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Musica
 
Musica 2024-06-17 19:19:55 68
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
68 Opinione inserita da 68    17 Giugno, 2024
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Intrigo psicanalitico

Una donna ( Reiko ) frigida che non riesce più ad ascoltare la musica, uno psicanalista ( Shiomi Kazunori ) imbevuto della propria scienza che da subito dubita di lei, coinvolto in un viaggio professionale e personale, un terreno torbido e melmoso di omissioni e bugie, un mistero irrisolto in cui rischiare l’ umiliazione.
Cosa nasconde Reiko oltre la propria isteria, una certa fragilità femminile, un trauma infantile irrisolto, il retaggio di una violenza subita, oppure una bugiarda consapevole, una perfetta ammaliatrice, una creatura affascinante? Difficile dirlo, il mistero si infittisce imboccando strade diverse, moltiplicatori psicologici, mutevoli rappresentazioni dei fatti.
Yukio Mishima analizza significati che vanno oltre la psicanalisi e il proprio mostrarsi, una fragilità emotiva con radici famigliari, intrinseche, traumatiche, sessuali, irrisolte, scavando nell’ animo di una donna che rifiuta il ruolo attribuitole da una società maschile e maschilista da cui si sente violata.
Quale versione di Reiko si mostra, fugge e ritorna, quanti uomini l’ hanno riguardata, il fidanzato perfetto, l’ aspirante suicida, il cugino moribondo, il giovane impotente, il fratello problematico, quale storia di volta in volta crea e rappresenta, fuga da se’ e da quello che gli altri vedono di lei, quale percorso psicoanalitico intraprendere e come considerarlo in una cultura giapponese intrisa di altro?
Il racconto declina in un thriller psicologico dai significati consci ed inconsci, simboli, sogni, traumi, transfert, libere associazioni, un’ immersione nell’ intricata relazione paziente-psicanalista, un microcosmo di teorie e di interpretazioni che cercano di fare chiarezza su un reale sofferto che inevitabilmente ritorna.
Un mistero infittito da strane sembianze, interpretazione personale e immaginaria in una risoluzione complicata e complessa, parti di se’ per fuggire da se’, una donna che non vuole guarire, che non può guarire, che forse non è mai stata malata, che ripropone la stessa storia, storie diverse, che continua a negarsi in un giuoco raffinato e perverso imbevuto di mistero e di sofferenza.
Shiomi finisce con il confondere pubblico e privato, attività professionale e inclinazioni personali, mettendo in discussione se stesso, rendendosi conto che forse

…” un buon psicanalista ha bisogno di una buona cultura letteraria “…

Di certo, all’ interno della poetica di Yukio Mishima il romanzo pone alcuni interrogativi, una definizione di se’ piuttosto nebulosa come la trama stessa. Se la psicanalisi imbratta di se’ lunghi tratti del racconto riscuotendo l’ interesse dell’ autore, se l’ intreccio rivela una certa conoscenza e sensibilità per le sofferenze umane in una dolcezza di contenuti, come inserire la narrazione nella turbolenta biografia e nel pensiero radicale di uno scrittore convinto assertore e difensore della cultura tradizionale giapponese, avverso alla americanizzazione e al modernismo di una società giapponese che ritiene smarrita nella propria identità?

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Sicuramente non tra il meglio del grande autore giapponese.
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