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Tradimenti e felicità
Linda è una nota giornalista svizzera, sposata con un uomo splendido e madre di due meravigliosi bambini. Nel volgere di pochi giorni, il suo benessere cede il posto ad un male inspiegabile, un profondo senso di solitudine le divora l’anima, cosa può fare per uscire indenne dal buco nero? Intraprendere una relazione extraconiugale, nella speranza di ritrovare l’Amore e la serenità. Sarà la soluzione migliore?
La ricerca della felicità attraverso il tradimento del proprio coniuge non è il messaggio migliore che lo scrittore abbia trasmesso dagli inizi della sua carriera. Stimavo il Coelho che parlava dell’Amore universale inteso come sentimento puro che abbraccia il mondo nel massimo rispetto di tutti. Ricordo con commozione alcune sue opere, intrise di piccole perle di saggezza, ricorrevo ai suoi scritti per provare un senso di benessere bevendo avidamente ogni parola, per godere degli effettivi curativi. Questo romanzo cos’è? Un banale tentativo per spiegare il malessere che dilaga e un espediente per giustificare l’adulterio.
Una trama con uno spessore impalpabile, a tratti volgare, a tratti patetica. Addirittura si sfiora l’eresia, si legge ad un certo punto che è lecito tradire il marito per cercare la via della luce che porta all’amore, quindi dritti a Dio, perché Dio è amore. (Coelho ma hai perso la ragione? Vuoi una mano a ritrovarla?). So che tutto ciò che ha pubblicato lo scrittore è il frutto del suo percorso interiore, pertanto, una domanda sorge spontanea: hai provato anche questo? Hai viaggiato, visto, fatto tanto per trasmetterci così poco? Più avanza il suo cammino verso l’illuminazione, maggiore è il danno, perde smalto e credibilità. Ognuno è libero di fare ciò che crede, non è necessario vomitarlo in un libro e farlo passare per qualcosa di speciale.
Sicuramente l’autore scrive bene, è colto e vissuto; sono presenti citazioni pertinenti e riflessioni che lasciano spazio a varie interpretazioni, non necessariamente negative o di bassa lega. I capitoli sono brevi ed in generale la lettura è scorrevole. Il titolo racchiude l’essenza del libro e la copertina è di cattivo gusto.
Concludendo, Coelho è ambiguo, in lui risiedono due persone, il saggio e il libertino, uniti formano un profeta discutibile, uno da lasciare fuori dalla porta, come del resto questo libro.
“L’amore non è soltanto un sentimento, è un’arte. E, come qualsiasi arte, non è sufficiente l’ispirazione, ci vuole anche molto impegno.”
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Commenti
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E' vero che i gusti sono personali - tocchi Coelho, ad esempio, e ti becchi un voto negativo da chi non lo cambierebbe nemmeno con Dante Alighieri - ma anche a me, come ad alcuni che sono già intervenuti, sembra uno scrittore sovrastimato: ho letto "L'alchimista" e pur avendolo trovato scorrevole, mi è apparso anche "povero"; c'ho riprovato con "Undici minuti" e ho capito che i temi di Coelho sono proprio quelli, per cui non sono riuscito a finirlo.
C'è da dire, tuttavia, che c'è chi apprezza questo tipo di scrittore: credo che ciò accada a chi è in grado di "sezionare" (passami il termine) un libro, cioè a chi è in grado di prescindere da cosa un autore riesce a raccontare per fissarsi su come è in grado di farlo (magari anche solo in alcuni passaggi).
In ogni caso, sebbene trovi il tuo giudizio poco indulgente in qualche punto, lo condivido.
Il commento ad "Adulterio"', a parer mio, spiega perfettamente le ragioni per le quali l'opera non è stata ritenuta piacevole e contenutisticamente apprezzabile.
Ciao Sary :-)
Bruno
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