Dettagli Recensione
Infinito mostrarsi
Leggerezza e pesantezza, forza e debolezza, fedeltà e tradimento, anima e corpo, luce e buio, felicità e tristezza, forma e contenuto, flussi antitetici e complementari in una trama dai contenuti variegati e complessi. Un costrutto che attraversa il tempo, due coppie, unioni, intrecci , separazioni e una certezza:
..”l’ opposizione pesante-leggero e’ la più pesante e la più ambigua tra tutte”….
Praga, Tomas ama Teresa, Teresa ama Tomas, Franz ama Sabina, Sabina ha amato Franz, anni trascorsi nel cuore di digressioni socio-filosofico-esistenziali e dell’ invasione russa del 1968.
Che cosa concerne un certo modo di essere, che cosa induce a considerare l’ esistenza tinta di eterno ritorno, la pesantezza insostenibile e la leggerezza meravigliosa?
La vita è unica e come tale va vissuta, senza confronti ne’ rimpianti, ma vivere una volta soltanto è come non vivere affatto, il passato un’ essenza appiccicata addosso, un percorso non circolare che attraversa una linea retta.
Tomas è uno stimato chirurgo che sarà un lavavetri, un donnaiolo pervaso da un’ incompletezza sentimentale che ricerca la peculiarità femminile nella sessualità, il suo amore per Teresa è nato per caso, da una serie di coincidenze, un sentimento bello ma faticoso nel quale fingere, consolare, subirne le accuse, i sogni, sentirsi colpevole, giustificarsi, scusarsi, con la necessità di disamorarsi di una compassione che non ha e di cui lei lo ha riempito.
Tereza vive i tormenti di un amore sofferto, negato, assoluto, con la continua paura di perderlo, uno stato di debolezza e di rassegnata consapevolezza di essere una delle tante donne di Tomas, ricercando la propria anima in uno specchio che le riflette il corpo materno, il destino di
figlia in una colpa che non potrà mai espiare.
Franz è un professore universitario sposato e sicuro di se’, l’ amore per Sabina lo ha reso debole, vulnerabile, sottraendolo alla sua forza, rendendolo un seduttore impenitente che ha smarrito la voglia di lottare per riconquistare l’ amore.
Sabina è una pittrice innamorata dell’ intelligenza, della bellezza, della bontà di Franz, lui è tutto ciò che desidera e proprio per questo vuole distruggerlo, i due più si avvicinano e più desiderano essere lontani.
Quale comparazione tra leggerezza e pesantezza, Sabina sospinta dalla insostenibile leggerezza dell’ essere, Tereza da una pesantezza che vorrebbe scacciare per rifugiarsi con la propria anima in compagnia di Tomas.
Quante parole rincorse e ricoperte di significati, equivoche, divisive, definenti, diverse, figlie del proprio passato, ciascuno a suo modo ricerca l’ amore, la comprensione dell’ altro, la propria soddisfazione, un amore che
…” non è che il desiderio della parte perduta di noi”….
e che
…” non si manifesta con il desiderio di fare l’ amore ( desiderio che si applica a una quantità infinita di donne ) ma col desiderio di dormire insieme ( desiderio che si applica a un’ unica donna )”….
Kundera colloca i propri personaggi in un’ area di neutralità per svelarne i contenuti più intimi, li inquadra, li scruta, li analizza, elevandoli a simbolo di sentimenti incompleti e complessi che concernono un reale e un immaginario collocati in una prospettiva più grande.
Franz rientra nei sognatori, in coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti, Tomas e Tereza hanno un continuo bisogno di stare sotto gli occhi della persona amata.
Il romanzo non è una semplice confessione dell’ autore ma un’ esplorazione lieve e profonda di ciò che la vita umana è e della trappola che il mondo è diventato, di certo l’ esperienza dolorosa dei protagonisti e di cio’ che rappresentano genera contrapposizioni, fusioni, incertezze, evasioni, fughe, ritorni, rimpianti, analisi e autoanalisi non definente ne’ definitiva in una Praga assediata.