Dettagli Recensione
Agghiacciante
“Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avervi dato una mano a morire.”
La voce narrante è Jack, quattordici anni.
Con lui la sorella maggiore Julie diciotto anni, Sue dodici, Tom sei.
Tutto comincia con quindici sacchi di cemento che servono a costruire un alto muro intorno al loro mondo per circondare la casa, davanti e dietro, con una spianata liscia di cemento.
“Mio padre steso per terra a faccia in giù, con la testa appoggiata al cemento appena steso. Mi avvicinai lentamente, sapendo che dovevo correre a chiedere aiuto. Per parecchi secondi non riuscì ad allontanarmi… quando l’ambulanza se ne fu andata, uscì a guardare il nostro vialetto. Nessun pensiero mi attraversava la mente mentre raccoglievo la tavola e con ogni cura cancellavo l’impronta di mio padre dal cemento fresco, soffice. ”
Questi accadimenti non sono un segreto, che tutto ciò succederà lo sappiamo a priori. Dalla quarta di copertina.
Quattro fratelli, una madre debole e malata. Un padre assente, ora per sempre. Una casa.
La narrazione è fredda, spigolosa, spietata, nessun aggettivo che ci faccia pensare all’affetto familiare. Sono tutti come fantasmi nei sentimenti.
E poi Jack, diabolico, ne starei certamente alla larga.
Quattro ragazzi che resteranno soli.
Le risa di fronte al corpo inerme della madre. I ragazzi che discutono sul da farsi. Come se la situazione fosse estranea da loro. Per un attimo mi viene in mente la stupidità, ma solo per un attimo.
Il racconto è talmente una narrazione lontana che quasi non mi impressiona. Ciò che destabilizza è l’inutilità di questi figli che tali non sono, la loro vuotezza d’animo, il loro pensare a soddisfare gli istinti animaleschi beandosi delle situazioni più dolorose.
La loro ignoranza di sentimenti ci viene spiattellata dall’autore subito.
I loro gesti fastidiosi che avrei volentieri evitato di leggere.
La sensazione di una prosa praticamente perfetta per ciò che racconta mal si sposa con i pensieri che suscita in me che leggo. McEwan non si smentisce mai, ti fa ruzzolare giù con lui a velocità vorticosa, nonostante la narrazione sia frenata, lenta, affinché il dolore emerga piano e coinvolga chi legge. Io non vorrei farmi trascinare ma l’unico modo per resistere e interrompere la lettura. Questo è McEwan. Non te le manda a dire.
Sarò una voce fuori dal coro ma questo romanzo non mi è piaciuto, non mi sento di consigliarlo e tornando indietro non lo leggerei. Ma se non lo avessi letto non potrei esprimere questo parere. Sembra contraddittorio ma è proprio questo che provo.
L’autore mi piace tanto, ho letto diversi suoi scritti tutti più o meno gradevoli e molto interessanti.
Chissà se con questo romanzo non volesse ottenere proprio questo risultato.
Forse la risposta è tutta nel titolo.
Buone prossime letture.
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Questo in particolare non ho gradito leggerlo
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