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Stupore e tremori
 
Stupore e tremori 2025-01-31 21:29:16 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    31 Gennaio, 2025
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Stupore e tremori: sono i miei che leggo

La sinossi racconta praticamente tutto. Ma leggere gli accadimenti è tutt’altra cosa.

Amélie ha ventidue anni quando, grazie alla sua conoscenza del giapponese e del francese, riesce a trovare impiego, come traduttrice, con contratto di un anno, presso la Yumimoto, un'importantissima multinazionale giapponese.
Torna finalmente a vivere in Giappone, suo paese d’origine.
Il racconto, autobiografico, narra la sua esperienza lavorativa in un crescendo di situazioni che giudicherei inverosimili se non sapessi che nulla è inventato.

Gli accadimenti sono così surreali che penso, più volte, fino alla fine, siano frutto di immaginazione.
Mi sorprendo a chiedermi come faccia a prendere gli incarichi che le vengono via via affidati sul serio, come faccia a non abbattersi, ribellarsi, urlare, denunciare, fuggire, restare allibita, ridere per non piangere.

E’ una narrazione che offende e sconvolge, tutto mi appare comico, un umorismo senza intenzione, tale lo percepisco io.
Cosa la motiva? Competizione? Volercela fare a tutti i costi? Credere che gli incarichi che le vengono assegnati abbiano un fondo di utilità o logica?
Ogni incarico è per lei una sfida. Il modo in cui l’affronta mi crea stupore.

“Il signor Saito lesse il mio lavoro, lanciò un gridolino sprezzante e lo strappò: Ricominci.
Mi venne voglia di chiedergli dove sbagliavo, ma era chiaro che il mio capo non tollerava le domande.”

Mi domando il perché dell’assunzione. Perché ignorino, anzi ritengano offensive le sue competenze. Il suo saper correttamente svolgere l’incarico che le viene affidato è quanto di più odioso, intollerabile, ingiustificabile, inammissibile, inconcepibile possa accadere agli occhi dei suoi piramidali superiori.
“I giorni trascorrevano e io continuavo a non servire a niente.”

Ochakumi: “l’onorevole cerimonia del tè.”
“Lei ha profondamente turbato la delegazione dell’azienda amica! Ha servito il caffè con formule di cortesia che lasciavano intuire la sua perfetta conoscenza del giapponese!”
Una bianca, un cervello occidentale capisce perfettamente la loro lingua! Non è dunque anche questo il motivo dell’assunzione? No, è uno scandalo.

“Avevo l’impressione di essere stata dimenticata.”

Di sua iniziativa inizia a distribuire posta: un’iniziativa personale, senza permesso!

“Posso aggiornare i calendari?” Strappare la pagina da febbraio a marzo, è ben di più che spostare il quadratino sul singolo giorno!

“Mi fotocopi questo” diventa un compito impossibile da espletare. Il vassoio di alimentazione automatica della fotocopiatrice è estremamente impreciso, i migliaia di fogli vanno fotocopiati uno per uno affinché siano perfettamente centrati e tutti uguali. E’ ovvio che sia per lei un compito impossibile da svolgere.

E del rapporto sul nuovo burro light vogliamo parlarne? Il signor Tenshi le lascia carta bianca, la mia mente pensa all’istante: attenta! Lei che studia, indaga, guarda le statistiche, contatta la cooperativa belga per un confronto, insomma ne viene fuori un rapporto eccezionale. Il signor Tenshi non aveva dubbi.
La catastrofe al arriva al galoppo, per entrambi. La competenza viene travisata come comportamento da traditori e individualisti, serpenti sono. Osare una difesa è impensabile, significherebbe mettere in dubbio ciò che il superiore le contesta. “Un simile pragmatismo odioso è degno di un occidentale”

D’accordo è un racconto comico, sto’ per scoprirlo mi dico…

E la sua diretta responsabile, la stupenda, incantevole Fabuki Mori? Che Amélie osserva incantata? Fabuki pensa di lei che sia scema, minorata mentale, ultima delle imbecilli, vigliacca…
La faccenda della contabilità, che si riduceva a copiare elenchi ha dell’incredibile.

L’incarico del calcolo per il rimborso delle spese di viaggio e la decisione di passare i giorni e le notti in azienda, per cercare di portare a temine l’incarico. Inutilmente.

E siamo alla destinazione finale, qui non può sbagliare…forse!
I bagni il suo nuovo regno, la carta igienica il suo nuovo alleato, il water pulito il suo nuovo obiettivo: guardiana dei cessi. Finalmente è atterrata sul gradino più basso. Ma anche questo incarico si rileva troppo complesso per la nostra Amélie.
“La mia memoria cominciava a funzionare come uno sciacquone. Lo tiravo la sera. Uno scopino mentale eliminava le ultime tracce di lordura.”

La mentalità nipponica non contempla le dimissioni, sarebbe offensivo nei confronti di sé stessi, significherebbe perdere la faccia.

E’ il primo romanzo che leggo di questa scrittrice, apprezzo la prosa schietta e veloce. Il racconto è breve ma zeppo di significato, apprendo una realtà che ignoravo, la considerazione che hanno del lavoro altrui, le rigidissime regole, i cerimoniali che vanno rispettati, le trappole poste sul cammino di una collega che potrebbe farsi strada in tempi più brevi rispetto ad altri colleghi, dover ascoltare rimproveri urlati a voce altissima senza poter giustificarsi perché sarebbe irrispettoso, far finta che tutto sia normale e che vada tutto bene. Ammettere colpe inesistenti per soddisfare pretese assurde altrui.
La nostra Amélie è la mia vincitrice assoluta.

E’ il 7 gennaio 1991. Il contratto scade a giugno. Arriva giugno.

Ormai è chiaro, nessun compito può vederla all’altezza della situazione, non resta altro che ringraziare, essersi resa conto dei propri limiti le sarà utilissimo in futuro. Un cervello limitato. Basta saperlo.
“Nel antico protocollo imperiale nipponico, si afferma che ci si rivolgerà all’Imperatore con ”stupore e tremore. Assunsi dunque la maschera dello stupore e cominciai a tremare.”

Torna in Europa e nel 1992 viene pubblicato il suo primo romanzo.
Nel 1993 riceve le congratulazioni di Mori Fabuki, in giapponese.

“Finché esisteranno finestre, l’essere umano più umile della terra avrà la sua parte di libertà.”

Buone prossime letture.

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