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Il leone rosso
 
Il leone rosso 2010-04-03 19:36:49 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    03 Aprile, 2010
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Elisir di vita eterna

La vita, qualunque sia, potrebbe essere accettabile se non vi fosse la sua inevitabile conclusione, quel vero e proprio salto nel buio che tutte le religioni hanno cercato di addolcire con l’idea di una prosecuzione nel “dopo”, sia pure in altra forma. Non ci sono però certezze al riguardo e quindi, soprattutto in passato, in epoche in cui gli alchimisti inseguivano risultati miracolosi, quali la fabbricazione dell’oro, non poteva mancare nelle loro ricerche quella dell’Elisir di vita eterna. Ubbie di ciarlatani, si potrebbe obiettare, idee strampalate che ancor oggi potrebbero prendere piede, soprattutto nel nostro paese, guidato da un personaggio che non accetta non solo la morte, ma anche la vecchiaia.
E’ di questo desiderio di immortalità che si parla nel Leone rosso, un romanzo che mi ha profondamente avvinto, perché va ben oltre queste storie un po’ strampalate di gente che non muore, ma, pur restando nell’ampio campo dell’esoterismo, abbozza un concetto di esistenza per nulla in contrasto con la religione cristiana e che affascina in quanto potrebbe rispondere al vero. Queste reincarnazioni in una serie di passaggi in cui l’individuo ascende a gradi sempre più alti di trascendenza propone una visione non solo dell’umanità, ma dell’intero universo in un crescendo quasi rossiniano che lascia ampi spazi per riflessioni su avvenimenti realmente accaduti, come nel caso della rivoluzione francese. L’abilità di Maria Szepes, l’autrice, è quella di saper correre in equilibrio sul sottile confine fra ipotetico credibile e pura astratta fantasia. In verità qualche volta incespica, il racconto si fa meno convincente, ma poi, nel giro di un paio di pagine, riesce a ritrovare la giusta via e a ricreare nel lettore la convinzione che quanto narrato sia effettivamente avvenuto. In questo l’aiuta una notevole capacità di saper comunicare imponendo un ritmo quasi da pellicola cinematografica in una serie di sequenze, anche d’effetto, che non fanno mai venir meno l’attenzione che, anzi, si acuisce nel legittimo desiderio di sapere come andrà a finire questa storia così irreale, sebbene convincente. Se in ciò è aiutata dall’esperienza maturata come sceneggiatrice, vi è anche da rilevare una profondità di pensiero del tutto ragguardevole, una sicurezza di esposizione, pur nella complessità del tema, che accresce la fiducia del fortunato lettore, consapevole ormai di trovarsi fra le mani un libro straordinario.
Si assiste così a una cavalcata attraverso i secoli, grazie alla quale questo formidabile romanzo sull’immortalità riesce ad avvincere anche i più scettici, in forza delle componenti psicologiche e filosofiche che emergono, splendidamente esposte, e che non possono lasciare indifferenti. Si potrà non credere a tutte queste reincarnazioni, ma alle dottrine concettuali sull’universo e sul destino dell’umanità nulla si può eccepire, anzi solo prendere atto, magari anche dissentendo, perché si tratta di interpretazioni, di teorie che, senza avere la pretesa di essere dei dogmi, hanno una base logica tale da costituire oggetto di discussione.
Il viaggio di Hans Burgner, il personaggio principale, diventa così una metafora del percorso sempre più complesso dentro di noi, alla ricerca di un assoluto che possa dare un autentico senso alla nostra esistenza.
Non aggiungo altro, se non il consiglio di leggerlo, perché anche chi non vorrà approfondire rimarrà stregato da un libro di rara bellezza.

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Commenti

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recensione chiara e a portata di chiunque abbia bisogno di informazioni...
Grazie sig. Renzo, per le sue ottime spiegazioni

p.s. complimenti anche per i suoi lavori: mi sono innamorata de "La fine della crisi"!!!
Grazie ancora e buon fine settimana.
Barbara
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