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Estetica dissolvenza
Una coppia noiosamente assorta in ripetute cadenze, una vacanza in una città di mare dettagliatamente reale e in parte immaginaria, un incrocio a quattro pericoloso, Colin e Mary, Robert e Carolin, cibo, passeggiate, sonno, sesso, lettura, silenzio, una cortesia all’ eccesso e una dose di sadismo figlia di un passato torbido e violento con un presente che lascia strascichi di sofferenze fisiche evidenti.
Colin e Mary, coppia di fatto, i figli altrove, una conoscenza profonda di se stessi e dell’ altro, un’ intimità da preservare gelosamente e di cui preoccuparsi costantemente, goffi e lenti movimenti condivisi, l’ attenzione ai minimi cambiamenti umorali, chiusi nella reciproca presenza, liti condotte in silenzio.
Un legame nato casualmente o forse pensato e costruito dettagliatamente, una galleria piena di oggetti esposti, stanze sconosciute e inafferrabili, intense fragranze, odori nauseanti, un’ infanzia di percosse e di amore vissuta dentro, un’ unione rafforzata da uno stato di acquiescenza, il giudizio sospeso nel cambiamento, la presenza di una macchina fotografica, la fredda assenza della vicinanza, una rinascita in cui vivere all’ interno del momento, incapaci di allontanarsi temendo che solitudine e pensieri intimi possano distruggere quello che si è creato.
Il turbine degli avvenimenti, in parte sconosciuti anche a se stessi, attimi degenerati in una violenza inaspettata e gratuita, in un sonno-veglia forzatamente indotto, in uno stato inafferrabile di estatica permanenza mentre si osservano dettagli di se’ dei quali non si era a conoscenza, si addentra in una bellezza primigenia adorata dai presenti, prima che il vuoto inafferrabile e molesto ricopra uno stato di totale dissolvenza.
Un breve romanzo di difficile collocazione laddove estetismo e accuratezza di forma sanciscono particolari definenti, personaggi sospesi nel flusso degli accadimenti, osservati dall’ esterno, che dialogano con se stessi, un senso inafferrabile all’ interno di una dimensione onirico-estetica-sentimentale.
Tutto ciò rivela un thriller sui generis, strutturato e sviluppato nella statica definizione del momento, cresciuto nell’ immaginario, accresciuto da una tensione latente sfociata nell’ ovvio, quando la stortura emotiva era già presente e la colpa pareva evidente, nel frattempo…
…” per un attimo il quotidiano prevalse, e lei ebbe una percezione minima del dolore che la aspettava. Si schiarì rumorosamente la gola, e il suono della sua stessa voce si portò via quel pensiero”…