Dettagli Recensione
Le angosce del nostro vivere
Romanzo complesso e profondissimo, surreale e delirante, denso di immagini che lasciano annichiliti. Visioni lucide e potenti, ricche di spunti sui malesseri del nostro io più intimo e riflessioni sulle angosce dell'uomo, sulla colpa, sulla impossibilità della redenzione. Riflessioni sulla giustizia distorta e spietata dell'uomo sull'uomo, sulla giustizia divina, sul rapporto dell'uomo con la religione e con Dio. E poi immagini che raccontano dei difficili rapporti umani, del senso di sconfitta, di vuoto, di profondissima angoscia nei rapporti personali, amorosi o semplicemente intimi, della incapacità di raggiungere autenticità, condivisione e verità. Un mondo subdolo, dove nessuno può fidarsi degli altri, dove i propri pensieri non rassicurano, non chiariscono, non aiutano. Le sensazioni provate mentre si legge sono angoscianti, claustrofobiche, persino fisiche, si percepisce l'ansia e la si vive noi stessi assieme a K. e manca davvero l'aria come manca a K. e sembra quasi di provare la fatica di respirare. Sensazioni forti che sono prima di tutto sensazioni dell'anima. Pur essendo un manoscritto per certi versi frammentario, soprattutto nel finale, quasi abbozzato, dobbiamo ringraziare Max Brod per aver disobbedito alle volontà testamentarie di Kafka, il quale avrebbe voluto distruggere questo straordinario romanzo che tanto ha rappresentato e rappresenta ancora oggi per ognuno di noi.