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I newyorkesi
 
I newyorkesi 2008-02-25 06:52:20 ro
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da ro    25 Febbraio, 2008

i newyorkesi

Cathleen Shine dall’esordio in Italia nel 1996 con “La lettera d’amore”, ha trovato terreno fertile. Una buona porzione di pubblico la segue dilettandosi nella lettura dei romanzi scritti negli anni a seguire. Le disavventure di Margaret, L’evoluzione di Jane, Il letto di Alice, L’ossessione di Brenda; i testi già nel titolo esprimono la predilezione di temi femminili nel comporre. Vive a New York, sposata , ha due figli; di recente ha avvicinato a sé un cucciolo per ovviare alla separazione dal marito. Ciò avra senz’altro contribuito alla redazione del suo ultimo romanzo. L’ambientazione in Upper West Side in prossimità di Central Park, rende l’idea di una nicchia pacifica, lontana dal caos cittadino in cui si può instaurare un clima di amicizia avvicendevole. La multiforme schiera di personaggi dapprima inquieti, indolenti, arcigni, smarriti, sono soggetti all’influsso rigenerante manifestato da un eventuale amico a quattro zampe. I cani, colonna portante del racconto,segnano quei punti di svolta necessaria a mantenere costante l’attenzione del lettore: un inaspettato ritrovamento, una morte per quanto agoniata imprevedibile. Pertanto sono da considerare come i veri protagonisti induttori alla dimensione animalesca, in cui la razionalità lascia spazio alla spontaneità delle azioni. Non a caso l’ autrice ripete per ben tre volte per bocca di Jody, Polly ed Everett “in fondo non sono altro che un uomo”, come se nella condizione di umanità è insito un impedimento, un’eccessiva scrupolosità, che limita nell’agire. La critica ha ben accolto il settimo libro della Shine, ha giudicato lo stile elegante e sofisticato, soffuso da una vena malinconica. La maniera ideale per raccontare della società del terzo millennio, contrapponendosi alla massa, privata ormai del calore dei rapporti umani. Troppo intenta a digitare sui tasti di una tastiera di un cellulare o di un PC, inerme rispetto alla vita che scorre e ci vede invecchiare bambini. Presenta in questo senso una sorte di pet-therapy generale, guaritrice dei mali del nostro tempo stress, nevrosi e solitudine. Il tutto celato dietro le vicissitudini amorose di una single quarantenne, nel topos che molto si accosta allo stile telenovelas.
L’approccio iniziale alla lettura non è stato dei migliori, per l’impressione immediata che si trattasse di una banale storiella. Poi la stima si è evoluta a distanza di alcuni giorni, quando ho preso in esame la narrazione nell’insieme. L’affiorare di molteplici rimandi alla realtà del moderno vivere, sono stati spunto di una riflessione ed hanno arricchito la mia personale interpretazione del romanzo. Sicchè pur considerandolo leggero e ludico, ne riconosco una certa legittimità quale cronistoria della vita ai giorni nostri.


R B

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