Il giovane Holden
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the Catcher in the Rye
Sono passati ormai più di 60 anni da quando questo romanzo è stato scritto, ma il ritratto del giovane poco più che adolescente che lo caratterizza rimane di un'attualità sconvolgente. Holden lascia la scuola dopo essere stato bocciato,non vuole farlo sapere ai suoi genitori e ce l'ha con il mondo intero. Questa in poche parole è la trama del romanzo, ma non è per gli eventi in esso narrati che questo romanzo passa alla storia e sconvolge la letteratura del secolo scorso, creando un solco dove passeranno scrittori come Kerouak e John Fante. Forse è il linguaggio che Salinger mette in bocca alla voce narrante, il ragazzo stesso, ricco di slang ed espressioni tipiche dei giovani, ma certo è che leggendo si entra nella mente di Holden Caufield, si respira con lui, si vivono le sue ansie e la sua insofferenza verso le ipocrisie.
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CONTROCORRENTE
L'avevo letto mille anni fa e non mi aveva lasciato dentro niente.
Tutti dicono che è un capolavoro e allora l'ho riletto.
E non mi è piaciuto per nulla.Confusione e autolesionismo di un ragazzetto immaturo. Come tutti a quell'età. Il "vecchio Holden" sembra volersi distruggere,poi se la cava.
E' stata dura. E inutile. Credo.
Lo rileggerò fra una decina di anni. Se campo.
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IL sempre giovane holden
Mi meraviglia che alcuni considerino questo grandissimo libro adatto solo a lettori adolescenti.
Io l'ho letto qualche anno dopo la pubblicazione ed ero sui venti anni e l'ho riletto ora che sono vicina ai 70.
Il male di vivere , la solitudine affettiva ed il sentirsi diversi avvelenano e portano all'autodistruzione certamente con maggiore facilità i giovani , ma non solo i giovani .
Indubbiamente William Caufield è un adolescente , ma la sua parabola esistenziale vale da paradigma per ogni momento negativo della nostra vita.
Non è solo da giovani che si risponde al dolore di vivere lasciandosi andare.
Salinger ha conferito al protagonista del suo capolavoro un profondissimo significato che va al di là del tempo.
Ed ha dato una voce potentissima alla speranza di risalire la china e di trovare una persona che ci voglia bene così come siamo, così come William Caufield trova un valido aiuto nell'affetto disinteressato della sorellina.
Aggiungo che capolavori sono anche i "Nove racconti", ripubblicati da pochi giorni da Einaudi ,ma non trovano udienza in questa sede.
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Da rileggere
Avevo letto questo libro all' età più giusta (16- 17 anni), ma come spesso succede con i libri cosiddetti "scolastici", si assaporano meglio in età adulta e comunque quando non si è obbligati da qualche prof alla lettura!! Ho voluto rileggerlo, ahimè, in concomitanza con la scomparsa dell' autore, come penso avranno pensato di fare molti di voi... beh, se non l' avete ancora fatto, compratelo assolutamente, perchè oltre a farvi tornare indietro di qualche anno, alla "testa" dell' adolescenza, a quel linguaggio, a quel modo di creare collegamenti mentali assurdi e fuorvianti, è interessante capire quanto questo libro abbia spianato la strada a diversi autori di oggi... Un classico evergreen
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Un cero capolavoro del Novecento
Un libroche ha il respiro e il passo dei veri classici.
Per favore, non mischiatelo a Baricco e ad altri che restano molti km. al di sotto del livello raggiunto da Salinger.
Il protagonista riassume in sè tutti gli adolescenti,non solo della sua epoca ma anche della nostra , con la sua ribellione all'ipocrisia ed al conformismo della società , al perbenismo di facciata , al silenzio dei genitori assenti,con la sua solitudine , con il suo progressivo lasciarsi andare.
L'unica persona che dia una mano a W.Caufield è la sorellina, l'unica capace di amarlo senza riserve , l'unica pronta a seguirlo ovunque,perché solo solo il mondo dell'infanzia ha dentro di sé quella purezza e quell'innocenza ormai sconosciute agli adulti.
Lo stile è essenziale , rispecchia certamente il parlato degli anni '50, ma ha una immediatezza che può essere estesa anche agli adolescenti di oggi .L'azione corre implacabile nella descrizione della discesa agli inferi del protagonista, senza perdersi in inutili dettagli.
Ho letto da pochi anni questo stupendo libri. Credevo infatti che fosse uno dei tanti " romanzi del secolo" gabellati dai media e da una critica compiacente. Mi sbagliavo: l'ho letto tutto d'un fiato e riletto più volte.
Un vero capolavoro.
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Forse troppo tardi
Forse l'ho letto troppo tardi...nel senso che , per quanto scritto nel 1951, è più facile per un adolescente capire l'ironia, le sofferenze e le debolezze del protagonista e condividerle.
Se lo si legge dopo i 20 anni bisogna fare uno sforzo per ritornare a come eravamo e a quello che pensavamo, oppure succede come a me di immedesimarsi maggiormente nei pochi professori mentalmente aperti che cercano di consigliare Holden e di aiutarlo.
Insomma non mi ha strabiliato ma riconosco che se un libro sul disagio adolescenziale e sulla pochezza del contributo della scuola nel contributo alla crescita di un individuo continua ad essere attuale quasi 60 anni dopo essere stato scritto...beh...qualche pregio ce l'ha...
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l'adolescenza
Il romanzo alla sua uscita, nel 1951, ottenne un immediato successo per la novità del linguaggio e per la pungente critica alla società borghese americana. Il giovane protagonista, indolente e privo di fiducia in se stesso, divenne ben presto il prototipo dell’adolescente in crisi, deluso dall’ipocrisia del mondo adulto. Se il giovane Holden somiglia poco con la sua disarmante sincerità e la sua sensibilità agli adolescenti smaliziati di oggi, i temi del romanzo (il difficile rapporto con la famiglia, il sostanziale fallimento della famiglia e della scuola nella formazione, il rifiuto di crescere perché non ci si riconosce in quello che il mondo adulto propone) non sono certo superati.
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