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L'ultima cosa bella sulla faccia della terra
 
L'ultima cosa bella sulla faccia della terra 2024-02-17 07:07:53 68
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
68 Opinione inserita da 68    17 Febbraio, 2024
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Inquietudine manifesta

…” È ora di andare. Per concludere voglio dire solo questo. Se c’è qualcosa che amate , tenetevelo stretto perché non si può mai sapere quando verranno a portarvelo via”….

Voci dal passato e nel presente a richiamare un’ inquietudine manifesta, assenze, peccati, peccatori, rabbia, violenza, insensatezza, vite percosse e azzerate da un gesto terribile e indigesto.
Harmony, cittadina del sud degli Stati Uniti, un luogo segnato per sempre dalla follia di Iggy, un ragazzino delirante, deragliato, psicotico, con una rabbia che rivolge contro se stesso e un’ intera comunità, venticinque innocenti arsi vivi nel rogo della chiesa, un fuoco da lui appiccato accidentalmente mentre, con un gesto estremo, voleva bruciare se stesso.
Prima, dopo, durante, che cosa sottende questa mattanza, chi è’ Iggy, chi è stato, perché lo ha fatto, quali conseguenze tra i sopravvissuti, i parenti, ii conoscenti, i nati dalle macerie di questo terribile evento?
Iggy, prossimo a morire in carcere, si racconta, ma non è quello che da lui ci si aspetta, confessione, chiarificazione, ricostruzione dei fatti, di chi la colpa, della società, delle sue idee politiche, delle droghe assunte, delle violenze subite, degli amori traditi?
Immagini e parole di un’ anima annegata nella solitudine più vera, morta da tempo, che ripensa al passato perché non ha futuro, a cui rimane poco tempo, che si è data forza guardando le foglie che cadono, una vita che scorre al contrario, una voce che non sa e non gli importa quale versione dare di se’.
Iggy è stato un ragazzino abbandonato negli affetti più cari, un padre violento e una madre assente, è stato un amante respinto, risucchiato in un vuoto di odio per la vita, per se stesso, è stato anche altro, colui che ha provato a salvarsi, eroe e cattivo, ricco e povero, tutto e niente, poco importa.
Il fatto è compiuto, il resto, indignazione, lutto, rabbia, dibattiti, cortei, petizioni, tutto quello che questa tragedia si è portata appresso non ha valore se non nel desiderio incompiuto di giustizia per morti che non torneranno o in un senso pacificatorio dopo che Iggy sarà giustiziato.
Voci e gesti rievocano a distanza l’ eco di quel momento, ne sono parte integrante, tuttora inseguiti dalla sua ombra, incrociano altre anime erranti, storie di manchevolezze, vivono attimi di intimità e comunanza.
Voci che parlano di se’ e di Harmony, un luogo senza felicità, dove non succede e non cambia mai niente, dove la gente non fa che lavorare e andare in chiesa, cosparsa di un passato nebuloso, oscuro, inquietante.
Voci di una vita che Iggy non ha mai capito,

…” Quello che all’ epoca ritenevo un problema era semplicemente la vita. Non era né un bene ne’ un male. Era e basta”…

nella lunga discesa verso un luogo oscuro sempre più oscuro, ricordando un amore che trasformava i sogni in realtà mentre il reale era un incubo, un amore allargato che rendeva sopportabili i giorni e scongiurava la noia.

Il romanzo di Michael Bible racconta con toni aspri, crudi, violenti e una prosa contratta costruita su immagini e sensazioni forti, una provincia americana da tempo implosa in un individualismo aberrante e in una violenza ovattata da perbenismo cinico, oggi completamente deragliata in una socialità artefatta da un contesto di virtualità che favorisce solitudine ed estremismo, giovani soffocati e privati del vero respiro della vita.
Ciascuno naviga controcorrente, in un comune senso di inadeguatezza, imbevuto di precarietà e asfissiato dal presente, c’è chi non aspira più a niente, chi è stato annientato in un luogo di pace, chi mostra le cicatrici di un destino infausto, chi è vissuto altrove gustando il sapore aspro della solitudine sentimentale e chi resiste nel presente sapendo che il mondo presto finirà e non esisterà più nulla, al momento

…” in lontananza c’è qualcuno che mi chiama”….

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