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L'idiota
 
L'idiota 2025-03-25 06:53:04 68
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
68 Opinione inserita da 68    25 Marzo, 2025
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Fragilità estrema

L’ idiota è un romanzo di matrice autobiografica che prevede due parti, diverse e non proprio complementari, un viaggio educativo-sentimentale nel fluire di una giovinezza che possiede i tratti della protagonista e le aspirazioni di un periodo della vita ancora immaturo, assoluto, turbolento, fallimentare, da forgiare.
C’è un prima inserito in un contesto accademico-letterario che attrae uno spirito assetato di conoscenza e un dopo aperto a un viaggio alla ricerca di se’ e dell’ altro.
Una trama interessante all’ interno di una prosa scorrevole, alcune riflessioni argute, dialoghi sferzanti, la profondità di alcuni personaggi, la superficiale assenza di altri. Quello che manca, e non è poco, è la fusione tra l’ approccio teorico, che abbonda nelle parole ricercate e nei monologhi cervellotici della protagonista, e il fluire della trama, fragile, frammentato, inafferrabile, lontano.
Selin, diciotto anni e uno stato di unicità, d’ altronde non tutti possono vantare un’ iscrizione a Harvard, centinaia di libri letti, il desiderio di diventare una scrittrice senza avere ancora scritto qualcosa di significativo.
Da sempre una vita molto teorica e poco pratica, la frequentazione di spiriti affini nella propria. ristretta cerchia di appartenenza, in lei una lacerazione evidente, il complicato rapporto tra linguaggio e mondo, qualcosa da definire all’ interno di frasi e parole acquisite e certe.
Un’ età dentro la personale visione delle cose, l’ incontro con Ivan, studente ungherese di matematica, un rapporto altrettanto difficile, iniziato e proseguito grazie a uno scambio di e-mail su temi generali, l’ incertezza di una transizione evidente, il dibattito su linguaggio e realtà, aspirazione e sentimento, una malcelata sofferenza vissuta dentro, come mostrarsi anticonvenzionale dicendo qualcosa di significativo?
Per Selin la scrittura è un’aspirazione teorica, sin dalle superiori vissuta dentro un mondo di idee e di grandi pensatori, un distillato di opinioni, oggi si divide tra un corso e l’ altro, affamata di conoscenza, nella quotidianità poca concretezza, il complesso rapporto con gli altri, una visione del mondo limitata alla propria unicità e a un certo grado di egoismo.
Vive un tormento prolungato, un’ emozione che si fa sentimento, un desiderio da cui è difficile sottrarsi, che ricerca l’ indecifrabile, se stessa, un completamento, mille domande e nessuna risposta, che vede nell’ altro qualcuno da rincorrere, imitare, studiare, con il quale intrattenere una relazione che possa annullare la lontananza, chiarire un legame enigmatico, allargare i propri orizzonti.
C’è una teoria che si sottrarre a definizione certa, che cede a un quotidiano fatto di privilegi di classe e alla praticità di una relazione con il mondo che aspira a leggersi dentro e a comprendere chi ci sta accanto.
L’ ansia di Selin origina dal proprio senso insensato, convinta di non avere niente da insegnare, di essere estranea al mondo, rinchiusa in un personale microcosmo di inconcludenza, senza essere mai andata da nessuna parte, ubbidiente a una madre che le dice cosa fare, una indigente nel grande mercato delle idee.
In questo stato di immobilità, impossibilitata a parlare di se’ in un’ intimità che ne metta a nudo i sentimenti, percorsa da uno sterile rimuginio intellettivo, si interroga su vita e destino, se per destino si considerano persone che gravitano in situazioni diverse.
Nel suo rapporto con Ivan mancano le coordinate di un sentimento condiviso, che fatica ad esprimersi, che fa soffrire l’ altro, sfuggendo a una vera conversazione.
E allora che cosa si intende per amore se non un oscuro e imperscrutabile legame fra due individui e non una competizione di tipo economico in cui tutti vengono accoppiati in base al proprio valore stimato?
Per la prima volta Selin ignorerà che cosa voglia effettivamente studiare e fare, in lei ancora la vecchia idea di essere una scrittrice, ma, dopo un periodo di apprendistato e di insegnamento in Europa a stretto contatto con il reale, scoprirà che la propria idea di amore era un inganno e di potere vivere, di dovere vivere, di vivere…

…quando in autunno tornai all’università cambiai piano di studi lasciando linguistica, e non seguì più corsi di filosofia o psicologia del linguaggio. Mi avevano deluso. Non avevo imparato quello che volevo sapere sul funzionamento del linguaggio. Non avevo imparato proprio niente…

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