Dettagli Recensione
Crescita
…” In campo la mente non è rivolta solo al colpo che stai per eseguire e a quello con cui l’avversario potrebbe rispondere, ma anche ai due, tre, quattro colpi che seguiranno. Osservi la posizione dell’ avversario e il suo giuoco, fai calcoli. È così che scegli da che parte andare. Anche se la mente percorre più strade allo stesso tempo, non c’è una scissione, ma un’espansione avanti e indietro nel tempo, talmente rapida da sembrare istintiva. A volte non ti accorgi nemmeno di pensare”..
La narrazione di un anno trascorso senza l’amata madre la cui morte ha aperto un vuoto incolmabile nella solitudine condivisa di tre sorelle indiane di undici, tredici e quindici anni, Gepi, Khush, Mona e di un padre anestetizzato dal lutto. Che cosa pensare, come sopportare il dolore, prendersi cura di se’, dell’ altro, guardare avanti, colmare una voragine inesplorata, sopravvivere a giorni improvvisamente vuoti?
Spetta al pater familias indirizzare la quotidianità delle proprie figlie, secondo lui la pratica dello Squash dovrebbe tenerle impegnate, appassionarle a qualcosa da portarsi dentro per il resto della vita, per altri essere un semplice esercizio di disciplina per delle giovani ragazze considerate delle selvagge.
Ecco
…” l’ eco del suono di una palla colpita su un campo da squash, sulla T, un suono basso e fulmineo, come uno sparo, seguito da un’ eco ravvicinata”…
Lo squash è una disciplina con una storia, eroi da raccontare e da imitare, prevede esercizio quotidiano, lunghe ore di solitudine, colpi simulati su un campo per affinare i movimenti, ripetizioni, con la racchetta, senza palla, cercando di non pensare a nulla.
Inevitabilmente il pensiero va all’ amata madre scomparsa, sperando che un giorno possa tornare, mentre si guarda con disappunto un padre che sembra assentarsi e non apprezzare pienamente il tempo condiviso con le proprie figlie.
I giorni scandiscono una routine consolidata, esercizi ripetuti, il rimbalzo di una palla sulla racchetta, a terra, l’ ingresso in una nuova dimensione, quotidiana, relazionale, sentimentale, in cui il ricordo della propria madre talvolta sembra affievolirsi e farsi sempre più lontano.
Quale relazione tra giuoco e realtà, quali intrecci, similitudini, idiosincrasie, come lo Squash può farsi parte integrante di una vita, alimentare sogni, speranze, destini?
La solitudine di un campo da gioco in cui cercare e trovare una via d’ uscita, scegliendo i colpi, creandosi e difendendo lo spazio di cui si ha bisogno ( la T ), senza nessuno che possa aiutarti, concentrarsi per te o avere paura di perdere al tuo posto, un campo in cui fissare momenti irripetibili di eternità, sentendosi soli, in cui un bel tiro può fissare il tempo restituendo un senso di pace.
Gopi è l’ unica delle sorelle ad avere talento per questo sport e ad esercitarlo, si allena con un ragazzo bianco, pensa di costruirci qualcosa di importante, nel rettangolo di giuoco, al di fuori, in
…”un mondo improvvisamente illuminato da qualche evento che presto potrebbe rivelarsi”…
Quando il dolore di una presenza-assenza genera una reazione fragile e violenta, quando la distanza può inscenare la dimenticanza, un momento condiviso restituisce il senso di appartenenza rafforzando il ricordo, la sublimazione del giuoco porta nuove certezze, gioia, lezione di vita, lontananza condivisa in parole espresse con cautela e amore che lentamente si affievoliscono….
T è un breve, delicato, essenziale viaggio che indaga il potere della memoria, l’ elaborazione del dolore, la costruzione relazionale, il rapporto con il proprio se’, il giuoco come metafora di una vita che reclama regole, precisione, strategia, impegno, devozione, ma anche sostentamento, amore, condivisione, cultura, rispetto, memoria.
Rimane un senso di appartenenza all’ interno di un percorso di crescita che prevede ascolto, accettazione, relazione, solitudine condivisa nel respiro del ricordo, pensando un po’ malinconicamente che la vita forse avrebbe potuto essere altro e altrove, ma l’ oggi incombe spingendosi verso un destino diverso in una lontananza colma di cautela e ritrosia.
…” mio padre si fece da parte e tra la zia e lo zio passarono i giorni, avanti e indietro, e per un po’, non ricordo per quanto, un debole bagliore comparve al di là’ degli alberi. Brillò’ e spari’. Poi la voce dello zio, che ormai era stanco, inizio’ ad affievolirsi, il suo fiato si congelò e io mi alzai”…