Dettagli Recensione
Originale, drammatico, tenero
Foer non è un autore comune, il suo è un linguaggio fatto di immagini, non si limita a raccontarti una storia, cerca di farcela sentire addosso perchè la si possa capire.
Oskar è un bambino che perde il padre nell'attentato alle torri gemelle e da quel giorno inizia una personale ricerca della soluzione di quello che dovrebbe essere un enigma.
Una chiave trovata in un vaso e della quale non si sa che porta apra, Oskar inizia una meticolosa indagine, come quando con il papà faceva quei bellissimi giochi di ingegno ed intuizione.
Ma cosa significa veramente quella chiave ? E c'è davvero un enigma ? O Oskar sta solo cercando di riempire uno straziante vuoto lasciato dalla persona che più amava ? Un bambino curioso e spontaneo , lacerato nell'anima e con uno strano rapporto con la sua famiglia che incontra personaggi a loro volta tormentati da qualcosa , a loro volta "dall'altra parte" rispetto alla vita di tutti i giorni di una persona qualunque.
Anime perse , consapevolmente o meno, in uno spicchio di realtà privato e inviolabile , dove il dolore è un compagno di viaggio.
Paralellamente alle vicende di Oskar scopriamo la vita della sua famiglia, attraverso le lettere scritte dal nonno al figlio (il papà di Oskar) mai conosciuto.
Oskar scoprirà il mistero della chiave , che aprirà le porte di una rivelazione materialmente utile però a qualcun altro.
A lui, regalerà la liberazione da un assurdo senso di colpa , nascosto nel suo cuore di bambino e la voglia di tornare a sognare, accompagnato da una nonna dolcissima, da un nonno alla ricerca di un impossibile espiazione e da una mamma che non da risposte ai perchè del figlio, in quanto sa che le uniche risposte che guariranno le piaghe del suo giovane cuore sono quelle che lui troverà da solo.
E' un libro dove le immagini si mescolano alle parole , le accompagnano e danno loro forza. Le ultime 15 pagine sono il sogno di Oskar e fanno più rumore di un boato allo stadio.
E' un racconto che ti prende lentamente per mano e ti accompagna a fare i conti con quello che hai lasciato indietro, con le cose non dette ed il dolore della perdita che da una misura alla sconfitta di chi rinuncia ad amare.
A suo modo è una poesia , ma non è leggera o facile, è come mangiare la liquirizia, ma non la rotella dolce e morbida, piuttosto il bastoncino di legno grezzo : devi rodere e assaporare la conquista di ogni morso.
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Complimenti
Marghe