Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    28 Ottobre, 2018
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Il ritratto dell'esperienza.

“Non è poi così difficile interpretare la parte dello scemo se lo si è di natura.”

La trama in breve: Alan Karlsson si trova ospite di una casa di riposo. È il suo compleanno e tutti, infermieri e non, sono pronti per i festeggiamenti: compirà 100 anni. Un secolo di vita è molto, ma Alan non sente il peso degli anni, anzi. Decide così di fuggire dalla finestra di camera sua, dando inizio ad una serie di eventi rocamboleschi e al limite del surreale che, rimanendo in quella triste struttura, non avrebbe mai potuto vivere. Durante la sua “evasione” saprà mettere in atto tutte le sue incredibili capacità, frutto di una vita passata districandosi fra una guerra e l’altra, riuscendo a interagire con personaggi storici temibili e affrontando situazioni estremamente pericolose. Nel suo girovagare incontrerà alcuni personaggi, più o meno raccomandabili, che apporteranno a tutta la storia un tocco in più di originalità.

Ho comprato questo libro non senza sospetto, le recensioni erano troppo buone perché meritasse veramente. Da quando sono incappata in alcuni best seller che mi hanno lasciato più che interdetta, prendo sempre con le pinze quello che mi viene detto suo romanzi molto quotati.
Beh, dopo un’attenta lettura, posso dire di aver fatto bene a comprarlo, perché è veramente un libro adorabile. Esatto, adorabile. Riesce veramente a trascinarti nella lettura e Alan è un personaggio che è impossibile da odiare. Fondamentalmente lui rappresenta quello che tutti noi vorremmo essere veramente: persone libere. Non dimentichiamoci poi, che ha avuto la fortuna di arrivare a 100 anni arzillo, sveglio e in salute! L’ospizio è una prigione per un’anima libera come lui, gli sta stretto e non vuole condividere un traguardo così importante con le infermiere che gli provocano solo scocciature, la fuga è l’unica via. Quanti di noi vorrebbero fuggire da situazioni che ci stanno “strette”? Quanti di noi vorrebbero partire all’avventura autentica, senza una reale direzione? A 100 anni Alan non ha più nulla da perdere e scappa con le sue pantofoline ai piedi, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze delle sue azioni. Incontrerà delle persone che avevano bisogno di dare una svolta alla propria vita e con lui si sentiranno libere di voltare pagina. Alan mi piace perché è come se fosse una sorta di guida spirituale sbadata e genuina, un vecchio saggio che è stato forgiato dalla vita. Durante i numerosi flashback che si alternano ad una comoda narrazione lineare e pulita, si ha modo di scoprire l’incredibile gioventù dell’anziano. Un uomo ricco di risorse fin da subito, capace di sfuggire alla morte e di cambiare sempre il suo destino. Un uomo che non si è mai arreso al fato, ma che ha sempre lottato e si è ingegnato per uscire fuori dai guai.
Questo romanzo è un concentrato di positività, perché ad ogni intoppo Alan ci mostra che c’è sempre una soluzione, un diverso punto di vista per approcciare le difficoltà. La sua forza sarà amplificata anche dalle astuzie dei suoi compagni di viaggio che si riveleranno di fondamentale importanza verso la fine del romanzo.

Dal punto di vista più “pratico” c’è poco da dire: si legge da solo. Adatto a tutti, anche ai lettori non abituali, a chi legge prima di addormentarsi e a chi legge mentre viaggia sul treno. Si presta abbastanza bene ad una lettura poco costante, ma lo sconsiglierei perché la storia si segue bene ma è piuttosto intricata ed il rischio è quello di essersi dimenticati qualcosa fra una pausa e l’altra.

Sono rimasta veramente entusiasta di questa lettura come poche altre volte in vita mia, non mi voglio dilungare oltre nel commento perché la piacevolezza di questo romanzo è veramente troppo difficile da descrivere, va vissuta.

Correte a leggerlo (se non lo avete già fatto), buon divertimento!

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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    06 Ottobre, 2017
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AVERE CENT'ANNI E NON SENTIRLI

Evadere, questa è l'unica soluzione per fuggire da quell'arpia di Alice e da quel posto orrendo in cui tutto è programmato e dove non si può nemmeno bere della buona e sana acquavite.

E così Allan, nel giorno del suo centesimo compleanno, decide di saltare dalla finestra e scomparire! Scomparire...sarebbe più giusto dire allontanarsi alla velocità che la sua età gli consente.

Inizia l'avventura del nostro pimpante vecchino che giunto in una stazione di corriere ruba accidentalmente una valigia ad un giovane dall'aria non molto affabile, senza conoscerne il vero contenuto e non sapendo che così ha messo nei guai se stesso e tutti i nuovi amici che incontrerà sul suo, ancora lungo, cammino.

Un ladro, due fratelli litiogiosi, un delinquente, una rossa con il suo pastore tedesco e il suo elefante, un commissario di polizia e un centenario: un gruppo alternativo che cercherà di guadagnarsi il contenuto della valigia rubata, scappando dalla polizia e dalla fredda Svezia.

Il tutto alternato al lungo secolo di vita del protagonista, di cui scopriremo la grande capacità di creare bombe e far saltare in aria case e cose e la serie di personaggi storici famosi che ha conosciuto nel corso della sua vita, da Mao Tse-Tung a Truman, passando per Stalin e Churcill.

Divertente, vivace e mai scontato. Un'avventura lunga un secolo, che pare destinata a continuare.

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Radici Opinione inserita da Radici    28 Settembre, 2015
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Con un bicchiere di acquavite cambi il mondo

La cosa più importante al mondo è l'acqua, ma non per Allan Karlsson,per cui un bicchiere di acquavite è sempre la soluzione a tutto.
A fine libro, vi convincerete che questa è la realtà, lo dico anche io in questo momento con il mio bicchiere in mano.
Un libro irriverente, ironico che fa sorridere a ogni parola.

Già dalla copertina è lampante che il costume rosa porta dentro di se un uomo molto particolare. Jonasson riscrive la storia del mondo negli ultimi 90 anni. Dalla Russia degli zar, all'attuazione della bomba nucleare, approdando a Bali. Karlsson appare nei momenti più cruciali canzonando ogni vicenda, pilota ogni azione politica, pur odiando la stessa e non capendone nulla, questo è una cosa fondamentale da tenere a mente. Tutto ciò alternato dalla vita odierna del centenario scappato, il giorno del suo compleanno, dalla casa di riposo, dove scopriremo solo alla fine come ci è finito. Tra un bicchiere di acquavite e liquore verde alla banana, ci trascina in un'avventura unica, d'obbligo la partecipazione. La scrittura è scorrevole, più di 400 pagine che vanno giù lisce come la vodka.
Scherzi a parte, un libro molto interessante sotto molti punti di vista, che ci fa prendere la vita un po' alla leggera, alla fine non puoi non farlo leggendo come Jonas Jonasson ci presenta i più grandi uomini (nel bene e nel male) dell storia più recente.

Non sottovalutate la storia, in quanto l'avvicendarsi dell' ennesima avventura di Allan nella sua vita presente è anch'essa una storia unica.
Come leggere due libri, di cui uno è complementare all'altro. Leggetelo con un bel bicchiere di distillato, è un atlante storico sottomano.

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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    27 Agosto, 2015
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La spensieratezza dei 100 anni

Esilarante, simpatico e molto ironico, una lettura leggera e divertente. Un centenario che tenta una fuga inverosimile e si tuffa in una avventura dal film americano. La fantasia pura all'ennesima potenza, una storia molto coinvolgente e piacevole. Bella l’aria di spensieratezza che si respira leggendo questo romanzo, un centenario che non ha nulla da perdere e vive questa fuga con estrema libertà, senza vincoli, senza costrizioni e senza paure. Una surreale girandola di personaggi, con un susseguirsi di eventi a catena, ben arrangiati a comporre una storia veramente spassosa.
La scrittura è pulita lineare, diretta. Un libro da leggere con spensieratezza, portando a casa un certo senso di libertà che spesso manca nelle nostre vite troppo spesso ricche di costrizioni e vincoli di ogni tipo.

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Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    10 Agosto, 2015
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Un nonnino un po' pulp...

SPOILER

2 maggio 2005 Allan Karlsson compie 100 anni.
… e decide di fuggire scavalcando la finestra della casa di riposo dove vive. Perseguitato da un'infermiera che sembra uscita da "Amici Miei – Atto III", Allan si dirige alla stazione dei bus, destinazione ignota.
Qui un malvivente giovinastro gli ordina in malo modo di tenergli d'occhio la valigia mentre va in bagno.
Allan ruberà la valigia, che è piena di denaro.
E il giovinastro morirà, di lì a poco, in una cella frigorifera. Ivi dimenticato da Allan e dal un suo – appena conosciuto - complice Julius. Sorte analoga (ma all'estremo angolo del pianeta) toccherà ad un altro membro della banda (in realtà morirà schiacciato da un elefante instigato da Allan, ma poi il corpo sarà ritrovato… altrove. Lunga storia). Il capo-banda, invece, penserà bene di mettersi dalla parte di Allan e di unirsi alla sua, di banda.
In parallelo con la vicenda contemporanea, il romanzo ripercorre la lunga vita di Allan, più o meno dal suo inizio.
Una vita incredibile, letteralmente dentro a tutti gli avvenimenti del secolo. Ma non solo "dentro".
In genere Allan non è solo "testimone" degli eventi, ma decisamente "causa" degli stessi.
Tipo l'incendio di Vladivostok nel 1953.
Altri personaggi incroceranno il cammino di Allan. Sia nel tempo presente, sia nella narrazione del passato. Predicatori pazzi, omonimi di illustri scienziati, signorine troppe stupide per fare le cameriere (ma adattissime ad essere ambasciatrici), amabili fisici nucleari sovietici, De Gaulle, Stalin, Lyndon B. Johnson etc.
Sboccate ex-fanciulle in fiore proprietarie di elefanti, quasi-dottori in ogni branca dello scibile umano, teneri commissari e viscidi Pubblici Ministeri.
La lettura è lieve, ma non banale, secondo me.
Rimane addosso quella sensazione rassicurante, anche sé – ahimè – completamente fallace, che "vada tutto bene", che traspare da certi film di qualche anno fa, tipo "Don Camillo e Peppone" in cui, sì, c'erano opinioni divergenti, ma alla fine prevalevano il buon senso, il rispetto dell'altro, la vita.
In questo libro muoiono solo i cattivi (a volte i pazzi) e sembrano un po' le morti di Pulp Fiction, talmente fumettose e truculente che alla fine fanno ridere.
Ahimè, alla fine non va tutto bene, e il buon senso, il rispetto e la vita non prevalgono,però finché leggi il libro fai finta di crederci.
Ed è piacevole.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Marzo, 2015
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La vita che avrei voluto vivere

Esilerante romanzo di Jonasson Jonas.
Tutto si incentra su una improbabile fuga del vecchio Allan Karlsson, che il giorno del suo centesimo compleanno, decide di scappare dalla finestra della casa di riposo invece di festeggiare in pompa magna come la direttrice della stessa aveva previsto.
Allan decide di fuggire in pullman ma nell'attesa si imbatte in uno strano ragazzo biondo che non potendo entrare nella piccola cabina dei bagni pubblici insieme all'ingombrante valigia, chiede ad Allan di vigilare sulla stessa. La corriera sta per partire ed Allan senza pensarci due volte parte con la valigia del ragazzo. A mettersi sulle sue tracce, oltre alle autorità, allertate dalla direttrice della casa di riposo, si aggiunge anche il ragazzo biondo che tenta di recuperare la sua valigia. Questa corsa surreale alla ricerca del centenario può sembrare eccezionale per Allan. Ma lo è davvero? Si scoprirà come Allan da giovane abbia vissuto avventure più incredibili e di come abbia infuenzato i più potenti uomini del '900.

Il libro non è assulutamente impegnativo, la lettura è piacevole e in certi passi molto divertente. Per niente banale poiché gli intrecci della storia restano molto interessanti e ben studiati. Nonostante sia un testo disimpegnato, l'autore ci lascia un profondo insegnamento: prendere la vita alla leggera. Forse Allan lo fa fin troppo alla leggera, ma ad ogni modo gli va sempre bene.
Buon libro per l'esordiente cinquantenne Jonas Jonasson.
Discorso diverso è per il film tratto dal romanzo. Come spesso accade in questi casi il film non regge mai il confronto con il libro. C'è da dire però che non era assolutamente facile rappresentare l'intricata serie di eventi della vita di Allan.

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    12 Dicembre, 2014
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Salto per la libertà

Attraversare un secolo da protagonisti, incontrando i maggiori leader della storia del Novecento, prendendo con loro le decisioni più importanti, dalla creazione della bomba atomica al disarmo nucleare, impone una fine degna di tal vissuto che mal si confà alla morte in un letto di una banale residenza per anziani. Così Allan Karlsson , il giorno del suo centesimo compleanno, decide di saltare dalla finestra della sua camera nella casa di riposo per scappare verso nuove avventure.
Inizia con un balzo verso una nuova vita questo romanzo, che mette al centro della scena un arzillo vecchietto mal avvezzo agli acciacchi dell'età e che si fa vanto dei suoi numerosi lustri. Il suo presente e il suo passato vengono raccontati in capitoli alterni, analizzando gli avvenimenti delle settimane successive alla data del compleanno e i precedenti 99 anni e 364 giorni.
Come in un bignami di storia del Novecento, si narrano i maggiori avvenimenti successi in questo secolo a partire dalla rivoluzione russa fino al disarmo nucleare tra USA e Russia. Con frasi semplici, brevi e dirette si mescola la realtà alla fantasia e il nostro protagonista diviene indiscusso fautore dei destini mondiali. Come uno scandinavo Forrest Gump o un novello Mr Magoo, userà ingenuità e un pizzico di scelleratezza, per influenzare, senza neppure rendersene conto, la storia.
Mentre a colpi di idee innovative, nitroglicerina e acquavite Allan dirigerà le decisioni dei potenti della Terra, il romanzo trascinerà il lettore in un'ironica disquisizione sulla vecchiaia, sdrammatizzando i problemi dell'età e la paura della morte, dimostrando che se si ha voglia di vivere le occasioni non mancheranno mai, neppure quando gli anni diventano a tre cifre.
Attorno al vecchietto altri personaggi altrettanto folli, catalizzatori di caratteristiche dell'umano vivere, come l'eterno studente o il truffatore “moralista”, per formare una gang sgangherata e allegra.
Insomma un gran calderone con un po' di questo e un po' di quello, misuratamente dosato da risultare piuttosto buono, da cui emerge che se sia ha voglia di vivere e siamo pronti a cogliere l'attimo, il destino offre milioni di occasioni dando a tutti la possibilità, giovani o vecchi, di vivere avventure piene di incontri strani, preziosi e magici.
Per una spruzzata di ottimismo nei momenti no.

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Con un poco di zucchero - E. F. Carabba
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Virè Opinione inserita da Virè    24 Settembre, 2014
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Buone premesse non del tutto rispettate

Devo dire la verità tra il titolo, la quarta di copertina e le prime pagine mi sarei aspettata di più da questo romanzo. L'idea è carina e l'incipit invogliante, incuriosisce sin dalle prime righe: dove andrà mai questo vecchietto centenario, scappato in modo così divertente dalla casa di riposo, proprio mentre stanno arrivando gli invitati per la sua festa di compleanno?
Pian piano però il ritmo si affievolisce, la curiosità rimane, ma la storia prosegue lentamente, procendendo secondo due persorsi narrativi: la fuga, ambientata nel presente e i ricordi del passato dell'anziano, che ha girato un po' tutto il mondo, partecipando ad innumerevoli ed importanti eventi storici nei diversi paesi.
La curiosità di vedere dove andrà a finire, dove lo porterà la rocambolesca fuga, permane, ma si interrompe durante i lunghi resoconti del suo passato, dove si cerca di affidare il divertimento a situazioni surreali, che personalmente non mi hanno conquistato, anzi hanno contribuito a farmi ritenere tutto eccessivamente fantasioso e irrele. Chiariamo, ovvio che dalle prime pagine, dalla fuga in pantofole e poco più , è chiaro che non si tratta di un romanzo "reale" e di una storia "con i piedi per terra", però probabilmente è l'ironia e il modo di raccontarlo che aiuta a mantenere di più il contatto con il racconto. Andando avanti questo si perde, vengono raccontati, in maniera anche un po' noiosa, episodi sì divertenti, ma che non suscitano perticolare curiosità e fanno perdere la voglia di andare avanti fino al tanto sospirato finale. Credo che l'idea fosse molto carina, ma il tentativo di percorrere, tutta, ma proprio tutta, la storia di più di mezzo secolo, senza voler perdere nemmeno uno dei grandi avvenimenti che l'hanno caratterizzata e pretendendo di rendere sempre lui il protagonista di tali eventi, abbia reso pesante la narrazione, togliendole quella semplicità, quell'immediatezza e quel divertimento che invece all'inizio presentava.
Diciamo che la storia principale, quella ambientata ai tempi nostri, mantiene abbastanza le premesse dell'inizio; premesse che invece sono perse totalmente nei racconti del passato, a volte troppo approfonditi, per dilungarsi su episodi di ben poca importanza, a volte troppo superficiali, forse per mancanza di idee e che, quindi, rendono ancor più inutile la divagazione su quel periodo storico.
Inoltre una scelta di tal genere ha fatto sì che gli altri personaggi rimanessero sempre e solo di contorno alle peripezie del protagonista, quando invece avrebbero potuto dare molto di più alla storia, essendo tutti ben congeniati, ben caratterizzati e altrettanto simpatici.
Insomma, il giudizio non è negativo, ma non è di certo un libro che rimane impresso. Nonostante ciò lascio aperta la possibilità di tentare con il secondo, "Storia di un analfabeta che sapeva contare", sperando che quel senso di leggerezza, ilarità e divertimento che si avverte qui parzialmente, possa caratterizzare tutto il racconto.

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Nicolò Bonato Opinione inserita da Nicolò Bonato    13 Settembre, 2014
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Storie di una (lunga) vita incredibile

Allan Karlsson è un arzillo centenario la cui unica particolarità sembra essere la veneranda età raggiunta.
In realtà Allan ha trascorso la sua vita con alcuni dei protagonisti del ventesimo secolo, Stalin e Franco, giusto per nominarne due.
Il libro narra della fuga di Allan dalla casa di riposo dove alloggia, proprio alla vigilia dei festeggiamenti per il suo centenario.

La trama principale, di stampo picaresco, è intervallata da ampi flashback riguardanti l'incredibile vita del protagonista, costellata di incontri fortuiti e grandi colpi di fortuna, in un susseguirsi di piccoli ed enormi eventi che ricordano le avventure ignare e ingenue di Forrest Gump.

Oltre a "Forrest Gump", altri paragoni cinematografici meno immediati ma sempre validi secondo me sono quelli con "Big Fish - Storie di una vita incredibile" e "Miracolo a Le Havre".
Il primo per quanto riguarda l'assurdità dei racconti di Allan, che mantengono tuttavia un certo livello di verisimiglianza, se non di credibilità.
Il secondo per la leggerezza fiabesca con cui le peripezie di Allan, sia nel passato sia nel presente della sua folle fuga, anch'essa costellata di avvenimenti surreali, vengono narrate e riescono ad approdare ad una certa serenità.

Nel complesso, un romanzo decisamente godibile, segnato da un umorismo leggero, che non vi farà erompere in gran risate, ma che spesso saprà farvi sorridere.

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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    17 Agosto, 2014
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Il film mi ha fregato!

La trama di questo libro mi è piaciuta subito,l'ho visto e rivisto tante volte in libreria finchè non ho deciso di comprarlo. Ho iniziato a leggerlo con entusiasmo,pensando sempre "Ma che cosa farà questo simpatico vecchietto?",ma andando avanti con la lettura,più lo leggevo più il mio cervello si spegneva,praticamente mi addormentavo perchè non accadeva niente di chè,molto piatto. Alcune parti erano proprio noiose,per quanto io ami davvero la storia in generale,la parte in cui la Cina diventa comunista sembra essere presa direttamente da un libro scolastico perchè non traspare per niente la storia del protagonista.
Come si legge nel titolo,io appena iniziato a leggere il libro ho saputo che c'era un film,purtroppo l'ho visto e quindi l'entusiasmo è andato via via scemando,finchè l'ho lasciato a metà perchè vedendo il film praticamente leggi il libro!!
E' stata una delusione perchè avevo pensato che fosse un libro bellissimo e invece è stato,per me, un flop!

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Belmi Opinione inserita da Belmi    07 Luglio, 2014
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Il centenario che amava l'acquavite

Ho iniziato a leggere questo libro perché incuriosita dall'uscita del film e come sempre faccio preferisco prima leggere il libro e poi vedere il film. Quindi quando ho cominciato a leggere il libro ero convinta di trovare la storia "ordinaria" e normale di un centenario; mi sono bastate poche pagine per ricredermi.

Il libro è diviso in due parti che si alternano: la prima narra l'avventura che il centenario Allan Karlsson vive dal momento in cui decide, il giorno del suo compleanno, di scappare dall'ospizio saltando la finestra; la seconda racconta la vita di Allan dalla nascita fino alla fine nell'ospizio.
Entrambe le storie si possono definire avventure; nel primo caso il nostro centenario decide di salire su un pulman per allontanarsi dalla detestabile infermiera Alice e pensa di "arricchire" la sua giornata rubando una valigia..che poi risulterà della banda Never Again che cercherà in tutti i modi di recuperarne il contenuto.
L'altra parte invece racconta la vita di Allan, un uomo che non voleva sentir parlare né di religione né di politica e che grazie alla sua esperienza con le bombe, la sua voglia instancabile di acquavite ed alle sue memorabili bugie vivrà un'avventura dopo l'altro che lo porteranno in giro per il mondo e gli permetteranno di conoscere personaggi illustri del Nocevento.

Divertente, imprevedibile, non potrete non simpatizzare per Allan, che con le sue idee e le sue irresistibili bugie vi conquisterà. Fra il reale e il "surreale" vi vedrete catapultati in giro per il mondo.
Jonas Jonasson scrive veramente bene, il libro scorre velocemente e le trame che riesce a far intrecciare in alcuni casi sono davvero geniali e divertenti.

Lo consiglio.

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gabrimacchia Opinione inserita da gabrimacchia    04 Marzo, 2014
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VIVI "LEGGERO" TANTO NON NE USCIRAI VIVO!

L’aforisma di Hubbard ("Non prendere la vita troppo sul serio tanto non ne uscirai vivo") potrebbe essere il sottotitolo del libro di J.Jonasson. E allunga la vita. Tanto che il protagonista a cento anni è ancora in grado di vivere avventure che molti di noi non avranno in una intera vita. Allan Karlsson è un uomo che a prima vista appare comune, scontato. Ma non è così. Riesce a prendere la vita per il verso giusto, cioè senza “prendersela"; vive alla giornata ma non banalmente. A modo suo è determinato e si pone degli obbiettivi. Strani e strampalati ma comunque obbiettivi. Dove vive sono tutti alti, biondi e chiari di pelle, lui vuol conoscere i latini e i neri. Quindi parte per la Spagna. Una serie di incredibili avventure lo attendono. Incontrerà e stringerà (non sempre) amicizia con i personaggi più potenti (e a volte inquietanti) della storia del novecento. Da Franco a Stalin, da Truman a Kim Il Sung. Un Forrest Gump amplificato che spanderà per tutto il globo leggerezza e humor tagliente. Alla fine (apparente) del suo lungo viaggio si ritroverà chiuso in una sorta di ospizio. Ma come si puo’ controllare un uomo così? E la sua innata voglia di libertà avrà nuovamente il sopravvento e il giorno del suo centesimo compleanno salterà dalla finestra e darà il via a nuove avventure. Un libro da leggere per imparare a vivere più leggeri.

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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    04 Novembre, 2013
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Il Forrest Gump che inventò l'atomica

Indubbiamente è un libro strano. Il linguaggio utilizzato è leggero come leggeri sembrano i pensieri che agitano i personaggi, nessuno escluso, anche quelli storici. Sembra che l'autore si sia divertito a "fare i baffi alla Gioconda" che, nella fattispecie, è la storia del XX secolo.
Due le storie parallele che si intersecano: quella della "evasione" del vecchietto (che, a parte tutto, deve essere fuso nell'acciaio visto quante ne fa!) e quella della sua lunga, lunga vita, durante la quale non s'è fatto mancare nulla. Pare che dove si stava facendo la storia lui ci dovesse essere, casualmente, ma con un ruolo sempre determinate. Una tra tutte: senza di lui il povero Oppennheimer non avrebbe costruito la bomba A!
Delle due vicende la più simpatica è quella contemporanea. L'altra pretende un po' troppo alla credulità del lettore.
In definitiva sembra che Allan sia un incrocio tra Forrest Gump ed il "piccolo grande uomo" (D. Hoffman). Se lo si prende per quello che è (cioè un semplice divertissement) il libro è piacevole, ma non attribuiamogli significati che non ha.

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BRIUSTER Opinione inserita da BRIUSTER    17 Settembre, 2013
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GIAMBURRASCA CENTENARIO

La caratteristica di questo libro è sicuramente lo svincolarsi del personaggio principale da ogni accadimento. Immaginate un anziano alla soglia dei cent'anni che a suo malgrado viene inseguito da una banda di malviventi e riesce sempre a farla franca, grazie all'astuzia e a un bel pizzico di fortuna unita alla stupidità della controparte.
Ho trovato il libro in alcune fasi esilarante, in altre, dove viene ripercorsa la bizza vita di Allan Karlsson, attraverso tutti gli accadimenti politici del secolo scorso, l'ho trovato un pò lento e pesante.

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alessio Opinione inserita da alessio    13 Agosto, 2013
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UN SECOLO DI STORIA

Questo libro è un po' come una "matrioska", perché al suo interno troviamo diverse storie legate al personaggio principale, il centenario Allan Karlsson,che proprio il giorno del suo centesimo compleanno
decide di fuggire dalla casa di riposo scavalcando una finestra.
Mi è piaciuto lo stile dell'autore con cui scrive questa storia alternando tra il passato e il presente di Allan, in modo tale da poter scoprire tutta la sua vita nel passato che con una grande quantità di fortuna e astuzia è riuscito a sopravvivere a certe situazioni non piacevoli,a conoscere gente importante e a girare il mondo praticamente gratis.
Contemporaneamente nel presente è riuscito a scappare dalla casa di riposo, è ricercato dalla polizia e una banda criminale gli sta dando la caccia.
Una piccola nota negativa sul contenuto del libro l'ho trovata su alcune storie che riguardano il passato di Allan trovandole un po' noiose, perdendo a volte il filo del discorso, e sui nomi, che alcuni erano impronunciabili, per questo motivo il mio giudizio non è al massimo del punteggio.
In questo racconto non mancano i colpi di scena, ci sono molti personaggi e molti luoghi, e tutti sono descritti molto bene, i capitoli non sono lunghi regalando una lettura piacevole e scorrevole.
Sono contento di aver letto questo libro perché è stato un racconto originale, mi è piaciuto leggere delle situazioni " rocambolesche" che Allan si è trovato e di come è riuscito ad uscirne,della gente che ha incontrato dalla sua fuga,le sue avventure del passato fino al dolce finale nel presente, dando un giusto equilibrio tra realtà e finzione,cosi come dice la frase all'inizio del libro :

Nessuno ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, stando seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco.
"Ma… è vero nonno?"chiedevamo stupiti noi nipoti.
"Quelli che dicono soltanto la verità non sono degni di essere ascoltati,"rispondeva il nonno.

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lakylucy Opinione inserita da lakylucy    22 Aprile, 2013
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UN LUNGO VIAGGIO DI VITA

Hai capito il vecchietto !!!
Un uomo semplice, senza pretese e senza ambizioni. Eppure è riuscito a viaggiare in tutto il mondo partendo dalla sua umile casetta in Svezia. Ha calpestato suoli spagnoli, americani, russi, afgani, cinesi, balesi, iraniani, francesi.... Ha conosciuto Franco, Truman, Stalin, Churchill, Mao....Insomma, un secolo di storia. E alla fine c'è mancato poco gli dessero l'ergastolo!
Comunque spesso c'è del vero in quel che vive.
La cosa più ammirevole è come accetta tutto quello che la vita gli offre con serenità, umiltà e spesso ingenuità, accontentandosi di farsi qualche bella sbornia ogni tanto.

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libri con protagonisti anziani che raccontano il proprio passato
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Monikina Opinione inserita da Monikina    28 Febbraio, 2013
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IL MIO NOME è DOLLARI disse Allan CENTOMILA DOLLAR

Eh Allan Karlsson è un pò la persona che dovremmo essere tutti (compreso di alcool ;)).

"Non darsi per vinti nelle situazioni più difficili, anche laddove non si veda la via di uscita."

Se devo trovare una morale io penso sia un pò questa, quella che percorre l'intero libro.
La traduzione fatta è resa abbastanza bene, facile e scorrevole, anche se con qualche errore ortografico sparso qua e là nel libro.
Per il mio gusto la storia mi ha affascinato a tratti e invece ad altri mi ha un pò annoiato, un andamento altalenante. Nel complesso devo però dire che è divertente arrivare alla fine esilarante delle vicissitudini del vecchietto e della sua allegra compagnia. Un buon amico libro alla fine!

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BIG FISH
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    01 Ottobre, 2012
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Chi è Allan Karlsson?

Chi è Allan Karlsson?
Me lo sono più volte chiesta durante la lettura di questo romanzo, ma anche ora, giunta alla fine, non credo di essere arrivata alla risposta..
Vediamo, Allan Karlsson è un vecchietto che al compimento del suo centesimo compleanno decide di scavalcare la finestra al primo piano dell'ospizio in cui risiedeva, non senza difficoltà considerando l'età, per scappare seguendo il caso e la fortuna..
Alternando passato e presente Jonas Jonasson racconta la vita di questo simpatico e arzillo vecchietto...
2 sono le cose che rimangono costanti nella vita di Allan sia nel presente che nel passato:
1- La politica è da evitare perchè non porta mai a nulla di buono
2- non bisogna mai fidarsi dei preti e di chi non beve acquavite, e se ti capita di incontrare un prete che non beve acquavite, meglio scappare a gambe levate.
Nonostante il primo punto, la politica è ben presente in tutto il libro e posso tranquillamente affermare di aver ripassato un bel po' di storia: seconda guerra mondiale, guerra di Corea, guerra fredda.. tutto il pacchetto, insomma!!

L'assenza di una qualsiasi morale o anche solo di un po' di rimorso o pentimento in tutti i personaggi mi ha lasciato sgomenta e mi ha fatto storcere il naso in diversi punti.

Lo stile usato non è di mio gradimento. L'utilizzo della terza persona e il lessico formale quando venivano riportati i discorsi ha rallentato il ritmo di tutta la narrazione.

Devo confessare però che da circa metà libro in poi la curiosità di conoscere l'epilogo delle roccambolesche avventure di Allan mi ha conquistato e il resto è venuto da se..

Consigliato? Non saprei...
Come direbbe allan Karlsson, ognuno è libero di fare ciò che preferisce, sempre che non vi dispiaccia il contrario!!

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Opinione inserita da Diego    02 Settembre, 2012

Barone di Munchaussen del Novecento

Apparenterei il "Centenario" con le avventure del barone di Munchaussen più che con Forrest Gump. In primo piano mi risulta più la storia inverosimile e la possibilità di scherzare coi potenti e col fuoco che l'ingenuità e la leggerezza del personaggio. Non è molto descritto Allan nella sua semplice psicologia, mentre è descritta nel dettaglio la storia inventata nella Storia. Questo è l'umorismo: cogliere il rischio nella serietà della vita, essere in bilico tra "beviamoci sopra" e "facciamo la Storia". La cosa è resa molto bene con l'invenzione della bomba atomica che ci ricorda Einstein tra genio e distruzione. Mentre si leggono le pagine che descrivono il tempo reale, la storia in fieri, si è portati a ridere, mentre le pagine che descrivono la Storia del Novecento (potenti, dittatori, comunismo, nazismo, religione, gulag, castrazione eugenetica, eccetera) inducono alla preoccupazione. Questa scissione mi è piaciuta perchè coglie l'essenza del ridere. Solo sciolti nell'acquavite possiamo ridere delle istituzioni e dei pensieri forti del Novecento. Sobri e razionali possiamo solo preoccuparci di quanto nel secolo scorso è accaduto.

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Opinione inserita da Mattia Burattin    18 Luglio, 2012

Quelli che dicono soltanto la verità non son degni

Se non avete letto il libro abbandonate subito questa e le altre recensioni e andate a leggervelo perché ne vale di sicuro la pena. Una pena esile peraltro, perché non vi costerà affatto tempo né fatica farlo: che lo consideriate un pregio o un difetto, si fa leggere in un baleno.
Se invece lo avete già letto, eccoci qua:

consiglierei a chiunque di non valutare una storia in base alle emozioni che prova rispetto ai personaggi: non è alla loro possibile amicizia che dobbiamo dare le stelline.
American Psycho lo considero un libro geniale a prescindere che provi piacere o meno nello sparare chiodi in faccia a delle modelle. E le puntate di Mr.Bean mi piacciono proprio perché trovo antipaticissimo il comportamento del protagonista.
Quindi non abbiatene se Allan Karlsson ha fatto un bel po' di danni nell'economia della storia mondiale del '900. Tanto -vi ricordo- è addirittura un personaggio di fantasia.

Nessun ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco.
"Ma... è vero nonno?" chiedevamo stupiti noi nipoti.
"Quelli che dicono soltanto la verità non son degni di essere ascoltati," rispondeva il nonno.
Questo libro è dedicato a lui.

Questa dedica del romanzo è dedicata anche quanti si scandalizzano per le gesta di Allan.

Questo romanzo è una favola; nei modi e nella struttura. E come tale va presa.
La maggior parte dei conflitti in esso si risolve a tarallucci e vino, convertendo lo scontro in alleanza. Per di più, per merito della sua prosa ironicamente puntualizzante e della foto in quarta di copertina, fa ridere un sacco. Ci racconta come la Storia si ripeta, non andando da nessuna parte, e lo fa ponendoci sopra un personaggio altrettanto sempre uguale, che nonostante abbia girato mezzo mondo non ha cambiato le sue idee di una virgola, un personaggio quasi disumano dallo sguardo curioso ma distaccato, che non ha interessi, amori, passioni, se non un vizio (o un tormentone: l'acquavite, che richiede) che forse lo tiene in vita sottraendolo altrimenti a una possibile depressione esistenziale e un'abilità (fabbricare esplosivi, che offre). Gira come gira il vento Allan Karlsson, percorre la vita e "sceglie" i padroni come lo fanno i cani: senza pensarci su un attimo. Si vedrà poi. Questa assenza di legami col mondo ce lo fa vedere -il mondo- con gli occhi di un satellite, e quindi per forza di cose ogni evento umano, dal più piccolo -ma ce n'è pochi di piccoli- al più colossale, ci appaiono come movimenti di formiche dominate dalla loro natura. Solo verso la fine Allan per un attimo forse si redime affezionandosi a un gatto e compiendo quindi un gesto con cui non ha mai onorato nessuno dei suoi più cari compagni di avventure in 99 anni di vita.
Subito dopo, a 101 anni (sì, ci arriva) riprende la sua normale attività di influenzare in maniera inquietante la storia del nostro globo.

Dovendo cercare dei difetti li individuerei in un epilogo forse troppo in linea con la traiettoria di tutta la trama, ma forse questo perdurare della vita di Allan Karlsson va preso appunto con la stessa ironia con cui si accetta la sfacciata fortuna di tutti i suoi primi cent'anni. Diciamo solo che non ha un finale commovente come può essere quello di Big Fish di Tim Burton.
Meno ignorabile invece l'estrema assomiglianza al film Forrest Gump, ancor di più di quanto si permise Il curioso caso di Benjamin Button, che non fa certo di questo libro un capostipite.

Divertente invece segnalare come le locations dei primissimi capitoli della favola siano invece del tutto veri, metro per metro, a partire dal cimitero che simbolicamente attraversa a inizio libro Allan a Malmköping per raggiungere la fermata del bus, alla fermata di Byringe con tanto di casetta di Julius e ferrovia in disuso, al chiosco di Benny ad Akers da dove poi si perdono le tracce essendo le tappe seguenti meno definite geograficamente.

Malmköping:
https://maps.google.it/maps?hl=it&ll=59.134872,16.725461&spn=0.002108,0.004823&t=w&z=18

Byringe:
https://maps.google.it/maps?hl=it&ll=59.240473,16.939091&spn=0.004203,0.009645&t=w&z=17

Akers:
https://maps.google.it/maps?hl=it&ll=59.253272,17.096366&spn=73.63332,158.027344&t=w&z=3&layer=c
&panoid=aYEzrg2ysVnSRgN2Q31aXg&cbll=59.253272,17.096366&cbp=13,-174.29376127879658,,0,3.6669298888371884

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Ehrnaider Opinione inserita da Ehrnaider    03 Luglio, 2012
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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Il libro mi è piaciuto tanto però devo dire una cosa: non era il libro che mi aspettavo visto che le recensioni su internet lo descrivevano come un libro divertente e spiritoso: ecco io questo lato "divertente e spiritoso" nel libro non l'ho trovato. Però comunque mi è piaciuto veramente tanto.

L'autore, Jonas Jonasson, è stato veramente geniale perchè ha fatto si che Alan, il centenario, si trovasse nel posto giusto al momento giusto, rendendolo molto "fortunato". Credo che ci sia riuscito grazie alla "struttura" che ha voluto dare al libro: infatti nel libro troviamo un capitolo che parla di questa avventura che sta compiendo Alan il 2 maggio 2005 che si alterna a un capitolo della vita di Alan, dove vengono descritti gli avvenimenti più importanti della sua vita.

Un libro che consiglio!

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    20 Marzo, 2012
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Un'esilarante centenario.

Schiena incurvata, artrosi, capelli color neve e un inizio di demenza senile... Tutti elementi che indurrebbero a pensare a un saggio e sedentario uomo (o donna) in là con gli anni, al più portato a ripetere sempre i medesimi racconti della gioventù e predisposto a perdere la via di casa.
Già, ma non è tutto oro ciò che candidamente riluce...
Perchè Alice, la burbera direttrice della casa di riposo, non ha ancora fatto i conti con Allan Karlsson, uno svitato centenario, che il giorno del suo compleanno decide di fuggire, scavalcando il davanzale della finestra, con le sue pantofolone marroni, diretto verso un "dove" imprecisato ma pronto a mettersi nei pasticci e soprattutto a vivere una divertenete e surreale avventura.
Ma da singolo fuggiasco a una scalcagnata combricola il passo è breve e Allan troverà presto dei compagni, pronti come lui a mollare la routine pur di non sprecare nemmeno un minuto di ciò che il futuro riserva loro.
La cronaca della fuga si intreccia perfettamente con in racconti del passato di Allan, che ci riporta stravaganti episodi e incontri con personalità di spicco della storia mondiale dal generale Francisco Franco al primo ministro americano Truman, dal dittatore Stalin al comunista Mao Tse Tung... Insomma con questo divertente centenario ripercorriamo la storia mondiale durante tutto il '900, e possiamo star pur certi che se Allan è coinvolto sicuramente ci sono stati guai e non sono certo mancate le risate,

"Karlsson è, o era, incredibilmente in forma per la sua età, quantomeno a livello fisico, tanto da riuscire a scavalcare una finestra presumibilmente senza aiuti. Ulteriori accertamenti fanno pensare che agisca da solo. L’infermiera, nonchè direttrice dell’istituto, Alice Englund afferma che “Allan è senza dubbio vecchio, ma è anche un maledetto farabutto che sa esattamente quello che fa“.

Geniale, ironico e scorrevole, una penna fantasiosa per una storia che riesce a far sorridere e sbigottire dall'inizio sino alla fine. Un personaggio ancor più impensabile di Forrest di Forrest Gump.
Spero di vedere presto il film che ne è stato tratto, nel frattempo, consiglio di non perdere questo libro per conoscere personaggi stralunati, incoscienti, scapestrati, fortunati, originali, frizzanti, che si fanno scivolare addosso il dolore e la paura e che senz'altro dovremmo prendere come esempio per imparare ad affrontare ogni situazioni, anche quelle che sembrano disperate, con un pizzico di ottimismo e ironia.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    01 Marzo, 2012
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Un vecchietto svitato

E' un libro leggero, ironico, simpatico. Senza grandi pretese e comunque curioso. Non concordo con chi lo definisce un libro rivelazione nè con chi afferma che fa morire dal ridere. Fa sorridere, non più di questo però. Il vecchietto protagonista è un personaggio divertente, fuori dagli schemi. Ricorda un pò Forrest Gump. La galleria di personaggi che, nel tempo "presente", va a creare la variopinta compagnia che gli ruota attorno è originale ed eccentica. La schiera di personalità che, nel tempo "passato", va a costituire la sua storia, è una piacevole ricostruzione della storia del '900 attraverso la vita di questo arzillo vecchietto. Il particolare che ho amato di più: le sue pantofole !

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leadger Opinione inserita da leadger    22 Febbraio, 2012
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Surreale

Ogni libro va valutato per quello che è, quindi vi informo subito che questo libro non è certamente un capolavoro e non ha la presunzione di esserlo.
Rimane comunque una piacevolissima lettura, che a tratti riesce anche a strappare qualche sorriso.
Un romanzo fantasioso, scorrevole, politicamente scorretto e scanzonato.
In questo libro il protagonista è l’anti eroe per eccellenza, le sue giornate sono bagnate dall’acquavite, ha progettato la bomba atomica, ha collaborato con alcuni dittatori e commette, senza volerlo, un omicidio.
Consiglio questo libro a chi desidera leggere una storia leggera e poco impegnativa.

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Ettore77 Opinione inserita da Ettore77    21 Febbraio, 2012
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Il vecchio Allan

Il libro è piacevole. Le avventure passate del vecchio Allan fanno sorridere spesso, e ci accompagnano in modo semplice attraverso varie situazioni storiche.
Anche la formazione del gruppo di fuggitivi è davvero improbabile e divertente, il vecchietto arzillo, il ladro in pensione, il quasi laureato in tutto e la donna con l'elefante.
Il finale fa sorridere e lancia un messaggio di speranza. Ad ogni età possiamo riscrivere la nostra vita. O se preferite non è mai tardi per ricominciare.

Nella sua semplicità questo libro mi ha divertito abbastanza e non è stato banale, perciò lo consiglierei per chi vuole passare qualche serata a leggere in pieno relax.

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rivendell Opinione inserita da rivendell    15 Febbraio, 2012
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Le incredibili avventure di Allan Karlsson

Le avventure di questo arzillo vecchietto sono assolutamente inverosimili!
Dopo aver fatto saltare la sua fattoria finisce in Spagna, durante la guerra civile, con i rivoluzionari per poi diventare amico del generalissimo Franco!
Successivamente va negli USA dove si progetta la bomba atomica e lui, che si trova lì per servire il caffè, da la soluzione per realizzare l'ordigno.
Tra un viaggio e l'altro conosce i più famosi dittatori comunisti della storia e qualche presidente Americano.
Il romanzo è inframmezzato dai resoconti della sua vita avventurosa ma la sua nuova avventura, alla tenera età di 100 anni, è un'altra...ma altrettanto inverosimile!
I protagonisti, oltre a lui, sono una valigia piena di soldi, un mezzo delinquente, il proprietario di un chiosco, una donna con un elefante e qualche criminale.
Il racconto è scorrevole e divertente ma l'umorismo è un po' troppo semplice per i miei gusti.
Le storie raccontate sono divertenti ma "troppo" assurde...sarebbero credibili se fosse un cartone animato!
Si lascia leggere ma, alla fine, non ne ho conservato un gran ricordo e non me la sento di consigliarlo.

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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    14 Febbraio, 2012
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Solo il titolo è tutto un programma

"Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" è un romanzo svedese, dal titolo originale e ammiccante, come pure la simpatica cover. L'autore ha avuto in patria moltissimo successo ed è stato paragonato come stile al famoso (e molto amato anche in Italia) Arto Paasilinna. Quest'ultima affermazione mi aveva resa restia ad affrontare la lettura, perché di Paasilinna ho letto due libri e non li ho trovati adatti ai miei gusti, a causa dello stile di scrittura troppo semplice, quasi infantile (ma nel senso negativo del termine) e con un umorismo che sinceramente non riuscivo a capire.
Ma fin dalle prime pagine di lettura di questo libro sono stata felice di constatare che lo stile di scrittura dell'autore Jonas Jonasson, seppur anch'esso semplice e scorrevole, risulta piacevole e l'umorismo sottile (nonostante l'umorismo svedese sia molto particolare e diverso dal tipo di umorismo che a cui sono abituata) è riuscito a conquistarmi. Non dico che sia un libro che fa sbellicare dalle risate, questo no, però ci sono situazioni e battute capaci di strappare più di un sorriso. Poi come non rimanere affascinati dalla trama alla base del romanzo? Un anziano signore di cento anni che il giorno del suo compleanno decide di scappare dalla casa di riposo. Ha pochi soldi in tasca, porta delle ciabatte ai piedi, non ha nessuna meta, ma un temperamento niente male, che lo porta ben presto ad imbattersi in una misteriosa valigia (che giustamente decide di rubare ad un ragazzo, non si sa mai che contenga un paio di scarpe decenti e degli abiti caldi) e da lì partiranno una serie infinita di coincidenze e incidenti di percorso vari che daranno vita ad una commedia degli equivoci eccezionale, solare ed allegra, un po' umoristica, a tratti surreale, spesso anche grottesca, con intrecci a non finire, che accompagnerà il lettore in una lettura di svago puro, rilassante e gradevolissima. Sono 446 pagine, ma scorrono veloci al tal punto che ho terminato il romanzo in soli due giorni.

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Arto Paasilinna
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Henry Opinione inserita da Henry    08 Febbraio, 2012
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Ricordiamoci due cose

Chi non ha mai sognato di avere una vita piena di avventure da raccontare un giorno ai nipoti. Allan Karlsson va semplicemente oltre. Vive giorno per giorno facendo suo il motto carpe diem. Noi, come nipoti adottivi, lo accompagneremo in questo viaggio lungo una vita in cui ci troveremo a scappare, con una valigia piena di soldi, dalle grinfie da un’organizzazione criminale e dalla polizia. Incontreremo molte persone e faremo amicizia con un elefante. Contemporaneamente rivivremo il suo passato da giovane dinamitardo a ladro in fuga. Faremo il giro del mondo. Ceneremo con personaggi del calibro del dittatore Franco, del presidente americano Truman, di Stalin, Mao. Cambieremo il corso della storia nel bene e nel male.

Allan Karlsson nella sua semplicità è disarmante. Non è un personaggio positivo ma l’umorismo e ironia con cui ci verrà raccontata la sua vita ci faranno tifare per lui. Nell’incontrarlo dovremo solo ricordarci due cose, di porgli le domande giuste e soprattutto… offrirgli da bere.

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Aarto Paasillina, Alvaro D'Emilio
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Tanu Opinione inserita da Tanu    24 Gennaio, 2012
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Paasillina riscrive Forrest Gump

Questo mi è passato per la testa leggendo questo libro: lo stile del grande autore finlandese nel raccontarci gli ultimi cento anni di storia con gli occhi del Forrest Gump svedese. A qualcuno il personaggio non piace: dinamitardo, ubriacone e quant'altro Allan Karlsson cerca sempre di cogliere però il lato umano degli statisti che incrocia, sempre volentieri davanti a un bicchiere di acquavite.
E non finisce di ricordarci la stupidità delle guerre, la corruzione e altri mali del nostro tempo; inoltre alcune trovate sono geniali, basti pensare al fratello scemo di Einstein!
Insomma, un libro secondo me imperdibile che diventerà un vero e proprio classico del suo genere.

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Aarto Paasillina
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BellaDentro Opinione inserita da BellaDentro    30 Dicembre, 2011
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Che potere enorme che ha la pubblicità!

Ho sempre amato le commedie nere, quelle con una sana dose di cinismo, che fanno riflettere e al tempo stesso divertono. Quando ho letto la trama delle avventure di Allan Karlsson, il vecchietto che il giorno del suo centesimo compleanno decide che è arrivato il momento di scappare dalla casa di riposo perchè, come dice lui stesso, "ha deciso che morirà da qualche altra parte", mi sono lasciata subito ammaliare dalla storia che prometteva bene; l'inizio infatti non è male, ti incuriosisce e ti spinge ad andare avanti, ma, ahimè, ben presto ti rendi conto che quella che hai davanti è l'ennesima storia inconcludente e strampalata che ha avuto un enorme successo probabilmente solo grazie al passaparola e a qualche abile operazione di marketing.
L'autore cerca evidentemente, e in ogni modo possibile, di rendere simpatico il protagonista, ma, almeno con me, non ci riesce affatto; Allan non è per nulla simpatico, è un cinico ubriacone voltagabbana appassionato di esplosivi, anzi probabilmente il migliore esperto di esplosivi che la Svezia e il mondo intero abbiano mai avuto; è un tipo che riesce a progettare un'arma micidiale come la bomba atomica con la stessa naturalezza con cui si cambia i calzini, basta che gli venga offerta dell'acquavite ed è pronto a fare qualsiasi cosa.
Durante la sua lunga vita conosce e collabora con alcuni fra i dittatori più famosi, uccide più o meno consapevolmente molte persone ( molti di questi dei criminali, è vero, ma non per questo il senso di irritazione verso questo personaggio diminuisce durante la lettura ), viene perfino internato in manicomio per avere ucciso accidentalmente il vicino mentre giocava con i suoi esplosivi nel retro della sua casa; ma nonostante ciò rimane serafico e imperturbabile tanto da indurre a chiedersi se non sia veramente pazzo. Ho letto che molti lo hanno paragonato a Forrest Gump ma io non sono del tutto d'accordo, Forrest era profondamente ingenuo e tenero, due aggettivi che non associeresti mai ad Allan Karlsson.
Il libro è troppo lungo, le avventure di Allan spesso ripetute ( cambiano i dittatori che lo ingaggiano e i paesaggi, ma l’intreccio resta uguale ), e sinceramente non mi ha fatto ridere a crepapelle come ho letto da più parti, mi ha solo strappato qualche sorriso. Lo consiglio solo a chi cerca una storia leggera leggera senza alcuna pretesa.

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amedh74 Opinione inserita da amedh74    29 Dicembre, 2011
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Il Forrest Gump svedese e scaltro.

Allan è il pirotecnico protagonista della storia....il giorno del suo centesimo compleanno fugge in ciabatte dalla finestra dell'ospizio e si imbatte in una valigia piena di denaro(sporco)...hanno inizio le sue pazzesche avventure, raccontate in parallelo con le sue altrettanto esilaranti avventure dei sui primi 99 anni.
Con l'umorismo di Jonasson ci si diverte da matti rivivendo tutti i fatti salienti della storia mondiale del secolo scorso....
Allan, con la passione dell'acqauvite della nitroglicerina e con una buona dose di fortuna incontrerà e sopravviverà a tutti i personaggi che hanno fatto la storia. Dal generale Franco a Truman da Stalin a Mao Tze Tung e così via tra mille vicende e mille personaggi storici.
Un libro bello da assaporare, irriverente verso false morali e religioni, nella piena consapevolezza di ipocrisie e "fragilità" umane.

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Opinione inserita da Carolina    18 Settembre, 2011

Un'avventura travolgente e un linguaggio diretto

Un libro che ti appassiona e diletta come pochi! Il modo in cui il protagonista attraverso semplicità ed ingegno riesce a cavarsela nelle situazioni piu impensabili mi ha fatto riflettere su come molte volte basterebbe credere in noi stessi, o più che altro, affidarci al destino senza troppi se o ma per goderci a pieno la vita! Grandissima ideaquella di includere Allan come "protagonista" storico per alleggerire l'atmosfera a volte troppo fantasiosa delle vicende. Consigliato vivamente

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Opinione inserita da ...    15 Settembre, 2011

Un libro per chi sa divertirsi

Un libro fantastico su un uomo veramente particolare,
ve lo consiglio totalmente,leggendo le opinioni precedenti mi sono resa conto che molti non hanno lo capito, mi chiedo, ma come avete fatto a non ridere non sapete prendere per una volta la vita alla leggera e poi è "troppo lungo" ma siamo alle elementari!!!
Vi prego!!!
Ma questa è solo la mia opinione...
Lo consiglio a chi sa rilassarsi un attimo e farsi una risata

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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    10 Settembre, 2011
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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Attratto dall' originalità della trama e dal titolo, ho deciso di comprare il libro. All'inizio la storia appare divertente, irriverente e alquanto rocambolesca (se non quasi inverosimile)e si inizia ad apprezzare il protagonista, Allan. Karlsson è l'unico personaggio descritto a tutto tondo e di lui conosciamo la psicologia, l'odio per la politica, la leggerezza con cui considera ed affronta molti eventi storici....per non parlare dei numerosi personaggi storici che incontra . Tra le sue caratteristiche spicca l'innato amore per l'acquavite attraverso la quale lui ritiene di poter risolvere tutti i problemi. Purtroppo però, quello che sembrava un'inizio promettente (prime 100-150 pagine) si trasforma in un'immorale ironia, a tratti perfino macabra. Si assiste a due omicidi che i protagonisti non considerano se non superficialmente("erano criminali"). Si ride così di persone schiacciate da un elefante o congelate in una cella frigorifera a causa degli effetti dell'eccessiva acquavite introdotta nel corpo. In questo frangente si alternano nella storia avvenimenti relativi al filone principale (la valigia e il suo furto) e continui flashback spesso prolisso o eccessivamente lunghi che sviano l'attenzione del lettore poiché se pur la vita di Allan è variegata alla fine lo stile dello scrittore risulta pesante e monotono. Tra digressioni storiche eccessive, idee immorali, verità e bugie indistinguibile l'autore ci conduce in un universo di curiosi personaggi, con scarso spessore, che accompagnano Allan nelle sue avventure. Ciò che mi ha lasciato interdetto è la leggerezza con cui agisce il personaggio principale che compie azioni per ottenere alcool e rivela come se niente fosse segreti militari fondamentali(Sebbene la storia debba essere ironica, il comportamento di Allan è eccessivo e a tratti biasimabile). Si passa da un servizio segreto all'altro e alla fine la storia principale, che era la più interessante, passa in secondo piano. La narrazione si riprende alla fine, molto più scorrevole e divertente (soprattutto la parte della finta confessione al GIP). Una storia leggera e senza troppe pretese, eccessivamente lunga, ma nel complesso leggibile. Forse strapperà qualche sorriso, ma nulla di più.
Leggetelo se volete divertirvi e abbandonarvi ad una storia non impegnativa.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    02 Settembre, 2011
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Ma Forrest Gump era svedese?

Allan Karlsson sta per compiere 100 anni, ma il giorno del suo compleanno invece di festeggiare con gli altri abitanti della casa di riposo in cui si è rinchiuso, decide di saltare dalla fienstra in ciabatte e scappare. Così, senza nessuna premeditazione e con l’atleticità concessagli dalla sua veneranda età, inizia a vivere di nuovo mille avventure incontrando nuovi amici, organizzazioni criminali sgangherate che lo vogliono morto, una valigia con 50 milioni di corone e un elefante. Ah, oltre ad essere inseguito dalla polizia.
Ripercorriamo così in flashback anche la sua vita, che lo ha portato sempre per casualità ha incontrare i grandi del ventesimo secolo, a fare grandi scoperte e a vivere mille avventure.

Quasi fosse un Forrest Gump cinico ed ubriacone, Allan attrraversa decenni indenne, dagli USA all’Iran passando per l’Himalaya, trattando con malcelato disprezzo politica, religione e sentimenti umani vari e sfruttando la sua innata faccia tosta unita ad una buona dose di fortuna.
Mi è piaciuto? No. O meglio, non lo so.
Ma di certo è troppo lungo (mi capita spesso, ultimamente) e prolisso, a tratti inconcludente e noioso.
Mi aspettavo meglio.

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Opinione inserita da cristina    30 Agosto, 2011

LIBRO GENIALE, PER PROFESSIONISTI DELLA LETTURA

bello, bello, bello! libro intelligente, scritto benissimo. Chi non lo ha apprezzato è perchè si è fermato alla superficie senza calarsi nella trama.
E' uno dei libri piu' belli che abbia mai letto ( ne leggo in media 1 a settimana e possono quindi dire la mia con competenza).
Scorrevole, mai un calo di ritmo, una storia talmente fuori dagli schemi da diventare geniale.
Un libro consigliato alle persone che sanno leggere in modo intelligente perchè Lettori con la L maiuscola

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Non consgiliato ai lettori occasionali. E' un GRANDE LIBRO.
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Opinione inserita da cristina    16 Agosto, 2011

Il libro più bello che abbia mai letto.

Non ho mai e poi mai letto un libri più divertente! Vorrei mettere un cartello vicino alle edizioni de "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", nelle librerie, con scritto: "Leggetelo! Per carità, leggetelo!". E se vi trovate in un momento non proprio brillante della vostra vita ... a maggior ragione: leggetelo! è un libro che vi catturerà e vi trasporterà nella girandola mirabolante delle avventure di Allan, il protagonista. Nel leggere questo libro ho riso come non ho mai riso in vita mia. Mi sono innamorata di questo libro. Oltre ad essere irresistibile, il romanzo di Jonas Jonasson è scritto con uno stile scorrevolissimo e piacevolissimo. Lo consiglio a tutti!

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runxever Opinione inserita da runxever    06 Agosto, 2011
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C'è poco da ridere

Diciamolo subito: non fa ridere.
Si parte carichi, si fa una risatina all'inizio e "tutto il resto è noia".
In breve, dovremmo esaltarci per le bizzarre avventure di un personaggio che, non capiamo nemmeno se ci fa o ci è, ma, questo viene spiegato bene, fonda la propria esistenza su due principi:
- fregarsene di quello che gli accade;
- bere litri di acquavite.
La morale è proprio questa: prendersi e prendere la vita poco sul serio e tracannare, che dopo avere tracannato siamo tutti un po' più uguali.
La "trovata" geniale è questa: il nostro fabbrica bombe. Ed è così bravo che è proprio lui ad aiutare gli scenziati di Los Alamos a costruire la prima bomba atomica.
Pensate: otre al morto che l'eroe ha causato direttamente (un brutto ceffo, non c'è che dire) abbiamo le centinaia di migliaia in Giappone. Ma è bravo... davvero.
Francamente cascano le braccia di fronte ad una storia che pretende di essere divertente e snocciola l'uccisione di un ragazzo (un brutto ceffo, non c'è che dire) lasciato congelare in una cella frigorifera (Ah... effetti dell'acquavite); l'uccisione di un altro schiacchiato, per volere del nostro eroe, da un elefante (anche questo un brutto ceffo, non temete).
Ma il capo della banda criminale, quello no. Ha rimediato 52 milioni di corone spacciando droga, ma lui merita la redenzione. Si sa che i capi sono più importanti, e forse anche a lui piace l'acquavite.
Che poi è grazie a questi soldi che si forma questo gruppo di sfigati criminaloidi (dal cuore d'oro, però) per cui tutti dovremmo fare il tifo.
Quando sul Corriere leggo che questo libro ha già venduto milioni di copie vengo colto dalla depressione e capisco due cose:
1. quello che fa vendere un libro è il titolo, e io ci sono cascato in pieno;
2. mala tempora currunt.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    04 Agosto, 2011
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Inverosimile

Lo sapevo...che dopo il successo di Stieg Larsson viene pubblicato tutto ciò che arriva dalla Svezia con un'enfasi esagerata. Peccato che Dante Alighieri sia nato a Firenze e non a Stoccolma...e si vede!
Resta il fatto che mi sono lasciato sedurre da qualche commento altrui e da qualcosa che mi ispirava, va beh pazienza...
Si snodano due vicende: la fuga del centenario Allan e dei suoi improbabili compagni che è già abbastanza inverosimile,e le avventure in parallelo della vita dello stesso Allan che ripercorre un secolo di storia incontrando via via i grandi dei governi , facendoli passare tutti chi più chi meno per degli emeriti idioti...questa parte rasenta l'assurdo con situazioni davvero poco credibili. Di buono c'è qualche trovata divertente , ma niente di particolarmente ispirato e irresistibile, e la sensazione che il libro sia troppo lungo , in certi punti è persino fiacco, mi ha lasciato poco e un "sapore insipido".
Nel complesso mi è capitato di leggere di peggio ma , per fortuna c'è in giro talmente tanto di meglio che tra un mese avrò dimenticato il pur simpatico Allan...

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Opinione inserita da Margherita Fiaccavento    08 Giugno, 2011

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Fantastico... solo Allan il nostro beneamato centenario riesce a filtrare la "Storia del 900" attraverso una dose di grog...
E' bello questo libro fa venire voglia di rivedere la storia dell'ultimo secolo non solo in chiave ironica ma attraverso un occhio umano finalmente scevro di sovrastrutture... Allan riesce a salvare se stesso e gli amici traendo forza dalle deiezioni di un centenario elefante... non importa l'età, l'intelligenza, la forza o il potere per vivere bisogna averne voglia!
Se fosse possibile aggiungerei un sottotitolo molto italiano attraverso la storia di Allan si concretizza il concetto che "La storia siamo noi"... tutti noi se solo ci ricordassimo di guardare sempre avanti.
Margherita Fiaccavento

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    03 Mag, 2011
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Malmkoping non è un paese per giovani

Malmkoping, nel Sormland, siamo ancora una volta in Svezia, ma non arricciate il naso, non voglio raccontarvi dell'ennesimo erede di Stieg Larsson, nel testo ci sono morti assassinati,killer e commissari depressi, ma nessun uomo che odia le donne, anzi un centenario arzillo che sembra un Barone di Munchausen dei giorni nostri alle prese anche lui con avventure surreali ed esilarante, ed è il sorriso che non vi abbandonerà mai durante la lettura di questo scritto.Dunque al compimento del suo centesimo anno Allan Karlsson decide di scappare dalla casa di riposo, dove tutto il paese è pronto a festeggiarlo compresa la terribile infermiera Alice, con agilità insospettata si getta dalla finestra al primo piano e via verso la libertà!Allan nonostante le ginocchia malconce raggiunge la stazione dei bus,con i pochi soldi che ha in tasca, acquista un biglietto per il paese più lontano.Nella sala d'aspetto dei bus c'è un ragazzo segaligno alle prese con un valigione e un bisogno impellente di andare nel W.C. dove non c'è spazio per l'enorme bagaglio. Il ragazzo, che appartiene all'organizzazione mafiosa "Never again" chiede al vecchio bruscamente di dare un'occhiata al bagaglio mentre lui andrà ad usufruire del bagno.Allan , giunto il suo bus, sensa pensarci su,(quando mai si è fatto scrupoli nella sua lunga vita?)prende il valigione e fugge via sul bus. Il giovane spacciatore, uscito dal bagno, 1) non riesce a mandar giù il fatto di essere stato gabbato da un vecchio, 2) il suo capo Per Gunnar insieme ai Colombiani lo scuoierà vivo quando saprà che si fatto fregare una valigia con 30 milioni di corone, 3) il vecchio è un uomo morto! Parte l'inseguimento!
Intanto la casa di riposo di Malmkoping è in subbuglio, non si trova Allan, è stato rapito?, magari una setta satanica? , è fuggito?,perchè?Il commissario Aronsson parte a sua volta all'inseguimento del centenario. Alla fine tutti si ritroverranno a Bali con un gruppo di amici "strani",un elefante di nome Sonia e una "giovane" ottantaquatrenne Amanda Einstein, parente di quell'Albert che contribuì alla costruzione della bomba atomica ed anche le bombe giocheranno un ruolo centrale in questo racconto...esplosivo!
di Luigi De Rosa

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Romanzi umoristici
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darkala92 Opinione inserita da darkala92    02 Mag, 2011
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Che delusione, Sig. Karlsson!

Questa è la vita di un uomo. Non di uno qualsiasi che incontri nel supermercato, a far la spesa per la moglie a casa con la febbre (moglie fortunata permettendo); Qui stiamo parlando di un uomo che è sempre stato, sin dall'età più "verde", un tipo bizzarro e particolare. Un uomo che, senza rendersene conto, è stato la pedina fondamentale che ha cambiato la storia del '900.

Quest'uomo si chiama Allan Karlsson, svedese, che vive in una fattoria insieme ai suoi genitori, fin quando suo padre non abbandona lui e la moglie per seguire, in Russia, le sue idee rivoluzionarie comuniste. Un insegnamento, però, il padre gliel'aveva dato: "Diffida sempre da chi non beve acquavite" e poi - puff! - sparito.

Sua madre, invece, gli dirà sempre: "Diffida da chi beve acquavite"; secondo voi chi seguirà il giovane Karlsson? ...
Lui si presenta sempre come l'uomo che sa fare solo due cose nella vita: trattare esplosivi e distillare latte di capre... perchè l'acquavite è fondamentale per la vita dell'uomo!

Gli esplosivi saranno il fattore fondamentale nella sua vita, e saranno proprio gli esplosivi il motivo per cui avrà la possibilità di avere a che fare con i grandi personaggi del novecento:
il generale Francisco Franco, il primo ministro americano Truman, il dittatore Stalin, il comunista Mao Tse Tung e tanti altri... Allan costruirà letteralmente la ragnatela della storia, con tutti i suoi eventi ed episodi: bomba atomica, sarà una "spia" - per modo di dire! - durante la guerra fredda, sarà prigioniero dei gulag, ma l'artefice dell'incendio di Vladivostok.. e via discorrendo.
Affronterà tantissimi viaggi, conoscerà molte lingue (svedese, russo, cinese, balinese, spagnolo), ma farà tutto questo con quella nonchalance unica e comprensibile, se si sa di ritrovarsi di fronte ad un uomo come Allan.

Qualcuno prima di me l'ha nominato il "Forrest Gump" svedese; beh, in effetti non ha poi tutti i torti; perchè Allan compie le sue "gesta" con quell'innocenza e quell'ingenuità tipica del Forrest e tutte le situazioni più buie, in cui la morte diventa solo conforto rispetto a ciò che gli spetterebbe per davvero, egli si salva con un colpo di scena che solo nei romanzi può essere consentito.


Tutto l'intreccio è diviso in due parti, due sezioni: la parte in cui parla della sua storia, l'altra invece è la vita attuale, in cui spinto dalla disperazione, è fuggito dalla casa di cure in cui abitava, proprio nel giorno del suo centesimo compleanno... una serie di 'sfortunati eventi' e non solo si susseguiranno.. e delle uccisioni saranno la molla che spingerà Allan e la sua combriccola (un elefante compreso) a vagare per la Svezia.

La trama sembra affascinante... ma non lo è, almeno per me non lo è stato.
Capisco che si tratti di un romanzo, capisco che nei libri tutto è possibile, ma è come se l'autore abbia voluto prendere in giro la mia intelligenza - non che ne abbia tanta, però! -.
Sembra di trovarsi di fronte ad un fantasy.... (e questo non va affatto bene!).
Pagine..e pagine..e ancora pagine in cui non ci sarebbe un briciolo di verità, o meglio di possibilità che le cose di cui parla possano realmente accadere.
Inoltre vorrei aggiungere un'altra cosa: c'è chi ne parla come di un libro che fa ridere a crepapelle, da lacrime agli occhi... anche a me son venute le lacrime agli occhi, in effetti... ma per altro! Le motivazioni sono due: o sono io ad avere un umorismo del cavolo (qui non si ride, ma si tratta di sorridere), oppure sono gli altri (molto probabilmente, dato il business e il mondo delle vendite) che hanno un humor fin troppo scontato.
E' leggibile, comunque, ma per chi, come me, si è fatto delle aspettative esagerate nei confronti di questo libro, è meglio tenersi alla larga.

Che grande delusione!

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