nell'attesa che qualcosa o qualcuno o qualche "deus ex machina" (i clienti) passi a cambiargli la vita. Ma senza il senso catartico della tragedia greca stessa.
La trama? Mah... Pudupudupudù! E' l'unica cosa che mi sento di dire.
Si legge velocissimo perchè l'autore ha per fortuna diviso i suoi capitoli in modo molto veloce.
E in effetti non posso dire che non mi sia piaciuto, ma mi ha lasciato un po' basito. Alla fine mi sono chiesto "Eh beh? Cosa voleva comunicare l'autore?"
Se mi viene in mente ve lo saprò dire.
Comunque ve lo consiglio proprio per la sua unicità nel panorama odierno.
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Libri, tisane e fantasia.
Il protagonista è un libraio che trascorre la vita nel suo negozio, giorno e notte; è così affezionato ai suoi libri da picchiare un cliente che voleva acquistare l'ultima copia di un'opera. Conosce bene i frequentatori abituali, con tutte le loro manie e i loro punti deboli; e sa inquadrare subito quelli nuovi. Nella monotonia di questa vita scandita dal campanello del negozio e dalle tisane che assapora più volte al giorno, ritroviamo un'avventura infinita che scorre tra le pagine di questo libro inconsueto e divertente.
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Dedicato a voi...
Mi piacerebbe avere tantissime copie di questo libro.
Mi piacerebbe avere della carta da pacco, quella grezza, color corda.
Mi piacerebbe avere dei nastri colorati, di cotone , in tinta unita, facciamo rossi.
MI piacerebbe disporre tutto su un tavolo, fare dei pacchetti e regalarne uno ad ognuno di voi Qamici.
Non si puo' fare, ma e' il pensiero che mi ha sfiorato spesso leggendo questo romanzo.
Si, perche' questo e' un racconto per tutti coloro che amano leggere.
Per tutti coloro che quando entrano in una libreria si sentono un bimbo nel paese dei balocchi.
Per tutti coloro che prendendo un romanzo tra le mani , lo toccano, lo guardano, si innamorano e non possono posarlo piu'.
Per tutti coloro che quando escono dalla libreria con il loro sacchetto si sentono felici.
Per tutti coloro che da soli o in un luogo affollato, con quel libro sulle ginocchia,ridono pensano piangono , al diavolo chi li guarda storto e non capisce.
Per tutti noi che siamo un po' come lui :
"... Non appena apriva un libro, si sentiva felice.
O,perlomeno, si sentiva bene.
Era quasi una gioia infantile.
Ma anche una debolezza.
Aveva l'impressione che qualcuno si occupasse di lui, che qualcuno si prendesse cura di lui.
Per dirla tutta, quando il libraio leggeva un libro, aveva l'impressione di essere amato."
Curioso che abbia dovuto comprarlo su internet alla fine, curioso non averlo trovato in libreria e curioso che nessun libraio conoscesse il libro o l'autore.
Il libraio perfetto nella libreria dei sogni non e' entrato in alcuna libreria vera nè tantomeno nella testa dei librai, dalle mie parti. Peccato.
Veniamo a noi.
Il racconto parla appunto di questo libraio, che piu' che di vendere, si occupa di leggere.
Si, perche' ognuno dei suoi libri e' stato letto, prima di entrare nel negozio.
Una libreria che non chiude mai. Lui e' sempre disponibile, lui vive nella libreria, si nutre di tisane e di libri.
Non ha bisogno di altro.
In questa libreria illuminata solo dalla luce naturale del sole lui accoglie i suoi clienti, li coccola, li ascolta, li aiuta.
Il libraio si prende cura dei suoi libri, i libri si prendono cura del loro libraio.
Nel negozio come nella vita entra Dio, entra la morte vestita di nero, entra l'amore perduto, entra la bellezza di una donna, entra l'innocenza dei bambini, entra l'amicizia tradita, entrano i sogni,entrano gli interrogativi, entra l'intelligenza,entra la noia, entra la maleducazione,entra l'arroganza.
Perche' in fondo, il negozio del libraio, altro non e' che la sua vita.
Si legge un racconto e trapela il Rispetto.
Trapela la gioia per le piccole cose.
Trapela la felicita' del coltivare le proprie passioni e di esse nutrirsi.
Una favola per adulti, che ti lascia a sorridere di tanto in tanto, talvolta con tenerezza talvolta con ironia.
Fa l'effetto di un piumino bianco da cipria,morbido e profumato di talco, che ti scivola sulla pelle della schiena e ti lascia gradevolmente assopito.
Ogni tanto serve una bella favola.
Ed un libraio e una libreria cosi' , ce li meritiamo tutti, anche solo per 120 pagine.
Dedicato a voi, buona lettura.
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Il libro del libraio
Continuo con la tradizione di riportare i tratti più belli di questo libricino molto carino.
"Il libraio credeva nell'aldilà. O meglio, credeva che tutti avrebbero trovato dopo la morte quello in cui avevano creduto in vita. Chi credeva nell'inferno e nel paradiso, avrebbe trovato l'inferno o il paradiso; chi credeva nella reincarnazione avrebbe trovato la reincarnazione; chi credeva in nulla avrebbe trovato il nulla. Per questo lui si ritagliava uno spazio nella giornata per ornare il suo aldilà, e aggiungeva piccoli dettagli ogni giorno."
Non c'è una storia precisa, una trama completa, un inizio e una fine ben delineata in questo romanzo. E' una serie di eventi che si susseguono, alcuni paradossali, altri molto toccanti, e soprattutto la prensentazione del nostro grottesco protagonista: il libraio.
Un libro che parla soprattutto dell'amore, l'amore verso la carta stampata, verso quelle cascate di parole sul foglio bianco, che sono capaci di farci sognare e commuovere e sorridere. Il libraio è così innamorato dei suoi libri da considerarli reali, da trattarli come persone.
Una chicca della storia è la mania del protagonista di strappare una pagina da ogni libro che lo ha particolarmente colpito, e spedirla ai suoi fratelli sparsi per il mondo.
Certo sono inorridita al pensiero dei libri mutilati, ma l'idea di mettere insieme tutte quelle pagine per creare "il libro del libraio" l'ho trovata molto tenera.
Il libro inizia così all'improvviso catapultandoti nella vita del libraio, e finisce anche così, di punto in bianco lasciandoti un sorriso e un po' di malinconia; perchè in fondo, al libraio ti ci sei affezionato un po'.
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I libri come nutrimento
Detesta le descrizioni fisiche, a parte i capelli, non sa ben rapportarsi con la cattiva educazione e, soprattutto, non ha alcuna tolleranza per le coppiette che entrano nel suo negozio. Queste alcune delle caratteristiche del libraio, personaggio irreale ed affascinante. Trascorre le sue giornate nella libreria, non chiude mai, non mangia ma si nutre di libri e tisane: ogni cliente una diversa pozione naturale. Il libraio ha avuto tre donne nella sua vita e vive nel loro ricordo; non ha più amici, quelli che aveva non lo riconoscono nemmeno più, per loro si è trasformato in un semplice argomento di conversazione. Ogni tanto il libraio strappa una pagina da un libro e poi la spedisce ad uno dei suoi fratelli e sorelle dispersi per il mondo, sa che loro le leggono e ne capiscono il significato; quando lui morirà, quelle pagine riunite costituiranno il libro della sua vita. Confinato nella sua solitudine questo straordinario personaggio sostiene conversazioni impossibili: con il Dalai Lama, con una voce senza corpo, con la solitudine, quasi personificata, ed addirittura con Dio, con il quale, a volte, ha dei diverbi. In realtà i suoi unici compagni sono i libri: lui li nutre, li accudisce, li protegge, non li lascia mai soli, e i libri ricambiano allo stesso modo. Il libraio conosce a memoria tutti i testi della sua libreria e li rimpiazza solo quando uno di essi lascia il negozio: si limita, insomma, a riempire i vuoti.
Lettura molto piacevole, la magia che permea ogni pagina finisce col travolgere anche il lettore, ed allora ci si perde tra gli scaffali di questo stralunato negozio. Qualche esagerazione e forzatura qua e là e, a mio avviso, alcune immagini non brillano per originalità ma, in definitiva, vale la pena conoscere un personaggio fuori dagli schemi come il libraio, uomo che obbliga se stesso a condurre una non vita a favore dei suoi amati libri.
«Come poteva il libraio sapere che sarebbe stato il primo a morire?
Lo sapeva.
Aveva letto un’intera libreria di libri e lo sapeva.
Al punto che a volte si chiedeva se non fosse già morto».
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Il libraio
Ci sono libri che non vogliono insegnarti niente, non vogliono darti una morale, non hanno un significato recondito tra le righe, non pretendono di fare alta letteratura. Ci sono libri che semplicemente ti accompagnano, ti fanno un po' di compagnia, trasportandoti in un mondo immaginario quanto assurdo ed impossibile magari strappandoti ogni tanto un sorriso. Ci sono libri che ti fanno conoscere qualcuno che una volta terminate le pagine vorresti conoscere per davvero. Regis de Sà Moreria, con Il libraio, ha scritto uno di questi libri. Un libro che parla di libri e di un libraio che li ama, che ha una libreria aperta tutto il giorno e la notte, per tutto l'anno, e contro ogni logica di mercato vende poco a pochi clienti e non fa nulla per vendere di più. Il libraio ha la libreria perché si nutre di libri, di libri e di tisane e dentro la sua libreria transitano persone strane, allegoriche, inverosimili “servite” dal libraio, a volte con uno sguardo, a volte con una frase e qualche volta con un libro. La libreria del libraio vende libri che il libraio ha letto, tutti, e vengono sostituiti solo quando qualche cliente li compra. Al piano di sopra una stanza contiene libri ai quali mancano delle pagine che il libraio ha strappato e spedito ai suoi fratelli, sorelle e ai loro figli sparsi per il mondo senza altra parola aggiunta, e tutte quelle pagine, messe insieme, alla morte del libraio formeranno il libro del libraio. Un inno al libro, alla professione del libraio, all'amore per la lettura.
“Il libraio passeggiò lungo gli scaffali della libreria. Prese a caso un libro da un ripiano. Andò alla prima pagina, iniziò a leggere e sorrise. Eppure non era un libro divertente, anzi, ma quello era l'effetto che i libri facevano al libraio, ed era anche il motivo per il quale era diventato libraio. Quando apriva un libro si sentiva felice.”
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Il libraio di Régis de Sà Moreira
"Quando ridiscese nella libreria, il libraio notò con una rapida occhiata che qualcuno aveva rubato dei libri. -Finalmente qualcuno che non ruba cose di merda- pensò sbrigativo".
Non è l'incipit del romanzo di Régis de Sà Moreira, Il libraio, edito a giugno da Aìsara, ma una delle frasi centrali del libro che dicono molto dello spirito del protagonista.
Régis de Sà Moreira racconta la storia di un libraio che gestisce una piccola quanto particolare libreria "in un luogo a migliaia di chilometri" rispetto a dove ci troviamo. Potrebbe essere qualsiasi paese o città dove abbiamo vissuto, che conosciamo, oppure che abbiamo solo immaginato. Eppure lì, proprio in quel singolare posto dimenticato da tutti c'è il librario. E non uno qualunque, ma un individuo piuttosto robusto, che porta sempre un cappello e che si nutre di libri e tisane. Proprio così, si nutre di libri e tisane. Il suo motto è "ogni cliente una tisana" (anche se in origine era "ogni cliente un caffè").
Un alternarsi, quasi ritmato, di clienti bizzarri (il tizio che voleva tre libri da portare su un'isola deserta, la gran dama nera, le ragazze con la sindrome dell'ultima pagina, la fioraia, l'avventuriero che voleva una guida di viaggi, i testimoni di Geova) entrano nella sua libreria, si affacciano su questo mondo incantato fatto di libri che circondano il banco del librario quasi nascondendolo, romanzi e saggi che abbracciano il libraio quando è in preda alla tristezza oppure mentre legge. I clienti rimangono esterrefatti dall'oceano di romanzi che li accoglie e difatti questo è proprio l'obiettivo del librario, a lui "piaceva l'idea che i clienti si trovassero da soli davanti a un oceano di libri, una marea, per la precisione, senza che nessuno li osservasse".
Le richieste dei clienti sono stravaganti ma ad ognuna di queste il protagonista sembra dare risposte sincere e oneste, prendendo sul serio qualsiasi cosa gli venga chiesta.
Il libraio non ha amici, o meglio ha smesso di averne quando ha scoperto che era diventato per loro un argomento di conversazione. Sarà proprio l'incontro con un suo ex amico a svelare un altro lato del suo carattere.
E così il protagonista trascorre le sue giornate a leggere, a bere tisane e ad accogliere i clienti. Ogni volta che legge una pagina ben scritta, che contiene un particolare insegnamento, il librario strappa la pagina e la spedisce ad uno dei suoi cinque fratelli o ad una delle sue cinque sorelle sparse per il mondo, sperando che, alla sua morte, possano unire questi fogli formando il libro del librario.
Un romanzo dai contorni sfumati, dove la realtà e la fantasia si intrecciano sapientemente. Un libro che dona emozioni ma anche sorrisi, grazie a quelle venature ironiche che si possono incontrare sparse qua e là nelle pagine.
In un periodo dove sembra esserci spazio solo per gli ebook, è bello leggere in questi termini le emozioni che possono scaturire dalla carta stampata.
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il libraio
Prima di tutto questo libro è un libro sui libri.
Sull'amore per la lettura e sulla piacevolezza che tale atto può dare a un qualunque lettore.
Il titolo è azzeccatissimo perché effettivamente c'è un solo personaggio all'interno del romanzo, il libraio, gli altri, chi più chi meno, sono semplicemente delle comparse, pur essendo delle comparse bizzarre e se proprio dovesse esserci un personaggio secondario, sceglierei i libri in generale. Si, perché in questa storia anche i libri hanno una loro caratterizzazione. Il libraio è un amante dei libri, una persona che vive solo di libri e per i libri e un po' anche per i suoi clienti, ma solo per quelli che gli stanno simpatici, che in realtà sono più spesso dei pazienti, delle persone da guidare, educare, accogliere e ascoltare. Non mancano delle scene veramente esilarati e delle pagine un po' più riflessive. l'intreccio non è dei migliori, in realtà l'unica cosa che porta un lettore qualunque ad arrivare alla fine del romanzo è la piacevolezza e la dolcezza del romanzo stesso. Proprio per la presenza di un intreccio debole che comunque ti porta ad arrivare alla fine del libro senza alcun tipo di stanchezza o noia direi che è un libro fuori dall'ordinario
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