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Pubblicità ingannevole?
Amir, un pusillanime di ricca famiglia scappa con suo padre negli Stati uniti quando l’Afghanistan viene occupato dall’esercito russo, nel 1981.
Dopo vent’anni viene rintracciato da un vecchio amico di famiglia che gli chiede di ritornare in Afghanistan per salvare il figlio di Hassan, il suo ex servetto, che è rimasto solo al mondo. Amir torna e scopre nell’ordine che:
- Hassan è in realtà il suo fratellastro
- Suo padre non era l’esempio di moralità che Amir aveva sempre pensato
- La madre di Hassan era tornata da suo figlio dopo averlo abbandonato alla nascita (a volte ritornano), vivendo con lui fino alla morte
- Il Talebano che ha rapito il figlio di Hassan è l’ex bulletto di quartiere che terrorizzava i bambini quando Amir e Hassan erano piccoli.
Dopo mille peripezie, e dopo aver confermato di essere un pusillanime, Amir riesce a portare il figlio di Hassan negli Stati Uniti.
Una serie allucinante di coincidenze e intrecci da soap opera. Sembra che Kabul sia un borgo di una decina di famiglie, dove la prima cosa che ti puoi aspettare è di imbatterti nelle stesse persone, all’infinito. Ma mentre per le soap opera questo è giustificato da esigenze di budget, fidelizzazione del pubblico, e, obiettivamente, dalla pochezza della storia, in un libro che senso ha? L’autore ha voluto risparmiare sulla fantasia?
Sullo sfondo di una trama da feuilleton appena meno romantico, la storia di Kabul e dell’Afghanistan, con le occupazioni e le guerre. Ma proprio sullo sfondo. Così sullo sfondo che il libro non aggiunge niente all’eco lontana della cronaca che i nostri mezzi d’informazione riportano da quella terra.
Un libro che ammicca smodatamente ai gusti del pubblico occidentale (americano nella fattispecie), ma che non va in profondità nella cultura afghana. Si limita a creare empatia coi singoli personaggi, col solo risultato che il lettore prende coscienza del fatto che in Afghanistan ci vivono anche persone normali, oltre a Bin Laden e montagne deserte da bombardare.
Francamente un po’ poco.
Unica nota positiva: lettura scorrevole
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Commenti
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Ma santo cielo, perchè sviscerare così tanto la trama?
Non ho letto il libro perchè dalle poche righe lette non ho adorato lo stile, poi sono andata a vedere il film e ho avuto proprio la sensazione che tu descrivi...
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