Il cacciatore di aquiloni Il cacciatore di aquiloni

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Opinione inserita da Mara    11 Aprile, 2009

LIBRO SPETTACOLARE

Dopo aver vissuto un’ infanzia tumultuosa a causa delle continue guerre, e piena di incontri positivi, Khaled Hosseini si ispira nella realizzazione del suo primo romanzo: Il cacciatore di aquiloni. Pur di conquistare la stima del padre, il piccolo padrone, Amir calpesterebbe l’amicizia con Hassan, l’hazara. I due sono compagni d’avventure, amici complementari e sono i cacciatori più formidabili di Kabul. Ma niente può spezzare un rapporto d’amicizia come la guerra. Niente più tornerà ad essere come prima. Hassan partirà col padre che non riuscirà più a vivere serenamente come viveva nella sua patria afghana. Eppure prima o poi il giovane, tornerà nella sua Kabul. Ma ritroverà il suo grande amico Hassan? Lo saprete solo leggendo il meraviglioso libro, che malgrado le sue 300 pagine si spera non finisca mai.

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Miriam Opinione inserita da Miriam    18 Marzo, 2009
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Assolutamente da leggere

Un bel viaggio lungo la storia di un paese tormentato che è così distante dal nostro modo di pensare che a volte diventa quasi impossibile comprendere gli eventi che negli ultimi quaranta anni ha condizionato la storia di quel paese. Bello il pretesto dell'amicizia di due ragazzini per mostrare i due volti di una storia che in fin dei conti è la medesima.

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A chi volgia comprendere senza per questo illudersi di capire.
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Opinione inserita da Azzurrella    10 Marzo, 2009

Non c'è errore che non possa essere perdonato...

Sembra non manchi proprio nulla: amicizia, segreto,sacrificio, riscatto, redenzione e l'eterno binomio amore e guerra da cui non ha potuto sottrarsi neanche Hosseini a dimostrazione che certe cose non fanno differenza di cultura e storia ma appartengono all'essenza stessa dell'uomo. Lo scenario è quello di un paese in continua ricerca di pace dove le vittime indiscusse della violenza restano la parte migliore della società: i bambini.

Chi legge questo romanzo non può che prendere coscienza dell'incredibile fragilità dei rapporti umani e di come essi condizionino una vita, di come il passato possa tornare a tormentare il nostro presente e di come il futuro possa offrire un'opportunità di riscatto perchè non c'è errore che non possa essere perdonato...

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Opinione inserita da greta    03 Gennaio, 2009

stupendo..

io ho quindici anni e di esperienza di libri ne ho poca, ma questo libro è veramente straordinario. l'amizia che c'è tra i due protagonisti è intensa e ti tocca il cuore. e poi è scritto con una forma semplice e scorrevole come pochi. mi sono presa la briga di comprarlo in inglese e anche se non sono un asso in questa materia l'ho trovato comprensibile. la frase "per te questo e altro" mi fa venire i brividi ogni volta che la leggo.

è un libro che ti fa crescere e.. PIANGERE! ma merita veramente. In più ti fa uscire dalla solita nostra visione del mondo trasportandoti in una atmosfera tutta nuova che io sinceramente trovo terribilmente affascinante. mi sembra ovvio che lo consiglio a chiunque piacciano libri malinconici!!!

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la bambina che non esisteva; la danzatrice bambina
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exeter64 Opinione inserita da exeter64    24 Dicembre, 2008
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Intenso

Sullo sfondo della storia dell'Afghanistan degli ultimi 30 anni si svolgono le vite di due bambini di etnia ed estrazione sociale completamente diversa che in fin dei conti simboleggiano le sfumature delle vicende umane condizionate dalla situazione politica del loro paese.

Un romanzo scritto benissimo, che riesce a raccontare gli orrori della tirannia talebana e della follia fondamentalista molto meglio di tanti reportage ed articoli giornalistici.

Assolutamente da leggere per la profonda umanità dei personaggi dietro i quali si intuisce esserci una forte presenza autobiografica dell'autore.

Dal romanzo è stato tratto un film sinceramente poco memorabile.

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Mille splendidi soli
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tiny Opinione inserita da tiny    14 Aprile, 2008
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bello appassionante quanto amaro e tragico

Uno stile scorrevole, bel libro. Tratta argomenti così tragici e pieni di violenza con una certa oievità, tanto da permetterti di andare avanti ed accettare un finale a lieto fine...ma oltre il lieto fine quando sfogli l'ultima pagina ti rimane un peso sul petto ed un pensiero va a chi soffre ogni giorno certe atrocità. bello. ho visto anche il film, ben fatto anche se il libro come spesso accade è sempre superiore.

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Opinione inserita da Maristella Copula    02 Marzo, 2008

I colori della guerra

Una storia toccante,emozionante come poche,una storia di grande significato intimo che si snoda in un grande contesto storico attuale. La storia di un popolo,cosi’ duramente provato,il popolo Afgano, travolto da tragedie immani,una storia di vite annientate e offese,di dignità ferite,di infanzie oltraggiate e distrutte,un popolo a cui tutto viene strappato, dall’antico bagaglio culturale alla vita stessa,prima con l’invasione russa,poi col potere estremistico dei talebani e infine con il debole governo dell’Alleanza del Nord. La storia di un’amicizia vera,ricca di dedizione totale,la storia di una fratellanza allontanata dalle convenzioni e dai ceti sociali,la storia di un padre e un figlio e dell’eterno rapporto conflittuale generazionale,la storia di un uomo e della sua vita interiore,dei suoi sensi di colpa,delle sue ferite profonde che lo riportano a ripercorrere a ritroso la strada verso il passato,per poter finalmente accettare se stesso, conservando cosi’ la possibilità di guardare avanti e pur non perdendo il ricordo, ricostruirsi e riscattarsi nella sua essenzialità.

Una storia struggente, nella memoria della libertà di questa nazione lacerata, che un tempo era piena di suoni,profumi e colori, come il volo di aquiloni che si librava leggero e ardito sui cieli di Kabul, aquiloni che ora non volano piu’,lasciando il posto al colore grigio della guerra,alla polvere, al fango e al sangue versato inutilmente da migliaia e migliaia di innocenti. E come specchio di questa smisurata tragedia,ci rimane lo sguardo triste, color “assenza di speranza” di ogni bambino afgano che ci chiede di non ricoprirci di mantelli di indifferenza e apatia e soprattutto di non dimenticarlo.

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Moth Opinione inserita da Moth    24 Febbraio, 2008
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Piacevole e sopravvalutato

è un libro acerbo, in cui bei passaggi si mescolano a incertezze stilistiche e momenti di noia. è uno di quei libri che girano attorno a un segreto che quando si svela delude. Finale insoddisfacende. Comunque piacevole, utile per la conoscenza dell'attualità e della storia recente.

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libri sul medioriente
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