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Discesa agli inferi al sole di mezzanotte
Romanzo epico e molto contemporaneo, La valle dei fiori della giovane scrittrice groenlandese Niviaq Korneliussen è un'opera che nasce per proteggere dalla luce (e non dal buio) la mai nominata io narrante.
Con un impressionante meccanismo a decrescere dei suicidi che affliggono quei territori remoti (il romanzo ha anche parti sociologicamente impregnate di dati statistici reali sulla 'felicità' dei suoi abitanti), Korneliussen ci introduce a numerosi cambi di scena che oscillano tra le tradizioni inuit, i suoi amori saffici e la modernità razzista della patria madre (non madrepatria) danese.
Su tutto aleggiano senza sosta i social network (vere e proprie connessioni che superano le enormi distanze di quei luoghi), il buio di un clima estremo, l'alcool vera piaga sociale, la costante paura di volare cadere e precipitare della giovane protagonista, la violenza domestica, le molestie sessuali, la terribile catastrofe sociale dei suicidi tra i minorenni.
E un corvo, onnipresente con il suo manto nero che conduce il racconto verso una lenta e costante discesa agli inferi, accompagnata da un corredo di emozioni ancestrali che risalgono controcorrente non riuscendo però a scalfire l'enorme senso di solitudine emanato dalle 300 pagine di questo magnifico romanzo.
“Vorrei essere sepolta nella Valle dei Fiori”, dice perentoria a un certo punto la protagonista della storia. E, parlando di una coetanea che si era suicidata, “magari sentiva che questo non era il suo posto, che non apparteneva a questo mondo”. Sono concetti centrali che riecheggiano frequentemente: sono affermati in danese mentre le espressioni in lingua inuit ci riportano a una dimensione ancestrale che si oppone alla modernità e al progresso.
La storia è ambientata in luoghi estremi, dove le condizioni meteorologiche influenzano moltissimo la quotidianità e, inimmaginabile pensando ai sessanta mila abitanti che popolano quell’immensa isola, l’autrice ci rende vive le tensioni e i pregiudizi tra chi vive l’area più sviluppata (quella attorno alla capitale nella costa occidentale) e le aree meno avanzate della costa orientale. Tensioni e pregiudizi che incrociano, anche grazie alle pagine più sociologiche del romanzo, il tentativo della protagonista narrante di riconoscere il proprio posto in seno alla società. Cercando di sfuggire al dato statistico per il quale la discesa agli inferi si compie maggiormente con l’arrivo della luce di giugno e spesso in coincidenza con l’arrivo del sole di mezzanotte.
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Commenti
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A dire il vero, lo stile non mi ha esaltato (direi già visto). Nel suo insieme il romanzo è molto interessante ed è anche il primo romanzo scritto da autore (in questo caso autrice) groenlandese.
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Interessante recensione.
Amo la letteratura nordica, pertanto in una periodica consultazione del catalogo Iperborea avevo già notato questo libro dalla bellissima copertina.
Vedo che la scrittura (lo stile) non ti è piaciuto particolarmente. Per ora attendo.